le sue gambe di ballerina. deledda, ii-157 : deserto tutto il villaggio che
esterna. giuseppe flavio volgar., ii-157 : si arieti... percotendo
mai avuto paura? pellico, ii-157 : ebbi parecchi tumori glandulari dolorosissimi.
padiglioni pomposi, letti agiatissimi. baretti, ii-157 : volevo sapere da lui dove avremmo
prima albergò san francesco. deledda, ii-157 : gli parve di ricordare tutta una
d'aceti odoriferi. bar etti, ii-157 : volevo sapere da lui dove avremmo
al molle archimandrita i sonni. ojetti, ii-157 : dalla tavola degli esaminatori coperta d'
intesa è nell'aria. tombari, ii-157 : l'aria odorosa di resina scintillava
si arrampicavano sul tetto. panzini, ii-157 : [il trenino] si arrampica
cantavano e danzavano freneticamente. panzini, ii-157 : gran via vai di alpini giganteschi
s'assumevano d'interpretarmelo. mazzini, ii-157 : la condizione de'tempi impone allora
un avventato. b. davanzali, ii-157 : tra'caninefati era un brindo,
mal del fianco. bandello, 2-47 (ii-157 ): a me pare, signori
calca il barbaro schiavo. panzini, ii-157 : pensiamo allora così: i turchi sono
fatte da enrico figlio. boccalini, ii-157 : la riputazion tutta nelle cose militari
color lieve d'indaco. panzini, ii-157 : asiago è l'ultima stazione. tutti
de sanctis, lett. it., ii-157 : si confondeva il vero poetico,
de sanctis, lett. it., ii-157 : l'ariosto se la cava benissimo,
sugosissimo di un'azione. gioberti, ii-157 : l'elvezia, la cui popolazione è
cattedra a cui aspirate. pananti, ii-157 : alla gloria pur presto sonderebbe /
de sanctis, lett. it., ii-157 : si confondeva il vero poetico,
più costanti il petto. guerrazzi, ii-157 : anche i costantissimi governa in parte
canta un grillo tutta notte. gioberti, ii-157 : l'elvezia, la cui popolazione
mi riaccese faville creatrici. pindcmonte, ii-157 : e roma... / vede
ne farò la prova. gobetti, ii-157 : noi siamo pronti a scommettere che
divisa, essa è demoralizzata. balbo, ii-157 : napoleone impavido, e che chiamava
far desiderare. rinaldo d'aquino, ii-157 : in amoroso pensare / ed in
specie nell'ottocento; cfr. gherardini, ii-157 : che dedica a * desso '
li censori lucio libone. bembo, ii-157 : ho ricuperata la vista d'assai
proporzionato alla colpa. cavalca, ii-157 : dice salamone ne'proverbi, che
ardisco inviarvi pe'vostri amici. boine, ii-157 : oh la cecità soffocata ed umiliante
: / lode agli dèi. pananti, ii-157 : anni ti dien gli dei.
curule edilità. m. adriani, ii-157 : il primo magistrato che domandò fu l'
ammobiliato con qualche eleganza. gobetti, ii-157 : la nostra plutocrazia... non
evoluzioni di sinistra. d'annunzio, ii-157 : bevuto aveano gli inni / di
caratterizzato da gloriose imprese. balbo, ii-157 : né soli noi, pochi sorviventi di
muoiono. g. b. doni, ii-157 : quel craneo, così chiamato,
favella. foscolo, gr., ii-157 : or le recate, o vergini,
, sempliciotto. bandello, 2-47 (ii-157 ): se io questi dì vi lodai
iscoprire se alcuno mangiava carne. verga, ii-157 : si chinò a fiutare il garofano
-vario, multiforme. bramati, ii-157 : una strada che ricordava quelle di
patria e la repubblica. boine, ii-157 : in contrapposto della stanchezza fìsica,
funebre letto adomare. ser giovanni, ii-157 : il padre... tacendo
secondo i princìpi di galeno. bocalosi, ii-157 : la medicina stessa e la morale
sottoposto alla geenna del fuoco. giannone, ii-157 : cristo come di cosa presente narra
in cifre ed in geroglifici? bocalosi, ii-157 : la medicina stessa e la morale
ghiacciata brina eran le vesti. verga, ii-157 : la brina sgocciolava ghiacciata sui vetri
. giovanni da samminiato [petrarca], ii-157 : quante cose sappiamo noi negate agli
un tronco; nocchio. soderini, ii-157 : il ghiaggiuolo ha le barbe fatte a
mali dilettamenti della gola! folengo, ii-157 : la via che scorge l'alma al
, essere affezionatissimi. de marchi, ii-157 : gli voleva bene, si conoscevano
. apparenza. a. cattaneo, ii-157 : siam cristiani, e non ci contentiamo
/ di confondermi in amore? bocalosi, ii-157 : ah furbi, io vi conosco
contrastare. donato degli albanzani, ii-157 : già veniva lo inverno, e
ne l'anello. a. pucci, ii-157 : vespasiano sostenne innanzi d'esser costretto
s. bernardino da siena, ii-157 : andrassene [il demonio] a
ha la pelle incotta. vasari, ii-157 : in lucifero incotto ed arso nelle
scienza la tonaca della teologia. dossi, ii-157 : la nonna indossava a mè il
intenirito un duro sasso. bellincioni, ii-157 : odi mantua tua che ognor ti
0 forami. g. capponi, ii-157 : in quello andare insieme 1 due
di verità senza inciampo. vallisneri, ii-157 : scopersi una selva di ramicelli sanguigni.
una passione). vasari, ii-157 : in lucifero incotto ed arso nelle
inverno ne resteranno offesi. lastri, ii-157 : questa diligenza è più opportuna alle frutte
. -binario. d'annunzio, ii-157 : venivano dalle / città di lucro
ci si cuoce). panzini, ii-157 : lavora il trenino che ansima. fenoglio
mal limato del seicento. bocchelli, ii-157 : l'ultimo colonnello era buon parlatore e
la distribuzione delle rime. serra, ii-157 : per uno un po'rotto alla
nuova fra noi. d'annunzio, ii-157 : venivano dalle / città di lucro
due anni annestare. b. davanzati, ii-157 : metti nel fondo della fossa una
gola certa bevanda nera. zeno, ii-157 : v'è altro che passione nelle
cittadini potenti. m. adriani, ii-157 : il primo magistrato che domandò fu
sollecito di qualcuno. bocalosi, ii-157 : la lingua italiana è delle più ricche
-con metonimia. a. verri, ii-157 : ella cadde allora abbandonata sul petto
la città era oppressala. bellincioni, ii-157 : or col pianto convien che ti
cacio, cannella e pepe. bellori, ii-157 : molti servi giovinetti levano vasi e
svariate relazioni tra individui. serra, ii-157 : per uno un po'rotto alla
per la seconda vita. straparola, ii-157 : era già venuta la scura notte
occhi e agli orecchi. fantoni, ii-157 : di questo fonte al trerùolo / soave
suo digiuno. albertano volgar., ii-157 : non è stolta cosa a mutar
difectini in peggio. albertano volgar., ii-157 : lo savio uomo non mente da
ne viene importato. boccalini, ii-157 : replicò consalvo che li pareva che
favellare ad ogni nazione. bocalosi, ii-157 : i francesi per istradare in ogni disciplina
e sbandati. a. pucci, ii-157 : giulio cesare, essendo da un suo
; ingente, cospicuo. ardigò, ii-157 : è... per effetto delle
la primavera). lemene, ii-157 : spuntò tutto odoroso / col suo florido
e gl'indorati sproni. vasari, ii-157 : fu sì fatta questa opera che
diversi colori. g. averani, ii-157 : scoppia anche l'opalle, o
s. maria maddalena de'pazzi, ii-157 : il verbo di dio, dico
avrebbe allora fatto. berni, 20-51 (ii-157 ): così ho giurato a trivigante
meglio che sessantamila ducati. bembo, ii-157 : state sani. a'10 d'
nutrire sentimenti. bandello, 2-47 (ii-157 ): tuttavia egli [amore] talvolta
paqe: accommiatare benevolmente. bellori, ii-157 : volgesi cristo verso di essa, stendendo
di potenza. g. ferrari, ii-157 : l'io è essenzialmente solitario,
idee altrui. gherardini, ii-157 : il magno autore pappagalleggia all'usanza
s. maria maddalena de'pazzi, ii-157 : in essa anima è seminato la
al plur.). bocalosi, ii-157 : gli antiquati barbassori schiavi delle parole
. -sostant. manni, ii-157 : io vi dissi che altra..
impettito e sussiegoso). bocalosi, ii-157 : la medicina stessa e la morale del
loro. andrea da barberino, ii-157 : fece tirare sul muro molte targhe
inserisce nel frutto. giovio, ii-157 : mi par ch'abbiate scelto un bel
l'altro fanno quattro lunette. vasari, ii-157 : ne'peducci della volta fece molte
della moda. donato degli albanzani, ii-157 : già veniva lo inverno,
svolge traffici commerciali. arici, ii-157 : il flutto scorre / sovra il peninsular
nel mio penserò. francesco da barberino, ii-157 : prego ch'attenda / lo tuo
-incapace di imporsi. delfico, ii-157 : virtù in grado eroico, dissero i
. piantàccia. c. ridotfi, ii-157 : lotta [l'avena] con vantaggio
antifrastico). b. giambullari, ii-157 : anco tu guadagnerai lo scotto, /
, giallo. g. averani, ii-157 : scoppia anche l'opalle o girasole che
suo viso onorato. a. cattaneo, ii-157 : calata la tenda,..
putti hanno cento postille. cesari, ii-157 : o che belle postille! ma
ai tornar un baril frode. soderini, ii-157 : fassi gran procaccio delle barbe di
. s. bernardino aa siena, ii-157 : andrassene [il demonio] a uno
i molti mirmidoni in pregio. gozzano, ii-157 : mio cuore, monello giocondo che
, il mal si scansa. cesari, ii-157 : o che belle postille! ma
che lascia tutti sbalorditi. gozzano, ii-157 : pur chiuso nella tua nicchia,
mio, tenuto. c. campana, ii-157 : o quanto gaudio la chiesa tutta
non si voglia dire. gozzano, ii-157 : mi picchiano [i medici] in
in un contesto figur. alberti, ii-157 : dicono che nulla si truova fidissimo tenditore
, titubanza. l. pascoli, ii-157 : dispensava a'poveri segrete limo- sine
perpetuo rifacimento e ristauro. papi, ii-157 : deucalion e pirra, innanzi / al
montar non ge poca. ottimo, ii-157 : poich'elli pervennero all'arca, oza
bisogno di nuove ricchezze. bocalosi, ii-157 : la lingua italiana è delle più
mi ride ogni pensiero. gozzano, ii-157 : mio cuore, monello giocondo che
una colpa commessa. foscolo, ii-157 : mortai veleno in petto / mi versò
bedire. a. f. doni, ii-157 : benché un uomo si muta e rimuta
per li dindi si rinfalconoe. mazza, ii-157 : di maldicenze ha fatto un mucchio
un puzzo). brancati, ii-157 : descriveva sul giornale gli odori di
-esaminare una ferita. marini, ii-157 : il dì seguente durillo, di buon
burle al 'caffè michelangiolo'. brancati, ii-157 : una strada... ricordava quelle
). c. ridolfi, ii-157 : l'avena è pianta rustica e facile
mi immagino di saperlo. bacatosi, ii-157 : cose, cose, e non frasi
in ogni luogo. ser giovanni, ii-157 : alla donna, ai prieghi del marito
-stremato dalla fatica. giuliani, ii-157 : mi sento un poco scaduto dai grandi
d'arancio raggi d'oro. panzini, ii-157 : il sole scagliava un biancicore abbagliante
, di una tenuta. soderini, ii-157 : conviene a questo effetto fame grandi
fulmine e la volata irresistibile. buzzati, ii-157 : così [casola] ha vinto
questo libro. berchet, conc., ii-157 : molte idee false intorno meritamente
sostant. catzelu [guevara], ii-157 : essendo voi tutte le amate,
principio costituente e generale. bocalosi, ii-157 : voi vorreste tenere il popolo segolto
sostant. bandello, 2-47 (ii-157 ): tuttavia egli [amore] talvolta
il velo della fronte. idem, ii-157 : la donna sollevò la fronte sconsolata,
con più ostinata industria. giuliani, ii-157 : mi sento un poco scaduto dai grandi
unda l'aflicta mia mente? sanudo, ii-157 : si lamentava non aver lettere de
sangue de'sudditi. periodici popolari, ii-157 : in quale codice / trovasti scritto
, che stordisce. ser giovanni, ii-157 : al medico... fu lasciato
, agg. sopravvissuto. balbo, ii-157 : né soli noi, pochi sorviventi di
alla celebrazione del concilio). tortora, ii-157 : queste due ambascierie, benché fossero
, ansia, angoscia. federico, ii-157 : vaio tanto tardando, / ché paura
dolore, tristezza. battista, ii-157 : agitato enea da fiera burasca nel mare
alle preghiere, ritoman sotto. giuliani, ii-157 : arrivai in quel prato e,
-con riferimento a personificazioni. delfico, ii-157 : virtù in grado eroico dissero i romani
mediante l'auscultazione. gozzano, ii-157 : mi picchiano [i dottori] in
insensato. -anche sostant. balbo, ii-157 : ebbero quello che men di rado manca
. spavento. c. marzocchi, ii-157 : la regina morì per lo sturbo,
-soffio bronchiale. gozzano, ii-157 : m'auscultano con li ordegni il petto
per idropisia fatti tamburri. massaia, ii-157 : me gli avvicinai, e premendogli dolce
a che ha fiato. fagiuoli, ii-157 : voi mi maravigliate, o mia signora
del fiume tevere. bellincioni, ii-157 : priega or per quella ch'è 'n
pensa far campagne. periodici popolari, ii-157 : le magagne / eran più deboli /
gran magazzini di coglionerie. moretti, ii-157 : sapevamo, arrivando, che la
(1828-1910). ojetti, ii-157 : quell'anno era di moda in russia
pesce salato per lo viaggio. santi, ii-157 : un semplice seno o ansa forma
. a. f. doni, ii-157 : benché un uomo si muta e rimuta
potnan fermare il sole. straparla, ii-157 : l'amorevole e dolce compagnia, lasciato
gli era dentro. lamenti storici, ii-157 : non vo'chiamare le muse di
vive a surzo a surzo! mazza, ii-157 : di maldicenze ha fatto un mucchio
si penta del suo crocismo. lacerba [ii-157 ]: l'avevamo sempre pensato e