s'affacciava tra i sogni. idem, ii-156 : e v'è un periodo nella
sorgeva spontaneo e prepotente. deledda, ii-156 : davanti alle casette nere costrutte sulla
fissata in ragione di età. pellico, ii-156 : l'altro era un giovane chirurgo
di sostenere l'amputazione? idem, ii-156 : fatta l'amputazione, s'accorsero
di nuovo. rinaldo d'aquino, ii-156 : d'amor vi fui servente, /
sopra gli arbori. b. davanzali, ii-156 : civile chiama sotto spezie di convito
ha forma d'arco. deledda, ii-156 : nell'arco del mantice i paesaggi si
misto / agilissimo scorre. pellico, ii-156 : il sangue fluiva a torrenti dalle
rari nell'antichità gentilesca. tommaseo, ii-156 : la coscienza del vico non è queirangusto
l'arciprete. solfici, ii-156 : forse i medesimi ladri...
all'atto della fusione. carena, ii-156 : battitoio, così chiamasi una grossa
linguaggio militare). soffici, ii-156 : i provvedimenti da prendersi risultarono essere
lo attraversava di sbieco. idem, ii-156 : indossava un paio di pantaloni corti
/ un botticello. ojetti, ii-156 : riepin era... un pittore
vasta / ingordigia d'aver? aretino, ii-156 : è stato ne la caldaia in
nei fondi delle tasche. bocchelli, ii-156 : la trincea, senza potersi dir
cura e 'l carco. vasari, ii-156 : fu cagione la bellezza di questo lavoro
un cavalleggiere di guardia. bacchelli, ii-156 : lo squadrone di anghiari era nuovo al
aveva ricevute nello scontro. pellico, ii-156 : al di sopra del ginocchio,
, fama grandissima. latini, ii-156 : che 'l buon palamidesso / mi dice
-per simil. scherz. aretino, ii-156 : io son pur diventato cursore, che
a vicenda di soverchiarsi. pellico, ii-156 : al di sopra del ginocchio,
mi derideva nel fondo. bocchelli, ii-156 : la trincea, senza potersi dir
antri alle parole ardenti. aretino, ii-156 : il bello sarà che lo vogliono
senza il vincolo matrimoniale. aretino, ii-156 : io starei prima a patto d'esser
anche molto in salute. pindemonte, ii-156 : la futura fama, / di cui
pur che io vi scriva. segneri, ii-156 : rimaser tutti incantati a sì gran
competenti al mio grado. pellico, ii-156 : il vecchio chirurgo tagliò tutto intorno
chiamar ferondo nella prigione. aretino, ii-156 : uno specchio concavo, che mostra
temeva l'ingegno, tramonto. bocchelli, ii-156 : la trincea, senza potersi l'
educherà se stesso. balbo, ii-156 : ripudiò la donna... che
è molto malvagio uccello. aretino, ii-156 : mi manda per i marzapani a
qualche altra cosa diversa. vasari, ii-156 : e fu cagione la bellezza di questo
i brani di sanguigne carni. pellico, ii-156 : al di sopra del ginocchio,
de sanctis, lett. it., ii-156 : [il tasso] si difendeva
de sanctis, lett. it., ii-156 : si difendeva [il tasso],
taceami, ovvero piangeva. pindemonte, ii-156 : i più cupi dell'ardua arte misteri
fé'volar dall'altra costa. cavalca, ii-156 : va dove tu vuoi,
per verun conto dall'ubbidirvi. beccaria, ii-156 : presento finalmente alla deputazione quanto la
un campo di battaglia. verga, ii-156 : tutte le finestre del quartierino desolato
, in cambio di. beccaria, ii-156 : presento finalmente alla deputazione quanto la
tutto insieme del quadro. pindemonte, ii-156 : però che quanto a vivo esempio e
strade de'vostri distretti. milizia, ii-156 : per tali opere si acquistò tanto
e scendo per quella scala. brancoli, ii-156 : i piedi... erano
d'ogni dolce cosa. verga, ii-156 : vi si vedeva solo di tanto in
cose che non ha. metastasio, ii-156 : dissimular non giova: / già mi
contumace e rub- bella. milizia, ii-156 : infinita è la distanza dal bianco
sig. sebastiano molino. pindemonte, ii-156 : al tacito chiaror di lampa dotta
privata di luce ed eclissata. conciliatore, ii-156 : falso che questo satellite non venga
abbiamo verno. il conciliatore, ii-156 : che intende il sig. conte
certe enfiagioni chiamate scrofe. bembo, ii-156 : ho ricuperata la vista d'assai.
ed offuscazione delle virtudi. bembo, ii-156 : la mattina l'enfiamento non è
, ingannarsi. rinaldo d'aquino, ii-156 : lo meo cor non è co'mico
ch'alcun altro demonio ». cavalca, ii-156 : veg- giamo per contrario che sono
bianco scialbo e opaco. milizia, ii-156 : mescolando poi gradatamente questo bianco con
streghe, fattucchiaie. berni, 20-48 (ii-156 ): sappi ch'egli è una
di tutti. berni, 20-48 (ii-156 ): de'ribaldi una fenice, /
figliuola del grande oratore. verga, ii-156 : nell'angolo dove ogni sera si
lasciare libero il passo. soffici, ii-156 : i provvedimenti da prendersi risultarono essere
la sua grandezza. ser giovanni, ii-156 : se quel fanciullo ha presa la
il colore dal chilo. cesarotti, ii-156 : noi d'improvviso gli piombammo addosso,
della superficie di distacco. perelli, ii-156 : fu proposto di levare alcune frane
ornato di pietre preziose. baruffaldi, ii-156 : sicché in lui si ravviva lena,
; arroganza. albertano volgar., ii-156 : la garrissa delle femmine quel solo
io ti conservi amore. pananti, ii-156 : l'aver gelosa moglie qualche volta /
affettuoso). lorenzo de'medici, ii-156 : gigghiozzo mio, tu te farai
, urtandola col piede. moravia, ii-156 : « si gioca a guardie e ladri
gradi o veramente carati. baruffaldi, ii-156 : parla... / de'fasti
possessione del gran ducato. balbo, ii-156 : s'egli avesse presa invece gallizia intiera
di pelo bianco ovvero ulivigno. bembo, ii-156 : mi invitò ieri sera di poche
. a. f. doni, ii-156 : almeno vi fosse egli ancóra un secreto
scosso). p. fortini, ii-156 : la quale [acqua] veniva in
velocità del guizzo i delfini. arici, ii-156 : si fan le trote incontro al
. s. bernardo volgar., ii-156 : per questo ti mandò il signore,
legati gli uomini imbecilli. bocalosi, ii-156 : colle pastoie delle infinite vostre grammatiche
che venga a perfezione. soderini, ii-156 : quelli di catalogna bisogna potargli a uso
d'ogni triegua. bandello, 2-47 (ii-156 ): la grandezza de la colera
profonde e impellenti dello stile. brancoli, ii-156 : lilia rovetta... abbassandosi
si lascia adulare. roseo, ii-156 : diceva crisippo che da gli antichi pittori
i padroni della strada. gobetti, ii-156 : il teatro francese non è più
non andrà in ruina. arici, ii-156 : si fan le trote incontro al fiume
, ecc.). vasari, ii-156 : le quali buche e vani fecero indebilire
. -ritrarsi. bellincioni, ii-156 : per che infra le spin si sta
(un sentimento). reina, ii-156 : l'odio s'ingerisce nell'iniquo concilio
in quello alla ventura. verga, ii-156 : la folla s'ingolfò sotto la porta
la fedel consorte. bandello, 2-47 (ii-156 ): l'acutissimo e penetrevolissimo umore
s. maria maddalena de'pazzi, ii-156 : questa benedetta anima è una parvolina
gran gente di fuligno. bocalosi, ii-156 : che insensataggine è mai dunque quella
. francesco da barberino, ii-156 : li savi han comandato / che
benché mostrasse di non badarci. marinetti, ii-156 : voi potrete vedere...
uno auditor per substituto. fantoni, ii-156 : ci frena irremeabile / stige l'
sangue orribilmente involti. b. tasso, ii-156 : deh, non torcer il volto
. fior di ireos. soderini, ii-156 : il ghiaggiuolo, o giglio azzurro detto
la qualle si nomina iris. soderini, ii-156 : il ghiaggiuolo o giglio azzurro,
fulminante e sanguinosa. lettere inedite, ii-156 : io mi lanciai al sicario e lo
gli levò l'onda. arici, ii-156 : si fan le trote incontro al
vi sia gocciola. lettere inedite, ii-156 : io mi lanciai al sicario, e
ultima levata del giovedì. bocchelli, ii-156 : fece che l'attendente uscisse a
, perseguitati, 'linciati'. gobetti, ii-156 : « il teatro italiano non esiste
sanctis, lett. it., ii-156 : non ci è più il poeta,
lo gettò a terra. pindemonte, ii-156 : le fanciulle / vedevi lotteggiar nel
tu? ». rinaldo degli albizzi, ii-156 : lascerà per questo la vostra beatitudine
': mancanzuòla. gioberti, 1- ii-156 : tutti questi difetti, e peccadigli,
mano. s. carlo da sezze, ii-156 : i pesci... si
, 2-12: bisogna che la ojetti, ii-156 : prima di toccare un oggetto..
che mi andavano lapidando. manzoni, ii-156 : questa [italia] di gentili
a iosa. i. nelli, ii-156 : ricever visite e mirallegri in folla
del lino. lorenzo de'medici, ii-156 : veggo ch'ell'hanno valicato el
e più oscura della volgare. bocalosi, ii-156 : i giovani, oltre a non
e per nerezza ragguardevole. milizia, ii-156 : il nero non esiste in quella natura
dilettante della scienza numismatica. mazza, ii-156 : sogni ai dì nostri esser prodigio
, ogni finestra vede piena. celli, ii-156 : l'odio finalmente, infino a
o come motivo ornamentale. savonarola, ii-156 : io fui alle murate venerdì passato.
i venti. foscolo, gr., ii-156 : or recate, o vergini,
si fa negli oppositi. lemene, ii-156 : da la madre in terra nasce /
sono orientato dietro. de marchi, ii-156 : la carolina, che, sotto
brutti, orribili, esecrabili. ojetti, ii-156 : un vecchio affabile, miope,
del più rigoroso contegno. massaia, ii-156 : la vicinanza e le continue comunicazioni
si possano le cose sapere. cavalca, ii-156 : sono molti sì ostinati e superbi
). o. targioni tozzetti, ii-156 : 'physalis alkekengi':...
con i vivi fatti ancora. bocalosi, ii-156 : noi dobbiamo imparare delle cose e
in quel parto beato. lemene, ii-156 : da la madre in terra nasce /
in più luoghi il chiabrera. bocalosi, ii-156 : voi non avrete più il gusto
per la pastura. lorenzo de'medici, ii-156 : gig- ghiozzo mio, tu te
interstizio. bandello, 2-47 (ii-156 ): l'acutissimo e penetrevolis- simo
esporre in modo chiaro. gherardi, ii-156 : questo [poetico esercizio] al postutto
interiore. bandello, 2-47 (ii-156 ): se degli amanti uno è da
di quelle genti. g. graziani, ii-156 : io mi lanciai al sicario e
di qualcuno. a. cattaneo, ii-156 : questa disfida affisse pubblicamente e piantò
un bicchiero senza piede. vasari, ii-156 : coloro che muravano... lasciarono
-oscillare sotto il peso. barilli, ii-156 : non facciamo che andare e venire,
della litosfera; sima. ardigò, ii-156 : aumentando lo spessore pel raffredda
o ne deriva). mazza, ii-156 : sogni ai dì nostri esser prodigio /
-sostant. catzelu [guevara], ii-156 : essendo voi tutte le amate,
portar dell'arme. b. davanzati, ii-156 : per ordine di vitellio si scrivevano
delle usure. m. palmieri, ii-156 : vidi già portature di publice meritrici in
e la senectù. ser giovanni, ii-156 : io gli diedi non veleno, ma
che acceca la ragione. cavalca, ii-156 : contra l'uomo pravo e perverso
o predicesse il futuro. batacchi, ii-156 : ben me l'avea predetto citerea
predire: maledire. pascoli, ii-156 : perché impreca o mal predice francesca?
per eseguire premeditato disegno. pallavicino, ii-156 : a pena... fu
o dal passato. d'annunzio, ii-156 : si tacevano in cerchio / le
. s. carlo da sezze, ii-156 : sarà necessario,... che
vegetale o animale. soderini, ii-156 : il ghiaggiuolo o giglio azzurro detto
applaudendo a la diva. mazza, ii-156 : cotali inezie la tua lingua sfodera
! -astrarsi. brancati, ii-156 : il suo coipo... secemeva
un atteggiamento femminile). brancati, ii-156 : le mani... nella loro
poliedri tondi come balle. vallisneri, ii-156 : mi fu portato adì 29 di gennaio
un sacramento. a. cattaneo, ii-156 : il battesimo è impresso nell'anima
si rassodava. c. gozzi, ii-156 : guardo i funesti effetti cagionati sui popoli
-ribadire una negazione. comisso, ii-156 : il prete, appena curvandosi nella sua
fu sopra ciò provveduto. savonarola, ii-156 : io fui alle murate venerdì passato
(un motore). barilli, ii-156 : la macchina riaccesa scoppiettò, tartagliò
matrimonio. catzelu [guevara], ii-156 : essendo voi tutte le amate, le
, con motti pungenti. manni, ii-156 : dacché siamo in questo genere di
-riproporre alla memoria. ojettx, ii-156 : tra lui e riepin si rimbalzavano i
gli strani. catzelu [guevara], ii-156 : voglio, sorella mia, che
riferimento ai pesci). arici, ii-156 : si fan le trote incontro al fiume
a notte già fitta. balbo, ii-156 : napoleone... ruminò dolorosamente a
. cravaliz [gómara], ii-156 : nostra signoria può mangiare come con
battaglioni in silenzio universale. pisacane, ii-156 : l'ordine a scacchiera di questa
creta. emanuelli, ii-156 : sulla sinistra, scavalcando una collina
niente che rassereni e ravvivi. bocalosi, ii-156 : che insensataggine è mai..
. i motori scoppiettano. bariui, ii-156 : la macchina riaccesa scoppiettò, tartagliò
stato d'animo. brancati, ii-156 : il suo corpo, non appena spogliato
. -circospezione. brancati, ii-156 : lilia rovetta acquistava... una
senza noia. andrea da barberino, ii-156 : noi appoggiammo le scale ecacciando l'uno
altre persone. a. cattaneo, ii-156 : le donne andavano neglette, senzaconci in
mi sdrucciolò per tossa, / e mancar ii-156 : s'apre la bocca e serra la
di mettervi a sdraio. giusti, ii-156 : mi sono alzato coll'ossa sfiaccolate
il suo piè stordire. vasari, ii-156 : dicesi ch'era tanta la cortesia di
rendere ciò che devete. segneri, ii-156 : subito voi vi fareste forti con dirmi
(una luce). brancati, ii-156 : il suo corpo... secemeva
ordini per ciascun ramuscello. soderini, ii-156 : il ghiaggiuolo o giglio azzurro detto
essa state ognor lontani. de marchi, ii-156 : queste signore della giornata, che
. una tristezza infinita bartolini, ii-156 : passammo dinanzi ad -ant. sprazza,
: costituito. vocabolario filosofico-democratico, ii-156 : sopra una cosa incerta come potevate
andò. santa caterina da siena, ii-156 : noi siamo pellegrini e viandanti in
percossa. s. carlo da sezze, ii-156 : maneggiano la coda [i pesci
, militare o storico. alberti, ii-156 : quando e'tempi e successi delle cose
farvi lodare per industria. patlavicino, ii-156 : letto ciò dal segretario il men-
arletty. -assol. guicciardini, ii-156 : benché i fiorentini... supplicassino
aver perso la destra. fagiuoli, ii-156 : qui replicar potreste tuttavia: / che
pietra e quando uno legno. alberti, ii-156 : quando appaiono e'tempi lieti,
babillonia soppellito fue. ser giovanni, ii-156 : se quel fanciullo ha presa la pozione
perdette la vita temporale. pascoli, ii-156 : perché impreca, o mal predice,
1915-1918. g. succhi, ii-156 : gli sbocchi della sierra morena..
uso in una lingua. bocalosi, ii-156 : i giovani, oltre a non perder
lucio quinzio cincinnato). baretti, ii-156 : va bene che un uomo sappia fare