ti fanno. stuparich, 5-41: facevo fatica a dominare, davanti a lei,
milano, chiamavo gente, e mi facevo aiutare a acchiapparlo. leopardi, i-72
di acutissima e forte punta; con esso facevo un foro in quel luogo che a
, 6-147: e poiché io gli facevo un cenno affermativo, il suo sguardo
ii-208: se io le sorridevo o le facevo qualche cenno di saluto, rispondeva al
e gli svaghi infantili..., facevo anche spesso delle gite a prato.
xi-304: un tempo quelle scale le facevo di volata; adesso mi fermavo ad
l'orrenda impressione d'essere io che li facevo appassire e vi portavo tanta morte.
, vii-240: a viverci, come facevo io, senza mai uscirne, dalla mattina
della famiglia, provvedevo i viveri e facevo fare da mangiare per tutti. stuparich
, 2-54 (396): a lui facevo fare certe armadure di legno per cominciare
acutissima e forte punta; con esso facevo un foro in quel luogo che a
pigliavo per di sant'evremond, e facevo attaccare a precipizio per venire all'ambrogiana
g. m. cecchi, 8-1-4: facevo almeno quattro o sei volte tanno correre
senza riserve. pavese, 5-111: io facevo l'attendente del mio colonnello che aveva
a ir infuori delle cose di scuola non facevo più nulla che avesse attinenza con quelle
iii-411: temevo di guardarlo; gli facevo fin de'mal garbi, che avranno
per ore e ore distare studiando non facevo che fantasticare avventure grandiose e tremende.
di meglio assai, perché vedeva che io facevo l'arte con quella avvertenza che a
settimane in un certo bacino che io facevo al cardinal di ferrara. vasari,
così da certi balocchi di cera ch'io facevo: ché quando 10 tornavo di scuola
sere per esempio andando al cinema, facevo tardi, uscivo dal film con la testa
mi repugnava di mischiarmi alla vita. facevo dei balordi progetti di penitenza. bocchelli,
acutissima e forte punta; con esso facevo un foro in quel luogo che a
e l'altro a torno, e gli facevo spesso spesso combattere insieme e stavo a
si mise ad urlare che, se facevo un solo passo di più, m'avrebbe
l'altro a tomo, e gli facevo spesso spesso combattere insieme e stavo a vedere
rapito come in un altro mondo, e facevo quei castelli che si fanno in quella
: ed io quanto a me non facevo tutto il giorno che affrettare col desiderio
età de l'oro, ne la quale facevo gli animi quieti e tranquilli, absoluti
beffa. collodi, 345: ora la facevo beffa davvero! si vede proprio che
un dieci o più, ancora mi facevo benivolo quasi a tutti quei cardinali di
vengo dalla provincia di milano, che facevo lo stampatore, e che, fino a
tutti impettiti davanti al ritrattista, facevo divertito un bonario dipinto che rasentava
riservato che non sapevo mai se gli facevo piacere o no. -lavorare a bozza
testa a certi racconti ch'io gli facevo, e brontolava: « troppo,
, dopo anni e anni che non facevo più il bucato dei miei peccati,
e così per vera virtù di quell'arte facevo gran cacce. guarini, 43
gran dificultà a condur tal'opere, anzi facevo con sicurtà di arte e buona pratica
d'oro al polso... io facevo, correvo, ridevo come quando si
di cornetto sonando; e sempre gli facevo cadere le lacrime con gran sospiri ogni
guardò la mia roba, mi chiese se facevo conto di crescere ancora, disse all'
andavo per capodimonte, e talora mi facevo una camminata a piedi fino a portici
una volta? comisso, 7-220: facevo i gesti d'uno che canti e aprivo
felice indovinare: li captavo, li facevo miei, fruendo d'un fortunato impegno,
mio amico musolino di ciò che io facevo, ci scrivevamo lettere con caratteri invisibili,
bonissimi lavoranti, e fuora di questa opera facevo di molte faccende; in modo che
di starvi: perché con questo fondamento facevo sanza rispetto e summissione quello che si
. palazzeschi, 3-254: non mi facevo caso di nulla. -far caso (
miei castelletti. giusti, i-474: facevo il castelletto di venire a prenderti con
, 1-206: io dunque anche in arte facevo castelli in aria, e mi pascevo
come in un altro mondo, e facevo quei castelli che si fanno in quella
manco di un trar di mano, io facevo lor danno inelle dette trincee con certi
più il sonare, che io non facevo prima. grazzini, 3-2-94: cristianità,
or di cornetto sonando; e sempre gli facevo cadere le lacrime con gran sospiri ogni
mio amico musolino di ciò che io facevo, ci scrivevamo lettere con caratteri invisibili
, cuciva a macchina, e io facevo il lavoro più pesante. calvino,
pasce saporitamente. giusti, i-254: facevo queste ed altre riflessioni passeggiando per la
roma, e nessuno mi conosceva, e facevo progetti immaginando di aver messo insieme chissà
del mondo superò. giusti, i-474: facevo il castelletto di venire a prenderti con
. poi di dove venivo e che cosa facevo. -per simil. sbarbaro,
il pugnale, che io, sebben facevo gran forza di riaverlo, non possetti.
nel tronco d'essi... ne facevo uscire quel liquore rosso che pareva apunto
2-200: sognavo istanotte ch'io vi facevo quel fatto, che vi appiccavo l'uncino
di cornetto sonando; e sempre gli facevo cadere le lacrime con gran sospiri ogni
dalla sua foga vitale selvaggia, mi facevo complice di qualche avventura che finiva sempre
villania. celimi 1-104 (243): facevo della necessità virtù: lietamente il meglio
io ero innocente, visto che non facevo la corte ad augusta ch'essi volevano proteggere
. fagiuoli, 1-6-411: o io facevo le mie cose segrete per bene:
in quel paese del lazio dove io facevo gli studi presso una comunità di religiosi
bencivenni, 5-195: disse galieno: io facevo questa medicina... a tempo
di starvi: perché con questo fondamento facevo sanza rispetto e simun issione quello che
or di cornetto sonando; e sempre gli facevo cadere le lacrime con gran sospiri ogni
cavati d'imbarazzo. bocchelli, 1-iii-402: facevo conto, se fosse stato lui,
, 15 (261): 10 facevo di tutto per salvarti; e tu,
ecc. comisso, 7-220: facevo i gesti d'uno che canti e aprivo
guicciardini, 134: con questo fondamento facevo sanza rispetto e summis- sione quello che
al marito le diverse coma che io gli facevo. grazzini, 4-293: -che t'
. panzini, iii-119: mentre io facevo così e cori, mi accorsi che
uditori. bocchelli, 1iii- 402: facevo conto, se fosse stato lui, di
. calvino, 1-415: se ora mi facevo tornare in mente le formiche dei paesi
progressione. comisso, 1-233: facevo tutto il possibile per non sentire,
che impeto nelle scene d'amore, facevo crollare i teatri cogli applausi. montale
poi non ero nemmeno in redazione, facevo il cronista parlamentare. = deriv.
. ojetti, ii-719: lo facevo anche per addestrare me stesso a liberarmi
rovinoso gioco, e solo da ultimo facevo balenare qualche possibilità di ripresa.
, con le desinenze, ch'io gli facevo diventare simili alla lingua del resto dell'
grammatica, correggevo i loro latini, facevo delle lunghe prediche di morale e di
. cellini, 1-121 (279): facevo orazione più divote che mai io avessi
altri casi, riconobbi ch'io gli facevo una sorta di malia forse non lontana
saccenteria. de sanctis, ii-1-121: facevo la mia lezione di grammatica alla buona
bastava per nutrirmi e alla fine del mese facevo giorni di digiuno. -per
famiglio, anc'all'otta non ne facevo nulla. genovesi, i-xx: avendo
o va'e sappilo. / -i'noi facevo per male; e voi dettomi /
i-114: più tardi, quando io facevo gli ultimi anni di legge, ella fu
michelstaedter, 426: quello che io mi facevo una festa d'ammirare ma che invece
fazzoletto che più o meno destramente facevo servire da rete. = voce
147: ogni anno... facevo continue migliorazioni accrescendo le comodità per resistervi
teneri con buccia bianca e liscia, ne facevo uscire quel liquore rosso che pareva apunto
avevo cura; abbassavo le palpebre, mi facevo il segno della croce, poi tenevo
come in un'altro mondo, e facevo quei castelli che si fanno in quella
rovinoso gioco, e solo da ultimo facevo balenare qualche possibilità di ripresa.
. leonardo, 2-560: quand'io facevo il gran cavallo di milano, me ne
innanzi. moravia, ix-83: anch'io facevo così quando ero fanciullétta: coglievo i
i ciclamini... e ne facevo un mazzetto e me lo mettevo tra i
1-206: io dunque anche in arte facevo castelli in aria, e mi pascevo di
, 426: quello che io mi facevo una festa d'ammirare ma che invece
. b. giambullari, 18: i'facevo per fare il fatto mio / quand'
la guerra mi favoriva: sempre più facevo la borsa nera con prezzi d'affezione
vecchie? bandi, 63: io facevo caricare su'barrocci un'infinità di schioppacci
michelstaedter, 426: quello che io mi facevo una festa d'ammirare ma che invece
cielo... che io non facevo quando eri in terra. dante, par
in terra per lustrare i pavimenti e mi facevo mancare il fiato a forza di lustrarli
chiama dottrina. praga, 4-138: facevo la mattina di buon'ora grandi passeggiate
scarsa e mi chiedeva sempre perché non facevo ricerche, se morale, spevantosa / chiaroveggenza
panzini, ii-26: non soltanto io facevo ben magra figura con la bicicletta a
ero, -borbottò la mamma. - facevo anch'io la mia figura.
lei non può figurarsi la gente che facevo. sbarbaro, 4-86: a mio modo
la guerra mi favoriva: sempre più facevo la borsa nera con prezzi d'affezione,
dalla sua foga vitale selvaggia, mi facevo complice di qualche avventura che finiva sempre
. moravia, xi-157: insomma, facevo paura; ma ci provavo gusto a
acutissima e forte punta; con esso facevo un foro in quel luogo che a
: - di questa forza non ti facevo! -essere forza, essere
della tradizione francese. sinisgalli, 6-77: facevo studiare i recipienti di misura e altre
servizio. de sanctis, ii-1-26: facevo poco buon frutto e fatica molta.
lavoranti, e fuora di questa opera facevo di molte faccende. soderini, iii-8
6-197: togliendomi il giornale dal viso facevo in tempo a vedere un uomo a
i-330: temevo di guardarlo; gli facevo fin de'mal garbi, che avranno attizzati
e piemontese. giocosa, 75: facevo dei versi, sissignore, dei versi
in una camera terrena, innella quale io facevo 11 perseo di gesso, della grandezza
a. neri, 1-90: ne facevo fare un vaso, rinfocolandolo bene,
scherzi; e quando era così la facevo lavorare tutta in vasi di diverse sorte
traevo assai utile mentre che io lo facevo esercitare. varchi, 18-2-61: un
come quando eravate giovincelli e io vi facevo da padre. -figur. lapo
registro di classe per gli scrutini imminenti. facevo addizioni, scrivevo giudizi.
non ho avuto esitazione. a lei non facevo alcun male, e per le sue
così per vera virtù di quella arte facevo gran caccie. varchi, 24-6:
lunghe notti d'inverno, quando le facevo compagnia, sul ponte scoperto, nel
cellini, 588: questo lo facevo solo perché la fussi manco imbrattata di
strazio che io avevo fatto e che facevo di quella cara anima immeritevole.
moravia, ix-7: prendevo, pesavo, facevo il conto... impacchettavo,
dapprincipio mi riusciva oscuro: poi ci facevo l'orecchio, e si conversava a lungo
la mia vita. niente di quello che facevo mi piaceva. -fretta, precipitazione.
al solito. carducci, ii-21-36: facevo di belle gite (sono stato a
tempi! d'annunzio, iv-1-396: facevo sforzi inauditi per dissimulare. pirandello,
ariosto, 784: mentre ch'io facevo questa indugia, li avisi de li omini
, depositi; era un lavoro che facevo anch'io. 15. figur
fare l'uva e le mele ingranate come facevo io. ingranato2 (part. pass
sedette accanto; e mi chiese cosa facevo, prima del mio viaggio al messico
, 2-105 (488): mi facevo medicare da quello eccellentissimo uomo di maestro
sera terribile. govoni, 951: la facevo suonar [la chitarra] con tanto
., 15 (261): io facevo di tutto per salvarti; e tu
d'ireos. dossi, 1-116: facevo gran consumo di saponi, manteche,
ispirazion divina per qual mio peccato io facevo così gran penitenzia. s. carlo borromeo
brucano lietamente. cicognani, 13-146: facevo il terzo anno all'istituto delle scienze
esercizio del magistero... sottili facevo le spese, come par giusto alla nostra
, stavo tra la folla, non facevo spicco e nessuno mi badava. nencioni
paride una certa quantità di lane e facevo una maglia coi ferri. cassola, 6-35
ii-417: citavo anche altri libri famosi, facevo dei paragoni, rintracciavo precedenti, riallacciavo
b. spaventa, 1-17: mi facevo ad esporre il concetto che io m'ero
di una riga. vittorini, 2-11: facevo sette ore di linotype al giorno
avrete pensato di me! ma io facevo per bene, ed ero stata consigliata,
tempi antichi, gli tenevo compagnia, facevo da guardiana e da moccolo ».
terra per lustrare i pavimenti e mi facevo mancare il fiato a forza di lustrarli
cassola, 5-139: ma no, - facevo io con finta meraviglia. 8
dimostrai di sopra nel modo che io facevo le monete. vasari, i-142: fabbricati
stato perché mi sono ammalata... facevo la quarta magistrale inferiore.
, dopo tanti anni che non lo facevo più. sto facendo un golfino.
tozzi, v-364: tutti i venerdì facevo di magro, con minor paura che
0 va'e sappilo. / -i'noi facevo per male. pananti, i-132:
aveva ammazzato era io... facevo da più anni il formicone di sorbo,
., 15 (261): io facevo di tutto per salvarti; e tu
carta al primo straccivendolo che incontravo e facevo credere all'inglese di averle collocate.
,... quelle che mi facevo cantare dai pescatori di paranze, dai
più la pelle. dossi, 3-116: facevo gran consumo di saponi, manteche,
/ vedesse, dimoranza / far gli facevo e arrestavolo un poco. g.
oggi, più che altro, me la facevo con quelle messicane. -prendere materia
qual opera per lo più, quando facevo il tessitore anch'io, la chiamavo
, più che altro, me la facevo con quelle messicane. vittorini, 2-209
e la traduzione. bianciardi, 4-132: facevo a mente la somma: l'affitto
provincia di milano,... che facevo lo stampatore e che, fino a
ero messo in vena di don giovanni e facevo 11 bellumore. -rifl.
messo in vena di don giovanni e facevo il bellumore. pirandello, 7-in:
balìa. svevo, 6-163: quando ti facevo la corte ti raccontai ch'ero minacciato
riso minchionatorio e accortomi della figura che facevo, un po'troppo estetica, mossi un
scarsi quattrini della minorenne mia borsa, facevo il conto di quanto potesse valere il mio
tese, atterrita di quel che facevo ma più atterrita di non farlo.
altrui. landolfi, 14-28: la facevo da despota, e lei per mitezza
tempi antichi, gli tenevo compagnia, facevo da guardiana e da moccolo ».
e sicondo al mio disio / io facevo pace e guerra. ibidem, 79:
quarti d'ora che ai disobe- dienti facevo contare, oltre generosi cazzotti, dietro a
, / e per te solo mi facevo bella; / ma tu stesso hai murata
. b. spaventa, 1-17: mi facevo ad esporre il concetto che io m'
ritrovando nel caso mio partito migliore, facevo, siccome dissi, d'una necessità
: si intende che mi contentavo, facevo di necessità virtù. -in caso
nottambule. cicognani, 6-130: facevo parte di una co mitiva
il treno. gozzano, i-551: mi facevo ripetere... la storia d'un
e, quando mi veniva bene, facevo lo spasimante. ulloa [guevara],
poco tra loro, mentre io mi facevo l'occhio e cercavo il letto: non
attendessi un poco a quel che io facevo. questo omaccion da bene ogni dì
al mattino, verso le otto, ci facevo una lunga sosta anch'io, per
la presentò mi disse scherzando ch'io facevo bene a rimettere con quella sostanziosa bevanda
, dapprincipio mi riusciva oscuro: poi ci facevo l'orecchio, e si conversava a
di brodo. borgese, 1-126: mi facevo da parte per lasciare passare un pappino
immaginavo un caso o un personaggio e lo facevo svolgersi o parlare. -così
: così passavano le sere e non facevo un passo avanti. tanto, scappare non
verun schiffo bevevano li miei negri, facevo riempire alcuni vasi che a tal effetto
mi ascoltava paziente e mi diceva che facevo bene a studiare. -disposto alla
poco di questo pasticcio, né mi facevo capace come mai cotesto re peccatore [
ispirazion divina per qual mio peccato io facevo così gran penitenzia. -consumare uno scarso
un po'di pepe a certe scappate che facevo ogni tanto, portandomi a capri in
un caso o un personaggio e lo facevo svolgersi o parlare. -scherz. sf
. accusando in essa me sola, facevo una testimonianza pienissima della sua onorata innocenza
promissemi, / s'il parentado io facevo disciogliere. aretino, 20-256: sapiate
calandra, 3-59: ricordo i pugni che facevo piovere sul dorso del piccolo luciano.
d'azione. bigiaretti, 11-56: facevo mentalmente degli schizzi, tracciavo una planimetria
, 147: davo le poesiole che facevo a cari amici, tra i quali principalissimo
sul popò ». idem, 26-50: facevo la modella. a causa del mio
moravia, ix-7: prendevo, pesavo, facevo 0 conto svelta svelta con la matita
mi ascoltava paziente e mi diceva che facevo bene a studiare, a volermi portare
, questa barba, che non la facevo ». come se io e la barba
. io, seduto a una svolta, facevo la posta a chi andava e veniva
, più donna. da un mese ti facevo le poste. -giocare la posta
pulviscolare. gadda conti, 1-15: facevo merenda colle vecchie serve di casa o
l'imano per circoncidermi, e siccome facevo qualche difficoltà, il leale cadì del
pepè è stata una sola, come gli facevo notare poco fa! la prescia!
, prevalendomi del suo favore, io facevo fare or questo or quello. groto
-morboso. comisso, 1-96: facevo giuocare con lui una mia amica di
). sbarbaro, 1-101: non facevo a tempo a chieder ragione del primaverile
e il giugno del '30, quando facevo la prima liceo. -prima notte
carducci, iii-25-121: una volta li facevo stampare a conto mio: oggi che
1-35 (99): vedeva che io facevo l'arte con quella avvertenza che a
quieto quanto al male, ma io non facevo tropo bon prognostico del caso suo.
, vi-57: così la simulazion, che facevo oggi di volermi di questa città partire
(i-iv-953): ciò che io facevo a antiveduto fine operava, volendoti insegnar
mare per forza, e la vita che facevo era bratta e provvisoria.
allora la tesi di laurea. mi facevo prestare i libri della biblioteca civica,
pezzo di schumann? ungaretti, xi-296: facevo il 'cliver '. non sa
vendicarsi. moravia, 25-73: mi facevo un punto d'onore di trovare il
il restante della mia vendetta, la facevo chiamare e la ritraevo...,
marito le diverse coma che io gli facevo. parabosco, 7-0: questo mio
scritte fuor di proposito; e qui mi facevo cavalieri sopra i comenti, staffilavo le
de le mani e de * piedi, facevo io che, come cani, sotto
, più donna. da un mese ti facevo le poste ». « invece di
provvedimento. pirandello, 7-689: ti facevo uscir dai gangheri talvolta a dime d'
: in capo a quindici giorni ce la facevo a non affogare oltre che a buttarmi
arcuate, quindi spingendo a rana mi facevo tutta sott'acqua per il largo la piscina
ieri nella rascétta del carpos, io facevo un buon progresso. citolini, 274:
, 1-i-1-501: a semplice 'attribuzione 'facevo invece regredire il 'cristo nell'orto
o al ministero vennero relazioni ch'io facevo professione di repubblicano federalista. jovine, 2-18
[tasso], 156: io ti facevo magnar per tempo, ti serbavo anco
in terra per lustrare i pavimenti e mi facevo mancare il fiato a forza di lustrarli
! /... / poi gli facevo e seppultura e exe- quie, /
, ricominciai. davo le poesiole che facevo a cari amici. pratolini, i-74:
nel retro-stanza di un forno me le facevo spiegare da un compagno che frequentava le
: citavo anche altri libri famosi, facevo dei paragoni, rintracciavo precedenti, riallacciavo
dunque ero lì. che cosa ti facevo? -instaurare o ristabilire rapporti con
e disse che, se io non facevo all'amore con lui, mi avrebbe denunziato
bastardo e mi chiedeva sempre perché non facevo ricerche, se non ero curioso di
di un riconoscimento. calvino, 34: facevo parte della famiglia dei terralba solo per
li rese poi tanto familiari che non vi facevo più riflessione. -mettere qualcuno
: ficcava il naso nei discorsi che facevo con quegli altri e diceva: « se
meis, ii-ig-400: io... facevo la parte di quello che giura sulle
pittura è tutta un'altra. quel che facevo prima ha qualcosa di buono come esercizio
marito le diverse coma che io gli facevo. r. borghini, 3-7: se
a. neri, 1-98: lo facevo lavorare, con diligenze del pizzicare con
, 2-116: mi distesi sull'erba come facevo nella vigna dei nocciòli e mi rinfrescai
: citavo anche altri libri famosi, facevo dei paragoni, rintracciavo precedenti, riallacciavo
11-52: questo tocca del leggere ch'io facevo e notare tutto che potesse per più
, di evitare di comunicarmele. non lo facevo per ripicca; di quella lontana avventura
stampate. tommaseo, 11-163: poco facevo di mio: ma quelle riposate e
riservato che non sapevo mai se gli facevo piacere o no. -appartato, ritirato
siamo conosciuti a un battesimo dove io facevo la madrina e le rispondevo col rituale
corpo di rodomonte, che io ti facevo ben saper di mascare se gli era vero
, per così dire, ch'io facevo di livia. c. dati, 3-122
, ne ero dominato al punto che facevo molto più grandi del naturale le narici e
telano. celimi, 588: questo lo facevo solo perché la fussi manco imbrattata di
non ho dimenticato il largo del carmine dove facevo sad- tabelli e ruzzi e gridavo 'olè'
ho dimenticato il largo del carmine dove facevo saltabelli e ruzzi e gridavo 'olè'coi
. saltarellino. palazzeschi, 1-481: facevo anche ogni tanto un saltarellino. =
intellettuale. tommaseo, 11-163: poco facevo di mio: ma quelle riposate e
con me a causa æl rumore che facevo io. -avere fra sé sangue
. belli, 216: se non mi facevo due sanguignori in 24 ore, la
: mi ricordo che quando ero bimba facevo gighe e volte e sarrabande, sola
di fuori, sulla strada, e facevo uno sbercio e chiudevo, sbacchiando,
, ne ero dominato al punto che facevo molto più grandi del naturale le narici e
gramsci, 49: avevo quattordici anni e facevo la terza ginnasiale a santu lussurgiu,
: né per imitazione... ciò facevo, ma per bisogno...
e cominciai a fare scarabocchi sulla carta e facevo grandi fregi con su scritto: gioietta
che, perché non finisse presto, facevo scarse le cucchiaiate. -poco fornito
a guardar la vostra bottega, io mi facevo schiacciar le co- stole, per salvare
l'altro l'ano... facevo passare roba per dove mi veniva voglia
tribunale. bandi, 63: lo facevo caricare su'barrocci un'infinità di schioppacci
non so perché, scocciapignatte, e ne facevo un mazzetto. = voce
di più grosso iscoglio, / i'non facevo quellamorte iscura. pulci, 16-55: io
'scoliosi'. pratolini, 10-06: mi facevo venire la scoliosi a furia di battere scontrini
unamostra di fruttaiolo. stuparich, 5-42: facevo scorrere il mio sguardo per il suo
che scombuiò l'amoroso decalogo ch'io facevo con lisetta. i. nelli, ii-64
: all'una ero ancora all'ostu: facevo lo e cpo. 05 'amico'
a quando era la stanchezza, allorché facevo delle lunghe scorrazza rie discipline
altra. éoine, cxxiiii- 842: facevo confronti fra il benessere economico che la
ho riscosso certi danari dei quali non facevo più assegnamento'. 21.
cambiato casa tre volte e mestiere due: facevo delle ricerche scientifiche; sono diventata la
di appollo ha cura, / come alor facevo io, / quando il cieco fanciullo
altro. moravia, xli-180: ogniscoperta che facevo o credevo di fare su cecilia diventava
dapprincipio mi riusciva oscuro: poi ci facevo l'orecchio, e si conversava a
altri urlavano contro il sequestro che io facevo del marradi. così tornammo nel gruppo.
comunque orientati. ungaretti, xi-296: facevo il 'cliver'. non sar11 'cliver *
sfranchito ch'io fui, il lavoro lo facevo, e mi veniva g.
cominciai a guardarla con sfrontata insistenza. facevo scorrere il mio sguardo per il suo
, 2-69: andando ad oriente com'io facevo, saluti rivolgendoti 1 colli, le
e così la simula- zion, che facevo oggi di volermi di questa città partire,
virile. volponi, 2-32: facevo un arco perfetto, con felicità, con
, i-140: andavo in società e facevo dei discorsi con le signore.
portare il vinello, o facevo io una scappata a casa e mangiavamo colazione
carducci, ii-1-174: tutto questo lo facevo in abito nero, in giubba e
blandamente, lievemente. così sollevato, facevo orazione più divote che mai io avessi
guicciardini, 2-1-150: con questo fondamento facevo senza rispetto e summissione quello che si
sommità de le mani e de'piedi, facevo io che, come cani, sotto
la casa, sorvegliavo il pranzo, facevo i dolci e preparavo le marmellate. cassola
. n. ginzburg, ii-1317: facevo parte delle cinque o sei [bambine]
mi faceva sonare il flauto, e facevo sovrano, insieme con i musici del palazzo
al mattino, verso le otto, ci facevo una lunga sosta anch'io, per
, stavo tra la folla, non facevo spicco e nessuno mi badava. bacchelli,
penna [mérimée], 31: facevo una catena con del filo d'ottone
n'ho trovato assai nel pegù, quando facevo fabricar la mia casa. =
mentita. d'azeglio, 1-347: non facevo né dispiaceri né sprezzi a nessuno.
scritte fuor di proposito; e qui mi facevo cavalieri sopra i comenti, staffilavo le
lassa lo stagno. calvino, 6-129: facevo lo stagnino e giravo per e
altrui. landolfi, 14-28: la facevo da despota, e lei per mitezza ebuona
scritte fuor di proposito; e qui mi facevo cavalieri sopra i comenti, staffilavo le
di monza, 315: la servitù che facevo ahi cavalli era di striggiarli, darli
replicavo con termini così strincati che lo facevo ammutire. rezzonico, 351: gli
scendeva la mattina presto al negozio e io facevo le pulizie. strofinavo, spazzolavo,
, 19-141: un il viso impiastrato e facevo sangue dalle gengive e dalle narici,
attendessi un poco a quel che io facevo. b. davanzati, i-225: agrippina
nome. stuparich, 5-491: mi facevo portare i giornali. maddalena m'informava
, superficiale. michelstaedter, 536: facevo una vita superficiale. 5. che
moravia, ix-7: prendevo, pesavo, facevo il conto svelta svelta con la matita
, e piantarlo adesso., come facevo? dopo tutto, eravamo un tandem abbastanza
con un braccio, con una mano facevo mensola a un'ascella, e provavo
o pagine. moretti, ii-429: non facevo da prima differenza fra zincografia e tavoletta
tu scrivevi i primi versi mentre io facevo il mio primo teatro, ma eri
: era attentissimo a tutto quello che facevo: mi vedeva preparare la tela con l'
lavoranti, e fuora di questa opera facevo di molte faccende. gir. soranzo,
modo deplorevole. pavese, 5-111: io facevo l'attendente del mio colonnello che aveva
(400): inmentre che io facevo murare la bottega per cominciarvi drento il
una camera terrena, innella quale io facevo il perseo di gesso. relazione anonima della
papini, 27-43: con gioia selvaggia facevo cadere il fuoco distruttore sulle immense città
, continua. volponi, 80: facevo una grande fatica a lavorare e pertutto il
per merito della medicatura che avevo fatta e facevo del suo male, mi donò uno
manifestamente romano. arpino, 16-65: io facevo il topo di biblioteca. topo universitario
volta lo provavo; come impedirlo? non facevo però nulla per tradurlo ad effetto.
alzai il mio cartoccio, il quali facevo versare a modo di una tramoggia di mulino
transatti ». baretti, 6-190: facevo conto, fratelli, d'informarvi a
io traevo assai utile mentre che io lo facevo esercitare. p. del rosso,
cellini, 1-27 (73): ancora facevo di mia mano la finissima polvere da
francese, ma press'a poco com'io facevo dell'inglese; di modo che sarebbe
579: con alquanto di pratica io mi facevo ubbidire quell'oro, a tale che
lui. moretti, ii-375: mi facevo talora suo compagno frequentando lezioni universitarie in
casa tre volte e mestiere due: facevo delle ricerche scientifiche; sono diventata la
contro un piede di letto, mentre mi facevo da parte per lasciare passare un pappino
. moravia, 17-186: qualche volta facevo la polenta, qualche volta, invece dei
nel vestiario. bianciardi, 4-133: facevo a mente la somma: l'affitto,
, xi-304: un tempo quelle scale le facevo di volata. -subito,
volponi, 234: per un'ora facevo un lavoro vorticoso senza stancarmi.
da kaeppelin. moretti, i-429: non facevo da prima differenza fra zincografia e tavoletta
bertolucci, 1-161: qualche anno dopo, facevo pigramente il talent-scout per livio garzanti e
l'avrei detto. sul serio: ti facevo più scafato.. a. piperno
con le timberland e il moncler, mi facevo la lampada ed ero grassissima, per
manifesto [novembre 1999]: allora facevo parte del cosiddetto governo ombra e, in
la gabbia / volevo vedere lei / facevo su e giù sul marciapiede / ci pigliavamo
di passaggio, niente pacchi. li facevo io i pacchi. e. brizzi,
mi hanno arrestato a bardonecchia mentre mi facevo la quarantena. o quante ragazze ho chiav
la musica anni fa, nel 1978. facevo il road manager. ho iniziato con
, le disfavo le valige, le facevo da confidente. = locuz.
avuto a che fare, da quando facevo l'avvocato. o forse sì, ma