-anche al figur. cavalca, iii-232 : avvegnaché la madre scopra il petto,
e scorno ha l'etiopo. morando, iii-232 : quando la terra e tacque han
e la favilla ardente. morando, iii-232 : par che diluvi il cielo influssi ardenti
troppo calore). morando, iii-232 : manca il rio, secca il prato
la terra a tanto ardore. idem, iii-232 : manca il rio, secca il
, squillante, argentina. panzini, iii-232 : era una vocina d'argento e a
di un cardinale]. giusti, iii-232 : un filosofo arguto dice a proposito
abbronzò quasi tutto. morando, iii-232 : arsiccio il suol con tante bocche
ai folgore fu cenere. morando, iii-232 : manca il rio, secca il prato
che l'autore scriveva. giusti, iii-232 : quello che sa ciò che dice andrà
presso ad un tavolino. giusti, iii-232 : nel movimento iniziato l'anno decorso,
valere niente. berni, 37-29 (iii-232 ): stato e ricchezza non vale un
di ciascuno. berni, 37-30 (iii-232 ): per questo aveva 'l re cattiva
le porte delle stalle. tozzi, iii-232 : la donna esci con circospezione;
camera di un infermo. tozzi, iii-232 : la donna esci con circospezione; e
portava il liquore chiamato cirenaico. soderini, iii-232 : altri disfanno con questo un po'
d'esto parlar colpito. deledda, iii-232 : l'uomo parve colpito da questa
piena comunione di linguaggio. leopardi, iii-232 : non vorrai tu raccontarmi le
sole cocente, infuocato. morando, iii-232 : non più benigni raggi, amici lampi
avessi trovato qualche cosa. pananti, iii-232 : la speranza se muoiono in guerra
fama. s. caterina da siena, iii-232 : l'orecchia fugga le parole dilettevoli
che solea. p. fortini, iii-232 : oh che ingegni diabolici sonno questi
. s. caterina da siena, iii-232 : l'orecchia fugga le parole dilettevoli
cor l'aspro diamante. morando, iii-232 : perché da tanto ardor s'involi
a trarsi il cappello. pananti, iii-232 : non si deve esser dimentichi di
batteva. s. caterina da siena, iii-232 : se il corpo per troppa fortezza
in modo di un savore. soderini, iii-232 : altri disfanno con questo un po'
, vinto alla fine cadde. sercambi, iii-232 : tanto lo tenne distenuto, fine
, / non posar neghittosa. morando, iii-232 : qui scorre più d'un rio
vivo e m'eterno? morando, iii-232 : del verno crudel quivi al dispetto
compongono. carteggio inedito di artisti, iii-232 : all'altissimo s'è faldato un
, affrontare rischi. vasari, iii-232 : passava fra ferro e fuoco per mezzo
colpire con un'arma. aretino, iii-232 : perché allora / che il ferro li
. rapidamente, sollecitamente. pallavicino, iii-232 : a proceder sì festinatamente gli spinse
- anche al figur. morando, iii-232 : arsiccio il suo con tante bocche
grassi abbiam di quelli. muratori, iii-232 : all'emorragia bensì delle narici,
branco di sei altri. roberti, iii-232 : quante sollecitudini e quanti travagli non
io chiudeva un occhio. soffici, iii-232 : al ristorante,... dopo
per vizio del cervello. leopardi, iii-232 : ho ripigliato alquanto vigore, ma
un altro). giusti, iii-232 : nel movimento iniziato l'anno decorso,
-sostant. a. cattaneo, iii-232 : certe proposizioni coperte, certe insinuazioni
di qualcosa; esplorazione. ramusio, iii-232 : vi mandai con alcuni di quel paese
indissolubilmente, strettamente. leopardi, iii-232 : nel venirmi il passaporto da macerata,
lasero e il galbano. soderini, iii-232 : altri disfano con questo [vino
venire. s. bernardino da siena, iii-232 : sansone... essendo assedio
nel modo che si disse. soderini, iii-232 : con 10 sterco di porco e
per mercede aver poria. guicciardini, iii-232 : seguitando quello che i medici aveano
, provvisorio. francesco da barberino, iii-232 : mena tal compagnia / di savi
al culto di maometto. ramusio, iii-232 : guardando d'un'alta torre di
narici', aspirando profondamente. moravia, iii-232 : non accetta neppur più di trattare
a'raggi del sole. muratori, iii-232 : sono irritazioni convulsive e segni allora
d'intorno un fonte. ramusio, iii-232 : io, guardando d'un'alta torre
in odio ogni viltate. cavalca, iii-232 : per avere pace con dio, ci
fluido, denso. muratori, iii-232 : orine grosse, oliose e nericce.
beati. foscolo, gr., iii-232 : or mesci, industre dea, varie
. s. caterina da siena, iii-232 : l'orecchia fugga le parole dilettevoli,
e sfarzo. i. nelli, iii-232 : il padrone ha parlato per far scrivere
senza lasciargli scampo. leopardi, iii-232 : nel venirmi il passaporto da macerata,
meglio è. c. ridolfi, iii-232 : per disgregare il terreno, cioè per
delle unghie reali sulla punta. soffici, iii-232 : avendo bisogno, per esempio,
a guisa degli antichi filosofi. leopardi, iii-232 : nel venirmi il passaporto da macerata
rapporto bisogna unicamente considerarla. ojetti, iii-232 : padre taccili venturi, quando si stavano
; abbandonata da tutti! leopardi, iii-232 : vedi che non ci resta altro che
ha colpita per prima. giusti, iii-232 : nel movimento iniziato l'anno decorso
dopo pranzo raria è rinfrescata. leopardi, iii-232 : rinfrescando la stagione, ho ripigliato
mi converrà pur farlo. leopardi, iii-232 : rinfrescando la stagione ho ripigliato alquanto
s. maria maddalena de'pazzi, iii-232 : si rizzò su in piede,
di un macchinario. alberti, iii-232 : il nocchiero, se mai vento superchio
comune, fantastiche. lanzi, iii-232 : esistono nelle gallerie de'signori teste e
suprema carica. francesco da barberino, iii-232 : vai tu in signoria / metico:
ornai noiato e lasso. passeroni, iii-232 : io già mi lamentai del mio soggiorno
più basso uomo della plebe. tortora, iii-232 : parergli fuor di modo strano di
/ le spese al tribunale. fusinato, iii-232 : ottimo, ii-171: sono
. f. f. frugoni, iii-232 : accennò al suo cameriere che gli [
una tagliuola, e gioberti, iii-232 : la risurrezione erudita dei monumenti na
da un affetto terreno. cavalca, iii-232 : è bisogno, che chi si vuole
civile ottenuto entro casa. gioberti, iii-232 : la risurrezione erudita dei monumenti nazionali
che avea in lui. leopardi, iii-232 : vostra signoria... mi
contadini e sì ai signori. moravia, iii-232 : licenzia tutti gli impiegati e i
il tricorno gallonato e piumato. panzini, iii-232 : era coperta in volto con una
da'loro confini comandarono. panzini, iii-232 : la putrefazione aristocratica aveva dato a
cattivi. f. f. frugoni, iii-232 : philothea- mone che ne sapea l'
focosa allegrezza. parini, giorno, iii-232 : la vide, la notò, sorrise