les distribuer en différents can-capitana (così la chiamavo tra me e me) s'era accapartete
ché se era in mezzo milano, chiamavo gente, e mi facevo aiutare a acchiapparlo
: la piccola capitana (così la chiamavo tra me e me) s'era acca
solo gli ornamenti e i ricami, che chiamavo il belletto e il rossetto dello scrivere
io, suo figlio, che mi chiamavo come il nonno ed ero destinato ad
. d. bartoli, 24-72: chiamavo il diletto dell'anima mia, a voci
essenziale diversità. gozzano, 100: ti chiamavo sorella, mi chiamavi / fratello.
, dopo molte di quelle che io chiamavo le cortine fumogene di battista, la
e attonita. gozzano, i-120: ti chiamavo sorella, mi chiamavi / fratello.
malecarni, xxxix-i-201: dinanzi a lei mercé chiamavo; / ella rispose: va,
vannicola, lxxvi-195: io la chiamavo sommesso carezzandole il volto inondato di pianto
il mio mirabile broccardo (che così chiamavo il mio stioppo) io lo investirò
di venerazione e di gratitudine, ti chiamavo l'ispiratrice e la cagione d'ogni
che vedea non molto / quando chiamavo, con il mio rumore / fresco,
facevo il tessitore anch'io, la chiamavo spiga o a spina, perché ellà fa
grido, io [cassandra] e chiamavo i migliori... a supplicare priamo
viso il mio mirabile broccardo (che così chiamavo il mio stioppo), io lo
anche in onore a quella che chiamavo poesia. -levare, mettere,
: a mosca tanto tanto... chiamavo la servitù, oplà dicevo, tutti
compagni che mi prendevano in giro perché chiamavo mio padre * papà '. forse mio
stato. sai quando eri bambino come ti chiamavo? 'perdiròba '.
ancorché il cavallo fosse principiante, lo chiamavo in una volta ma larga. -ant
6-226: vedo la mia prozia, che chiamavo zia, ersilia di nome, che
abbassassero. gozzano, i-122: ti chiamavo; nei sassi e nelle piante / rivedevo
il mio mirabile broccardo (che così chiamavo il mio stioppo) io lo investirò
alquanto bevuto. bue-alla-moda (così lo chiamavo) portava con iscioltezza un abito squisito
7-72: « ayl! ayl! » chiamavo nel buio... sgolato,
, la qual opera... la chiamavo spiga o a spina, perché ella
bevuto. bue-alla-mo- da (così lo chiamavo) portava con iscioltezza un abito squisito.
bacchelli, 2-xi-428: ti ricordi che ti chiamavo suoceretta. -suocerina. l.
bufalino, 9-57: « eunice » chiamavo allora inaudibilmente, e con dita mai