. tasso, i-128: non mi curo... di sapere tutto quello che
le mie cose così fatte, né mi curo punto di miniar parole. berni,
vostro disappassionato giudicio,... non curo le loro voci. 3.
dx&odvcù * guarisco, curo ', per le virtù medicinali della pianta
23 (397): io non mi curo di sapere i fatti degli altri;
troppi amici, e non me ne curo di molti. idem, i-132: sapete
mese, se non più; né mi curo troppo di vederlo per le ragioni dette
conc., ii-527: non mi curo gran fatto de'tempi anteriori al secolo
alla medicina e alla chirurgia e non mi curo di donne. cesarotti, i-76:
gli altri. marino, ii-56: non curo punto ch'altri tenga opinione diversa alla
di loro spietatamente. ma non mi curo di quei matti pastori. debbono scrivere
bene quel ch'io dico, non mi curo che non vi paia ben detto,
arme, quasi costui fosse stato epi- curo negante la etternità dell'anime, gli parlava
fagiuoli, 1-2-47: or io non mi curo di questa sorta di nobiltà, e
. bruno, 3-239: non mi curo che vi sforziate in ciò, atteso che
, / di questa cosa non mi curo molto. / de'bacelloni han delle sciocche
pene, / ma i scempi non gli curo e non gli ascolto. parini,
gli occhi, / non me ne curo, dove a sbaraglino / rinniego dio
segnata e benedetta, / né mi curo co'savi andare in volta. benedica
boiardo, 1-11-5: io non mi curo, / ché quella spada alfin serà la
, quando ad essi s'avvengono, non curo di dirti. guerrazzi [accademia]
. machiavelli, 197: io non mi curo di alcuna cosa, non disidero né
poich'è così maltrattato, non mi curo né occorre ch'ella se ne dia briga
minaccie io generale dispensatrice delle cose curo; ma nella mia cattedra io
cacciatemi pure, io non me ne curo, perché mi starò là in uno
al balli « io sto quieta, mi curo e sto sempre male ». alvaro
, come che di quello poco mi curo ». carena, 2-106: casiera fu
che cosa farei. in città non mi curo di far gran cose; ma in
tue minacce io generale dispensatrice delle cose curo; ma nella mia cattedra io mi glorifico
. leopardi, iii-595: non mi curo molto di quella cattedra, perché le cattedre
io non posso altro; / però non curo guardar inver gli altri, / ché
e dal tema di &ep aneti gì * curo '. cinesiteràpico, agg. (
credeno li uomini carnali. io non mi curo della guardia vostra, benché io condescenda
] tanti sono gli stromenti, con tanta curo e sottilità lavorati e tanto di lontano
capellano volgar., i-53: se non curo di soprastare a'liciti e onesti guadagni
d'aver la roba ma non mi curo poi di sfoggiarla. nievo, 87:
capellano volgar., i-53: se non curo di soprastare a'liciti e onesti guadagni
mia parte mi basta così, né mi curo di meglio. -sapere il crudo
stelle ne vorrei riprendere / (né curo io già se col parlar mio crucciole
di veder lei che sola al mondo curo. s. agostino volgar., 1-1-52
: non lo vo', non lo curo. / la zia gii replicò: fu
; e assai più ch'essa io 'l curo. leopardi, 30-109: ma da
tue minacce io generale dispensatrice delle cose curo; ma nella mia cattedra io mi
acerbo de'provetti giorni, / non curo, io non so come; anzi da
ch'è perduto io non me ne curo. s. giovanni crisostomo volgar.,
ero desto; / or non mi curo s'egli è sogno il resto. savonarola
languir la veggio / io di lei non curo più. c. i. frugoni,
d'aver la roba ma non mi curo poi di sfoggiarla. parini, viii-39:
nobile tuo serto: / né mi curo se ai plausi, onde vai nota,
. alfieri, 1-86: non mi curo di vincere le difficoltà da cui non me
ma a lor posta / i'non curo ora più di lor combriccole. giusti
solo un tuo roseo bacio e non curo / le cifre delfiche del mio futuro
era desto, / or non mi curo s'egli è sogno il resto. bembo
. machiavelli, 817: non mi curo che mi morda / un detrattore, o
di veder lei che sola al mondo curo, / fummi il ciel et amor men
è qualche cosa di rado, non mi curo veder nulla, avendo assai libri in
di parlare dipinto e ordinato poco mi curo. 11. celato, coperto
aquila, non posso negarlo, non curo di negarlo. pirandello, 7-1088: come
dimme, et io che me 'nde curo? boiardo, 2-12-22: ria fortuna e
conosco e manco d'intenderti e conoscerti mi curo. va in pace. -discretamente fai
per offesa detto, 'io non ti curo un fico, io ti ho per
io risponderò come il merlo: non ti curo, domine. = voce dotta,
offiso, / per amar no me 'nde curo, / ché per altro mo te
. galileo, 3-1-20: né mi curo di sottilizzargli l'instanza
cura '(da • frepottreoto 4 curo '). emotìmpano, sm.
v-334: lucrezio, seguitando l'epi- curo, il quale fu ogni altra cosa che
. petrarca, 165-8: i'non curo altro ben né bramo al- tr'esca
sospiro acerbo de'provetti giorni, / non curo. gioberti, ii-28: quella povera
son nel mio soglio sì, che nulla curo / d'altrui favor; e di
tana, xxxii-1150: aurelia. io non curo fetucce [per ornarsi], /
l'ador- nezze mie legiadre / non curo più il valer d'una foglia.
petrarca, 113-6: qui son se- curo: e vo'vi dir perch'io /
. caro, 12-iii-36: non mi curo d'essere in queste forbici, poiché
di gente veruna / i'non mi curo, perocché si canta / che 'l buono
pareva impossibile che voi foste: né mi curo più che mi si faccia fede de
mia frale o robusta; / nulla curo l'oblio: sospendo il braccio / dalla
difuori. sarpi, i-1-196: non mi curo veder nulla, avendo assai libri in
. gli ingannati, xxi-1-253: -non mi curo più di lancia, mi basta questo
bella per mene, / né mi curo d'aver de'gaveggini. baretti,
acerbo de'provetti giorni, / non curo, io non so come. stuparich
dal tema di xop. éco 'curo '. gero dèrma, sm.
vecchio 'e dal tema di xoiiico 'curo '; cfr. il titolo dell'
vecchio 'e xo (zéco 'curo '; cfr. il titolo dell'opera
astore, o volete sparviere. non mi curo che uccello si sia, pure che
gioco ei cada, / né mi curo ch'il mondo al diavol vada. magalotti
m'infastidisce il mondo e più non curo / i fantasmi dei primi anni gioiti.
acerbo de'provetti giorni, / non curo, io non so come. jovine,
librai potrebbero disingannarli, ma siccome non curo temerari falsi giudizi, così non cerco
tue minacce 10 generale dispensatrice delle cose curo, ma nella mia cattedra io mi
lingua 'e dal tema di xopico 4 curo, guarisco '), passato dal
aretino, 20-329: non mi curo di nome e non son di quelle
mattio franzesi, xxvi-2-104: io non curo per voi d'immortalarmi. caporali,
ricchi, xxv-1-188: io non mi curo. / sia come vuol. non ho
che d'avervi all'incontro anco non curo. loredano, 5-183: s'alcun de'
resto mi dichino incostante, / non curo, pur che l'inconstanzia giovi.
aretino, ii-245: ti apprezzo, ti curo e ti stimo tanto, quanto
, 52- 136: non cerco o curo influire sulle idee di luigi napoleone.
porai chiosar el testo, et io non curo / che 'l rude volgo snodi questo
ingenua. parini, viii-40: né mi curo se ai plausi, onde vai nota
lasciami, ingrata. il pianto tuo non curo, / e in braccio a un'
: m'occupo di questa donna, curo questa donna, solo perché motivi personali mi
il fegato, onde ti aprezzo, ti curo e ti stimo tanto quanto stimarei,
di veder lei che sola al mondo curo, / fummi il ciel et amor men
, 18: delli altri non mi curo di dirvi, che saria lunga intemerata.
perspettiva e nella specularla parimente non mi curo che s'introduca l'uomo molto oltre.
. de marchi, ii-997: mi curo non per troppa voglia di guarire, ma
in tutti i casi inveglio e curo / che 'l mio stato si salvi e
l'angosciosa mia doglia, / non curo vulvarmente lamentarmi, / mostrando altrui l'
piacer sì caldo piove / ch'i non curo altro ben né bramo altr'esca.
instrumento si sia, io non me ne curo, o nobile, od ignobile.
. corpacciate,... non curo di dirti. sacchetti, 323: voleva
latrerà addosso,... io non curo la sua indignazione. cagna, 1-31
se il mosse / leggerezza, noi curo; / se follia, lo compiango,
piacer sì caldo piove / ch'i'non curo altro ben né bramo altr'esca.
* e dal tema di xopico 4 curo '. lemodìpodi, sm.
ed arti / non conosco e non curo; a par del giorno / limpido ho
quant'io posso, / poi non mi curo più giallo che rosso.
parlar par che sia fuia; / onde curo di te men che di luia /
: molti altri ancor, che non curo or contare, / ch'a dir gli
quant'io posso, / poi non mi curo più giallo che rosso. firenzuola,
, poich'è così maltrattato, non mi curo né occorre ch'ella se ne dia
'e dal tema di xopicù 'curo ', sul modello di gerontocomio e
garante, ma adesso non me ne curo, prima perché, avendo a'mei giorni
pier della vigna, 127: eo non curo s'io doglio od ò martiro /
spagna, 4-21: suoi colpi ornai non curo una medaglia, / ch'ai petignone
da ferrara, 6: l'intelletto mio curo e mendico / raso serà da le
di veder lei che sola al mondo curo, / fummi il ciel et amor
è quando considero ch'io per te non curo ricchezze, non curo gradi del mondo
per te non curo ricchezze, non curo gradi del mondo, trascuro ogni piacere.
redi, 16-iv-125: io non mi curo, anzi non voglio esser nel numero
(397): io non mi curo di sapere i fatti degli altri; ma
. cavalca, 19-396: qui non curo parlarti per rettorica, né parlamenti puliti
mie cose così fatte, né mi curo punto di miniar parole. speroni,
fallaci idee, ch'io più non curo / moli innalzare, onde l'esilio è
delle cosce. ma io non me ne curo; io voglio più degne prede.
alberga il colle, / seguir se- curo sonno dolce e molle. tasso, 8-57
se il mosse / leggerezza, noi curo, / se follia, lo compiango,
. giuglaris, 4-303: non mi curo di saper dagli astrologi come stessero disposte
che causa naufragi; insi curo a causa dei frequenti naufragi che vi av
mio, che più non regio o curo? / guarda come è negletto oltra il
e puro, / altro nettare io non curo. pecchio, 53: mi
e dal tema di xofxéo) 'curo '. neurocorioretinite, sf. patol
, 2-41: tuo nievo orlando non curo una ciancia. pulci, 23-12:
, 4-21: suoi colpi ornai non curo una medaglia, / cn'al petignone ho
piace, ché io non me ne curo. guicciardini, vi-313: vinta questa legge
i-i-ii: dirai / che amoroso noi curo, / che noi temo sdegnato.
'e dal tema di xojxéta 'curo nosocomo, sm. disus.
malattia 'e dal tema di xopico 'curo '. nosocorologìa, sf.
il nobile tuo serto: / né mi curo se ai plausi, onde vai nota
capellano volgar., i-53: se non curo di soprastare a'liciti e onesti guadagni
della vigna, 127: eo non curo s'io doglio od ò martiro. breve
i-128: per questa medesma ragione non mi curo... di sapere tutto quello
: oggimai non ti temo né di te curo. fatti di cesare, 183:
seguo i precetti della medicina omeopatica: curo la tristezza con la tristezza. pirandello,
... cerco di conservane asai, curo non perderne punto, et a questo
attualità tanto antiche che puzzano, non curo più che tanto. -giudicato
lorenzo de'medici, 5-5: non mi curo vi sia grotte, / ch'io
meste / inutile ornamento, che non curo. -con uso antifrastico e scherz.
tutto 'e dal tema di àxéofzai 'curo, guarisco \ panacèo, agg.
1. frugoni, 1-14-44: solo curo, o dori bella, / la mia
proprio nome era adriano; / non curo il suo cognome far palese: / basta
, che quel d'egitto / se- curo vive e combattiam fra noi. capriata,
. gigli, 2-145: non mi curo prendere a passeggiare con fini sì vasti
sovra me abiate sengnoria, / sì curo poco vostra riprensione! laude cortonesi,
23 (398): io non mi curo di sapere i fatti degli altri;
i. frugoni, i-14-44: solo curo, o dori bella, / la mia
sì sconosciuto e sì secreto / che non curo d'alcune sua malizie; / or
dell'onde: / non gli sento né curo. -in partic.: gonfiare
nobile tuo serto: / né mi curo se ai plausi, onde vai nota,
, qui i fiori, e li curo da me. mi dànno da fare anche
che sia amor di donna. -né mi curo anco che egli sappia di qui a
goldoni, xii-397: disperato, / non curo andar piccato. piccato * (
bella ed illustre cittade, non mi curo più che tanto; e sto appunto
/ vi conchiudo ch'io non molto mi curo / sopra 'l campanil grande alzarmi a
vanti. parini, viii-40: né mi curo se ai plausi, onde vai nota
non so se pioverà: nulla ne curo. -per estens. penetrare la
. parini, viii-39: né mi curo se ai plausi, onde vai nota,
villa replicò: ed io poco mi curo d'andare a napoli, ho il tale
son restato amico; e non mi curo né del prima né del poi.
di gemme, sallo iddio!, non curo, / ma ben io godo di
vele più alte, acrobatico mozzo, curo gli anelli di rame, le carrucole gementi
ciò che potrà, poco me ne curo: tanto gli darò da fare che soperchio
di portante / ch'io non mi curo, o mio diletto vento, / se
l'arte; ma pur non mi curo di variar alquanto i termini e piacer un
puro / ch'io più del ciel non curo. bettinelli, 1-ii-94: molti vogliono
procuro: / parlo, ma nulla io curo / che tu mi presti fé.
son restato amico; e non mi curo né del prima né del poi. pavese
me stesso / che pensando al mio ben curo voi molto / e di me poco
: / parlo, ma nulla io curo / che tu mi presti fé. crudeli
perché li guidi per diverse vie non mi curo, purché al porto salutifero li produchi
acerbo de'provetti giorni, / non curo. nievo, 270: colà egli disegnava
v. psora) e xofxéto 'curo '. psorofobìa, sf.
'e dal tema di xojjìio 'curo '. ptocodòchio (tocodòchio),
: le forme bellissime sue / non curo, o signora! il maestro /
e lu cori podico / non mi curo di mari né di vente. cammelli,
fo cason, a dir puoco me curo. p. fortini, iii-424: li
. condivi, 2-21: non mi curo di fame scusa, perché non ne
nella riputazione e nella fama, non curo altro riparo che la sofferenza. belli
attualità tanto antiche che puzzano, non curo più che tanto. fogazzaro, vt-279:
p. leopardi, 93: non mi curo affatto di prendere un marito 'qualunque
. gigli, 2-145: non mi curo prendere a passeggiare con fini sì vasti
una improvvisa febbre di raffreddore. mi curo, per essere pronto domattina. bacchetti
): molti altri ancor, che non curo or contare: / ch'a dir
. rocco, 124: non mi curo di applauso, non ho umor d'essere
dire al guantaro che io non mi curo che la pelle sia tanto esorbitantemente assotigliata,
23-56: per religione, io non mi curo per adesso che s'intenda della rivelata
fece ascondere l'amante in loco se- curo. = comp. dal pref
, lxi-180: dei divin responsi nulla curo. rezzonico, xxiii-256: così parlarono
novellino [tommaseo]: io non mi curo e non mi dolgo tanto di me
quel rifugio del dire: non me ne curo, non ne voglio sapere. bernari
rimbeccata. pa-pini, 27-106: non mi curo degli schemi della giudea e perdono alla
rimpiattati in lucenti bugigattoli, non mi curo io amante dell'aria libera e del
gli aveva fatto quel complimento non si curo di rintracciarlo, né lo avrebbe potuto.
iii-27-347: ardito pensò -tenace volle -se- curo lavorò -per cinquanta anni -fin che -rintracciata
a'nostri antecessori, e non mi curo poi di ripeterla molte volte.
vero. fantoni, ii-243: non curo o sprezzo i vortici / d'un mondo
4-145: de'rispetti del mondo poco curo. savonarola, 5-i-101: la iustizia si
cosce. ma io non me ne curo; io voglio più degne prede.
eziandio l'adriatico ai naviganti non se- curo e non pacato rendeano, più galee in
chiosar el testo, et io non curo / che 1 rude volgo snodi questo
core: / no vo penser, non curo de sentire. g. f. achillini
l'angosciosa mia doglia, / non curo vulgarmente lamentarmi, / mostrando altrui l'
, / che sul si curo stelo, / nel non vostro equinozio,
/ vi conchiudo ch'io non molto mi curo / sopra 'l campami grande alzarmi a
coi termini del mezo. -non mi curo di tante cose. -poi che volete che
rime piacevoli, i-178: non mi curo sì sono avviato, / ché,
ritorno, o eremi sanniti, / né curo aver larve di ciel nel nome /
. baldi, 142: non mi curo di pesce, or che satollo / son
gioia, o mia doglia, / non curo, poiché vuol così mia sorte.
ben la via. / io non mi curo tante cose udire ». straparla,
qua lo conduranno, io non ne curo. ariosto, 23-63: orlando,
aretino, 26-184: io non mi curo di sbizzarir le carte, peroché
con onore dall'impresa ritirarsi, non curo d'eseguirli [gli ordini]. pellico
, ché per questa volta non mi curo di esser pagato bene per vivere.
a la schietta, non me ne curo; e non mi dà noia se 'covelle'
tamo? e ch'io di vederla non curo? e che le mura de la
aquila, non posso negarlo, non curo di negarlo. verga, 7-419: l'
del mio 'compendio', ma poco mi curo delle lor dicerie, bastandomi di sentire
98-4): de toi parole non curo niente, / anze me piace, poi
mangiare ero desto; / or non mi curo s'egli è sogno il resto »
degli ingnoranti scrittori dell'altro primoéssemplo, non curo di traslatare i detti versi. mazzei,
/ e 'nnanzi altrui il lagrimar non curo, / ché t vel tinto chi'
, di gemme, sallo iddio! non curo, / ma ben io godo di
mi cinge, ond'io di te non curo; / ma posta ho mia speranza
dica chi vuol, ch'io non curo un guscio. 6. intr
si sia, io non me ne curo: a'segnali si conoscono le balle.
. f. frugoni, vii-232: non curo la gloria mondana, pe- roché so
grazia, il tuo partir, no 'l curo, / purché tu sgombri.
idem, vi-292: ti aprezzo, ti curo e ti stimo santo, quanto stimarei
parli al re: ben v'asse- curo / ch'ei non v'accuserà de la
non do fastidio a nessno, non mi curo di nessuno, e -disus.
chiosar el testo, et io non curo / che 'l rude volgo snodi questo gropo
. caro, 12-iii-36: non mi curo d'essere in queste forbici, poiché v'
spensierati soffistici, del che non mi curo in quanto a voi, ma in quanto
, s'intende: « non mi curo di guadagnar questa pena de'cinque soldi,
dolce famiglia,!... non curo. de sanctis, ii6- 47:
possa piacire, / non me ne curo / che l'umana natura ne voi dire
/ mi si conceda di seguir, non curo / di condurmi romito in erma piaggia
di veder lei che sola al mondo curo, / fummi il ciel et amor men
sovra me abiate sengnoria, / sì curo poco vostra riprensione! guarini, 200:
. anch'i prencipi stessi, ch'io curo in te solo, nella meditazione delle
acerbo de'provetti giorni, / non curo. gentile, 3-136: com'è
ciò che potrà, poco me ne curo, tanto gli darò da fare, che
grandezze de'dotto- ratichi, né mi curo di messere, d'eccellente o di maestranze
. aretino, vi-434: non mi curo dei vostri cuori, ché son donna
: qualcosa farei io, benché non mi curo di nome e non son ai quelle
frugoni, ii-252: io non mi curo punto di trionfare dei vostri elevatissimi ingegni
costo, 2-521: io poco mi curo d'andare a napoli: ho il tale
. non guardo più la bellezza, non curo l'ingegno, gli studi; sì
per beni. casti, 136: non curo i splendidi / fastosi onori; /
bella ed illustre cittade, non mi curo più che tanto, e sto appunto
stallatico dei cavalli e dei buoi. curo, quanto posso, che tu non torca
a letto ». più mi curo di cotesti spassi. cesari, i-342:
. cammelli, 80: io non curo / di questa imbandigion mangiarne troppa,
acerbo de'provetti giorni, / non curo. cassola, 9-29: -vedrai che la
apparecchiati. fantoni, ii-243: non curo o sprezzo i vortici / d'un
saresti ora tu via più se- curo / di terminar vincendo i tuoi gran piati
: teste cose me che piombo / non curo, né di questo mondo: /
/ e innanzi altrui di lagrimar non curo, / ché 'l vel tinto ch'i'
et allora si ripareggi affatto o con un curo tondato a tornio o con un erpice
. monte, 1-ii-64: però non curo / morte ora avere: / ch'a
quando ad essi s'avvengono, non curo di dirti. rappresentazione di stella, xxxiv-641
nel teatro domani a sera, io non curo più nulla la mia esistenza ».
tralunato, « vedrà ch'io non curo più nulla la mia esistenza ».
. - che voi dir? men curo poco, / che tucchécco e tuli se
rinfusa come gli atomi d'epi- curo. manzoni, pr. sp.,
a la schietta, non me ne curo, e non mi dà noia se 'covelle'
. i villani,... non curo di dirti. sacchetti, 98-127:
. = comp. dal gr. curo, con valore privai, e da cromatico