fortuna caduca esser fuggita con veloci andamenti. dondi, ix-226: quivi de sodo sasso
figura / o così savia giovane piacente? dondi, ix-224: l'uom prima avanza
volgersi altrove, a te essendo ignota. dondi, 251: amico, ancora ignoto
, in valle ima e palustre. dondi, 241: il veder torto del vostro
con la particella pronom.). dondi, 249: la pelle increspa e perde
l'opera mandasse ad esecuzione il peccato. dondi, 238: la bona induxia è
talento e giudicato infedele e isleale. dondi, 237: già me dicesti più
sacre pagine. -rifl. dondi, 269: sonetto mio, va là
attenessero la 'mpromessa delle loro congiunzioni. dondi, 242: qual cieli infortunati,
la sua intenzione è piena d'inganno. dondi, 272: l'oscuro parer
il destino, la morte). dondi, 241: per pietà si lagna,
infausto, inclemente, nefasto. dondi, 242: qual ciel infortunati, qual
amore divino, di fervore mistico. dondi, 249: ma quel è saggio,
innocenza e giustizia e desiderio e umiltà. dondi, 242: convien che 'l
insidie, come traditor, porre. dondi, 262: se la virtù celeste favoreggia
navarrino per rendersi. -figur. dondi, 250: son desioso de gustar alquanto
inferma vecchiezza viene con tremante passo. dondi, 241: ito è il tempo che
la propria luce; irradiare. dondi, 248: d'intorno il sol la
.: illuminare di grazia divina. dondi, 248: il chiaro ciel leticia con
, stormire; cigolare, scricchiolare. dondi, 240: ma voi me festi novamente
si dipartio, non che secura. dondi, 237: in quel mio bel giardin
voi, donne, ha lassate. dondi, 255: o antichi mei compagni,
vi legessi il dì né l'ora. dondi, 239: io non so
m. ant. lepre. dondi, 272: pavido fato sum più che
d'arte in genere). dondi, 250: peroché sento che tu senti
letizia e d'ogni santo diletto. dondi, 248: il chiaro ciel letìcia con
/ per vostra correzion lo vizio limi. dondi, 262: non ami ben terren
riprovato da dio e male finì. dondi, 269: dica contra chi vuol:
e lo stato di messer musciatto. dondi, 267: noi miseri siam nati /
sonno suo, s'ella l'ascolta. dondi, 269: diragli ch'io me
, o qual grazia mi ti mostra? dondi, 272: se per soffrir,
-con riferimento ad animali. dondi, 271: sentii venir a me silvaggia
di fino in essa contenuto. dondi [rezasco], 409: hanno da
/ e degno de gran tormento. dondi, 273: quel che io non voglio
forza ogni suo sdegno indietro tira. dondi, 271: però te prego che mandar
. -intr. deviare. dondi, 236: il soperchio pò ben far
.. sì 'l cominciarono a sgridare. dondi, 255: o antichi mei compagni
estrazione sociale, di origini ignobili. dondi, 274: melanconici tuti e saturnini /
; a tradimento, proditoriamente. dondi, 271: sentii venir a me silvaggia
un compì, di limitazione. dondi, 248: questa benigna e mansueta ancella
/ nave di merci preziose carca. dondi, 239: quando aoi noachier prenden
mia notizia, avea cangiata vista. dondi, 251: peroché de la noticia galdo
lo dolore / ond'io son soferente. dondi, 252: io sento che fato
/ così mi circunfulse luce viva. dondi, 265: per la fenestruccia alcuna volta
cadere, n. 29). dondi, 265: per la fenestruccia alcuna volta
olla di vetro a chiar colore. dondi, 264: la ola, che per
/ donna, non vi vid'io. dondi, 237: in quel mio bel
persona onesta che stata vi sia. dondi, 256: certo quel non è più
; a l'altre è noia. dondi, 272: l'oscuro parer nostro mondano
ostenderò mio maltalento sopra loro ». dondi, 235: o caro antonio mio,
come voi vedete avere a me. dondi, 238: io non so ben s'
luogo più segreto in uno diserto. dondi, 263: per far a casa felice
partic.: citazione, estratto. dondi, 237: tu perché intendi sotilmente esopo
però non saranno da lui difesi. dondi, 272: pavido fato sum più
(anche di un sentimento). dondi, 240: perché io aviso vostro parlar
sangue e le budella de'meschini. dondi, 269: io ò di vederlo tanta
la ragione. -intr. dondi, 256: io non so qual fortuna
non perde, come le maladette ricchezze. dondi, 249: e1 capo
del talento. -perfezione. dondi, 272: non à l'uom mortai
; variare, cambiare, mutare. dondi, 258: dice ypocras che da setentrione
create, non te vole recordare. dondi, 256: certo quel non è più
fu non picciol, ma sovrano. dondi, 250: io ti prego che scrivi
un viaggio, ecc.). dondi, 267: ornai ciascun se doglia /
presta ella e concede alli suoi possessori. dondi, 267: la sacrosanta carità
un sol d'occhi aprendo ogni serraglia. dondi, 251: amico, ancora
grande e onorato re carlo smontò. dondi, 257: se la conoscete, per
che loro awien per avventura. dondi, 268: vertù, ch'è la
ciascun di mal voler fu pregno. dondi, 267: noi miseri siam nati
. -grave, minaccioso. dondi, 240: io aviso vostro parlar pregno
l'uomo presente non si conviene lodare. dondi, 269: io ò di vederlo
, che guida ragire umano. dondi, 252: pensa che tu sei uom
genti v'erano morti e sangue sparto. dondi, 243: al no par esser
(una forza militare). dondi, 269: dica contra chi vuol:
concedendo perché più m'era a grado. dondi, 238: la bona induxia
rimesso quanto il più si possono. dondi, 257: o caro mio dilecto compagno
dire, voglio ve ne renda ammaestrate. dondi, 257: ben mostri chiaro
necessità temporanee ed urgenti. n. dondi [rezasco], 461: venne.
'l tuo disio sì caldo brama. dondi, 238: degno è che a ciò
chiesa. -corruzione, depravazione. dondi, 242: o puzza abominabel de costumi
s'arresta, / semplici e quete. dondi, 248: questa benigna e
degno de regever sentenzia contra sé. dondi, 235: o caro antonio mio,
, / a scriver giu si pose. dondi, 260: diragli ch'io me
guidare ogni nostra operazione in bene. dondi, 236: tu sai che, bench'
un patto, una situazione). dondi, 273: non è vertù dove la
r. aprire, dischiudere. dondi, 252: son desioso che mi sia
dolore; stare fuori dal letto. dondi, 239: sì traviato sum ch'io
assunta dal soggetto). dondi, 264: l'uom, qual temperanza
si perde / per perder tempo. dondi, 268: non ama chi vuol
-per estens. concludere; dedurre. dondi, 260: ricolier pòi a cui il
-per estens. catturato. dondi, 272: pavido fato sum più ca
/ l'orno ch'è desformato. dondi, 253: spandaci lume, ornai tanto
d'antigono la rimandò al soldano. dondi, 271: o caro mio dilecto fra-
poco: essere lì lì per. dondi, 257: di poco rimagno / ch'
questo non è canto de'rimanti. dondi, 250: quando fra me vi
stringe e di forza lo spoglia. dondi, 238: la bona induxia è
diliberò e disse che volea volentieri. dondi, 239: una speranza, un consaio
, stentato; oscuro, involuto. dondi, 253: mandacci rime de ritrosa forma
scovrire a la tua vista rude. dondi, 237: tu perché intendi sotilmente
conserva una primordiale spontaneità). dondi, 240: già ne la vaga etade
dio (un comportamento). dondi, 267: la sacrosanta carità d'amore
il monte a più lieve salita. dondi, 263: lieti cantando e pibando
proprio influsso (una stella). dondi, 248: d'intorno u sol la
. -con uso awerb. dondi, 268: il tempo coglie chi scarso
di livello (il mare). dondi, 264: la ola, che per
chiaro, luminoso, terso. dondi, 248: questa benigna e mansueta ancella
scoppio di un'arma da fuoco. dondi, 236: benché 'l dir non sia
sciolti una leggier ghirlandetta di provinca. dondi, 265: per fenestruccia alcuna volta
un'attività. - anche sostant. dondi, 250: son desioso de gustar alquanto
/ ver gli amorosi dolzi riguardari. dondi, 271: sentii venir a me silvaggia
il superbo isdegno tra. lloro. dondi, 255: usiam insieme con domestichezza
-comportamento retto, giusto, onesto. dondi, 238: chi no abandona la sèmita
, e la ragion è morta. dondi, 262: se la ragion alma segnoreggia
avea operato tanto di grazia inquesto mondo. dondi, 253: spandaci lume, ornai tanto
sé, non lasciare ad altri. dondi, 244: se altra possa mai fu
preparare una sorpresa, uno scherzo. dondi, 252: io sento che fato sei
iv-10-65: apparve una commeta di versosettantrione. dondi, 258: come tu sai, o
alma non si sforza nel suo male. dondi, 260: dico ben che la
miei guai / nelcommune dolor s'incominciaro. dondi, 262: se la virtù celeste
, un cor- po). dondi, 245: nel sommo cielo con eterna
di grandi virtù morali e intellettuali. dondi, 252: amico ancora ignoto, la
un segreto; risolvere un enigma. dondi, 237: tu, perché intendi sotilmente
mal convien per te si purghe. dondi, 258: se non socori con tuo'
; compagno, amico. dondi, 254: o fratei quasi, o
volere o ai desideri di altri. dondi, 257: se la conoscete, per
l'animo alle gravezze de'mali. dondi, 1-120: poi chiunque miglior vita brama
niente scema per lo numero degli eredi. dondi, 266: in stato terren nul
in ciel che sì li avanza. dondi, 254: volesse dio che pur la
et in questo penser l'alma respira. dondi, 247: sì vedrem chia
sostegno vi possa dare alla fatica. dondi, 272: spero che colui vi
: tacitamente, implicitamenmalamente si spende. dondi, 268: il tempo coglie chi scarso
in cristo, ma nelle proprie opere. dondi, 262: virtude abrazzi,
di lui sperar fallace e scemo. dondi, 266: in stato terren nul uomo
una catena, ecc.). dondi, 236: tu ha'veduto dolz'arco
economiche. - anche sostant. dondi, 274: melanconici tuti e saturnini /
... là se n'ando. dondi, 269: sonetto mio, va'
- quant'io più m'inchino. dondi, 267: ornai, ciascun se doglia
-non corteggiato, trascurato. dondi, 266: altra donna, e gentile
. -in una meton. dondi, 264: la ola, che per
baci, carezze. a. dondi [« il venerdì di repubblica »,
riputavagli io indegni della vita medesima. dondi, 262: la mente tuta al ciel
arte di sapere amare vi mancoe. dondi, 236: tacere è 'l melio,
dignità di grande prestigio e autorità. dondi, 241: se 'l veder torto del
io m'apello tutto vostro ormai. dondi, 266: ma sento ancor già
tomin gli onor dovuti al signor mio. dondi, 258: pelago. manzoni
per venire a onta e a vergogna. dondi, 266: onde in stato
l'altro all'altro seguiti la traccia. dondi, 236: tu à'veduto dolz'
a un modello di comportamento. dondi, 255: però tegniamo pur l'antiche
un periodo di tempo). dondi, 268: non ama chi vuol ben
. - anche in una sineddoche. dondi, 259: sperando che 'l tuo canto
all'imperfezione dell'uomo). dondi, 246: quanto più m'avicino al
odioso è bestia e non uomo. dondi, 252: pensa, che tu sei
-anche in un contesto metaforico. dondi, 271: tu te partisti, senza
e vile. -sostant. dondi, 246: come po'in alcun vii
buon volili / a suo conoscimento. dondi, 254: o fratei quasi, o
nei confronti di una persona. dondi, 260: di certo sapi et chiascun
dial. ant. gelo. dondi, 266: ma in dio por speme
invar. ant. ciò. dondi, 273: non è vertù, dove
o luogo particolarmente caro, amato. dondi, 271: o caro mio dilecto fradello
ebbi mai la lingua stucca ». dondi, 259: se ài donca speranza alcuna