che stando in somma quiete del corpo divengon ociosi e accidiosi de la mente.
dette cave travagliano, per lo più divengon tremolanti di mani e di capo, sendoli
; e, da quella staccati, divengon bugiardi, ignoranti e annicchilati nell'esser
pesce, o sulla carne, che divengon poi vermi. vallisneri, iii-380: cacchione
van più lontani col semidiametro, tanto divengon maggiori. c. dati, i-389
(peritoso eufemismo!) della memoria divengon sensibili, e troppo sensibili, vuoti
dalla frigidità della detta nuvola con impeto divengon vento. ottimo, iii-240: però che
uno di questi uomini, i giri divengon sì rapidi e sì moltiplici, che
. pallavicino, 1-506: come prima divengon palesi alla cognizione [certi morbi]
cognizione [certi morbi], così divengon insuperabili dalla cura. a. cocchi
del diavolo,... intiepidiscono e divengon vili e timidi. masuccio, 239
croce, ii-91: i moti delle vene divengon languidi, appaiono sudori sottili e le
appaiono sudori sottili e le parti estreme divengon fredde. tommaseo [s. v
onde tremanti, stupide ed immote / ne divengon le man di quei che stringe,
arone o dragontea si chiama, e così divengon lubrici e si scaricano. redi,
poveri: perché i troppo ricchi spesso divengon superbi e temerari; i poveri,
da'paterni sudor ben acquistate, / divengon fasce, ghirlandette e mitre, / e
quando sono cresciuti e posson volare, divengon più accorti e acquistano qualche sorta di
,... spesso di pastori divengon lupi. b. tasso, 134:
da'paterni sudor ben acquistate, / divengon fasce, ghir- landette e mitre /
tremanti, stupide ed immote / ne divengon le man di quei che stringe, /
e foderi le quali... le divengon cartapecore da far vento per trastullo,
/ da'paterni sudor bene acquistate / divengon fasce, ghirlandette e mitre. g
diavolo,... intiepidiscono e divengon vili e timidi. s.
, 162: gli errori delle guerre divengon pianti. ibidem, 200: oggi
restando in polvere, ma non divengon fluidi. g. averani, ii-134:
divengono vili, e per contrario i vili divengon pregiata. aretino, v-1-3: le
trapportar dalla persuasione ai se stessi, divengon superbi. delfico, ii-103: l'aristocrazia
e tosto / rotonde e gobbe ne divengon quelle, / e traggono il sanguaccio,
maniera gli occhi che le mirano che ne divengon ciechi non che abbagliati. cellini,
cosa di molta stima. si seccano e divengon dure come osso. b. barezzi
e tosto / rotonde e gobbe ne divengon quelle / e traggono il sanguaccio né
scamuzzoli de'metalli accozzansi, e ne divengon tacque intinte del vitriolo il quale in
quel che leggono o sentono, non divengon forse scostumati, sofisti, ampollosi?
uno di questi uomini, i giri divengon sì rapidi e sì moltiplici che non è
colpi lor d'ardor molesti, / e divengon per quello fieri e amari / di
lanzi, 1-2-10: 1 medesimi scrittori divengon oracoli quando lontanamente favoriscono il sistema;
l. bellini, 5-1-79: minerali divengon tacque nel passaggio fra le miniere e
traslate, ma alcuna volta le traslate divengon proprie o per lo difetto delle proprie
schiavini di parigi, finito l'ufficio, divengon nobili, ed nan titolo e trattamento
hiavini di parigi finito l'uficio, divengon nobili, ed han titolo e trattamento
valido torrente. boccaccio, viii-2-114: divengon vento, non solamente impetuoso, ma
, lingua parlata', naturalmente improprie, divengon poi assolutamente e importantemente false, quando