muso; abbaia a un altro che esce di fila in quel momento. nievo
doccione aperto, d'onde se n'esce. vasari, i-480: dipinse l'assunzione
mattina di quell'ottobre, la ragazza esce di casa col pretesto d'abbeverare i
civetta] animale freddo, che non esce per altro della tana che presentendo essere
una fonte abondante, che sempre n'esce, e sempre abonda, e sempre surge
abnòrme, agg. scient. che esce dalla regola, che non è normale
sbalza. de sanctis, i-170: si esce di scuola, ababorriménto { abboniménto)
prato in maestà pomposa, / quand'esce l'alba a presagirne il giorno,
disperde, / ché i bulbi, ond'esce il vello, il venen rode.
, ii-60: ecco l'individuo che esce dalla collettività anonima e poco dopo appare
del fuoco. forteguerri, 8-38: poi esce fuora, e accendono un gran foco
scoppiano intere, onde più agevol esce / e in più copia il licor quando
: dalle trattorie sul sagrato e sulla piazzetta esce un lezzo di vivande e di vino
sala del ballatoio. caro, 4-204: esce a la fine accompagnata intorno / da
splendida accompagnatura. palazzeschi, 1-324: esce dalla reggia il nuovo re, solo,
tutto in corpo freddo, / che m'esce poi per mezzo de la luce /
concordato. nieri, 323: giovannino esce e va in un'altra stanza a
come tocca / nella pendula rete, esce, e la preda / trafigge e adugna
poco sapiente / se il povero accusato esce innocente. deledda, ii-928: al banco
quei la discolora / per cui ella esce dalla terra acerba. idem, par.
, 14-292: la folla va ed esce a ondate; quando sfocia dalle porte
d'irascibile / che con pregievol compito / esce talor de'foderi. -medie.
cellini, 558: la prima cosa che esce dal grano si è un poco d'
vi entra il 20 gennaio e ne esce il 20 febbraio. ristoro, iii-i
. g. gozzi, iii-299: n'esce prima un fumo che ammorba, poi
stringi stringi, il sugo che n'esce è sugo di rapa. viani, 13-102
fioco e interrotto, / come quando esce il sasso della fromba: / are'quel
addita / uom che per sé del vulgo esce e si affranca. de roberto,
quando il giovine signore addobbato e armato esce a far nulla passando per le sale
va lentamente sotto l'ampia tettoia, esce dalla luce dei fanali nell'ombra della
l'età dell'adolescenza; chi appena esce dalla fanciullezza. dante,
come tocca / nella pendula rete, esce, e la preda / trafigge e adugna
inchina, / quando di non so donde esce un falcone / d'adunco rostro armato
, piglia a manate, intasca, ed esce carico di quattrini. [ediz.
iv-13 (1-17): nave, ch'esce di porto / con vento dolce e
16-26: ella per uso il dì n'esce [dal giardino] e rivede /
cortese volgar. [crusca]: esce della torre sopra un grande afferrante un
e l'urna una lucer- toletta / esce e s'affigge al sole. idem,
voglio partire, fin che mo m'esce 'l fiato: / c'una aiàm sepultura
/ uom che per sé del vulgo esce e si affranca. d'annunzio, iv-1-873
, / ch'a goccia a goccia fuore esce a fatica. bandello, 1-15 (
in tutte le cose innato, quando esce non tira la parte impura, qual
quando le donne s'aggattigliano, esce fuori tutto il vicinato. =
t'aggravi. landino, 238: se esce [l'anima] lorda de'vizii
questo effetto. tasso, 14-65: esce d'aguato allor la falsa maga / e
greci tornano: l'aguato del cavallo esce; li troiani sono tagliati; troia si
g. morelli, 99: appresso, esce del mugello gran quantità di formaggio e
simplicetto agnel scherzando a salti, / esce dal chiuso ovile. marino, 6-71:
quei pesciolini. pascoli, 261: esce dal tetto / alcuno e va per
che di catuno, che n'esce, e mostrasi, poi la sua faccia
l'amorose chiavi / l'anima esce del cor per seguir voi. pulci
partirò al fine. idem, 7-24: esce al fin de la selva; e
, 1-109: lo nero alito, ch'esce dalla bocca stigia, guasta l'avvelenate
anima, e chiamasi iubilo: e poi esce nel volto e dilatasi per la faccia
. chiesa, 1-75: colore ond'esce cantando alleluia / la bianca pasqua.
forza da rinchiuso loco / se n'esce, e move alte mine, il foco
chi frequenta appositi corsi, dai quali esce col grado di sottotenente. de amicis
allottata chi ha preso quel numero che esce primo al giuoco del lotto. allucchettare
e corcherassi il sol là oltre ond'esce / d'un medesimo fonte eufrate e
e de'su'albori alteramente cinta / esce da l'ocean la vaga aurora.
/ senza sangue combattono, ma n'esce / minor la strage, perocché l'un
, 2-1-136: dal gravido pensiero / esce [l'opra], allor che all'
e tagliatemi poi la sinistra se non esce *. c. e. gadda,
gadda, 3-79: l'ambo non esce poi così di rado alla mota di napoli
giordano [crusca]: deila balena esce l'ambra, che gli esce di corpo
deila balena esce l'ambra, che gli esce di corpo per bocca, ch'è
suoi piedi, e l'altro che n'esce portata in quattro. viani, 14-220
. idem, purg., 16-93: esce di mano a lui [il creatore
. idem, 20-17: però s'ell'esce mai fuor dello stuolo / dell'altre
un socrate / adolescente, / n'esce un decrepito / birba o demente: /
sua classe, s'egli n'esce ben conformato in ogni sua parte e colle
, v-1-500: verlaine... esce da questo libro, che doveva essere una
, / il bue non ancor esce alla fatica. pascoli, 35: il
quei la discolora / per cui ella esce della terra acerba. boccaccio, dee.
essere esclusi. ojetti, ii-262: s'esce dall'angustia del buio e s'aprono
/ ch'a goccia a goccia fuore esce a fatica. tasso, 854: io
, rarissimo caso, un'opera eccelsa esce insieme alla luce e alla gloria, animo
dal viluppo annodato delle sue membra possenti esce, rapido come una saetta, un bastone
]: annuario: titolo di libro ch'esce a ciascun anno, e contiene notizie
ii-646: taluna [delle cavalle] / esce dal mucchio, annusa / l'acqua
si stacca, ecco l'individuo che esce dalla collettività anonima e poco dopo appare
comisso, 12-196: quando il piave esce dalla stretta di quero e si distende
(si produce negli anteridi da cui esce a maturità). = voce
della democrazia. per esse la scienza esce dalle anticamere dove è mantenuta e protetta
fiori antidiluviani. cicognani, 1-172: esce fuori con una catinella antidiluviana e sbocconcellata
estremo / le fiamme, e luminosa esce di vita; / tal riempiendo ei d'
perigli al rischio aperto / fuori se n'esce, e sua virtù dichiara. delfino
, 19: l'uomo del faro esce con la barca, / scruta, perlustra
che la materia appannante il vetro, esce continuamente dal corpo. appannare1, tr
. b. davanzati, 1-67: esce, fattosi buio, della porta agu-
i silenzi de l'effuso azzurro / esce nel sole l'aquila, e distende /
vuole l'arcatore, così la sentenzia quando esce fuor de la bocca. storia dei
] è strale, che da l'arco esce e sen passa; / è nebbia
gli oratori per ingannare i giudici, esce un banditore, e subito li fa tacere
una pietra in questa vena de la quale esce continuo liquore chiamato argentovivo. questo è
purg., 20-73: senz'arme n'esce e solo con la lancia / con la
sa? - / e un giovinetto esce di schiera fuori / snello: in man
perch'ella s'arretra, / non esce di faretra / saetta che già mai la
ventata in prima / da subito schiamazzo esce rombando, / ed arrostando una
in tutte le cose innato, quando esce non tira la parte impura, qual
una canna, fatto di doppia tunica ch'esce dal cuore, atto a portare il
, di validissime membrane composte, che esce dal cuore, e porta il sangue
... e la voce non esce più in armonie articolate ma come
l'acqua entra trascinando il nutrimento ed esce trasportando i prodotti di rifiuto (vivono
fiato in tanto al corno, e n'esce un suono / che d'ogn'in-
e dopo quel breve ascon- dimento esce alla luce con maggior furia. =
è una acqua ascosta e ch'ella esce in un tratto fuora e cuopra tutta la
asperitade de'venti con molto soffiare dell'aura esce fuori delle sue caverne.
viole. idem, 13-54: non esce il sol già mai, ch'asperso e
al rischio aperto / fuori se n'esce, e sua virtù dichiara. buonarroti
prato in maestà pomposa, / quand'esce l'alba a presagirne il giorno, /
in questo secondo caso, non si esce dalla sensazione e dalla naturalità. soffici
. la parte dei caratteri tipografici che esce di sopra o di sotto alla riga.
/ e per sua vanagloria, / esce dela memoria. dante, purg.,
., 1-30: di sua tana stordita esce ogni belva; / l'astuto lupo
rauco sibilo, non il rantolo che esce dalle labbra degli atleti nel terribile sforzo
, e spremendolo forte, se n'esce senz'alcuno attaccamento del suo tenerume.
492: senza altro dirmi fuor se n'esce armato... in tanta fretta
si schermiscono. tasso, 15-47: ma esce, non so donde, e s'
acqua dopo lungo corso e sudori, et esce nell'acqua il sudante veneno.
e pregno, / per gli occhi n'esce e per la lingua audace. idem
, 4-30: ma nella bocca, ond'esce aura amorosa, / sola rosseggia e
de'su'albori alteramente cinta / esce da l'ocean la vaga aurora. delfino
mio. con quello almeno non ti esce d'un tratto un branco di pesciolini dalla
e de'su'albori alteramente cinta / esce da l'ocean la vaga aurora. parini
'l vigore. tasso, 13-21: esce allor de la selva un suon repente,
come di sua magion sol con sara esce. berni, 30-58 (iii- 59
, spiove, qualche cane latra, / esce la luna, niente si riscuote,
avvicinato sole, il calor natio del seme esce fuori e tira seco la parte viscosa
/ e de'su'albori alteramente cinta / esce da l'ocean la vaga aurora.
/ di voce che gorgoglia, ed esce alfine / come da inverso fiasco onda che
preso e legato da'peccati che mai non esce. della casa, 677: ch'
sorta si vogliano, nascono così: esce dal tronco un baccello della grossezza d'
bacherozzolo, / e cangiato in farfalla esce dal bozzolo. pascoli, 1241: ed
nel sentire l'armonia, che trita trita esce dalla veemenzia che ci rimescola, non
3 o 4 giorni); dal bozzolo esce la farfalla (scollando i fili con
stanno intorno, per lo fiato che gli esce del corpo tanto pieno di tosco.
colle / più verso il mar, esce bagnato e molle. straparola, 1-5:
è occupata, e nessuno degli eroi esce di casa. pisacane, iv-60: dovendo
può facilmente purgare e per se medesima esce dalla buccia. = voce dotta,
ariosto, 422: ma la balia / esce di casa. dove si va,
/ rotola in aria, e il serpe esce dal balzo. linati, 8-25:
angiolieri, 72-7: quando mie donn'esce la man del letto, / che
, chi ha una mazza leggera, chi esce dal bar asciugandosi la bocca con un
rizzò lesta dal un cantoniere fluviale esce, con la bandierina, dalla sua
stacci diligentemente... perché n'esce pietruccole e barbucce. ricettario fiorentino,
. baldini, 7-164: il nostro soldato esce... semivivo, barcollando,
- cisi in mezzo, ne esce senza una sgualcitura. = deverb
. questa voce, dunque, non esce de'commestibili, come frutto o simile
vico, 413: da tutto lo che esce questo gran corollario: che la divisione
arrivon per ventura, / donde un suono esce d'una sepoltura, / e dice
... /... egli esce e ci batte a nodo a nodo /
gente e dal romore, / turbato esce il leon della foresta, / che se
morto, e tutto ciò che non esce della secca anticaglia dei classici e del
senza oltrepassarlo, altrimenti perde ed esce dal gioco). redi,
il beccare. carducci, i-985: esce la fattoressa, e dà beccare ai
più minutissimi forellini, da cui esce il gas, il quale, all'accostarvi
senti il fruscio del gas ch'esce dal beccuccio. un tratto di luce
mia casa, ma di qui non si esce, se prima non mi rendete sincero
par., 19-36: quasi falcone ch'esce dal cappello, / muove la testa
vero: che chi mal si marita non esce mai di fatica; e toccò bene
, iii-180: qualche volta del male esce il bene. b. segni [aristotele
impantanarmi in simil fanghi, donde non esce a ben, se non chi è
otre obeso. tozzi, i-340: non esce mai altro che per bevere un quarto
, 1-320: dov'entra il bere n'esce il sapere. idem, 1-321:
arazzi. ojetti, i-106: egli esce da palazzo nella berlina a vetri tirata
bello, come dalle forme, n'esce il vocabolo stravizzo. = deriv
la greggia s'avvia scampanellando, / esce il bifolco e rauco i bovi incita.
in una bigoncia d'acqua fredda, come esce del pozzo. idem, 159-69:
già vuote. idem, 18-176: esce col sangue il vin per uno spillo,
, dimenticando la gravità di giudice, esce in villanie contro i rei; è un
suon fioco o interrotto, / come quando esce il sasso della fromba. idem,
4-30: ma ne la bocca ond'esce aura amorosa, / sola rosseggia e
muove / a guerreggiar: da bocca gli esce vampa / di leggi, d'argomenti
, acqua mista, / gridando, ch'esce per la bocca angusta, / terribile
per la qualità del vento che esce dalla bocca d'esso. idem, 318
. -boccata di sangue: quanto ne esce a un tratto per la bocca dal
alla fucina avanti il boccolare, dove esce il vento, con ordinato fuoco di
, ii-301: siccome il bollore ch'esce dell'acqua e fa cotali bollicole disopra.
intorno, / com ferro che bogliente esce del foco. simintendi, 1-63: feton
del dazio sulla merce che entra o esce dalla cinta daziaria. -bolletta doganale:
ho osservato in tutti quei bruchi da'quali esce per altri consimili suoi usi alcun poco
collo stretto, da cui il liquido esce gorgogliando. = voce dotta,
medesimo imita il borboglìo del parlar che esce dell'acqua, con quel dell'acqua
3. rumore caratteristico del liquido che esce da un vaso col collo molto stretto
messo anco i bordoni, / non esce senza aver più e più volte / gettatevi
chi ha una mazza leggera, chi esce dal bar asciugandosi la bocca con un
anche la buona gente, che non esce mai di casa, mamme e artigiani e
da orbo. baldini, 5-47: franz esce colla sua automobile nuova fiammante. sarebbe
chi bee troppo di quel vino che esce del tondo dell'uva e della botte
bacherozzolo, / e cangiato in farfalla esce dal bozzolo. cantini, 1-1-173: alli
simili a l'aristolochia rotonda, ciascuna esce da'ramuscelli alquanto rosseggianti, e da
sillaba che passando per le fauci più larghe esce fuori più presto, e perciò con
2-14-21: quale un cingial che a furia esce del monte, / che cani e
compensare alcuno con buone maniere; ond'esce di lì in modo da non ci poter
stato; in molte specie esce la seta della ghian dola
lavoro intorno a sé la nova abitazione, esce poi fori di quella colle dipinte e
annunzio, v-1-79: la lama chiara esce di nuovo dal fodero bruno, e
2-166: nuovo e più vuoto silenzio esce dalla buca del suggeritore. -buca
intorno alle buche; ed in somma non esce a nulla; e per infino a
c'era il sole che il bucaneve esce a salutare. stuparich, i-363: fuori
e dotta. / o 'l gufo n'esce! odi che secchia abbaia: /
inf., 14-79: quale del bulicame esce ruscello, cità). / che
che è sì caldo, che quindi ond'esce si coce- rebbono l'uova. pulci
] la buona gente, che non esce mai di casa, mamme e artigiani e
angiolieri, 72-6: quando mie donn'esce la man del letto, / che
colaneri. « se no, non si esce! » strillò ninetto costa. «
burro, così facile al taglio quand'esce dalla cava che ci si può scavare più
cresce, / ed una serpe n'esce. idem, 48-55: e recandosi alla
bene. panzini, iii-19: quando esce per la via, sbircia a ogni
stuparich, 4-93: una sera scipio esce con una barca alla pesca delle sardelle.
: egli [il nostro re] non esce più di palazzo a pigliarsi alcun sollazzo
e prende il grande falco, / ed esce a caccia sul monte. pirandello,
cadavero, poiché lo spirito animale, ch'esce con lutto e si fa aria
i-1282: da quella come giovenile baldanza esce odor di cadavere. la corruzione ha
lotto, la frequenza regolare con cui esce un medesimo numero. serao, i-121
si rialza di nuovo, e n'esce un doppio rimbombo, un settenario ch'entra
mani della giustizia, non se n'esce senza purgarsi d'ogni incolpazione. manzoni
calcagno e scuotere il piede, che subito esce. d. bartoli, 33-23:
fornace profonda, / se fuor non esce, più dentro s'afforza, / e
una produzione immediata del suo cervello, esce caldo caldo dal di dentro.
sul lavoro: ma anche nelle pause esce dall'uomo atterrato un respiro spesso e
perché sostare in germania, quando si esce di francia? perché votare il calice
arte è forza / deluder. quinci esce segreto un calle, / che al tempio
del vino, o standosi a crocchio, esce dal cuore del compagno. foscolo,
, e non di meno il danaio non esce di vinegia genova roma napoli firenze o
soderini, i-231: tutto 'l cammino che esce fuori, [deve essere] ben
va per lo gran cammino, né non esce né d'una parte né d'altra
al fondo, lungo e torto, donde esce il liquore che distilla. 9
chi sia, e che di casa egli esce. note al malmantile, 7-50:
xxvi-2-247'che 'n mezzo a tal dolcezza esce una messa / con un campanelluzzo fastidioso;
o formica di sorbo, che non esce. bandello, 1-34 (i-423):
., vi-70: chi è costei che esce fuori..., terribile come
. s. antonino, 2-165: esce fuori a campo contro tale disposizione in prima
castello di solaro in sul canaletto, che esce del canale di modena. boccaccio,
or ora questo spiraglio, da cui esce pur al fine / la verità senz'ippo-
puro diamante... la città esce tutta ristampata, e direi fulgidamente candita,
al maestro / e la camiscia ch'esce del canestro. 3. piccolo
porta d'una bottega, il proprietario esce fuori, e le allontana con la
di metallo o di legno da cui esce il suono dello strumento. leonardo,
. fra giordano, 3-72: quando esce la pietra del mangano, ogni uomo
noscer l'orina / e la cannella ond'esce, per quei fessi / che
ai cantici del coro e alle danze giulive esce cassandra. = voce dotta
: ogni tanto, un cantoniere fluviale esce, con la bandierina, dalla sua baracchetta
luogo si gira dai lati, e non esce allo in su. bruno, 3-146
mio core, / non potendo capervi, esce di fore, / e mostra altrui
pregno, / per gli occhi n'esce e per la lingua audace. alfieri,
coronato di raggi il capo biondo / esce su i monti a publicar la luce.
certe piante; frutto; ramicello che esce vicino alla gemma; sarmento lasciato dal
ha fra 'l capo e il collo esce di pena, / e se il pranzo
pioggerella, dopo la quale il capoccio esce fuori a seminare. fucini,
gridava con la medesima voce, che esce d'un rinchiuso in qualche cassa,
par., 19-34: quasi falcone ch'esce del cappello, / muove la testa
9-47: volgesi a quella parte onde esce il canto / adone, e vede
, ma addoppiato nel nodo, ed esce così ripiegato a forma di staila. pascoli
, 59: né più lieto di noglia esce e di stento, / sciolto da'
uscì su dai grigi frangenti, come esce la nebbia, / e si sedeva rim-
chiederselo della nubecola di vapore ch'esce dal cargo arrembato, laggiù sulla linea
dal viluppo annodato delle sue membra possenti esce, rapido come una saetta, un bastone
., 4-21: se il granello n'esce ignudo, non carnaccioso, dicono
! ecco / la carnesecca mia ch'esce di casa. / io la voglio avvertir
venirne il ben che da te move ed esce? tassoni, 274: a cui
in situazioni da cui non s'esce che violando le regole del gioco sociale.
/ all'aura mattutina, / ch'esce dalla marina, / l'umana vita prolungate
molte volte el iudicio dei grandissimi uomini esce della carreggiata, e ingannasi. fagiuolì
4-185: o chetatevi che il dottore non esce di casa, se casca il mondo
, i-298: un guardiano del foro esce dal suo casotto di legno verniciato.
ed è di tre colori. quando egli esce della terra fino a che è alto
; aperta la cateratta, il topo esce fuori, e corre per la piazza.
il sangue a catinelle, cioè: esce il sangue da dosso non a bicchieri,
dal quale una corrente di elettricità negativa esce in un elettrolito o in un gas
.. l'accento d'oro, che esce estenuato e sonoro dalle sue labbra.
stia qui d'attorno, sinoché gli esce. -esser causa che (di
, purg., 24-95: qual esce alcuna volta di galoppo / lo cavalier di
cantici del coro e alle danze giulive esce cassandra. -cervello, intelletto da
che torbida procella / da'cavernosi monti esce più tarda. tassoni, 7-38: vedete
il setaiuolo per torcer la seta quand'esce dalla tinta. = deriv. da
garzoni, 1-307: dal gibbo del fegato esce fuori una vena delle più grandi del
loro a stridere e a gridare quanto esce loro dalla gola. c. gozzi,
era tenerissimo. algarotti, 1-285: esce priamo della città alla testa de'principali
sia detta erba rondinaria, perché ella esce fuori de la terra, quando le
i quali la corrente elettrica entra ed esce dal liquido. -cella fotoelettrica: apparecchio
e non di meno il danaio non esce di vinegia genova roma napoli firenze o
il suon diverso e molto / ch'esce dal centro dei celesti giri. giusti
miglior corso e con migliore stella / esce congiunta, e la mondana cera / più
ch'acquista e perde lena; / ma esce di fontana salda e certa, /
cresce, / ed una serpe n'esce. ariosto, 1-52: e fuor di
potrebbe dire: « egli è chente n'esce ». bembo, 2-167: la
« o chetatevi che il dottore non esce di casa, se casca il mondo
così per la qualità del vento che esce dalla bocca d'esso. tasso,
chiappole, / come al topo quand'esce dalle trappole, / ch'i'so quanto
cigni, da'cui lunghi flessibili colli esce una musica di chiarine, che echeggia su
truova un doccione aperto, donde se n'esce, ed entra in una chiavichétta,
quando ogni cosa fu aù'ordine, esce il giovane della bottega con una
, 1-307: parimente dal gibbo del fegato esce fuori una vena delle più grande
cane vi passa, cioè entra e esce. fioretti, xxi-901 (4):
, senza sboccar ne la campagna, / esce di stige per occulto calle, /
/ e l'estremo collare, ond'esce il capo, / in guisa tal,
di burroni, e ci se ne esce soltanto, oltre che dalla parte del cimitero
senza dar mente a ciò che ci esce dal capo: di prima giunta dirà
, iv-134: 'cianfrinare'. verbo che non esce dal deforme gergo dei meccanici: significa
al rischio aperto i fuori se n'esce, e sua virtù dichiara. marino,
: e s'egli [nemico] esce ad incontrarvi ordinato alla zuffa, spiegar
e sangue. ottimo, i-244: sicché esce [l'aere] con un impeto
dà loro troppo fiato), onde esce in un medesimo tempo, per le rotture
bronzo, da gli forami della quale esce a gran forza un fumoso vento. marino
essi [i greci] il sangue ch'esce del drago stracciato dal peso degli elefanti
. e in generale 'chi non esce di nulla ', chi per tutto trova
rotella. tasso, 13-54: non esce il sol già mai, ch'asperso e
granita, lunga dritta intera, / v'esce la rappa dalle spoglie nette, /
piglia a manate, intasca, ed esce carico di quattrini. nievo, 1-26:
viaggi [crusca]: di questa montagna esce un gran fiume che mena sassi grossi
vi-5 (152): se l'acqua esce del mare dal'uno lato circularemente li
: e s'egli [il nemico] esce ad incontrarvi ordinato alla zuffa, spiegar
alberi, fra le rocce; esce verso sera e di notte per dare la
e claudicante un po'come vulcano, esce dal suo antro. tombari, 1-45
[acqua] a goccia a goccia esce dalla clessidra, oriuolo antico che serviva agli
la testa eretta d'un cobra che esce dalla prigione con lentezza flessuosa, si
lasciano un becco, per lo quale esce il fumo. soderini, i-220: nel-
il porro dalla coda, e n'esce quello che n'esce. -mettere
, e n'esce quello che n'esce. -mettere la coda: insinuarsi
osso, in verso la terra, esce il fine della stiena, che pare,
celebrava la messa. guerrazzi, iv-63: esce di casa e si fa a trovare
o perch'ella s'arretra, / non esce di faretra / saetta che già mai
riferisce per lo più al sangue che esce da una ferita). leggende di
, cioè i turamenti del colatoio onde esce la rema. garzoni, 1-303: sono
, per uno degli ossi del capo ond'esce la rema, che anche dicesi cribriforme
sorretti da lungo tubo perigoniale, che esce direttamente dal bulbo-tubero squamoso; nella primavera
letteraria fosse la prima cosa che m'esce dalla penna, gli è molto probabile
: egli [il nostro re] non esce più di palazzo a pigliarsi alcun sollazzo
, i-714: egli [il petrarca] esce dalle torbide e fredde nubi del medio
cui è un fragile individuo. e n'esce la tragica collisione tra la passione e
cigni, da'cui lunghi flessibili colli esce una musica di chiarine, che echeggia su
prende a circondar col suo giro, esce di sesto, e si schiaccia e
penetrata in colombaia, allora / che non esce anco il dì su la marina,
, / e se un secondo invito esce di bocca, / questo colpo apoplettico ritocca
liquore rosso che pareva apunto sangue quando esce d'una ferita. segneri, iv-150
si guasta [il pane], e esce di lievito. -vo'l'avrete fatto
è per lo viso una sembianza / ch'esce del core, ov'è sì combattuta
d'intorno / com ferro che bogliente esce del fuoco. cino, ii-564:
— meritarsi. simintendi, li-io: esce del modo; e, sventurata, commise
il sottil gelo della superficie e n'esce. leopardi, 884: sono stato arso
immagine: è un concetto che gli esce dal labbro. si sente in lui non
e il lento comodo incedere di chi esce a godersi l'ora propizia. bocchelli
, 7-106: col piccino in braccio, esce di casa. non sa dove andrà
piena quando il sen timento esce corredato di tutto punto, e d'ognuna
, 2-1-177: componitore della sua città, esce della sua città. 4
voce con farla entrare, doppo che esce dalla compressa arteria, quasi nelli meati
. 11. normale, che non esce dalla regola, solito, di genere
singolare, di particolare, che non esce dalla mediocrità; semplice, modesto,
i-151: la rappresentazione e la leggenda esce dalla sua rozza volgarità e si alza a'
dell'acqua condotta, che tanto più esce abbondantemente, e tanto più forte,
lo conduceva, interrompendo il filo ci esce tra- versalmente. marino, 14-307:
il dì chiuso e lontano, / esce il silenzio. leopardi, 20-75 • qual
si risponde che nulla di culturalmente valido esce mai da una conferenza, che tutto
più si muta l'acqua, più n'esce dolce, e così si parte
'spie \ guerrazzi, iv-63: esce di casa e si fa a trovare il
è la fiamma e la luce che esce dalla conflagrazione e dalla incandescenza dei vari
tutto consiste in castiglia, donde ancora esce el forte della entrata de'denari. tasso
miglior corso e con migliore stella / esce congiunta, e la mondana cera / più
, se vuoisi la congiunzione, si esce dalla diritta scala diatonica, entrando in
, ossia prodotta entro conidiangi da cui esce per rottura della parete, o esogena,
lo scudo, / in cui dall'angue esce il fanciullo ignudo. 3. ant
: lo re agolante... non esce del consiglio de'suoi baroni, e
situazioni di fatto, non appena si esce da una visione letteraria generica, e si
distrugge (alimenti, combustibili) o esce dalla disponibilità del soggetto che ne gode
lo 'ntelletto, ch'è 'n prescione, esce en suo contemplamento. i. alighieri
alla ragion pratica, ciò che ne esce di nudo, dopo che lo spogliate
pilastrino, avendo cenato col vecchio, esce ebbro di casa: e, caduto di
la porta di crisaulo, la famiglia sua esce fuori con arme dubbiando di romori.
nella pienezza della sua personalità. e n'esce una controfavola, una confutazione della famosa
regolare la potenza dell'energia sonora che esce dall'apparecchio radio. = dal fr
in corpo, ma intera se n'esce. leone ebreo, 50: la propria
ch'acquista e perde lena; / ma esce di fontana salda e certa, /
denti, dalla schiuma che in copia esce dalla bocca. pellico, ii-134: potei
barbara coorte. battista, 248: esce il guerrier dall'oziose tende, / ché
intagliando di state la corteccia, esce a guisa di balsamo un liquore d'odore
come che v'entri prima, e'n'esce pui / coperto, ch'uom non
al rischio aperto / fuori se n'esce, e sua virtù dichiara.
vii-262: ella [la voce] esce talvolta di cori angusto organo così grande,
colore verde infino a tanto ch'egli non esce fuor del mare nel quale nasce.
attraversa la cassa del timpano, ne esce percorrendo il canale anteriore della corda e
è il mio primo figliolo uomo. esce dalla mia casa. era un gracilino
: quando [napoleone]... esce da palazzo nella berlina a vetri tirata
opera d'immaginazione, da cui non esce alcuna seria impressione religiosa. il quadro
.. / una porta che n'esce a mezogiomo; / ma bisogna a l'
ai cantici del coro e alle danze giulive esce cassandra. alfieri, i-309: nei
che fuor del mar el dì non esce ancora, / e del suo lampegiar è
coronato di raggi il capo biondo / esce su i monti a pubblicar la luce.
collodi, 655: il povero autore novellino esce dalla prova generale con la paura in
.. è piena quando il sentimento esce corredato di tutto punto, e d'
. bencivenni, 5-196: sangue esce dalla bocca in uno de'quattro modi
. caro, 8-601: di corusca nube esce repente / una lucida lista, e
n'entra nel corpo e ciò che n'esce / in sé tiene difetto correttivo,
miglior corso e con migliore stella / esce congiunta, e la mondana cera / più
sposa, la prima volta ch'ella esce fuora impalmata. « = provenz
umore primieramente spirando pullula suso, ed esce fuori alla corteccia della terra. soderini,
/ coronato di raggi il capo biondo / esce su i monti a publicar la luce
: esiste una differenza tra la ragazza che esce dal suo lavoro la sera, con
cupo, e un corvo entra ed esce dalle nuvole gettando, ad ogni curva del
algarotti, 2-269: e s'egli esce ad incontrarvi ordinato alla zuffa, spiegar
4 spesa '. non m'esce di testa; e noi della provincia torniamo
ii-2-328: il canal fusa o fusio esce dalla parte inferiore del lago d'iseo
è inconveniente, perché il parto non esce mai dal ventre tutto in una volta,
slataper, 1-102: in questo momento qualcuno esce dalla redazione d'un cotidiano e va
proprio non è per me: -s'esce allora del paese a far per la campagna
, / né di mente non li esce. giamboni, 7-103: a coloro che
ch'or questo or quel propizio l'esce; / e come vuol, li minuisce
irte. tasso, 15-48: ma esce non so donde, e s'attraversa /
imo scolo, per cui non solamente esce a suo tempo il soverchio, ma
e per pigliar il resto della cricca / esce poi fuora. f. corsini,
: non lunge a l'auree porte ond'esce il sole, / è cristallina porta
xxxv-1-272: de dentro da la nieve esce lo foco, / adimorando ne la sua
vino, o standosi a crocchio, esce dal cuore del compagno. fiacchi, 200
, far schiuma (un liquido quando esce bollendo dal recipiente in cui è contenuto)
con miglior corso e con migliore stella / esce congiunta. machiavelli, 299: fanno
il caratteristico gorgoglio di un liquido quando esce da un fiasco, da una bottiglia,
ogni modo oggi ogni forma d'arte esce dal descrittivo, dalla sottigliezza, dal cromatismo
; vedo una cartolina col tramonto ch'esce rosso da dietro la cupola della salute
: è un giorno questo in cui si esce dalla cronica e si entra nella storia
varchi, 8-1-277: quando alcuna stella esce fuori dell'orizzonte di notte, si
varchi, 8-1-277: quando alcuna stella esce fuori dell'orizzonte di notte, si chiama
, una matrice da cui la creatura esce con una sensibilità nuova e attonita come
vino dell'uve non premute, che esce dal torchio. = forse da corba
son quattro, cioè cuboide, ch'esce fuori, e gli altri tre innominati.
e si serra nel cuculio, e poi esce alato, = voce dotta, lat
loro a stridere e a gridare quanto esce loro dalla gola. -acer. culóne
si risponde che nulla di culturalmente valido esce mai da una conferenza, che tutto quel
cuoio bianco. guicciardini, 28: esce ogni anno... di biscaia
sottili / onde l'informe sostanza / esce trasfigurata / come da industria sagace /
n'accende cura / l'odor ch'esce del pomo, e de lo sprazzo /
monti, x-2-182: i santi dritti ond'esce il comun bene, / i costumi
vii- 1017: -eccolo lì, ch'esce dalla cucina. -che cosa sarà andato
5. che colpisce l'attenzione perché esce dall'ordinario; singolare, strano,
cupo, e un corvo entra ed esce dalle nuvole gettando, ad ogni curva del
cuspidale: il ramo di curva che esce da una cuspide. cuspidato, agg
miglior corso e con migliore stella / esce congiunta. idem, par.,
il corpo di quella prima anima che esce per sorte. -tirare, trarre il
antro, or ch'io parlo, esce / coppia felice di due dame snelle
stipiti delle finestre, così detta perché esce dalla facciata della parete. cattaneo,
qui. ma volendo ragionar più oltre, esce della proposta materia senza legittima cagione.
il semplicetto agnel scherzando a salti, / esce dal chiuso ovile, e di lontano
piovene, 5-384: dalla rivestitura settecentesca esce una chiesa longobarda di curiosa forma;
più o meno velocemente; che esce, che emana. amabile di continentia
parlare è più gradito, però ch'esce di più dilicato stormento, facciamo qui memoria
dal solco della verità uscire, come esce lo bue dal solco quando impazza e non
che el bifolco arrando de lira quando esce della dirittura del solco. ma per una
delira quando rimbabisce: e così qualunque esce dalla diritta via della ragione delira.
el vecchio: quando per l'età esce della vera via. et insomma alcuna
di corpi sferici, da tutte parti esce, in tutte parti entra, per
rivolta verso l'alto; dalla bocca esce il piede trilobato con i filamenti branchiali
bisogna risolversi, di qui non s'esce. -andare, finire, essere,
catastrofi, disastri e subissi, egli esce a discorrere di non so che regolamento.
/ e del gelato suo terren soggiorno / esce non pur strisciando a errar per
, 227: dal- l'iberna stufa esce, e orgoglioso / della deposta, son
: siccome la diretana gocciola, che esce dalla botte, non solamente la vota
. / umana forma ha quella parte ch'esce / de tacque, il deretan termina
azeglio, 1-443: capri, scoglio che esce dall'acqua, nudo, arsiccio,
/ da sì picciola forma, / com'esce sì gran voce, e tal rumore
tetto di falasco. pirandello, i-608: esce per il secondo uscio a destra.
; né libro nuovo o diario o gazzetta esce alle stampe eh'essi noi veggano,
chiamata diaspro, portata ed accostata dove esce il sangue, sì lo ritiene.
perch'ella s'arretra, / non esce di faretra / saetta che già mai la
di galleria, / chi mezzo braccio esce de'palchi fuora / per gridar:
uomo, quantunque sia grande peccatore, esce dalle sue mani, e salvasi. boccaccio
coda. abba, 1-129: e s'esce di là [dalla cattedrale] che
. v.]: chi entra o esce d'un paese fa la dichiarazione delle
quali, quando il bruco è irritato, esce un filamento rosso, mentre, ritraendo
conosco gnun per nome, / fortuito esce lo strai dell'arco tenso. salvini
gesù], / più presto che non esce d'arco frizza, / come smerlo
parte. e sappiate che differmamento esce di quella medesima fontana che 'l
. soderini, ii-20: diffi- cultosissimamente esce dalla terra l'appio in quaranta dì.
firmamento di corpi sferici, da tutte parti esce, in tutte parti entra, per
tasso, 8-73: in superbe minacce esce diffuso / l'odio, che non può
fisso nel quale entra il fluido che esce dalla girante delle pompe, dei ventilatori
eccessive illusioni: da certi inverni si esce irreparabilmente invecchiati, forse a causa di
i silenzi de l'effuso azzurro / esce nel sole l'aquila, e distende
angiolini, 248: ogni pezza che esce dall'edifizio che chiaman mulino, i
baruffaldi, ii-174: e 'l leon esce, e lascia / la tana solitaria
il mincio. nievo, 1-160: esce gorgogliando per dilagarsi ancora tra verdi boscatelle
chiama jaconia che nulla sente; / esce un rivo di sangue e si dilaga,
cielo con un terribil rimbombo, n'esce un fulmine ardente, il quale entrandoli
, un po'nel cervello, che esce fuori dal corpo, si dilata per
-nell'urgente andare verso piazza cavour -mi esce, a scosse, e mi sguscia volubilmente
oitore, / e di mezzo la tema esce il diletto. marino, 205
angiolieri, 72-4: quando mie donn'esce la man del letto / che non
il vento: è un'opera italiana che esce in l'uomo nasce il giorno,
sigoli, 183: del niffolo gli esce [al leofante] un budello quasi
ancora, / guardando se il giorno esce a l'oriente, / e non può
2-69: stamattina, come dio vuole, esce un po'di sole: speriamo
aggomitola e dipana. barilli, 1-133: esce trepida, fitta dal labbro del cantante
cospetto ettemo. tasso, 1-19-121: non esce il sol giammai, che asperso e
sera della state il popolo in gran moltitudine esce dal borgo san germano in una campagna
. baldini, i-604: qualche barchetta esce a diporto tra i fianchi rossi e
che cancelli han d'or fin, s'esce ne gli orti, / dove prendono
3-310: 'si dirama'; cioè esce da esso, come fa lo ramo dell'
nuda. panzini, iii-19: quando esce per la via, sbircia a ogni vetrina
filoconio. anguillara, 4-96: allegra esce di sala e 'l muro prende,
: non lunge all'auree porte, ond'esce il sole, / è cristallina porta
addita / uom che per sé del vulgo esce e si affranca. comisso, 1-98
, come ubriacato dalla voce / ch'esce dalle tue bocche quando si schiudono /
quei la discolora / per cui ella esce della terra acerba. 2.
per virtù del sole nel tempo della primavera esce acerba della terra, che trae delle
e di voci diverse un sol concento / esce, opra industre di canoro vento,
maniera / ch'un topo non più concio esce da un orcio, / non rifinò
. che si espande liberamente, che esce da un intrico di rami (la cima
poi per secrete vie sboccando altronde, / esce con forza tal, con furor tanto
senza dar mente a ciò che ci esce dal capo, di prima giunta dirà
, x-24- 102: l'italia esce adesso nuova alla storia. tutti i suoi
superi, disorbitantìssimo). disus. che esce dalla normalità; smisurato, enorme,
4-32-95: ella [la proposizione] esce fuor de'termini suoi disorbitantissimamente.
-anche in senso concreto: atto che esce dai limiti, dalla normalità; eccesso.
ho portato fino a ieri: questo esce dai quadri, è libero, disordinato,
altra opera in folio o in quarto, esce a quaderni. se non pochi,
rientra, e si raccoglie, or n'esce. parini, giorno, ii-1227:
non so che di soave, che esce de panni lini di bucato, pure allora
tutto in corpo freddo, / che m'esce poi per mezzo della luce / là
molti punti affatto opposto a quello che esce, per dir così, dalle più riputate
. monti, x-3-248: bocca dond'esce il riso che penétra / dentro i cuori
: quella santissima anima... esce dal corpo, e dissoluto e spezzato il
e caldo di soperchio, perciò che esce di luogo temperato, cioè dal ventre
determinata pressione lungo i tubi, ed esce dal becco fermo, dove, infiammato
tristizia a dio piacevole, della quale esce l'acqua del refrigerio delle devote e
ammissibile, il rumore della corriera, che esce dalla rimessa lì vicina. piovene,
pianto e per l'ordine de'mali, esce della sua cittade, siccome la disventura
tragedie; e quell'anno la libertà esce trionfante dalla sua prima lotta, la indi-
pupe); da queste l'adulto esce per mezzo di un'apertura longitudinale (
gesta taurina. valeri, 3-147: esce nel sole la colomba bianca, / si
ristri- gnimenti, gonfiamenti e moti diversi esce fuora, non più bruco, ma
iii-24-277: la fiamma e la luce che esce dalla conflagrazione e dalla incandescenza dei vari
comune di vero... ond'esce il dizionario mentale, da dar l'origini
, 9-47: volgesi a quella parte onde esce il canto / adone, e
doble accanto / entra un diavol, n'esce un santo. lippi, 2-28:
acqua, la quale scende giù ed esce fuori per doccia. 5.
7-137: in occasione di qualche festa si esce da queste distrazioni, che finiscono col
, i-118: tutto quello che gli esce dalla penna è un dogma, un
, iv-13 (1-14): nave ch'esce di porto / con vento dolce e
fasce; e il figliolino / n'esce, che va da sé, ma gronchio
la santa anima? si doma che esce del limbo, quando ella intende dolcemente allo
, così come gli sta dentro. esce ellittica, pregna di pensiero e di
domestico entra nella mia famiglia non n'esce mai finché non muore. cantoni, 492
divenuti. g. morelli, 99: esce del mugello gran quantità di formaggio e
razzi, 6-44: ecco mogliama che esce di casa. dove domine va costei
colli / ascose il pregio di dond'esce l'alba. marino, 5-124: dansi
. monti, x-3-248: bocca dond'esce il riso che penétra / dentro i
in colombaia, allora / che non esce anco il dì su la marina, /
va e che viene, entra ed esce, a piedi e a cavallo, coi
]. il dottorame, che a frotte esce dal chiuso delle università a pascolare
'fosse la prima cosa che m'esce dalla penna, gli è molto probabile che
liquore rosso che pareva apunto sangue quando esce d'una ferita. vallisneri, iii-401
e di sentimenti, quella dualità da cui esce il dramma. g. a.
rilevate vesciche: dalla piaga poi esce fuori marcia acquosa: e sentonsi nelle budella
niente. tozzi, i-340: non esce mai altro che per bevere un quarto
fortuna finora mi aiuta. mi ci esce la giornata, non di più. rientro
e caldo di soperchio, perciò che esce di luogo temperato, cioè dal ventre
ebdomadario, sm.): che esce una volta alla settimana, settimanale.
lanciargli qualche cosa addosso, alla fine esce, e drizzatosi sopra i due piedi
de la sua fama per morir non esce, / che sarà de la legge che
all'altro muro; la voce ch'esce del corno, si forma ne la contraposta
sì per lo sangue, che non esce tanto, e sì perché 'l giovenco rimane
mettono in comunicazione un recipiente dal quale esce vapore con il recipiente destinato a riceverlo
per insensibili scoli ed aperture entra od esce il danaro effettivo, senza passare per
da i silenzi de l'effuso azzurro / esce nel sole l'aquila, e distende
gregge ', propriamente * che esce dal gregge ', perciò 'scelto,
de'lusinghieri e finti amici, i esce da l'alto suo dorato albergo. patini
circonda; / ma con pubblica luce esce e ridonda / sopra gl'ingegni eletti
eliacamente delle stelle è quando una stella esce o entra sotto i raggi del sole.
, così come gli sta dentro. esce ellittica, pregna di pensiero e di sentimento
quinci or quindi / con variata eloquenza esce e saluta. romagnosi, 10-425:
di emergere), agg. che esce o sporge dalle acque, che viene a
. 2. per estens. che esce da un luogo chiuso o profondo;
di uscita, dal raggio rifratto che esce da una superficie che separa due mezzi
dei fianchi..., mi esce, a scosse, e mi sguscia volubilmente
generale. -in partic.: fiume che esce da un lago (ed è il
del seno trasverso o laterale, che esce dal cranio attraverso il foro condiloideo posteriore
chiamano varici; bisogna romperle; n'esce il sangue. -figur. scherz
pausa si rialza di nuovo, e ne esce un doppio rimbombo, un settenario che
enfiati, e vedrassi la puza che n'esce. = ¦ forma sostant.
peri. enormissimo). che esce dalla norma, dalla regola,
rientra e si raccoglie, or n'esce. monti, x-3-538: orche deformi
entra in ufficio a vent'anni, ne esce a sessanta con la pensione. cassola
. cino, 114: ora sen esce lo spirito mio / donde avìa un
fuoco, e rarefacendosi detta acqua, esce per quel buco con grandissima velocità,
fatta nella chiesa presso alla porta, che esce nella loggia, e con gran quantità
e da l'erinni / cacciato, esce di tebe il re crudele. alfieri,
, 6-86: è un'opera italiana che esce in faticosa eruzione da quei diligenti tromboni
piovene, 5-384: dalla rivestitura settecentesca esce una chiesa longobarda di curiosa forma;
sola mi chiami / e la voglia non esce; / dunque s'el me ne
d'una fromba / quando il sasso esce, che per l'aria esclama. alvaro
in mente, ima amara esclamazione ci esce di bocca: eppure il mondo non
infetti e bove non se n'esce in un'esclamazione. « già »,
quale da'medici è detta cute; esce il pelo fuora de'pori, derivato dagli
che le produce, uscendo fuora come esce la gomma de'ciriegi o susini
. foscolo, 1-228: come quando esce un'erinni, / a gioir delle terre
spasso nel cervello, e non n'esce per la contrarietà delle circostanze, è
: questo è un pesce così detto perché esce in secco a dormire circa il fiume
'. 70 4 reale ', che esce dal novero delle idee ed è il
con gli affetti che lo produssero; esce quindi in forma descrittiva e didascalica,
, 1-40: se dalla bocca umana esce alcuno favore di laude, [l'animo
da quell'urna che le sorti move / esce il 49 primo estratto, / e
estratto, / e per secondo estratto esce il 28, / puoi fare un
toro, / che per battaglia vinto esce dal prato / senza mai più sperar pace
: la fiamma e la luce che esce dalla conflagrazione e dalla incandescenza dei vari
: io rimasi come taluno il quale esce di oscura carcere a riveder l'etereo splendore
, è tale che l'uomo n'esce « rifatto », come per quella 4
qual piaga come da un vaso rotto esce subito un copioso liquore, che se
si periti alquanto; e s'e'n'esce a bene, quel- l'aver temuto
del sillogismo, l'universale da cui esce il particolare. b. croce,
un edificio, una strada); che esce dalla cerchia urbana (un servizio di
sopravalore è un extra valore, ed esce fuori del campo della pura economia.
/ il bel fabro d'urbino, esce la prima / vaga mortale, e siede
e laterale del punto di varolio, esce dal cranio pel foro uditivo interno, comparisce
un fuora, e quello / che esce abbia ragione. / - oh povera giustizia
sottil fiamma di lieve facella, / esce tuttor dal suo labbro morente. botta
penetrata in colombaia, allora / che non esce anco il dì su la marina,
., 19-34: quasi falcone ch'esce del cappello, / move la testa e
se a luce da virtù propria non esce. alfieri, i-137: per natura mia
certo punto per mancanza di fondi, esce fuori il produttore che offre di comperare
a spasso nel cervello, e non n'esce per la contrarietà delle circostanze, è
quando si mette a far di suo, esce subito di carreggiata. verga, i-52
l'amore proprio di sé; unde esce il secondo, cioè la propria reputazione;
dannosi; el male, che di loro esce, è sanza fine. e però
dante, purg., 16-86: esce di mano a lui che la vagheggia
, come è il fanciullo, quando esce della fonte, vi conviene uscire di questo
impantanarmi in simili fanghi, donde non esce a ben se non chi è uno
sargente, che né men un peluzzo fantaccino esce di fila, tanto che sembrano due
grave personaggio e di gran merito / esce lor contro, rispettosi e timidi,
le mura, / e corre, et esce in altra parte fuore. / ma
ii-37: fuor dell'ampio scudo / esce il fulgor della notturna fiamma, /
fa a l'amore come uno scolaro che esce dal collegio. manzoni, pr.
un picciolo fiumicello chiamato lete, il quale esce d'una dura pietra che col suo
o perch'ella s'arretra, / non esce di faretra / saetta che già mai
talvolta provvisto di una papilla da cui esce la seta, che è prodotta da
voluntà. e come della mala farina esce male pane, così de le male volun-
la porta. « si entra e si esce facendo il saluto fascista », urlò
di oggetti. ariosto, 10-19: esce del letto, e de'suoi panni /
di lei, ogni fattézza, / ecco esce la sua serva e me ritrova,
angiolieri, 72-2: quando mie donn'esce la man del letto, /
ad altro. baldini, 5-47: franz esce colla sua auto che 'n
delle fattoresse. carducci, iii-24-397: esce la fattoressa, e dà beccare ai
volume / di voce che gorgoglia ed esce alfine / come da inverso fiasco onda
angusta gola / de la favella in vece esce il barrito. cesarotti, i-387:
apparisce al nostro emisperio, che egli esce fuori del fiume gange. paleotti, l-n-335
e spezialmente l'orina, con la quale esce l'istessa materia fecciosa e spumosa,
solo bisogno di lanciare un aquilone. esce e lo lancia, ed è grido che
vagheggia, / lui sol per fedeltà esce di greggia. v. franco, 245
angiolini, 248: ogni pezza che esce dall'edilìzio che chiaman mulino, i
del mondo? sbarbaro, 5-24: esce brevemente il signore distinto con la femmina
le parole di loro, come esce il coltello affocato dalla fornace; e
libro di sydrac, 324: la lena esce della rischiaratura degli omori, che sopra
antichi cristiani la fenice, giona che esce dalla balena ed altri simboli, a
subito la parte si gonfia; n'esce più o meno sangue; qualche tempo dopo
parte laterale della toppa, e dalla quale esce fuori la stanghetta per entrare nella rocchetta
fermo in casa, che ei non esce mai. b. davanzali, i-389:
: ma la immagi, nazione non esce fuori da esso senso comune, se non
: il trito cibo ad umettar non esce, / sol per renderlo fluido, util
dintorno, / com ferro che bogliente esce del foco. bencivenni, 4-47: per
/ gemer che cupo e rotto esce dal fondo / delle squallide fronte
pascendo, il duro strale / l'esce pur da l'interna e grave piaga.
sua isvelta e bianca gola / com'esce ben de le spalle e del petto,
conoscer l'orina / e la cannella ond'esce, per quei fessi / che 'nanzi
): qual un cinghiai che a furia esce del monte, / e cacciatori e
l'avorio, or fugge, or esce. / a la neve colà la fiamma
. marmitta, ix-297: dal viso esce una fiamma, e sonnacchiosi / ha
per la prima volta in sua vita esce di bocca una parola equivoca, e
ali per levarsi dalla vita consueta, quando esce loro dal cuore, strano e incompreso
morto disteso, e dalla bocca gli esce un fiotto di sangue. tozzi,
ampio volume / di voce che gorgoglia ed esce alfine / come da inverso fiasco onda
a sboccatura di fiasco: il vino che esce per primo quando si stappa un fiasco
me voglio partire, fin che mo m'esce 'l fiato. fra giordano, 1-14
che comprende al fin che, se non esce / or c'ha vigore e in
legni e istrignendo la pelle, il fiato esce delli spiragli e accende il fuoco.
gli è suono vocale, il quale esce della voce; ed è suono di fiato
oimei! oh! / che m'esce il fiato. b. davanzali, i-409
. de sanctis, i-170: si esce di scuola, aborrendo lo studio, e
monastero, e che come la fanciulla esce di casa non starebbe dove voi un'ora
dunque tanti segretumi? di qui non s'esce: o per ragazzata, per darvi
; e in faccia al suo periglio / esce il fiero caton con pochi armati.
la gente, che entra e che esce. vettori, 1-113: io mi son
/ de la sua fama per morir non esce, / che sarà de la legge
fìglinti le volpe, / tal lezzo n'esce fuor, sozza giomenta! busone da
cavo ventre e figlia; / e n'esce fuor, vestita in strania guisa,
me voglio partire, fin che mo m'esce 'l fiato: / c'una aiàm
una volta bastava uno schiaffo. (esce il vecchio / e ritorna col figlio che
... tanto soda anche quando esce della cava e de'filaretti, che
4 o 8 papille digitiformi da cui esce il secreto vischioso che il ragno distende
è una specie di rantolo, ch'esce a fiotti da ignoti pertugi tutt'intorno.
riferimento alla sottile colonna di fumo che esce da una lampada quando la provvista di
gelsi, le notti di vento, esce che è ancor buio dalla casa vicina
2-69: stamattina, come dio vuole, esce un po'di sole: speriamo che
e dannosi; el male che di loro esce è sanza fine. bartolomeo da s
: e però suonando in un forno, esce dalla porta il suono, e di
nella medesima un sasso tirando, che subito esce il moto dalla finestrella e di dietro
si finge e l'azione / non esce fuor della vostra città. serdonaii,
nel quale quando lo sole è, esce con migliore corso: imperò che ascendente
con migliore corso: imperò che ascendente esce allora producibile di tutti i frutti terrestri;
la qual cosa non è quando lo sole esce di virgine et entra in libra:
de'lusinghieri e finti amici, / esce da l'alto suo dorato albergo, /
che termina in una punta ottusa, esce una spezie di cordone o di fiocco di
suon fioco e interrotto, / come quando esce il sasso della fromba. ariosto,
, 17-84: 'fioraglia', quella fiamma che esce dal fuoco di paglia, stoppa,
fiore è olio; e quello che esce per lo picciuolo, è latte. castri
, / e l'alba, allor ch'esce ridente fuori / sul fiorito balcon del
.. si tuffa nelle gallerie, esce pettoruta e fumigante dall'altra bocca e corre
di corpi sferici, da tutte parti esce, in tutte parti entra, per
inclinata verso il suolo, dalla quale esce l'acqua. -per antonomasia: il
si veggono i fori pe'quali entra ed esce l'aria nelle fratta, nelle grana
leonardo, 3-287: l'aria che esce qualche volta da fondi di pantani in
cotto dal fuoco, tanto più n'esce colorito e florido. lanzi, i-310:
.. lungo i tubi, ed esce dal becco fermo, dove, infiammato,
ramo del lago di como d'onde esce l'adda... si viene tutto
. 4. che sgorga, che esce con flusso continuo. n. villani
miglior corso e con migliore stella / esce congiunta, e la mondana cera / più
né pesce / di morte fuor non esce. bibbia volgar., vii-91: la
, o sia fummo bianco densissimo, esce su a folate frequenti o a sbruffi
, i-38: siccome la saetta folgore esce dall'oriente e va infino all'occidente
. fondicciòlo. cicognani, 1-172: esce fuori con una catinella antidiluviana e sbocconcellata
ch'acquista e perde lena; / ma esce di fontana salda e certa,
: questa dilezione d'amare la creatura esce dalla fontana della divina carità. leone ebreo
simplicetto agnel scherzando a salti, / esce dal chiuso ovile, e di lontano /
peccato, come è il fanciullo quando esce della fonte, vi conviene uscire di questo
li forami del corpo di cristo crocifisso esce e versa il sangue sopra di noi
pausa si rialza di nuovo, e n'esce un doppio rimbombo, un settenario ch'
ed il suo pensiero, che non esce di getto, che deve entrare in tante
o formica di sorbo, che non esce. varchi, v-56: 'star sodo
con tale umido è detto, che esce fuori alla sommità del letame.
si veg- giono, per li quali esce il sudore. di capua, 65:
par., 10-103: quell'altro fiammeggiare esce del riso / di grazian, che
e tagliatemi poi la sinistra se non esce ». pavese, 7-io:
la storia diviene storia della verità; esce insieme dal fortuito e dal caso, a
maggiore del sillogismo, l'universale da cui esce il particolare. d'annunzio, iii-1-10
forza da rinchiuso loco / se n'esce e move alte ruine il foco.
altronde, / [l'acqua] esce con forza tal, con furor tanto,
per forza un canale, il quale esce del nilo. sigoli, 164:
sono forzate dalla manipolazione, allora nasce ed esce dalla china una gelatina così piena,
, e l'altro quando ella n'esce essendo portata alla fossa. tansillo, 3
esca così per ogni cosa, / com'esce il barbo e com'esce la lasca
/ com'esce il barbo e com'esce la lasca, /... /
boiardo, 3-7-39: lo augel ch'esce dal laccio, ha poi paura / de
sbarbaro, 5-1 io: se ne esce [dalla lettura del giornale] frastornati,
'n alto, / più presto che non esce d'arco frizza. nievo, 1-182
mio mal mi piacque, / ch'esce cantando e 'l biondo crine infiora,
11-793: da'presepi / sciolto destriero esce ruzzando in campo, /...
, ii-4-174: sai che il daelli non esce più di casa per non esser preso
stringer melanze sin che 'l succo n'esce. soderini, ii-54: gli asparagi
un caratteristico stridìo (la schiuma che esce dalla bocca di animali e di persone
... un friggitore, da cui esce il fetore dell'olio cattivo. saba
r. borghini, 1-4: se esce del ventre materno il generato,..
alberi frondeggianti. bergantini, 353: esce lieta pur la tussilaggine, / o dir
fanali senti il fruscio del gas ch'esce dal beccuccio. bartolini, 16-42: ogni
né pesce / di morte fuor non esce. cecco d'ascoli, 1838: non
/... alpestra ed alta esce de tonde e fuma. / ha sotto
per istrada solo!... esce come se fuggisse. -sostant.
l'avorio, or fugge, or esce. fogazzaro, 1-24: raggiano i primi
e, malgrado i malanni abituali, esce anch'essa, appoggiata al braccio del
e. cecchi, 6-131: la città esce tutta ristampata e direi fulgidamente candita,
: e fuor dell'ampio scudo / esce il fulgor della notturna fiamma, / che
pieni di fuliggine; onde struggendoli n'esce fuori fumo e polvere e tutto quel terreno
, che accompagna un'esplosione o che esce da un comignolo, da un fumaiolo.
. che è caratterizzato dal fumo che esce da ciminiere, da fumaioli, ecc.
in un terreno vulcanico, da cui esce una fumarola. - anche: la
iso- letta / ch'alpestra ed alta esce de tonde, e fuma. tasso,
ondata o colonna di fumo (che esce da un camino, che sale da un
arnesi a tracolla. calvino, 1-141: esce col suo pacco il mattino, si
e tua virtute, che rimiri / ond'esce il fummo che 'l tuo raggio vizia
, perché dah'officina di questi secretari esce più fumo che vivande. -sapere
ed accumulare essi. percioché quello ch'esce fuor della terra diventa duro e fungoso
sopra ogni altra luce, ché da te esce ogni luce! o fuoco sopra ogni
i-305: e1 pavoncino per essere covato esce in vita fuori donde era nell'uovo
, 282: l'alito velenoso che fuor esce / dall'infelice suol, fa cenno
né pesce / di morte fuor non esce. guittone, ix-30: fore / mi
di legge. monti, vi-158: esce fuori di tutti i termini del verisimile che
core, / non potendo capervi, esce di fore / e mostra altrui cantando la
). machiavelli, 694: callimaco esce fuora, / e siro con seco
ii-1-52: un'altra sera poi m'esce fuori a predicare che l'anima era
, / panni vedere il sol, quand'esce fòra. a. m. narducci
, / e l'alba, allor ch'esce ridente fuori / sul fiorito balcon del
. piccolomini, 150: come le esce fuora una parola di bocca, non è
con valore attributivo. mus. che esce, per eccesso o per difetto
fuoruscire), agg. che esce fuori, che emerge. piovene
in casa, quando il geloso n'esce. a. cattaneo, i-240: in
5-315: da una casa di contadini esce la vacca accompagnata dal bovaro verso la stalla
. leopardi, ii-460: quando clitennestra esce dalla stanza del marito col pugnale insanguinato,
volto e per li membri stanchi, / esce furtivo il duel ch'io sgrido e
detta verga quadra tanto, quanto eli'esce del verguccio, e secondoché comporta la quantità
/ il bel fabro d'urbino, esce la prima / vaga mortale, e siede
gabbia dei fianchi... mi esce, a scosse, e mi sguscia volubilmente
estremo / le fiamme, e luminosa esce di vita, / tal riempiendo ei d'
gagliardo, tanto che pur alla fine esce di letto. caro, 12-iii-235:
apre la via all'acqua, che esce di qualche vaso. -zampa di
, ii-580: alcuno cavalieri desideroso d'onore esce de la schiera e va gualoppando lo
dante, purg., 24-94: qual esce alcuna volta di gualoppo / lo cavalier
del nostro poeta; il quale dove esce di poeta e dà nel ghibellino, assai
fatto l'indaco o vuoi la gherbellatura esce di lui. ventura rosetti, 30:
effemminata e vile / da musico gargozzo esce dolcezza, / mi perdoni il velluti
angusta gola / de la favella in vece esce il garrito. 3. letter
in cima / una garza gentile / esce a fargli monile. l. bellini,
-gas d'altoforno: gas combustibile che esce dall'altoforno durante la produzione della ghisa
de'battilori. ilfilo d'oro tirato ch'esce dalla prima filerà. = lat.
forzate dalla manipolazione, allora nasce ed esce dalla china una gelatina così piena che
ombre, e l'aura, la quale esce delle gelate valli. petrarca, 28-47
e del gelato suo terren soggiorno / esce. caro, 8-926: è di cere
bonagiunta, lxiii-83: dentro da la nieve esce lo foco, / e, dimorando
sole vi entra il 21 maggio e ne esce il 21-22 giugno): in concorrenza
firmamento di corpi sferici, da tutte parti esce, in tutte parti entra, per
alberti, 171: il primo visir quando esce generale, si serve di essi,
astrazione; chi è appassionato, non esce di sè, non generaleggia. bocchelli,
generamento. e però spesse volte sì esce di belli, sozzo parto;
bocalosi, 11-57: allorché una nazione esce dal'oscurità sopraffacendo con una gloria improvvisa
a la genitrice, e fuor se n'esce / rodendo l'alvo a la pregnante
che l'uomo li fa e te si esce di mente. -come appellativo (
di vasello cruda, cioè com'ella esce del vasello: e gittato che hai
sotto la quale per una larga fenditura esce la sorgente, si eleva circa dieci metri
-in senso concreto: l'acqua stessa che esce; zampillo, vena. scannelli
leonardo, 4-1-24: il fiume, che esce da'monti, pone gran quantità di
/ per le finestre ferrate se n'esce, / e fugge nelle braccia d'orione
nella quale si spanda l'acqua che esce fuor del mare oceano el quale ghirlanda,
che quel grasso e quella morchia che n'esce, fa fare al vino la state
sul nero... che non esce da cinque colpi. « cinque »!
inf., 17-102: come la navicella esce di loco / in dietro in dietro
con l'altro,... esce fuori quell'odore giocondo. magalotti, 4-226
con impazienza. folengo, ii-35: esce il grande esercito, ch'ascoso /
purg., 20-74: sanz'arme n'esce e solo con la lancia / con
quale pare aspro e duro quand'egli esce del tino, e quello non può
larga gira / passa '1 sospiro ch'esce del mio core. boiardo, 2-31-1
. baldini, i- 308: esce impetuosamente dal banco col soprabito indosso,
il suon diverso e molto / ch'esce dal centro dei celesti giri. leopardi,
). periodici popolari, i-9: esce alla mattina con tre o quattro cappellini
ne vien a dipartire, / cantando n'esce, e ornai fatt'è giudeo.
, dimenticando la gravità di giudice, esce in villanie contro i rei; è un
le volpe, / tal lezzo n'esce fuor, sozza gioménta! sacchetti, 206-70
, iv-13 (1-15): nave ch'esce di porto / con vento dolce e
riproduce il rumore di un liquido che esce a intermittenza da un'apertura stretta o
il carroccio del comune... esce a gloria incontro al pontefice. g.
di un liquido (in partic. quando esce da un'imboccatura stretta o viene bevuto
grosso ramo del lumbo sacro, che esce dall'incavatura ischiatica, al disopra del
grosso fazzoletto. -umore dolce che esce da alcune qualità di fichi maturi.
/ di voce che gorgoglia, ed esce alfine / come da inverso fiasco onda
dolcezza. -goccia di umore che esce da alcune qualità di fichi quando sono
che gode / il cuor uman, quand'esce / da periglio mortale. goldoni,
3-72: il collo libero, statuario esce da un panciotto serico, ricamato e goldoniano
sia detta erba rondinaria, perché ella esce fuori de la terra, quando le
tra quelle genti inaspettato e nuovo / esce. magalotti, 23- 216:
è che un umore viscoso, che esce dagli alberi, rappreso. lustri, iv-131
suo nome da quella gomma che nell'arabia esce dalla scorza dell'albero detto acacia vera
. manzoni, 11-137: il pastore esce dalla capanna e le munge [le
, e posi e stagni, / esce talvolta il rapido torrente. -pozzanghera
incise strozze il nero sangue / gorgogliando esce, e 'l suolo infosca e brutta.
fuor la ostacolo, un liquido che esce da una stretta aperlingua, ha fuor
e così sottopostovi un labro, dal quel esce un canale o goma che dir vogliamo
', specie di grondaia di pietra che esce dal corpo stesso di un muro per
da la propria gota '; cioè quando esce la colpa de la propria bocca del
e signoreggia / l'emilia nobile, / esce aristotile. bottari, 5-50: alcune
('guzzo') o sciatta, che n'esce, non costa attrezzata che un dugento
più persone. betti, i-319: nulla esce da voi che non siano fastidiosi boati
, 4-20: un corvo entra ed esce dalle nuvole gettando, a ogni curva
fastidioso. betti, i-319: nulla esce da voi che non siano fastidiosi..
linee parallele non molto distanti, ch'esce fuora dal muro m quanto ella è alta
loro parlare è più gradito, però che esce di più dilicato stormento, facciamo qui
dall'ignoranza e dal dubbio non si esce che per gradi o di probabilità, o
e rendere sodo e omogeneo rimpasto che esce dall'impastatrice (e consiste per lo più
, e si perde subito appena si esce da lei, appena sottentrano l'arte e
: 11 gran fiume che di vesulo esce, / quanto più inanzi e verso
farò come l'uccellino, che nuovamente esce di nido, il qual, sentendosi debile
uomo, quantunque sia grande peccatore, esce dalle sue mani e salvasi, egli s'
tu diresti esser la stessa diva che esce dal tempio in mezzo al popolo suo
granita, lunga dritta intera, / v'esce la rappa dalle spoglie nette. soffici
, nessuno cerca di ferir chi n'esce. gioberti, 1-iv-470: una minutaglia di
soderini, iv-57: ripremuto quello che esce dal latte, si fa la ricotta
mattioli [dioscoride], 793: esce nel principio della morsura [della
le brozze, la marcia che indi n'esce. -tosse grassa (o umida o
al vino nasce da guel grasso che esce dall'uve quando si pigiano. b
quel grasso e quella morchia che n'esce, fa fare al vino la state i
poppe son premute istrettamente, sì n'esce fuori il grasso. 8.
cancelli han d'or fin, s'esce ne gli orti, / dove prendono ognor
basta, / da che la bionda aurora esce dal cielo, / finché febo si
può essere cotesto, che mei non esce del mio scrittoio senza me, se
dittamo pascendo, il duro strale / l'esce pur da l'interna e grave piaga
ma anco dono naturale in quanto che esce da dio liberamente e senza necessità s'
gheggia, / lui sol per fedeltà esce di greggia. monti, v-418
, v-418: la sua anima esce dal gregge delle comuni. bel
: salutiamo il bel giorno, / ch'esce di grembo a teti / tutto di
. salviati, 2-9: il pin ch'esce di limo troppo per il sottile)
, 1-104: quando alcuna cosa gli esce un po'gretta, in luogo di rifarsi
levar subito. forteguerri, 30-44: esce una grida, / che vogliono gli sposi
la codetta del sottoscatto, la quale esce fuori della cassa, e vien toccata coll'
in migliorini, 1-660]: mia moglie esce da una grippe (lettera 11 gennaio
grossezza del muro pende tanto che ella esce fuora del fondamento, non potrà stare che
: il suo pensiero, che non esce di getto,... quanto guadagna
richiude, delle quali, quando n'esce, manda fuori la biada con ordine
mia vita esposta, / fin- ch'esce il fiato fuor della guaina. bresciani,
certe guainelle, dalle quali sgusciandola agevolmente esce. d'annunzio, v-2-760: l'
manterrò purgato e mondo / più che non esce di gualchiera il panno. nomi,
, 4-253: ci guardammo come chi esce dall'acqua annaspando. -intr. -
che entra, ma a quello che esce: bisogna porre molta attenzione a ciò
che entra, ma a quello che esce. è del vangelo e s'intende
. murare la porta del castello la quale esce verso 1 giardini, e presidiata l'
s. antonino, 2-23: questa allora esce fuori a campo molto feroce, e
.. là dopo le undici, esce di casa guatto guatto. = deriv
gonna con la destra ignuda, / ch'esce dal guanto, se mai guerra indice
i-51: il comporre è un filo che esce d'una matassa filata di diversi lini
... la piccola guitta che esce sull'imbrunire dalla misera camera ammobiliata.
avendo chiusa la bocca molesta, / gli esce dai denti a gurgiti la spuma.
pindemonte, ii-337: dall'iberna stufa esce, e orgoglioso / della deposta,
dell'acqua, o d'altro fluido che esce dalle trombe. l. pascoli,
quello che è tenue, sottobianco ed esce da ulcere cattive, e massime dove
già. tasso, 7 * 24: esce al fin de la selva, e
: sull'ignuda arena / erba non esce. tommaseo, 15-442: tra l'arido
dopo un vasto riposo, ne esce più illimpidito, perdendosi in ser
. m. zanotti, 1-8-86: esce la verginella / per far nuovo a l'
lina e si cola, e n'esce l'acqua, restando dentro il colore,
me perché quell'istesso fiato, quando esce da una tromba sonata con la bocca
, mi faccia raccapricciare, e quand'esce da quell'istessa tromba sonata in aria
dà nel molle; e così mezzo balordo esce del letto e incolpa il parrucchiere dell'
/ subito in giù fin l'imbroccata gl'esce, / e d'aspra punta a
, sul trincarino, per cui esce o si vuota l'acqua che sovra vi
che il chiaro espero allora / ch'egli esce fuor sull'im- brunir del giorno.
. g. raimondi, 3-213: se esce, una sera, s'imbuca in
. vittorini, 7-87: l'uomo esce con 1m homo sapiens'dal mondo immobile
iv-287: l'imondo spirito, quando esce dell'uomo, va cercando di riposarsi
iii-48: non molto lontano dal mare, esce d'una montagna uno liquore o bitume
iii-486: la beata vite / di terra esce e s'impampina. arici, ii-197
57-10: corcherassi il sol là oltre ond'esce / d'un medesimo fonte eufrate e
di colori onde un viso par carne ed esce fuori della tela. 2.
uno staccio alquanto grossetto, perché n'esce pietruccole e barbucce e vetri ed altre
b. davanzali, i-67: esce fattosi buio, della porta agurale;
con lo sterco di licurgo, / n'esce un coso chiamato all'impensata sulla pania
. capponi, 5-239: la parola esce più spontanea, e quindi più impetuosa e
. 4. prov. chi esce di speranza esce d'impiccio: chi
4. prov. chi esce di speranza esce d'impiccio: chi lascia cadere ogni
. proverbi toscani, 304: chi esce di speranza, esce d'impiccio.
, 304: chi esce di speranza, esce d'impiccio. 5.
s'impiglia / l'umana gente e n'esce il nero dubbio. -impappinarsi.
fatto, avvenimento non previsto (che esce dalla norma, e suscita sorpresa,
d'oro il labbro dello zufolo donde esce lo zampillo dei suoni. de pisis,
il piede. manzini, 8-101: esce di casa imprigionando nei quattro bottoni restii
sull'erbe una figura / di dieci palmi esce di sella netto. fagiuoli, v-164
con bocca quale fa el vento quando esce per le parte posteriore. il che
, i-123: quando lo immondo ispirito esce d'uno peccatore... va cercando
altri... pigliano quel vino che esce dall'incalcatura de'grappoli soprammessi l'
è la fiamma e la luce che esce dalla conflagrazione e dalla incandescenza de'vari
, risentito. pavese, i-469: esce pino dal portico e dice: - vado
: sì grande è quella luce / ch'esce della serena / suo faccia splendiente,
il colle / più verso il mar, esce bagnato e molle. caro, 9-840
intima repulsione. moretti, i-42: esce trionfante dal grande albergo sorrisa e inchinata
un certo umore che stilla a stilla esce dall'incisione e tutt'insieme raccolto;
ventre e figlia, / e n'esce fuor vestita in strana guisa / ninfa
nella tarda notte. pascoli, 103: esce il bifolco e rauco i bovi incita
): la porta s'apre; ferrer esce il primo; l'altro dietro rannicchiato
uso del generare, se incompetente- mente esce fuori, inbratta l'altre membra.
. inconsuèto, agg. che esce dalla consuetudine; che esula dall'ambito
torpido fra la nebbia ed increscioso / esce su roma il giorno. 2
fanciul che pavé, e là, dond'esce, attende / col cuor ch'indi
, sono ubriacato dalla voce / ch'esce dalle tue bocche quando si schiudono /
inf., 17-101: come la navicella esce di loco / in dietro in dietro
: il più delle volte un effetto non esce da quella cagione che è indifferente a
questo che alcun degli altri, ma esce da quella che alla produ
gonna con la destra ignuda / ch'esce dal guanto, se mai guerra indice,
.., bisogna romperle; n'esce il sangue: per due o tre giorni
l'oriente. preti, 69: ridente esce indorate, e ne la luntananza conosco l'
, 69-286: la diserzione, quando s'esce da file inerti per accorrere là dove
di vino, imperò che di vino esce lussuria. folgore da san gimignano,
fronte di una bella moneta, n'esce un'altra in corso che sia a peggiore
ines- siccabil fonte /... esce ad ognor con tanta largitate / da
tutte le sue infamie innominabili / ch'esce col vino / da quelle gole disgraziate
carnascialeschi, i-488: con questi s'esce fuori / quand'è piovuto a 'nfangar
a roma. tasso, 13-54: non esce il sol giammai, ch'asperso e
: pur lo gran fetore che de bocca esce imbestialano. ligioso culto s'
mostrar quell'infernaccio, / ov'entra et esce 'l diavol maledetto. g. m
, a un portinaio per sapere quando esce un morto da una casa infetta.
infìammaménto d'aere, che prorompe ed esce fuori per vicendevole stropicciamento. plutarco volgar
infima la donna è più libera, esce, lavora in campagna, e si
oggi si sa domani, e la verità esce in fine all'aperto per sua propria
o ria, che la fama esce / fuor d'una bocca, in infinito
, 1-viii-313: nel tergo infitta / esce l'asta pel ventre, il giovinetto /
sudicio. nitri, 3-102: esce [il vino] dal tino infolaghito,
le tremule ciglia, / e là dove esce il riso, / rigida scorza informa
congegni sottili / onde l'informe sostanza / esce trasfigurata / come da industria sagace /
incise strozze il nero sangue / gorgogliando esce, e 'l suolo infosca e brutta.
non è un rumore di morra che esce dalla soglia infrascata dove qualche scapato protrae
). ottimo, i-519: quella esce piena della camera del padre, e
e rotondo, tutto carnoso, che esce nel suo principio acuto dall'angolo più
ne perde, la memoria ingrossa e esce di suo dovere. s. caterina
che comprende al fin che, se non esce / or c'ha vigore e in
. marinetti, 2-i-304: il diritto esce dalla lotta agilissimo ma inguainato di duttile acciaio
il mondo e il paradiso insempra, / esce igneo brando ambiaffilato et atto / a
intacca il frassino la sera, n'esce una gomma dal corpo la notte, ch'
. intagliando di state la corteccia, esce a guisa di balsamo un liquore d'odore
angiolieri, xxv-11-390: quando mie donn'esce la man del letto, / che
umore sieroso, mucoso, giallo, che esce dall'utero o dalla vagina. presso
buono pane, ma di questo poi esce buono levaduro. m. savonarola, 38
fosse ritrovato. tarchetti, 6-ii-158: esce... qualche volta di notte come
tali per levarsi dalla vita consueta, quando esce loro dal cuore, strano e incompreso
gronda sul lavoro; ma anche nelle pause esce dall'uomo atterrato un respiro spesso e
a libra entrane, / e a oncia esce, il male. tommaseo [s