v. s. illustrissima, e le dò mille e mille baci con abbondanza di
docum. fin dal 1470. ab dò me e deriv., v. addome
sgomberare le anticamere perché per oggi non dò udienza. 2. soldato dello
afferro con queste mani, se ti dò un pugno, ti attondo, ti estinguo
è fatto. e quando non va bene dò un calcio all'attrezzista e lo rifaccio
pare uno scambio conveniente. io ti dò ragguaglio di fatti reali, tu mi
ora a me stesso, e dò più distinta ragione dell'intenzione mia; avvegnaché
delle bestialità, invece del salario vi dò un'interessenza. piovene, 5-97:
b. davanzali, ii-18: non mi dò vanto di nobiltà né di modestia,
25-23: in quanto adunque io vi dò con che potervi difendere dalle soper- chierie
buttare addosso un secchio della broda che dò ai miei porci! 3. figur
fatto il callo..., e dò pienissima autorità a chicchessia di cacciarmi di
114: da valent'uomo risoluto la dò fuori [l'opinion mia] alla
lavoro, * disse, « vi dò respiro fino a san michele. a partire
d. bartoli, 33-252: ne dò in fede il suono delle campane,
mia parte buffa / recito, né dò retta / a chi la penna tuffa
quello sfacciato di don silvestro, ti dò un ceffone qui dove siamo *; borbottava
378: non fuggì, per dò, né poi il giudicio divino né allora
, « che ti fia chiaro / dò che 'l mio dir più dichiarar non potè
. / ché del mio cor ormai ti dò la chiave. poliziano, st.
mogio mogio nipoti miei! vi dò pure la benedizione che non costa nulla »
non chiudete li orecchi a salomone che dò vi dice, dicendo che « la via
portarlo a rigirar nella chiocciola, mi dò a credere ch'egli udirà, imperfettamente
c. e. gadda, 7-95: dò palla bianca a una collazione e a
, dalla mia comare: io ve li dò, non ho altro. panimi,
dover di giudicante accorto / a ciascun compartir dò che gli tocca. menzini, 6-42
estrema / fatica è questa che vi dò; ma tutte / son contate lassù.
, 14-278: e s'aversa fortuna a dò contrasta, / quel che possiedi in
: a sogni sì, che io dò fede...; io non veggo
avegnuo, / en la toa corte dò esser recevuo, / dig mei peccati deslavad
darà credito in un libro a dò deputato a chi le consegnerà.
/ ciò che promette, a morte mi dò tardo / ch'i'non potrò contraffar
l'ebbi / rimesso a letto, dò la cerca a tutta / la casa,
azeglio, 1-515: m'avveggo che dò un po'nella malinconia; che a
digiuno due volte la settimana, e dò le decime di tutto quello, che
degli eterei scanni, / a voi dò gloria e lode; e intanto il
giovine, -corpo d'una pipa! vi dò un anticipo. alvaro, 13-300:
salvini, 34-181: questi precetti io dò a i disamanti. / color che
che siamo a discorso di cotali vi dò nuova come la vostra salsiccia non è ancora
ciò che promette, a morte mi dò tardo / ch'i'non potrò contraffar la
degli eterei scanni, / a voi dò gloria e lode; e intanto il velo
= lat. dónum, dal verbo dò 1 io do '. cfr. isidoro
4 lancia '. dò riio, sm. entom. formica della
duo, duòi, duòie, du', dò, dòi, dòie). il numero
/ più la bacio e le dò tutto il mio amore. / i suoi
aggiunta '(da èm- 8£8cùfu * dò in soprappiù, aggiungo ').
afferro con queste mani, se ti dò un pugno, ti attondo, ti estinguo
vengo, e levandomi il cappello / vi dò un 4 buon prò vi faccia'riverente
ungaretti, xi-193: se dal vado dò un'occhiata alla folla fluttuante da una piazza
/ per ogni modo, io vi dò 'l foglio bianco. moniglia, 3-246:
sola. tuttavia per ubbidirla, ne dò qui una: ma con patto espresso che
quel galant'uomo dalle lettere e mi dò pace, sperando che dio non abbia
, ii-18-126: scrivimi, e io dò la disdetta a tommasone e a guiduccio;
generalità '. papini, 39-264: dò ragione a bethmann holweg -ma finché
158: bruco / ch'io non vi dò un fistuco / s'egli scherza;
gimignano, xxxv-n-414: di settembre vi dò diletti tanti: / falconi, astori,
. carducci, i-8-105: non ti dò dunque nulla di troppo? a giorni
giudaismo. diodati, 2-240: io dò loro quel nome odioso [di cani]
degli eterei scanni, / a voi dò gloria e lode. alfieri, 1-655:
ima mano prendo e con l'altra dò? -è vero! -grida più d'
per la cruna di un ago; tutto dò che possiedi, va e dallo ai
capriccioso della vostra persona, e gli dò tutti quegli attributi che attraggono tutta la
ciò che promette, a morte mi dò tardo / ch'i'non potrò contraffar la
fortuna e la virtù con cui vi dò il sesto, vi impasto, vi polisco
venti ore suonino, / non ti dò li danari. del tufo, 42:
mesola toccherà al sig. bottoni, vi dò parola che il corpo raccomandato sarà impiegato
iscordevole dei beneficii, 10 non vi dò né mezza volta licenza per farlo.
panciolle meno inciampa. -0 ci dò o c'inciampo: per indicare il persistere
nazionale. bocchelli, 2-v-328: le dò ragione quando mi dice che la lira non
de molteplici doni e grazie che io gli dò, che ricalcitra verso di me.
la bocca [al camaleonte] e gli dò l'ingobbia-mità avventarsi molte saette dal cielo.
intelletto ancora. putti, lxv-275: dò spirto e senso all'insensate piante, /
, in ariete o in capricorno, dò a la cagione di ciò titolo di
, 1-iii-499: invece di salario vi dò un'interessenza: il guadagno della stalla,
per lo mio mobile, e lo dò a sacco, al fuoco e ai ladri
? / io rubo sempre ciò ch'io dò d'intoppo, / s'io ne
aguzzetto. -non sono io che glielo dò, ma è la provisione del 1376 degli
ii-165: la parola chio adesso vi dò tenetela, o signore, per inviolabile
2-155: se di vero gioire unqua dò lode, / fuor ch'ai pensar
: son tanti i baci ch'io le dò [alla lettera], che molti
colpi della vostra mano, a cui dò io... l'irrevocabile impulso a
comp. da ju 4 dolce 'e dò 4 metodo '. judoka,
agli altri suoi dannosa, / non le dò iusta causa che mi chiami / nimico
: « brutta cattiva, adesso te le dò io! vergò- gnati! vergògnati!
in sino al ciel ch'i'ne dò lor licenzia. tasso, ii-534: io
f. loredano, 13-72: vi dò nova di avere accomodato la cosa in modo
. ferd. martini, 1-ii-125: le dò un lasciapassare; e di tasca mia
iii-51: io per me non gli dò 'l laudo / né l'applaudo.
legaccétto. pasqualigo, 163: vi dò il legaccetto di quelle cose che mi
, / chè minor è, quando 'l dò più per tempo. sacchetti, 68-26
e con tanta destrezza che io gli dò tutto e lasso el resto fare a lei
. pananti, i-351: io le istruzioni dò, faccio la lista / dei personaggi
: di vizi ricco e di virtù, dò lode / alla ragion, ma corro
, vi faccio mia locotenente e vi dò tutta la mia autorità. aretino, 20-40
-i'sarò altrui. - non vi dò un fico. / - torto mi fai
/ fermate i raffi, ch'io mi dò per vinto; / non tirate,
e l'altra lo butto, cioè lo dò a mia matrigna ch'è appunto buttarlo
gli voglio, abusa del pensiero che mi dò di lui e per lui, sa
e delle azioni mie passate, ma dò buona e compiuta malleveria pel futuro.
mi dovevi? aretino, 20-261: io dò l'anima a satanasso quando siamo battezzate
lavoro. algarotti, 1-ix-3: io dò l'ultima mano a'miei dialoghi, che
una cosa, ma s'io gli dò materia e dico: cerchio di ferro o
tobiolo, 1-17: a lui mi dò e raccomando, ch'egli sia mio aiutatore
mio mendico. pasqualigo, 45: vi dò la scuffia, la quale se non
credere che mi stimino qualche cosa, mentre dò loro tanto fastidio. brusoni, 6-10
merco, / e non adulo e non dò mai la soia / a'signori.
s. v.]: 'ti dò al mereiaio ': dicono le mamme
. / -i'sarò altrui. -non vi dò un fico. / -torto mi fai
messo, / tanto ch'a lelio ne dò vanto a pena, / ovunque fur
sottil né grosso grosso, / ma dò in quel mezzo e mi piace il
mosca 'e dal tema di ótjpàco 'dò la caccia '. miiotóne, sm
oddi, 2-80: per la prima ti dò a selim una guatatura porcina, sopraccigliata
devozione / questo pan ch'i'vi dò, ch'è il corpo mio: /
giuro per il mio mobile, e lo dò a sacco, al fuoco e a
, rabberciare. algarotti, 1-ix-3: io dò l'ultima mano a'miei dialoghi,
i. nelli, 1-1-3: io le dò ad intendere ciò che voglio ed il
audivi fosse tanto dotto / che mi dò tutto, -neiente di me servo. g
). aretino, 20-135: ti dò la fede mia che il zuccaraio mi
santa nostrana / santa contadina / ti dò la zappa vecchia / dammi una zappa
guardo allo specchio. in strada mi dò un colpo di mazza sugli stivali. oplà
son tanti i baci ch'io le dò [alla lettera] che molti tengon
osservazione. d'annunzio, iv-2-1314: dò all'ufficiale di guardia alcune istruzioni per
-allora -disse antonia -tanto vale se vi dò partita vinta. -da una partita
vanenti in un'incertezza di favola, mi dò a tutto pasto a leggere ciò che
b. fioretti, 2-3-347: mi dò per vinto: cotanto è il terrore
e non vi paia strano / s'io dò per una volta nel pedante. carducci
gallo, / c'a ciascuno ne dò matto. = deriv. da dire1
accademie di astronomi, gri dò nel passato secolo l'industria inventrice de'perspettivi
picchiettino. ananti, i-256: dò un picchiettino che appena si sente;
passarino lieto colla borsa se n'an dò al pasco, mostrandola a belloccora. belloccora
561: nasce per tutto la molibdena, dò è piombaggine. ha foghe di romice
fatta reina, non sono io per dò disposta nella forma del nostro vivere dover
iii-236: se in questo libro gli dò qualche pizzicotto..., non gli
degli abitanti, in somma in tutto dò che costituisce la publica prosperità. romagnosi
com doe porcelle, la quale li dò per stimata la troia colle porcelle libbre
[zibaldone], 5-337: avertito di dò, per la industria e potere de'
/ pecore, oche, porci e dò che vuole. = voce di
di pesci; la poveraglia mangia di dò che ha. gioia, 2-ii-218: una
ne ho formato un gran numero e ne dò per mallevadore tutto il corpo delle inscrizioni
è molto, -disse luca, -che mi dò sempre torto e predispongo la mia vita
, i-401: domani sera... dò un'accademia di musica, a cui
da qualche tempo... ti dò amplissima facoltà di usare intorno alla mia
deriv. dal gr. j-uxów 'dò vita '(v. psiche2),
i-iii: o dio, e quanto mi dò in colpa della mia castroneria,
purulenta et ancora va gettando onde mi dò a credere che il timpano sia guasto
s. petronio, 32: con chi dò io raxonare li gram facti de la
mia, che pur di nuovo vi dò, non puote per la sua finezza esser
. mazzini, 11-146: s'io dò qualche cenno di vita raro raro a
sì indibilito / che, s'io non dò da te consiglio o regola, /
lo fillolo mio, / vedendole, me dò sì gran dolore, / a la
respiri. bacchelli, 1-iii-113: io vi dò un respiro lungo, ma ricordatevi che
d'ogni mia cosa, io me gli dò e dono, e non basta a
con devozione / questo pan ch'i'vi dò, ch'è il corpo mio:
.. / così l'intendo e mi dò questo vanto / meglio d'ogn'un
vien come il baleno: / io le dò dopo, e vengo come il tuono
sedici vi sono devitore, e ve ne dò il riscontro nella somma qui annessa.
casa. bacchelli, 2-v-328: le dò ragione quando mi dice che la lira
di ciò ho raccolto, e mi dò l'onore ai sottoporle alla savissima considerazione
rosa, 1-125: io li dò [i rami] a li mercadanti per
mi tengo a poco ch'io ti dò tale in su la testa che il naso
bacchetti, 18-i-524: della pistola non mi dò pensiero: è uno scacciacani! fenoglio
20-152: in ogni modo, io non dò altro, colleghi scannapidòcchi tenetevelo per detto
1 * 333: la moglie la dò a godere sotto i vostri occhi al più
carne viva / vi offro e vi dò sotto la veste a scialo / e sotto
/ davo al quattrino, or ne dò una ciocca. giuglaris, 3-10: è
, cxxxiv- i-267: sto scommodo e dò incommodo, che perciò vado trovando altra
e però anco assai spesso nel risponder dò loro i titoli alla sconosciuta, cioè alla
infanzia sino all'età mia senile, vi dò la intera, vera e autentica commedia
siena, 2-47: tutto lo cuor ti dò veracemente: / amor gesù, siane
personali? benissimo, io ve li dò. -tipico di chi è abituato
redi, 16-vii-185: al ditirambo dell'acque dò di quansfreddato (part. pass,
sgrugno. verga, 8-228: « ti dò uno sgrugno », minacciò intanto la
smentimento che si desidera, anzi ve lo dò ora anticipata- mente. = nome
smungerla quanto merita il sollievo cne gli dò andandomene, non quanto vorrebbe le ricchezze che
, 1-iii-499: « invece di salario vi dò un'interessenza, il guadagno della stalla
luogo e r'dò: « tacete! advegnia dio che ci
potesse sbrigare di voi, io non ci dò un soldo di venezia. monelli,
è avegnuo, / en la toa corte dò esser rece- vuo, / dig mei
oddi, 2-80: per la prima ti dò a selim una guatatura porcina, sopraccigliata
gli oltramontani. ghislanzoni, 16-259: dò un colpo di spazzétta al mio soprabito
specifico, / per poco io ve lo dò. castelnuovo, 2-13: io darei
patrimonio autocto lassi io mi dò a credere che provenga e derivi la squallidezza
e là se mi chiappa la fame, dò una squassatina ad un castagno ed egli
stare in su convenevoli, io mi vi dò e dono per amicissimo. allegri,
tutte le caratteristiche della fine (gli dò al più tarai un anno o due in
, / e non adulo e non dò mai la soia / a'signori, né
sprone. linati, 25-116: io dò una strigliata al coraggio, attraverso la
sturbi da vii lato, / e'dò consiglio ad ogni 'namorato / che mantien distanza
ambrogiana da'tedeschi o da'francesi, dò loro licenza di visitarla. pecchio, 140
[in boxne, cxxi-iv-581]: gli dò una tentennata inforca un monticello a cavalcione
, » disse luca, « che mi dò sempre torto, e predispongo la mia
transitoriamente, a ciascuna di esse io dò il meglio di me, e dal più
soltanto la siepe / le se vi dò partita vinta ». gadda conti, 2-672
io » rantolò sibilando « ed io ti dò d'impietrire con gli occhi, quanti
david douglas (1798-1834). dò ut dès, sm. invar. dir
pas de deux [pa da dò], sm. invar. nella coreografia
ba be', / e biscantar 've la dò, ve la dò'. biscarto
, cheleragazzeson tutte pazze. io gli dò tutta la ragione. = adattamento di
volto. « lasciami andare solo, gli dò la prima sgrossata ». =
, il piacere di vedermi, te lo dò e non telolodò più. ah,