tagliare ancora [i capelli], ché, come troppo squisito che egli è,
tanto a trovare la persona dove porli, ché non è uom che si contenti così
francesi che si potea facilmente fortificare, ché il terreno per questo era isquisito. g
non se le può parlare adesso, / ché l'è ristretta a segreto squittino /
porre / sua speme in vita stabile, ché questa / patria non è, ma
don fabrizio essere a battaglia richiesto, ché, essendo egli religioso e frate, certo
mal pittura sta senza vernice, / ché no ha stabilità. busone da gubbio,
quella donna che m'avea mutato. ché... per lo 'ntendimento de la
pò dire om ch'aggia vita, / ché stabilita -non ha segnoria. capellano volgar
o sete o fame, / ché per eterna legge è stabilito / quantunque vedi
disse, si fa l'evacuazione, ché allora lo staccato vino discorrendo cade nel luoco
ne'lati, le fan girare, ché stan affibiate alli staffili, e così tirano
mi si dimostrarono in maniera amorevoli, ché subito concertarono fra di loro, per
che la stagione no li piaccia, / ché la fredura inghiaccia. leggende deltéxultef barberiniano
ebbi vernando in quel selvaggio loco, / ché pena de. ninfemo è riso e
ella stagion perde e ventura, / ché toma ben la primavera, e i danni
: e ciò è in diverso modo, ché l'uno bèe più e l'altro
per deo, quel buso stagna, / ché fat'hai tal lavagna, - podrisi
questo infuocato ed ammollito dal fulmine, ché anzi lo stato della stagnatura e dell'intonaco
i nomi loro vi farò palese, / ché ognun di lor di seguir non fu
p. zambeccari, xxxvii-75: oimè, ché tristo son, mesto et
ne levai saggio ne la stalla, / ché il culo in terra tosto percoteste.
. / andate a la berlina, / ché de le nostre terre italiane / stalle
città, buona scorta mia, ché la pigrizia / non men che per natura
sercambi, 315: donna, godi, ché in nell'altro mondo è malo stallo
di che mendar lui possa fallo, / ché alma e corpo, vita e mondo
moglie che si metta in ordine, ché viene el stallone. contile, 4-6-41:
ahi! man timida e lenta, or ché non osi, / tu che sai
di punire, solo per3 ché tenuti per il mezzo della stampa, comportamenti
ve n'è ignuno a stampa, ché se ne sarebe vergognato, tutti miniati elegantissimamente
: mai più non ci tornare, ché, se ci tomi, a'miei figliuoli
toi rètine, in pietanza, / ché soperchianza -m'à vinto e stancato. iacopone
come è cieco l'avaro, / ché così quel che possiede gli manca / come
/ mettemi 'n tempestate / ogni penseri, ché mai non si stanca. loredano,
. pannuccio del bagno, 1-xxii-8: ché donna né converso / non so 'l
del mondo a non ci attendere, ché tutti ne verremo di brigata.
vò che più t'arresti, / ché la tua stanza mio pianger disama, /
avranno stanza / in queste tombe, ché de'numi è dono / servar nelle
non fare capitale / del ciel, ché nell'abisso avrai tua stanza, / dove
disagi non conto, signori, / ché troppo sarebbe lunga la stanza. francesco da
10: ahi, pistoia, pistoia, ché non stanzi / d'incenerarti sì che
ma non la vendere per perfetta, ché qui sarebbe il tuo peccato. -ristagnare
veramente; ebben, tu statti, / ché in breve io senza te saro di
, voleano ritornare al grande cane, ché troppo erano istati. a. pucci
, 20-409: perdonatemi, madre mia, ché io honne trovato oggi le più belle
tempo a starsi. foscolo, 1-160: ché stai? già il secol l'orma ultima
quelli che per pigrizia si sono stati, ché non sono degni di più alto sedere
reggere il paragone, essere comparabile. ché in quello finirono lor fatiche.
non vogliate sempre stare al latte, ché ci conviene disponere i denti del desiderio
mangiare, gli bicchieri si stavono, ché nessuno famiglio metteva vino. 21
né a cerchio né ad arte, / ché non fu mai saver tener lor parte
sospetto alcuno, e parla sicuramente, ché io starò avvertito. varchi, v-56:
4-45: va'pur là gagliardamente, ché questa è quella volta che a dispetto de'
con l'altre in chiesa, / ché di quel che seguì stava in sospetto.
che egli mi stea molto bene, ché io non la doveva mai lasciar salir di
ciò, disse: « bene istà, ché così so che diranno di me »
ingannato / non può già star, ché questa è pure appunto / l'ora che
non lassate mai ramparvi la schiuma, ché, se si rompe, mai non è
, lassa stare '1 pianto, / ché di lassarti '1 cor mi si flagella.
e non parliamo a vóto, / ché così è a lui ciascun linguaggio / come
montagne; ce ne fu sicuro: ché del dolore, ce n'è, sto
fia la lonza del castrone, / ché 'l cuoio farà vendetta della carne. folgore
164: il pepe iscarica la testa, ché esso fa istamutare. goldoni, iii-1028
vorresti morbidezze più che stecchi, / ché pari sazia di guardare i buoi.
tornar qua tanto in fregola, / ché voi falliste il ben seguir la stegola.
: i marinari guida la stella, / ché per lei ciascun prende suo viaggio.
mutaomi in amorore; / crudele, ché punio senza pensare / la sublimata stella
ad un tempo ed infelici, / ché iniqua stella il dì ch'io ti produssi
non siasi fatto ancora una raccolta, ché questa sì non sarebbe una raccolta stemperante
a te, parlerai di sollazi, / ché per ciò non son pazi / li savi
por fine a vostre liti, / ché 'l saver pastoral più non si stende.
el durar gli si stende, / ché più la morte gle ven prosemana. boccaccio
stenderci quanto il lenzuolo è lungo: ché ho moglie e figliuoli, e quello
or quivi bisognò stentarsi alquanto, / ché il pugno riaver non si potea.
in questo non me gli rassimiglio niente, ché tu sai che non vorrei se non
ammazzi con questo tuo tenermi a bada; ché non mi conti la cosa? -io
convien morir, non far battaglia, / ché la sua pelle non se può tagliare
sacchetti, x-52-12: deh, pagami, ché io vorrei più volentieri della mia povertà
te, e non averlo preso, ché egli mi minaccia, come tu odi,
proverbi toscani, 34: godiamo, ché stentar non manca mai. ibidem, 146
la nostra conversazione era assai stentata; ché, pur se lui cercava degli argomenti adatti
vederla ballar è grande stento, / ché par gli vegna puzzo del mondo.
pare forse di tanto dono, / ché s'ella da rozze mani se 'n sterile
da piccoli e di poi seguitando, ché altramente seccherebbero, venendo presto meno o
ch'è con due rami iniqui, / ché tutti gli altri mi fa stare obbliqui
/ dove passò questo gran fastellone, / ché ri- mondomo insino alle vermene. g
ne getta e ne sparpaglia, / ché * sol gli to'le forze.
non sarebbe montar su in cassetta, ché si può sterzare. cicognani, v-1-346
: non si lavorarla vita] tessendola, ché sarebbe aggiugnere un dì all'altro,
nel pensiero tessevo e stessevo, / ché si trattava di vita. 5
pel tuo bene m'odi! / ché l'acqua stessa dei canori approdi / quella
capricorno rimasero indistinti 7 per ché la guerra fosse in te e in chi
stile: / morte non già, ché di morir desìo. marino, 1-15-186:
mentale per trovare un espediente, per ché stilla? un'idea d'aceto di modena
... fonte più tranquillo, / ché 'l mio d'ogni liquor sostene inopia
cognosce la verità; ella è stillata, ché manifesta le cose occulte. anonimo fiorentino
.. con istili da tavolette, ché altre arme non aveano. bacchelli, 12-48
padova si può quindi facilmente stimare, ché ella ha pur ricco vescovato e i
parlava: « madama, chiedete, ché volentieri il faremo ». boterò, 9-62
otterrai per suo mezzo la grazia; ché è oggi molto istimato el re da piero
hai danari? grattati il forame, / ché sei meno stimato che t litame.
un grave bisogno a nulla vale, / ché al tempo d'oggi non si stima
e certamente ciò ben meritava, / ché è di cortesia pieno e di valore.
, si è il cuore dell'uomo, ché n'hanno eglino stimo veracissimo che possono
: la sua madre lo stimulava molto, ché vo- lea sapere di che li romani
la guerra. vostre signorie son dubitino, ché io mi sono per mangiare li stinchi
, ripigliate quella penna, e subito, ché io mi sento stioppare se non vi
161: ite a goder, amanti, ché io stipoi contanti. 3.
o un ar- cobugio prendi, / ché senza, io so, non toccherai stipendi
dir tu lo stipite di lui, / ché, se tu l'erri, io ti
utt'i stiracchiator convien vegnate, / ché 'n valdimagra ella vuol camminare. /
superbia a questo m'ha conduto, / ché mai più altera zente naque mai,
atir di stitichezza / venghi a vederlo, ché in lui sol mirando gli fa
: sorridendo dicegli che beva, / ché non è senno fabbricar asciutto, / e
boria, non s'accorgano, / ché il torto a confessar son troppo stitici,
poi funghir le doghe, / eroe; ché sono per cader le pioggie. pirandello
bolognesi, xcv-79: no 'l descrediti, ché l'azo sentita / putente e bruta
siamo sani da stizza in fuora, ché 'l non è persona che ne possa
entro a'diti,... ché se non si facesse, diventerebbono stizzosi.
sì, rispettato / questo vecchio sara, ché l'ira mia / tutta è contro
e. ssicura, di farlo, ché io per me nulla ci vego.
natura ciascun ride e geme, / ché son vestiti di carnale stole. cesari,
.., vien qua, su, ché voglio m'aiuti a ricoprire questo stollo
temere la paura de la morte, ché stolta cosa è in ogni tempo a perdere
ieri m'ha fatto stoma ché gli uomini diligenti si stancano o stomacano d'
casa sua, né al suo servizio, ché io ornai era troppo stommachevole e smantellato
utile le ingeriscono [le orazioni] ché ciascuno ne conosce la superfluità e vede
. petrocchi, 1-47: « via, ché domani ci s'è a levare presto »
malato al medico fa porto, / ché spera aver verace medicina / e di suo
si gli sforzi la ponta, / ché la lor virtù è poi defonta. zuccolo
il conte lo mirava di storzone, / ché de sì fatti avea morti a dovizia
ridirlo / non mi dà 'l cuor, ché 'n vero io noi comprendo / e
mondo e 'l corpo e tucta superbia, ché n'agiunge la tua laude e fanne
, / mo è rencrescemento, / ché pure de vanagloria / farìa granne stromento.
cospetto di tutte le persone. 7 ché tante inclinazione? / ché tante storie
. 7 ché tante inclinazione? / ché tante storie? venite un po'a
. prodezze, la persona degna, / ché di quel stormo periglioso e floro volgar
farà stornarvi ogni tormento agresto, / ché 'l mal d'amor non è pesante il
, ne ho facti istornare dieci; ché di x ne ho sborsati cinque di mio
uno solo: 'scappate, pulcini, ché vien mussolini'. 3. dimin.
bu, bu bu », comincia, ché 'l buon giorno / vorrebbe dar al
storo santo che sente dileto, / ché cristo salvo gi solve di pene.
'l salir non volea storpio; / ché 'l sole avea il cerchio di merigge /
fano li porri in l'orto, / ché troppo meglio fano radice, / e
primo d'allegrega il freno, / ché saveno / per troppa molti morti; /
le catene e i ceppi... ché, veggendosi inabile ad essercitar il matrimonio
gli dia un paio di mutande, ché queste che ho addosso mi si stracciano tutte
] istracciati; ma neente valse: ché tutti li messe in uno monte e caccivi
la commedia e li spauracchi: / ché noi siam tutti stracchi stracchi stracchi.
.. le lasso in drio, / ché straca la memoria se confessa. e
novella straca e che non rilieva, ché altro non ho che scrivere. marino,
, 1-53: ogni passo è nuovo, ché se il piede trova traccia si storce
cuocerla sì, ma non stracuocerla, ché sarebbe meno nutritiva. biundi, 258:
mi fu precisa e tolta, / ché mal si segue ciò ch'agli occhi agrada
a caso ma pensatamente mi distenderò; ché non intendo parlare a'dotti, bensì a
tansillo, 1-160: torniamo a noi, ché l'ira ha più di sei / passi
cediamo a questa gente un poco, / ché licito è tallor per manco male /
: / « siate alle strade, ché 'l nimico mio / è sconfitto ».
ahi ciel stradiotto, levami dinanzi quellospecchio, ché la mia ombra mi fa paura.
conduce, / maraviglia non è, ché la mia strage / veder non posso,
vostre cose di costà, venite via, ché ancora ne daremo buon tempo.
di sé gode / ella cantando, ché del dio gli strali / per sé l'
della porta, 1-ii-379: fatti vedere, ché ti farò conoscere chi son io.
scontorcesi e fa viso di bertuccia, / ché 'l suo ne va; straluna gli
ariosto, 12-88: fortuna l'aiutò, ché t ferro crudo / in man
, / nell'altra tien la pietra, ché se dorme, / cadendole, dal
e non son mica giambe, / ché fa paura il diavolo alla gente / e
i-622: oh! non aveva torto, ché è meglio intendersi con una parola sola
, ignoranza e fiera invidia, / ché 'l tempo scovre el vero.
gli disse: « deum sitis », ché pure si ricordò di questo strambotto,
rimangon privi, / e'basta, ché de fatto andar gli vedi / a porre
. mercati, 29: perdonatemi, ché la fretta del tornar presto a casa e
che altrove l'ha mostrato, / ché con le mani il mostro ha strangolato.
il mio labro / articolar querele, / ché l'eccessivo affanno / mi
di cosa grande e difficile alla città, ché quando la impresa non vada inanzi è
marsilio da padova volgar., ii-xiv-8: ché. sse li immoboli tenporali fossero in
e mia figlioccia / che voi avete, ché le parrà stranio / averle a far
, 1-269: ti levi stranito, ché, se l'esperienza non ti avvertisse,
non più veduto e strano, / ché tutto a parte a parte / vivo vivo
poi che l'ebbe fatto, providesi, ché non voleva che 'l possedessero aliene rede
se di bestia ho sumiglianza, / ché ciascun anno m'è tonduta lana.
rincresca aitar el tuo servente, / ché viver senza amor, è cosa vana.
ed era sempre di strana voglia, ché non sapeva né che fare né che mi
come le delineature del pennello, accio- ché tanto il libro quanto il quadro sieno dotati
e parimente il farle le trapelle, / ché me n'avea strappate le migliaia;
vento e più forte / l'invoca: ché strappi le foglie 7 sue vecchie,
gli consegnassimo per tempo tutti i conti, ché non voleva lasciare strascichi. boine,
[luciano], iii-1-398: strascinatelo, ché costui pare non si voglia imbarcare.
savonarola, 7-i-66: lascia pur fare, ché loro saranno poi gli strascinati da'diavoli
non sei gravato da altra fatica (ché non fatica, ma dolce strastullo si può
pochi e forti, all'opera: / ché nei profondi è il vero. faldella,
, il tanto il naso, ché un gran cesso è questo. bicchiere
mio sen un poch mentrìe desvolger, / ché de go far ai trop long temp
dagli ubriachi gli stravolgimenti si commettono, ché la natura non rispettano. 3
ma straziargli un pezzo e faticargli prima, ché così le carni dure si inteneriscono.
, vi-270: poi vientene dove alloggiamo, ché voglio allontanarmi dagli stregamenti. mattioli [
a lui gran numero d'altri, ché... poco bisogna a far credere
i-147: averrìa stremissuto vedendoli ©, ché lo patre morea nante a lo figlio e
lora; indi garonna io salgo, / ché spagna esser mi de'l'ultima strenna
g. villani, iv-2-11: però ché il primo luogo ove si pesava non
3-54: delle quali non disse, ché non potè, se non purparecchie, per
non s'aspettin le strette, / ché, se l'onor fiorisce e non ne
n'anegarono nel fiume corente, / ché u buono destrieri li metea a tale
poverella si deve strugger per me, ché n'ho fatto strugger del- l'altre
, 1-7: né il nconobbi; ché nell'occhio stretto / da troppa luce increspò
ti regalo il corpo e l'intelletto: ché se amabil tu sei disgiunta e sola
sono, perché non vi bisognano, ché sono forti di terreno assai, cioè sono
sviluppa in un ambito territoriale dicar: ché noi, che dio vedemo, / non
/ a verun non puòconplagere netto, / ché le proferte sono tutte fole. antonio da
ci hai a fare poco, ché non ci hai a fare quasi nulla,
ch'egli uscisse tutto a piedi, ché non v'avea punto di camino né a
, benché con molto ostaculo, / ché maghe e strie in queste parti abon-
l'ha in odio forte stride, / ché del mondo fa partita. b.
: tu gli conoscerai pigliandoli in mano, ché, se stride quando lo stropicci così
d'oriente, da non poterle strigare, ché neuna volta, ovvero rado, si
, e fu servito anche troppo bene, ché il giovanotto fu accoppato, e morì
a punto e darli bella forma, ché ciò e legier cosa a fare a savia
purg., 9-48: fatti sicur, ché noi semo a buon punto; /
, / da fier desio dirette: / ché, se l'imper sì mal stringesti
che i nemici nostri veghiano? no, ché la necessità ci chiama e il debito
ch'io non posso celare, / ché stringe di parlare -lo mio core / lo
armi non le recai con meco, ché il comandamento del re istrigneva. seneca
: li fidecommissi non erano obbligatori, si ché stava in libertà dell'erede gravato di
, / del mio presio gradire, / ché fallire-non vole e non porria; /
vegga ognun chi tu se'; / ché 'l tuo ingoiato, a strippar qui venuto
ch'egli era simile a quel rombo (ché così si chiamava in quei tempi quel
over le mani o 'l collo, / ché tutte queste son cose nocive / e
macinello pur di porfido al solito, ché si stritolerà e sfarinerà come fosse zucchero
/ per forza: cosa lieve, / ché con ispazio brieve / fuor da sé
fuor da sé la diriza, / ché nel chiuder la striza. 4.
parer, non fue strolago fino: / ché, dico questo a voi non per
da padova volgar., ii-xxx-2: ché così che. lli anide marchi,
; non come noi, sulla motoretta, ché una ritorna vita). a
sol cavallier così vi ha conci; / ché io voria prima, se macon me
. martello, 6-ii-73: curisi almen, ché il padre non segua anch'ei la
, 12-25: va'ove dei andare, ché non ho bisogno che mi siano stropicciate
, 41: tua ma'è avara, ché, s'io fossi lei, / quando
l'ultima che possa produrre alberi, ché a stento vi crescono e tutti piccoli,
lepaulo suo cne vien tutto percosso: / ché certo caso poco men stroppiature di questo
si gorgoglian ne la strozza, / ché dir noi posson con parola integra. guiniforto
in garbuglio ed in contese, / ché papa voglion la croce i marrani, /
, tu l'hai ben esperto / ché in te non è latino / che non
lo patto. guittone, i-14-100: ché non se stesso struggie e aucide omo,
e aver piacer del mondo: / ché strugie lo uno, e l'altra
s'ella non s'afretta, / ché no'la pagherén ben de l'oltraggio.
de'mori, 35: vattene, ché tu mi struggi a punto con coteste
/ de'savi cittadin del reggimento, / ché, per vostra eccellenza, / ogni
graf 5-773: non piangete così, ché mi si strugge / di tenerezza il
, ma a nemici tener possono voi, ché strug gimento e morte lor
xxv-1-196: vò veder le nozze: / ché non vò star più in questo struggimento
star più in questo struggimento, / ché importa troppo, e lo starne sospesa
coltelli e paternostri e tessutetti; / ché questi non son doni struggitoi. =
ho la minima voce in capitolo, ché altrimenti m'infamerei proponendo per legge l'
tutta storia -mo è rencrescemento, / ché pure de vanagloria - farìa granne stromento.
gravi vessazioni, strusci e impedimenti, ché ne patisce il commercio. 6.
valore, non fanno governo, / ché queste qualità li fanno asciutti.
che sapea ben la dottrina, / ché molte volte avea studiato l'arte, /
: e'convien ch'ella sia stufata / ché colla stufa guerir se ne suole.
convien ch'ella sia stufata, / ché colla stufa guerir se ne suole. canti
al fin n'ebbe gran duolo: / ché sendo al bosco e seguitando un cervo
e quinci e quindi stupefatto fui: / ché dentro a li occhi suoi ardeva un
che rivale / non m'era, ché passò via, stato un poco, /
più discorsi per ora sopra tali cose, ché delle stupendità n'avete vedute pur troppe
asperso di sangue e senza mente, / ché stupido m'avea reso il delitto,
io vogl'andar incontro al mio signore / ché del nuovo accidente mi stopisco. sarpi
però, lasso! m'allegro: / ché un stupor, un torpore, un
/ non storbano l'amare, / ché vedono c'amare / è us'a molta
/ ma deggiol bene amare, / ché storbato m'ha fare -ver lei fallenza
'l tuo pianger me astuta, - / ché '1 veio sì afferrato. brancati,
vò la lettera, / ti dico, ché non te l'ho a dar.
basta, / non la stuzzicar più ché la si guasta [il meglio è il
. aretino, vi-424: -queta, ché gli veggo. -dove? -su la porta
noi diedero gli iddii poca vita, ché niuno passa da anni sessanta in su,
si divide in suasione e dissuasione, ché tali sono i nomi latini, i quali
, apersi di nuovo la bocca e, ché scenderà il vino nella base, e
da la sfrenata voglia / sùbita vista ché del cor mi rade / ogni delira
vui ch'io non mi fido, / ché il cuor paventa a sì sublime impresa
una condizione. fallamonica, 172: ché frutto non ne viene a dio né foglia
or recidivo or succedaneo morbo, / ché a'mei mia vita più che morte
: di forarlo / non gli successe, ché alla prima falda / l'asta si
piè solo, vive tutto l'inverno, ché per vivere bisogna mangiar d'ora in
che venisse un poco di guerra, ché così i prencipi aprirebbero i lor tesori in
sodi son, diritti e buoni; / ché molti vecchi e già duri panconi /
/ di questo mese... / ché poi è in succhio e mal par sia
sposi, fatene pur prova, / ché ognun ritrovarà la sua donzella. / dicono
a girar lor la coccola, / ché non parea che gli stimi una succiola;
279: ieshu se spaventone, / ché avea verace carne; / sudò gocce de
goccie d'acqua, non dottare, ché quivi avrai buono pozzo. guido da
signore -non contenda de paragio, / ché de piana rascione -porrale fare oltragio. guicciardini
parimente al poeta e al medicatore, ché l'una e l'altra cura è suddita
il quale era tutto in sudore, ché per tutta la strada aveva corso. f
delle cose ben fatte è in loro; ché di fuori non ha niuno cènte,
chi non sufficienza ha intra sé, ché non gustò propia delettazione naturale. fra
animaletti nati nella neve e ne'vasi ché le cose, o dette da altrui o
: fa questo a la tua madre / ché 'l mio lacte sugesti. firenzuola,
d'eternar quasi i viventi, / ché la falce, le forbici ed i denti
mio -questo venen arvon- ta, / ché l'ofncio è sio -de lo peccato sconta
li altri fia laudabile tacerci, / ché 'l tempo saria corto a tanto suono.
, xxxi-11: con lei non state, ché non v'è amore, / ma
pasquella! non mi predicar più, ché tu fai peggio. -superbuzzo, superbuzzo,
del superfluo, datelo a'poveri, ché non è vostro. leone ebreo, 367
miraeoi novo, degno e peregrino; / ché per ogni cammino / si scorge el
: si può rispondere che parla iperbolice: ché, benché n'abbi lasciato alcuno,
che le montagne diventomo piano, / ché carlo aggiunse al suo prego ancor questo.
o pure che sieno dubbie, si- ché abbiano bisogno di qualche interpretazione overo sopple-
destramente secondo il saldo padre suo avisarmene; ché 'l riceverò in singolarissimo e supremo beneficio
, del cielo regina e imperatrice, / ché suscitato il tuo figliuol vedrai. a
sospicar già per questa volta, / ché in veritade io non gli diè veneno.
, v-504: rimovi il mio obbrobrio, ché ho su- spicato. gheri, 13-ii-46
064: suvvia, fàtti animo! ché io te lo rifarò meglio di baccio!
campagna, fece svaligiare i panni, ché non prendessero delle brutte pieghe. marinetti
smaruto molto sta nocte sveglai, / ché sopra 'l leto mi sentia la morte.
a cui si mandasse dovesse esser vigilante. ché, nel vero, quanto più tempo
segnale di sveglia. se; / ché tante maitinate e tanti svegli, / come
una pianta! pascoli, 741: ché un cespo / svelgendo allora da un sassoso
isnodare nettare ogni fuscello ogni bruscolo; ché mai non verrebbe al fine che e'desidera
stesso le zecche toccate, caggiono; ché non colla mano voglionsi svellere, onde
tirava a morte. tolomei, 3-103: ché se noi vogliamo svellerci dal petto ogni
creder dal tuo amor mi svella, / ché alfine io spero in te pur trovar
d'ogni speranza trema l'alma: / ché rinverde il pensier del suo bel frutto
fatto apposta! » falsa e vacca, ché voleva dire: « dagliene ancora così
si raccolse sul petto il fanciullo, ché era caduto in isvenimento. stuparich, i-26
e 'l rimirò impro- viso, / ché no 'l sentì quando da prima ei venne
ne proponesse, / non dubitar, ché io sventerò le mine, / tanto più
non giova no il crespone, / ché la brezza lo sventola, e i piombini
perché mi avvenga, isventurato! / ché sopra me non fu mai servidore / d'
fòr vani / i preghi miei, ché sventurati sono. siri, 1-iii-241: tali
: a casa non si può ire, ché... i cavalli stracchi e
anni che noi siamo al lume, ché io ti possa svergognare come tu se'degno
disse « è tagliare che sviare, / ché a dolce suon si perdon le vertudi
è indarno fare che indarno stare': ché facendo, s'altro non guadagnassi, non
; ma non perseverare in questo, ché ti svieresti dalle virtù. a. braccesi
e quello respose: « non posso, ché lo dimonio mi tiene sì incatenata la
ardito che tu mano addosso mi ponessi, ché, alla croce di dio, io
e barone e diosacosa e ora ché la richiesta mi veniva fatta con l'aria
casti, vi-444: andate via, / ché in casa mia / io non vò
tommaseo]: battete il taccone, / ché a star qui, più in rovello
si trova / flegetonta e letè? ché de l'un taci, / e l'
voi che avete e cose e parole, ché io non ho né l'uno né
petrarca, 18-12: tacito vo, ché le parole morte / farian pianger la
quale non si pone a scedare, ché introcque potrebbe perire, ma taglia tutte le
-meglio -disse -è tagliare che sviare, / ché a dolce suon si perdon le vertudi
giuoco d'uvil n'averria, / ché 'l capo da lo 'mbusto partiria 7
, per la notte e per lavare; ché da indi in su è soperchio et
fate pruova se la spada taglia / ché qui si fa valente ogni poltrone. guicciardini
tagliato par da mille lancie, / ché la sua lingua à sì mal risposto.
dàlli tale che. ssi paia, ché cosa fatta cappa à. intelligenza, 126
ec., / corto il tallon, ché non si pieghi a terra. soderini
in vacche e peggio in buoi, ché 'cupone'è il gallico 'coupon', e 'tallone'
fa dritt'atti di pazza, / ché del dito si dà talor nell'occhio.
crediate che 'l tambur mi storda, / ché sì credeste a chi li amici scorda
, 273: uve non ci sono, ché la terra non le produce; né
, s'io mi dispero, / ché 'l mio cor è invilito / a ritener
de'padri il cor ti tange / (ché ancor tu padre avesti, e padre
piace vivanda ch'egli abbia; / ché natur 'a franchezza l'à sì miso
altissimi titoli. serdini, 1-48: ché in tanti affanni / ti veggio?
, 58: i tantrici asserivano ché si potesse assicurare, che fosse troncato il
1-iv-150): ahi lasso me! ché passati sono ornai quattordici anni che io sono
/ m'arristio di tornare in casa; ché, / sendoci sola, chi me n'
invan bestemmia e invano si tapina; / ché l'uno e l'altro egli è
sire, a deo t'acomanno, / ché tu diparti da mene, / ed
lascia 'l tapino / pianto che fai, ché, s'io non sia ucciso /
sì che marsilio restava confuso, / ché interpetrar noi potea facilmente. messisbureo,
buscherò io uno tarchiatèllo a tuo dosso; ché tu che sei piccola non debbi volere
: per te lo dico, amico, ché lo 'ntende, / che non
e di'che tosto vegna, / ché di lui fora ogni tardanza indegna. marino
, 379: rumpamo ogni tardanza, / ché 'l terzo dì s'ap
la vecchia sì rispuose san'tardare, / ché 'l male e 'l ben sapea quantunque
molte volte omo dè avere: / ché la vertute no pò comparare, / se
3 3 monte, 1-x-144: ché, qual più si dà vanti, /
. g. quirini, xlix-86: ché come l'ombra della terra scuro / fa
: ahi, raffreniamo i pianti, / ché tardi fieno in noi gli umani ingegni
e aggiunge esca al male, / ché diventa bestiai, - ma non sei crede
di canne / scosso il tarpeo, ché la romana fede / in trombe a'suoi
ii-148: la superbia le tartassa, / ché non curan di madre il grado avere
bambi e tarulli /... / ché non gli spergi, o febo,
tirar lo spaghetto del zimbello; / ché non vuol mica, infìn che non l'
mi giova inimicarmi anco i morti, ché già troppi m'hanno in tasca fra '
. ci se ne accorse in pochi ché il riondo del vento le faceva straccare in
sopra l'orecchio / due lunghi comi, ché un sì fatto arnese / hanno i
101: squadernatemi questa logica filosofica, ché io vo tastoni per coteste parole. manzoni
'1 salir non volea storpio; / ché '1 sole avea il cerchio di merigge /
entra, dice lamoglie: a tavola! ché è apparecchiato ogni cosa. beltramelli,
proporzionato e partito a la taula rasa, ché... se la taula è quadra
): lancia non vi conto, ché m'è tolta; / ma 'l tavolaccio
non ti caglia d'usare, / ché starai per giullare / o spenderai quant'essi
giullare / o spenderai quant'essi, / ché, se tu noi facessi, /
per non venire ingombrata la via, / ché ad ogni canto erano teatri e palchi
paltr'è in sua possanza; / ché l'una è 'n segnoria / de la
furono sempre e necessariamente gran tecnici; ché la tecnica è il naturale respiro e lo
montano, / né per contender teco, ché né posso, / né fare il
e tu corrente e chiaro gorgo / ché non poss'io cangiar teco viaggio?
io cangiar teco il mio stato; / ché, possessor di sconosciuto bene, /
va pure, affretta il piede, / ché al talamo reale ardon le tede.
, là, sono tutte bionde, ché cento e più anni fa ci si son
. leopardi, 341: quà, ché già 'l sangue spiccia e sgorga e spraz-
, non ti fidar esser formosa, / ché morte sempre preparato ha 'l telo /
tutore; / valore / non aggio, ché sento lo cor partire. dante,
si moriva di desiderio e temenza, ché non la osava pregar di amore.
ciascuno in dio si riconforti, / ché ogni altro sperare è folle e vano,
male; / de l'altre no, ché non son paurose. boccaccio, dee
avire / ed a vedire; / ché di ciò nasce che mi discoraia, /
/ mi disse: « non temer, ché il nostro passo / non ci può
per tempera a fondamento degli altri colori; ché senza esso non fonderebono né sarieno lucenti
, -e no lo temperare, / ché, se lo vin è forte, -
semelè quando di cener fessi: / ché la bellezza mia, che per le scale
furon poco stante ridotti a tre, ché lamberto, in mezzo a quel tempestare
santa maria della scala, 8-68: ché pieno fia -lo nome del mare, /
tempestava le retrovie fino a san pietro, ché vedevano il polverone dei colpi sulla strada
ch'e'buoni e sapienti religiosi? ché tale nel seculo serea non conosciuto,
sta in quattro cose, cioè impossibilitade, ché giammai non possono essere offesi..
adesso di saperla non ve incaglia, / ché a loco e a tempo ve saprò
provedere alla utilità della generazione umana, ché turbamento di sangue né scandalo non ne
piovano: « non te ne curare, ché se tu hai il tempo, io
potrebbero farsi passi: ma presto: ché a presentare i fogli tempo è quanto il
altro in te dimorano, meraviglio, ché 'n altrui non audo sovente dive- gna
luna e le stelle lo senteno, ché tucto tempo in lueco loro dende si moveno
297: vostra signoria non perdi tempo, ché 'l perder tempo a chi ìù sa
davanzati, 115-10: e ciò divien, ché 'l concedette dio, / e rende
duchi co'piedi, in modo ne parli ché ti dove- resti vergognare a dir le
, / e dal saltar si tempra, ché vede / già col desio l'agnel
tenace è una sustanzia sanza ragione; ché dacché non è buono a sé non sarà
dell'ingrediente 'orina'manda cattivo odore; ché di 'orina'per 'auretta'non si trovano esempi
pronta, eccomi, all'ade; / ché non nell'ade, non nelle tenarie
e tira pur le tende, / ché nessun merlo passa. -tenda alla
come umanità e come individuo tendente; ché staticamente esistono fini. m. luzi
luogo per tendere i panni lavati, ché asciughino. 2. filo a
/ finirò questi tenebrosi giorni, / ché più gloria e onore assai mi fia.
i'non abbia biasimo / per voi ché mi sarebbe malagevole / andar poi pelle
lo tenne un po'sulla coperta, ché a momenti se lo versava sulle dita diafane
: popolo mio sanese, fa'bene, ché ti bisogna; dove noi vedremo tre
di offenderli..., percio- ché non tenendo essi per ordinario tra noi né
pigliate su, né più badate, / ché, come l'assaggiate, / voi intenderete
d'argento e d'oro, / ché s'io voi sol acquisto e tegno,
ed ora m'ha'ffallato, / ché del proprio ch'avea / di sé,
desio, lei tien la tema, / ché spietata con me, pietosa è seco
è che la sperge e dele, / ché mia soffrenza non steria contenta / che
lo danno e l'onta vostra, ché spessamente gauder di voi li faite.
, inf, 20-124: vienne ornai, ché già tiene '1 confine / d'amendue
più non posso tenir la pena, / ché '1 me trema ognor la mano.
a'buoni tengono nel cuore alcuna reverenza, ché bene cogno- scano lui essere migliore.
io danneo il vostro onore, / ché 'l pensier m'à messa a tale /
d'amor ch'a tanto tegno / ché gioia m'ha dato ornai. b.
desiderarla vivamente. guittone, ii-xxxiii-26: ché... tenete, ché, bel
ii-xxxiii-26: ché... tenete, ché, bel frate al mondo? già
potei ben tener lor dietro, / ché, perdendo il campo tuttavia, / entrate
che can perde, / ché l'erba secca mai non toma verde.
, bianca / e fo el peggior, ché tale esser mi piacque. padula,
dovete; più non lo maneggiarete, ché non vi pungano, mercé che,
; / che vi sia racomandato, / ché con voi riman mio core. iacopone
temptata. fra giordano, 208: ché il tentare non gli comanda iddio, ma
: la loro malizia è partita divisamente; ché alcuni sono sopra 'l tentare d'un
de grazia, tentando de pazienzia; ché, se ci revoltaremo, vi parerà che
, io stimo che voi ci tentiate; ché non posso credere che voi il vi
arde e se passione el tenta, / ché a pensar tua beltà l'immensa altezza
», / rispuose a me; « ché, parlandomi tosco, / par che
un altro in nuova guisa, / ché certo ell'era il diavol tentennino.
. ciò è tenuezza vel sottilitade; ché, sì come l'aire hae color tenuo
mo novo e maggior disturbo mi sopragionge, ché sono stati tolti in tenutta certi beni
/ teocriteo ne '1 cielo di perla, ché a fi occhi si fonde / il
dialettica storica, non l'avevano intesa (ché altrimenti si sarebbero, in virtù di
disus. tergicristallo. sbandito sia! ché più che i'non vorrei / è per
abbrev. di tergicristallo]. ché saranno più fortemente minacciati nel loro potere.
, alquanto affiena / questa noverca, ché più non mi offenda, / qual tanto
per il grande atrio umbratile; / ché il vecchio / più non bramava terghi di
dante, conv., iii-iv-2: ché a me conviene lasciare per povertà d'
de'troiani », che è passione, ché non era esso luce né speranza,
che con lui andasse a vederla, ché veduta ancora non l'avea. ariosto,
suo, e questo ancora, accio- ché paia lui a tal termine della teologia esser
piaceva, potevate darmi onesta licenza, ché io avrei messo l'animo altrove. belli
tnanca, cervellino e ciarlatore, / ché, se la lingua mia di ciò non
bene / fontana d'ogni bene / ché di lei sorge ogn'altro ben terreno,
può gustar di queste gran dolcezze, / ché 'l mondo non può dar questi gran
/ e ciascun uomo simigliantemente, / ché nullo contra lui potèvalere, / se non
pur tal nome a te conviensi, / ché non somigli tu cosa terrena, /
nel terreno, non gli bastò questo, ché andò infino in mezzo la via,
di cavare questi denari da altrove; ché con costui non ci e terreno da por
truovo da sbocconcellare in qualche lato, ché qui per oggi non è terren da
armi ottomane riuscissero terrifiche alla republica si ché ne traspaventasse e mendicasse gli accordi.
1-179: io ho avuto buona sorte, ché l'ho udita intera e ho sentito
, vi-ii-214 (7-14): oimè, ché solo a dirlopar ch'i'smalvi! /
fatto, mal s'è saputo vendicare, ché questa non è stata lunga per lo
crema anco ve ne so'assai, ché i magioni uomini che vi so', vogliono
, non s'affissi molto, / ché resterà subitamente presa. / fra mille
. bisticci, i-i- 71: ché oltre agli edifici, gli ornamenti che fece
dio consenta quando tu consenti; / ché, nel fermar tra dio e l'omo
nel pensiero tessevo e stessevo, / ché si trattava di vita, e da presso
, se potrò venire al fine, ché poco più n'ho composto.
. ovidio volgar., 6-486: ché te dirò io baias e li lidi tessudi
coltelli e paternostri e tessutetti: / ché questi non son doni struggitoi.
ferrara; dove trovandosi d'indisposizione, ché quell'aria non la tollera, de
molle? / si potrò, sì, ché mi farà possente / a tolerame il
innanzi il tempo per lo spasmo, / ché sempre n'averesti infamia e biasmo.
ancor ei sen lodò molto, / ché il capo gli lavar senza sapone / con
suo essere stato tombolato in canal orfano ché tanto lui, quanto i suoi colleghi,
una lumaca l'avanzi nell'arte, ché dipigne al buio, e giotto non saprebbe
nello sanza lume? deh, andate, ché voi avete troppo del tondo a avere
la mente serra. / erra certo, ché, sestando il suo tondo, /
tonnina e un altro di baccalà cmdo, ché carne né altro v'era per sfamarsi
e molti ordini abbiamo dati insieme; ché come io giungo in paese, si
: il cielo è rappresentato nella simbologia ché le ritornerebbero a bottega issofatto, ora che
senza volerlo, ci mise una toppa, ché altrimenti galeazzo, preso alla sprovvista,
savonarola, iv-112: fate masserizia, ché verrà un tempo turbido che bisognerà avere
a siragozza non verrebbe quello, / ché si tien della spagna ingiuriato, /
quest'alme per essa scusate: / ché volontà, se non vuol, non s'
vita non si può avere perfettamente, ché tutti semo torti, ché tutti pecchiamo
avere perfettamente, ché tutti semo torti, ché tutti pecchiamo. dante, purg.
« fa pazienza, torello mio, ché presto ci lasceranno soli ». fenoglio
vi gente di profondo effetto, / ché ciascun fu a dio d'amor sug-
tua ma- tre, menami teco, ché sto tanto tormentata. laude de bianchi
pensere -adoppia suo tormento; / ché 'l mal sofrire è 'l dritto paragone
, 178: o tu se'novo, ché lei è una cagna e lui uno
dar fine i'non mi vanto, / ché sperando al mio pianto / di por
/ basta metterlo in mollo, / ché sempre s'indurisce e toma in tuono
intenzione). guittone, iii-60-6: ché 'n ciò fui dato -solo a stendimento
al primo onore, / d'ottavio nascer ché non toma tal qual e'si move,
, 9-29: siamo adul ché, oltre che la vita è meglio che
quel d'i passi piedi. / ché l'una di lo 'nferno, u'non
per le oneste e polite vivande solamente, ché questo è il minor piacere. grazzini
oggi risplende / più puro il dì, ché dal tornato lume / in que'begli
dal sole levante insino al tramontare, pero ché non v'avea pedoni e combatteano a
altre membra, con tanta ragione! / ché chi cercasse il mondo a tomo a
né prima quasi torpente si giacque; / ché né prima né poscia procedette / lo
sette porte e quella / torriaro, ché non potean sterrata / abitar l'ampia
badalochio non ha buono in mano, ché non vorrei che questa torta restassi tutta
pur gli fece fortuna estremo torto, / ché fu ad inganno il giovanetto morto.
ne manda sì bianca 'l mulino; / ché. lla m'ha tolt', a tort'
obbedienza se'dritta senza veruna tortura, ché fai el cuore dritto e non fitto,
arrischia a navigar, si affonda, / ché appar torvo orione in ogni lato.
terra: né v'usan sopra tovaglia, ché non v'ha tela al mondo sì
stare -nel mego a mensura; / ché so natura -sempre è versare / grande errare
colmo, / che già traboco, ché ne vien lo scolmo: / in tutte
non vogliate offendere li servi de dio, ché lui ave- rebbe per male; né
/ vedendolo lucente ed ismerato; / ché, se provato avesse lo suo ardore,
lepre è qui d'intorno, / ché li cani senton la traccia. landino,
questa lor tracotanza non è nuova; / ché già l'usaro a men segreta porta
/ sembianti, meve trado, / ché certo ancor non saccio / tenermi, tanta
und'io gran noia sento, / ché fate infingimento / di verace ami- stanza
/ e ciò è gran fallanza, / ché così mi tradite. compagni, 1-14
anche materiale) per quello che non è ché eravamo appena alla fine di settembre e io
/ e sempre vantaggioso onestamente; / ché chi disse mercante, avanzo disse: /
di pungerlo come si deve gentilmente, ché lo trafiggevano e lo passavano fuor fuori
manca, difendetela da'mordaci cani; ché della di lei tutela ne nascerà la difensione
manetti, 92: andossene a roma: ché in quel tempo v'erache si potevano vedere
via / e inverso bresa giba cavalcando / ché già a bologna i franzoxi ne già
sapor di rabbia. idem, 3-3-8: ché in bocca non gli avria dato una
donna via più per un cento; / ché donna in ciò sper- mento / face
cor chi centra sempre t'ama, / ché tu se'stame e trama -chi
ben, pure bell'agio, / ché tesser sì randagio -nuoce spesso. / «
, xxv-1-331: voi la dileggiate: ché, se voi gli voleste bene, non
poteva, portandoli seco al mulino, ché già quello era il loro vero mestiere
mio evangelizzare intoppasse ne l'apposito, ché or ora camminarci, galopparci, correrei e
siete del mio cor tramontana, / ché non si muta da voi la mia
lor non vi fidate per niente / ché, come sete in man de'tramontani,
conviene essere tutta l'umana generazione, ché da lui a li moderni non si puote
cadmo e d'aretusa ovidio, / ché se quello in serpente e quella in fonte
, io non lo 'nvidio; / ché due nature mai a fronte a fronte /
gnar la terra da quel lato, / ché troppo vi starebbero a loro costo,
(non vo'dir perder lei, ché non la perderò dandola a te, ma
fiore [dante], i-51-7: ché. tti convien aver gran provedenza /
insin che mala-bocca t'è ribello, / ché. ttu sa'ben ch'egli è un
è ch'io ne campi? / ché, ramembrando, tranguscir mi sento, /
, sep., 185: più beata ché in un tempio accolte / serbi l'
porto / a quel dubbioso passo, / ché lo spirito lasso / non poria mai
/ perché me lasse morire? / ché, se vaccio non t'agg'io,
. varchi, 23-294: ciascuna iperbole (ché così si chiama grecamente quella figura,
pregio e merto lavoro d'auro trapassa ché terra lavorare degno, orrevile e utile è
ben li occhi al vero, / ché 'l velo è ora ben tanto sottile,
vii-82: e morir non vorre'; ché, trapassato, / più non vedrai 'l
e parimente il farle le trapelle, / ché me n'avea strappate le migliaia.
occhi vi si trappin di traverso, / ché l'anima e 'l corpo avete perso
usa tu le, trappole per prendergli, ché non lo indurresti mai. fucini,
potuto, per non pensare: voluto; ché d'un tratto disperava anche di lei
il cielo ove 'l ciel vuole, / ché far non puote ingiuriosa eclissi / lunga
: lo strai già non spezzai; / ché invan, per mio rossore, /
/ e nessun'altra... / ché mi saetta sì veloce l'arco /
traetemi di pena e non tardate, / ché 'l ben perde vertù pur aspettando.
sanza tener più meco parlamento, / ché trovar non potea nullo argomento 1
i-20-40: tu sirai de grafia piena, ché traraici ciasscuno di pena, spegarai quella
come tue ami gli altri uomini; ché se tue amassi tutti gli altri uomini e
: e dicea a lei: « poi ché fui stabilita / da miei parenti nel
falla, traggie a la saietta, ché non perder vorrea u'non procaccia. fiore
se pò sapere cui si fidi: / ché mi ricordo (oi oimè!)
forte lamentare e con grandi voci, ché udendo il topo la voce di leone,
, rispos'ella, ché l'ardire / tragge altre imprese e gloriose
, cioè non sia punto trasandata, ché diventano viziose quando non hanno quello che la
dunque, gaudete anche avante meglio, ché vostro bono, che non bono sapea voi
verà voi trasbono tornando ad esso, ché con in bono bono è conosciuto,
così grande, quanto qui a siena; ché voi mi parete tanto grandi donne,
trascoloro, / non ti maravigliar, ché, dicend'io, / vedrai trascolorar tutti
de la paura ancor mi transcoloro, / ché mi sembrava indarno contrestare / e non
passando per milano. quindi preparati, ché da qui a poco si parte »
: ferma tu donque el piede, / ché, s'el- lo te trascorre ed
trasecolarti, o re, potrai, / ché in tante eguali e che m'assaglion
1-390: né anco mancarono le femmine, ché ippolita sforza trasecolò le genti con un
per trasferirlo a maggior dignitate, / ché i riposi terren son vani e scarsi.
un procuratore a comodo proprio, si ché il rinunziante non cessa di succedere, ma
ritraga alli costumi delle donne, / ché, sanza dubio, l'usanza di
lxi-11: mal per mal no aleggia, ché maggiore / aluma foco e ardore,
). campanella, i-61: ché 'l cibo, mentre si trasostanzia in noi
, 14-i-570: questa tomba non è, ché non è morto / il buon francesco
né vi trasportino le parole del boccaccio, ché se ben egli disse di scrivere in
del li esauditi clamori / di ché non andavano a letto. quei
al vero e al trastullo; / ché dentro a questi termini è ripieno /
cose da trastulli, per passare tempo; ché, benché gli uomini siano signori,
la spada, leverà lo scudo, / ché dio lo vuole, con la bianca
ed i'vorre'morir trasvolontièri, / ché me'vai una morte far che mille
che tratta, e. lla cagione per ché lo libro è fatto e che utilitade
/ ad ognuno fate piacere, / ché 'l saper ben trattenere / sempre stette per
tuo rincontro in pie'non duro, / ché mantenente a terra mi dibatti, /
/ ma guardi poi dal tratto, / ché di d. carafa, 343
sono le più generale artelglyarie siano, ché le spinguarde anche fazano dampno, perché adpne
molti fu il suo nascere amaro, / ché i sodomiti allora al primo tratto /
il fatto, / per ché tu pur fuggisti al primo tratto. b
bolognesi, xcv-79: no 'l descrediti, ché l'azo sentita / putente e bruta
troppo poco le lor danze, / ché 'n levando da terra / concordi un tratto
fiorenza e non mi dar travaglia; / ché so che m'ami, famoso guerriero
mulgliere malcontempta e vizarra èi vita diabolica, ché in loco de reposare, trova lpco
/ a quel dubbioso passo, / ché lo spirito lasso / non poria mai in
anni, non conosciarea le sue contradie, ché tro- varea travalliati e variati li monti
che guisa vi convenga seguitare noi; ché noi non fummo travagliosi intra voi e
e'pur preso è òmàso, / ché un tristo mai non trova bon gallone.
: e'va per parentado, / ché tutti sian d'un pelo e d'una
lungo e traverso, / viene, ché lungo tempo profetata / la tua venuta per
, il sole splendeva di traverso, ché i romani erano volti al mezzodì e gli
, poeta, vorrei tua conoscenza, / ché ti farei veder ch'assai travia /
appellata per li savi un albore travolto, ché le sue radici sono i capelli.
nostra terra a granne pericolo fone, / ché la pace de vagnio e de vaczano
/ avria saputo questo indovinare; / ché quel vecchio malvagio e treccierò. /
serie per serie, sarebbe bene: ché mi occorrerà trasmutare alcune di quelle poesie
di languire; / vo'tregue, ché son tosto per perire, / perché mia
/, fra me stesso dicea, ché mi sentiva / la possa de le gambe
hai il cuor d'esseme augusto, / ché noi rifiuti o ché non ti dilegui
esseme augusto, / ché noi rifiuti o ché non ti dilegui? 11
poso, da che v'abellisce; / ché 'l folle, al saggio, -à
già non pigli via più salutifera, / ché reposo et amor poco se adeguano.
- or fa qui punto, / ché bene sì basta de queste raxoni, /
egli occhi alzò smarrito e tremebondo; / ché le volte di bronzo e i ferrei
, exangue, / exangue dico, ché del proprio sangue / ha sua livida
ha dato qualche colore e non altro: ché il fanciullo antico si è ridestato nel
il trentesimo frutto..., ché la semenza che cadde nella buona terra,
, comincio a menare pugni e calci (ché allora non era podagroso) ora a
è grande ene e grande rimedio, ché s'ella non avesse quello incarico,
a suo fratello giovanni m'acomandava, / ché me assava in gran tribulanza.
, ma da te il buglia, / ché 'fin'amanti tuttor gli tribuglia /
, non ti tribolar di me, ché io sto bene. guido dette colonne
guerrazzi, 1-392: il papa inferma, ché ai consueti malanni adesso si aggiungono la
e benedico dio e santo ianni, ché soa chiesia haco recuperata. l.
si combatteranno già di buon cuore, ché non vi sono venuti per amore, ma
due vinca o abbia la vittoria, ché già per ciò non cadrà loro somma [
tracchi / e ti manda a la forca ché t'appicchi. ojetti, ii-696:
chiese, non è stata prima fornita; ché è opera che si pena a farla
e soprattutto trincate alla mia salute, ché ve ne sarò obbligato. manzoni,
due o tre bicchieretti al più, ché non è cosa poco laudevole quando si consideri
: levate il fiasco di sulla tavola, ché se viene il trinconàccio, lo finisce
manoscritto di formalismi russi). / ché in tanzania, ingenua- mente al sicuro
, ch'ell'è fallace, / ché me cne trionfai misse in dichino. bibbiena
a fé che se ne mentono, / ché in casa vostra si trionfa. costo
post'ài in gran tristanza, / ché m'ài tolto la gioia e l'alegranza
andate, e sforzatevi di vivere; ché mi pare anzi che no che voi ci
i-494: di te bla- smo, ché m'ài tolto / e '1 gioco e
: o l'uomo s'attrista percio- ché egli non può a'suoi dannosi desideri pervenire
, quanto più pò, vertute: / ché 'quamvis'molto siano isconosciute / per la
mi vorrei vedere queste trestizie innanzi; ché poco contento se n'ha a vedersele
pulite, acciò non pigliasse altra trestizia, ché ne sarebbe calamità. 10
, 8-197: manco mal sarebbe, ché, a la più trista, potrebbe con
a garzone di sì cattivi costumi: ché s'egli è perduto dietro ad una tristarella
mezzo al ventre / lo trivellò; ché nulla lo difese / l'interzata lorica.
quando cominciano a far quel tronco, ché in questo modo divengono anco più tenere
, un più gentil costume; / ché, inaridito tronco, altro di vivo /
alcun de'tuoi il dicessi, ché egli ne potrebbe troppo di mal seguire
loro mostravan l'andar zoppo, / ché 'l sol mancava e già la sera fassi
se sono buone come io mi stimo, ché l'altre tutte rilevano ben poco,
vivo in un dolce pensiero: / ché spero ne la tua sembianza umile / trovar
la memoria mia lo 'ngegno; / ché quella croce lampeggiava cristo, / sì ch'
/ niente mi posso fidare, / ché molte fiate in perdenza / trovomi di
questa lor tracotanza non è nova; / ché già l'usaro a men segreta porta
del comengare so''nnegrisen- te, / ché dello trovare non sòne sacente, / se
amori / e li versi novelli, / ché fan sì dolci e belli -e divisati
], i-115-11: dico di no; ché se dio fé comando / ch'on
ad un padre tanta trucu- lenzia, ché per ogni fallo sufficit che al figlio se
si possan tener fermi i piedi, / ché tutto è buffe e truffe e falso
egidio romano volgar., i-2-30: ché alcuni sono che desiderano di sempre fare
delibino che in della nave corporale; ché in della nave è uno paradiso truffatorio e
fiore [dante], i-133-9: ché pezz'ha ch'una trùffola levaste /
: già non me ne cale, / ché le ciuffole / buffole / e truffole
i miei gigli: / miei, ché a depome i tuberi in quel canto /
, sì come è consuetudine, / ché questi in cel seran pietosi cumuli.
ardenti / furon vedute fiammeggiar insieme, i ché varia turba di mal caute genti /
inf, 12-20: partiti, bestia, ché questi non vene / ammaestrato da la
, ma diventarono peggiori che prima, ché gridavano a grande boce e turavansi gli orecchi
ibidem, 313: 'tura la gola, ché passa l'ora'. bada che il
prego, in preda a morte; / ché dal cantar mio prima / mi prometteste
essere trattata, non caricata, pero- ché ella è cosa sfuggevole, e alla turba
fato ed augurio, indegnamente battezzato; ché certo, io ero più tosto distinato
passate gioie / volgi il pensier, ché a me tornar non lice, / se
in capo ai pigliare il battesimo, ché la provvidenza t'ha fatto turco. carducci
e manca, difendetela da'mordaci cani; ché della di lei tutela ne nascerà la
: avello è differente dal reposito, ché questo è sopra terra in alcuna arca e
le battaglie altresì fuggendo come cacciando, ché fuggendo saettano tuttavia. poliziano, 1-674
tuttavoltaché (tutta vòlta che, tutte vòlte ché), cong. ant.
non agi'a in- tenza, / ché 'n tutte parti il piato perderia. marco
pa- raggio. monte, 1-82-6: ché non si puote in voi, putto,
sua capanna, tutto rimesco- ato, ché quella poverina gli faceva pietà. pavese,
è egli toccato di scender quaggiù vosco; ché altrimenti io gli avrei registrati tutti quanti
senza interruzione. guittone, ii-ix-8: ché non già maestri tutti de vita està,
, e in testimonianza n'è ancora, ché nel detto campo tuttodì se ne truova
tutore; / valore / non aggio, ché sento lo cor partire. scampolo dugentesco
: vien mascagni truce in vista / ché su l'uno spera già / e già
l'animo a sogiogare ogne nazione, ché la loro sollicitudine era tutta in apprare
dèe sempre invitte e trionfali, / ché ciò per suo nativo alto costume / dielli
dente. / or me ubidesce, ché t'è sì ligiero. gherardi, ii-194
non è per mia volontate, / ché mi convene ubidire / quelli che m'à
me non te vole'soferire, / ché 'l mio padre voglio ubedire. ariosto,
i'fu'servo di cotal segnore, / ché ciò, ch'io faccio, mi
e tutti mi si tolgono di camera, ché in questo sono uccellabile più che quando
: quello uccellaccio subito discende, / ché non si fu di tale inganno accorto,
scala si va sulle mura: / ché tosto vi vedrai / su l'oriafiamma.
in rubar non cede un grano, / ché guerrazzi, 1-600: cristo è dei cristiani
men rischi e miglior sorte. / ché molti e molti di questi merlotti, /
dir là ov'è la scienza / ché breve detto di molti è 'ntendente / ché
ché breve detto di molti è 'ntendente / ché lunghe aringherie odo noiose. dante,
. altresì udire sormonta l'odorare, ché noi udiamo più dalla lunga che non odoriamo
sendo assediato da questi galuppi, / (ché per ga- luppi anch'io gli ho
con ogni supplicio / uccider gan, ché così meritava, / e che dovesse
a quest'uscio e tienlo chiuso, / ché qualche ladro non facesse ufficio. /
cristo... vestesi di nero, ché in tal dì si dice l'officio con
eo non ardisco appelarti sdegnosa, / ché en donna è laido se tal nome ruge
pure vogliate affannarvi tanto a gridarci contro, ché non vi avesse a cascar l'ugola
con riferimento a formule matema ché non abbia gli obblighi dell'uguaglianza che l'
/ e di terra in suo loco. ché per formarlo bene / sottilmente convene /
discordanza / ritorni in iguaglianza, / ché ciascun è contrario / a l'altro
già non si fa per noi, ché non bisogna, / ma per color che
le littere umaniste ti rammento, / ché aresti la natura del crespello / se
in atto, ma bene di maniera, ché e'possa umettarsi, dovendo egli ricevere
dall'umido acquisterà il secco, accio- ché tosto riceva dilatamento e agevolezza a figurare.
mar superbo, / non paventar, ché se t'assale acerbo, / nobil rifugio
rendo / son voi con umilianza / ché n'agiate pietanza. 2.
per ricacciare dentro le mie lacrime, / ché la pietà degli uomini m'umilia.
a queste cose e però rimangono infedeli, ché non le possono vedere. s.
esperimento plebeo, la delusione abietta; ché portavo la mia bellezza in me, non
conserva / amor di pur servire, / ché già per diservire / l'omiltà non
doria o semprebene, 435: ché voi m'avete tolto remi e vela,
lorenzo de medici, ii-280: ché non mi chiedi qualche zac- cherella?
mi chiedi qualche zac- cherella? / ché so n'adopri di cento ragioni; /
del vino. / ma 'l fé, ché di lui volle ungersi il becco.
difende da que'crudi cani; / ché, se di guerra alcun di lor il
per potermi compiagnere di tuo gran misfatto: ché gia- mai non fu cavaliere con tanta
di evante, con trentamila unitarii, ché così suona mowahhidi (almohadi).
ugolino. « sì, alla francesca, ché a dire unito in francesco, è
porta in gelido seno ottuso core / ché non mai le gentili anime affranse / più
e l'infinito disvalore dal male: ché nella buona volontà c'è un universo
ne l'anima, ne lo spinto, ché lo spirito ha virtù somma d'unirsi.
, gli unni et i longobardi, ché queste cose sono chiare per fama. carducci
, 1-596: rendimi il cor, ché tu non gli dài posa, / ché
ché tu non gli dài posa, / ché il vo'donare a una più pietosa
or prevedete ad una cosa, / ché lungiamente faggio udito dire, / che buono
usuto. dante inf, 33-140: ché branca doria non morì unquanche, /
già segnata fosti. sacchetti, 310: ché 'sol sen va e già appare la
degno di andare dinanzi l'imperatore, ché troppo eifi unto e nero della cucina
trestizia; / ma va'là, va'ché i can pur t'hanno giunto!
e di sudori / e di notai, ché lor untolo scuoia. = voce
come l'uom si fa sego; / ché quale aspetta prego e l'uopo vede
partì da pregio e da valore, / ché mi fa uopo avere altra 'nten- danza
tosto ti verranno a uopi, / ché per pubrico frodo sarai preso. firenzuola,
« messere, non gli credete, ché egli è un ghiottoncello; e perché egli
ardenti / furon vedute fiammeggiar insieme, / ché varia turba di mal caute genti /
, / non facciate adimoranza, / ché non esti bona usanza / lassar l'amore
è tutto dato a l'usanza, ché ongni cosa s'acquista per uso et abassa
ch'io inchiedesse lui d'amanza, / ché m'à tolto lo posare. boiardo
e quella in terra prende, / ché cotal cosa avea spesso in usanza. melosio
è, crudelmente, sana: / ché mi dice ch'i'usi a la campana
in custodia al portator volante, / ché tai messi in quel tempo usò il levante
dette parti a usare nuova malizia, ché tra loro usavano parole amichevoli. bellincioni
questa lor tracotanza non è nova; / ché già l'usare a men segreta porta
non ti caglia d'usare, / ché starai per giullare. novellino, vi-106:
piangiamo, o sconsolata lira, / ché più non si convien l'usato canto.
usato piene / restate del parlar, ché 'l paradiso / certo armonia più dolce non
dèe portare il povero soldato; (ché questo consiste in un sacchetto di pelle con
potran sicuri a aperto uscio dormire, / ché la lor guardia fie 'l rastrel co'
beatrice, loda ai dio vera, / ché non soccorri quei che t'amò tanto
intrapreso. marchetti, 5-204: ché vinse il fuoco, e molte cose allora
. f. scarlatti, lxxxviii-11-54: ché, s'io vengo pensando, / tenendo
poi: e ciò convene, / ché l'uso d'i mortali è come fronda
padiglioni: / e lo può far, ché senza impedimento / passa tra cavallieri e
possa mia donna star scura / (ché maggior sacramento non so fare), /
caro mi costa la malinconia, / ché, per fuggirla, son renduto a fare
quanto sai, / alumagli lo core, ché si adumi / cum l'amoroso razo
ed è di grande utilitade il fatto suo ché tutto 'l mondo n'ha bene.
23-6: figliuole, / vienne oramai, ché 'l tempo che n'è imposto /
le vidi certe linee... ché l'acqua lanfa scorse giù per le gambe
vacillar, ma va'dirittoe sodo, / ché ti bisogna, sai? questo è ben
sì tomamo al munistero molto vacui, ché l'ora era tardi e face- vaci
tenne bene il contrario democrito, dicendo ché, sè e'fosse vacuo, e'si
si passi d'esto fiume il vado / ché correr ben possiam calzati al monte.
: trasse al ripostiglio i coltelli, ché un poco per bisogno e un po'per
miri la mente con occhi cervieri, / ché allora perderete la vaghezza / di lei
segui ben la più diritta via: / ché sol per acquistar sua segnoria / ti
il scudo il capo se coperse, / ché non volse fuggir la dama vaga.
su lei qualche resto delpantica magnificenza; ché ella avvolge la sua bellezza inferma in
legge, notarla o medicina, / ché nella cinquantina / non è chi porti
i-48: conoscerai le variole epidemiali percio- ché sono alcune pustule picciole, rotonde, di
ne sono per questo peggio per sani, ché si taglia loro il collo e si
cinque minuti e si va avanti; ché una valanga di fatti immensamente più ammirabili
me no mi è dispregio, / ché quegli è saggio ch'usa ventate: /
ad esser valentuomini e portarsi virilmente, ché mai fi mancaria. m. soriano
/ gioia, ma pur dogliensa, / ché tant'à di va- lensa, /
. parini, 292: vien', ché nulla varrammi aver parlato, /
iii-1-840: -aligi, non aver paura ché l'iscongiuramento non vale. -di là toglila
denari], tropo ci costarebbero: ché valliono la fiera diede libre o dodici
cagiuso, non è buono per noi; ché sapi ch'e denari ci sono valuti
con ciascheduno un'incognita amante... ché per imitare io valeva un milano sin
valiménto mi date; donna fina, / ché lo meo core a voi si 'nchina
a la capanna pet corcarsi, / ché 'n starsen dritta non ha valiménto, /
dimostra tuo valore e valiménto, / ché tocca ancora a te in questa parte:
poco si curò della loro guerra, / ché si difese ed essi andare a valle
12-46: ficca li occhi a valle, ché s'approccia / la riviera del sangue
far soperchio perch'agia gran bene / ché ogna monte a valle dè venire
canto / non vi deggia spiacere, / ché lo mi fa volere / il vostro
fia 'l combatter corto, / ché l'antiquo valore / ne l'italici cor
rime, 1-xiii-10: poscia mi sforzo, ché
freddo l'ire, / durano poco, ché li fiati, strutti / del lor
valore, non fanno governo, / ché queste qualità li fanno asciutti.
stare -nel meco a mensura; / ché so natura -sempre è versare / grande errare
delle grave / non più aver, ché le due son saluto: / giovantute,
fra tutti « catuba, non dormire, ché sta a contesto figur. te ora
a l'arme tucto il campo, / ché di sangue han sete e fame.
di vanto. novellino, xxviii-804: ché quasi la maggior parte del po- pulo
confondere, annebbiare la penna: / ché, quanto più tra le mie mani pesa
dica la bugia per alcuno modo, ché piacere agli uomini è una vanità boiardo
, 346: che è ciò valentino? ché tu non usi la nostra amistade,
alla più alta meta / sarebbe giunta: ché superba e lieta / doppiava i vanni
ma ancor più fiaccamente di prima, ché ora la vinceva una specie di volontà
nome / vano senza soggetto; / ché t furor de lassù, gente ritrosa /
nocte di la fortuna a pupa, ché comandava el vano, ho visto una galia
151: i savi hanno vantaggio, ché conoscono idio e aoperano bene e aiutansi
, non v'impacciate con medicine; ché se lepida ha cominciato a variare il cervello
donai, non mica il cor, / ché due volte non potea variato (
anni, non conosciarea le sue contradie, ché tro- vedere. tommaseo, 11-79
al dì cresce la notte; / ché, quando un loco a sé prende un
lor cerchia. nievo, 1-vi-258: ché da quel pio rimpianto / per l'orgie
« vieni a tua posta, / ché or sei vasso ed eri paladino ».
sa che 'l vero parlo; / ché legno vecchio mai non rose tarlo, /
27 (461): notate tutto; ché questa è politica di quella vecchia fine
e 'n tal modo s'aiuta, / ché lo schermire era l'arte sua vecchia
a tutti una vecchia paura, / ché mai si vide più sozza figura. lamenti
, 7-84: non superbir però, ché me qui vedi / apparecchiato a riprovar tue
appo 'l vostro parlar poco sarebbe, / ché voi sareste altrui di piato in vice
proceda a vederle pià avante, / ché sai che a noi piu lamentar ne lice
i legni lor non sani, / ché navicar non ponno -in quella vece / chi
vedete, e parvi veder molto, / ché 'n cor venale amor cercate o
boccaccio, viii-2-68. costui, percio- ché estimò il vedere esser nimico delle meditazioni e
venne ch'io ad essere suo consentisse: ché passionata di tanta misericordia si dimostrava sopra
caro, afrena il duolo, / ché de la forma amata el summo bene
: ben agia el meo coragio / ché fue vegiente e sagio, / sé si
buonarroti il giovane, 9-774: avvenga- ché... /... /
1-607: reggi la vela, amor, ché il vento spinga, / mentre che
dante, purg., 12-5: ché qui è buon con la vela e co'
forza di vela e di remo, / ché vincere o morire qui gli bisogna.
orlando, con gli spirti: / ché se col fuoco infernale e crudele /
: oh! la non è monaca, ché non è ancor velata; e non
quando morì il grand'ercol virtuoso, / ché la camicia la vita li tolse,
can malvagio allora si disciolse, 7 ché colli denti està catena rose. boiardo
agli amanti un velenoso tosco, / ché, ivi bevendo, non amavan mai.
ben gli occhi al vero, / ché 'l velo è ora ben tanto sottile,
su vestita del tuo velo, / ché sanza lei non è in terra pace.
: potresti dubitar del primo cielo, / ché ciò che sensibilità possedè / il loco
, non più, pastori, / ché non è cagion di pianto / il fuggir
ov'è tardo il pentère; / ché 'l ciel pur volge, e sua velocitade
misura di tutti i modi dello italiano, ché ella in tutti non adopre tutte
vedete, e parvi veder molto, / ché 'n cor venale amor cercate o fede
, non solamente le vigne offendono, ché sono già risolute le forze, ma
il signor che ne fu guida, / ché non corriamo a vendicarlo in fretta?
inganni il suo fratello in alcuna faccenda; ché il signore è vendicatore di tutte queste
venerazione, che la tenevano vestita, ché nessuno la vedesse ignuda. p.
fallato aggio, ne prenda, / ché la pena m'incalcia e da conforto /
or ne prenderò buona vengianza; / ché, sie certano, se tu m'hai
di questa via e tutta veramente pura, ché mai redundò il suo affetto in alcuna
si divide; questo recidasi via, ché danneggia la vite; ma se sia più
fine de lo so regimento: / ché, se dal cominciar bon signore mo-
vegnono tutte le battaglie del mondo, ché l'uno signoreggiare vuole l'altro.
petrarca, 71-29: beato venir men! ché 'n lor presenza [degli occhi di
: io non so quello che sarà, ché già mi pare che sia venuta meno
n'andò a marito o non: ché anco oggidì in cometo questo si ventila.
e distruggeranno la sua terra; impero- ché vennero sopra essa da ogni parte nel giorno
dubbio è vento ed aria, / ché nasce il vento ov'agitata è l'aria
. / insensata mia voglia! / ché doler mi convene, / e sazo bene
orecchio tuo valor non suonò; / ché tu gittresti le prole al vento, /
tu gittresti le prole al vento, / ché il matto non vuol mai correggimento.
dal calile per gano conosciuto, / ché molte volte inanzi s'avean scritto, /
addosso alle femmine; non ventroso, ché quelli che hanno grande trippa non possono
non mifare ora andare infino a casa, ché vedi che ho così ritta la ventura
ancor più d'uno errore, / ché 'nduce il vir l'un l'altro a
indugiare a invemicare più che puoi; ché vemicando poi ch'e'colori con le loro
mi tien d'ogni letizia verde, / ché a buon signor servir mai non si
nel 1462: bisogna pagarne pochi, ché rimarrei tosto al verde. vignali, 1-5-13
non si può dir quale, percio- ché sembra una non ancor trovata composizione d'aromati
arrigo baldonasco, 394: spero in lei ché si trova / merzé, und'io
t'ha fatto la vergine addolorata; ché la palla t'ha passato il petto e
in quella purità gli fu data, ché ancora era vergine puro. boccaccio,
filosofia dimora, e bene è signore, ché a lei disposata, l'anima è
amor, senza villano intendimento: / ché, s'elgli è vero, cierto mi
sapesse la cagione della loro venuta, ché a lui molto saria il saperlo a grado
dove passò questo gran fastellone, / ché rimondorno insino alle vermene; / e dettono
e ritempera i colori e raffermali; ché gli puoi vernicare a tuo'posta se
le selvaggine de'covili, / ché son passati li tempi vernili.
: beatrice, loda di dio vera, ché non soccorri quei che t'amò tanto
te creda dì sempre ventate; / ché molto vero è dubio per poca falsitate.
dato, onor mi tegno: / ché, se giudizio o forza di destino /
dopo il quale miserabile fine, percio- ché violento raptore, corseggiando e guerreggiando, fu
, ed ho piacere... ché così non ti stanchi gli occhi. ma
le viene / la cosa a verso, ché messer alesso, / quand'e'non
di pensare. monte, i-ioi-ii: ché la franzese casa, ov'atraversa, /
. dante, inf, 9-120: ché tra li avelli fiamme erano sparte, /
/ vengon a'fianchi tante vessicucciole; / ché spesso e sì aspramente l'uom si
fiera condur con esso voi; / ché ci han da far qualche faccenda anch'
e più matutini [i pianeti], ché il sole li avviva, non li
, dopo vespro, a san marco, ché faremo una bella lezione e dichiarerowi quello
., 1-75: tu 'l sai, ché non ti fu per lei amara / in
< n'> ài del vestemento, / ché 'l t'acunci a tuo talento;
come raccontano i vecchi del convento, ché io non avevo ancora vestito l'abito
pennello tutta la figura va ricoprendo, ché la cera non si vegga; e per
tacete, oh dio! tacete, / ché già comprendo il tutto. guerrazzi,
vetrino, / e proveder si dèe, ché tosto inforza, / che conservato sia
ma godi e non star più, ché sei pur sola / quel dolce ben ch'
tutto questo e'non son vantaggiati, / ché tale è sciocco che par cutignuolo /
famoso africano o grande augusto, / ché nova gloria agguaglia onor vetusto. c
franco, e dionigi il sezzo, / ché innanzi a lui cavalca il foglia almieri
dante, inf, 4-22: andiam, ché la via lunga ne sospigne.
bernardino da siena, 467: guardati, ché in via uperta il giusto vi pecca
: e battezzasseli qui via via, ché, quanto al rimanente, protestavano d'esser
; o tu rimani di esser chiamato ché gran disonore è sempre ricevere e niente dare
mi'amanza / riprendone villana vicinanza, / ché senza colpa m'ànno cagionato, /
ytalia, tu l'ài ben isperto / ché 'n te non è latino / che
/ che viver pur penando, / ché pur alfin vicin conven cadere.
uomo che non è la stella, ché noi siamo fatti a godere iddio ed a
, sep., 182: più beata ché in un tempio accolte / serbi l'
truovo da sbocconcellare in qualche lato, ché qui per oggi non è terren da
penso di cavare questi denari da altrove; ché con costui non ci è terreno da
., 9-48: fatti sicur, ché noi semo a buon punto; / non
il gradito / mio chiaro sol, ché come te non volo. goldoni, v-700
i-693): essendo frate francesco, - ché così egli aveva nome, -sanato del
dicesse alcuno che ogni appetito sia animo; ché qui s'intende animo solamente quello che
/ mettemi 'n tempestate / ogni penseri, ché mai non si stanca, guittone,
, quando passasse da casa sua, ché lei li salvarebbe le sue galline.
: « rimanti di queste parole, ché noi terremo bene tal modo ch'egli
gli dadi cum sue false volte, / ché da lor scendeno inzurie molte, /
voltabile fortuna esalta gl'ingiusti, acioc- ché coloro i quali ella strabocchevolmente fece montare,
diceva: « deh, pagami, ché io vorrei più volentieri della mia povertà
, non fanno se non male; ché, non che altro, ma la botte
, scirocco. giamboni, 8-i-121: ché 'l vento di levante, ch'è temperato
) i volu- mettini del parnaso: ché specialmente di compiere la raccolta de'lirici
non poteno, / si volser tutti, ché nessun non osa / volversi indietro o
pronti sono a trapassar lo rio, / ché la divina giustizia li sprone / sì
, / parve un ciottolo incantato, / ché le case vomitarono / sassi e fiamme
, -or so en el malanno, / ché 'l corpo è vorato - e l'
scoccarono in alto, ma invano, ché l'ora / che fugge traevali a sé
, 16-141: dio sia con voi, ché più non vengo vosco. b.
la vita, io vi saluto! / ché non rapite ornai vosco quest'alma?
ultra, o musa mia, / ché gli uditori ne son pregni pregni:
vostro nome in pregio saglia, / ché 'n nulla parte sì saldo s'intaglia /
o rinaldo! o antichi eroi! / ché nostri siete! eran d'italia l'
, 4-27: pernella propria sensibilità. ché io nella vulva non morii? perché uscito
le sue camicie parevan carboni, / ché le cambiava, come i votacèssi,
. montale, 14-57: ahi ahi, ché tutto è pronto e domattina / presto
salgari, 18-181: quan ché non vi era alcun motivo di riserbare a
un altro, io e delle zacchere? ché sempre me ne sono guardato e di
. lorenzo de'medici, ii-280: ché non mi chiedi qualche zac- cherella?
mi chiedi qualche zac- cherella? / ché so n'adopri di cento ragioni; /
? lorenzo de'medici, ii-280: ché non mi chiedi qualche zaccherèlla? / ché
ché non mi chiedi qualche zaccherèlla? / ché so n'adopri di cento ragioni;
capace zaino em- pissene anco, / ché gli pendea, come a pastor, dal
, terriccio entravano nella benna giusto giusto, ché la e chiacchierando per questa piazza, come
presto al giudice del nostro podestà, ché sei caduto in pena, perché ne
zanzarièra, sf. drappo di velo leggero ché, sistemato su appositi supporti, è
boiardo, 3-6-15: guardative, pagan, ché el vien la morte! / a
anco fattovi / da altri l'argomento, ché non s'usano / più, e son
balcone a sollevare meglio la persiana, ché anzi quella zebrata penombra poteva facilitare le cose
el dominato / e lo patriarcato, - ché tanto su è menato, / en
umane; e non mancare, / ché tu reggi le stelle del tuo cielo.
la stridente lama de la sega / ché pria sfender solean con zeppe il legno.
sarà buono che te ne ragioni, ché non è da lassarla passar per niente,
a milano, sempre in zigghe zagghe, ché non ci curiamo di strade dritte o
, diete bonbarde se aveno da ponere, ché, come ho dicto, vai molto
bene al zipol della botte, / ché non si versi. buonarroti il giovane,
con teco m'alevò come sorella, / ché * 1 padre mio mia madre non
sente un zitto in quell'istante, / ché del silenzio qui parea la sede.
/ profettare zo che de', / ché l'un fa: che sa dà 'me
jahier, 231: per ché lavorano così bene... perché in
se revestimo a nove spoglie, / ché veste ivi trovamo e ricche zoglie. sanudo
quasi si domandan cinque zone: percio- ché a modo di fascie o cinture lo circondano
di loro mostravan l'andar zoppo, / ché 'l sol mancava e già la
rudezza non ci indussero dunque in sospetto, ché una pagnotta militare è onesta e materna
amata universalmente e riverita da tutti, ché certo a tal male io non so
accade che ci manchino i buoi, ché non sempre abbiamo preparato il zucchero per la
: copritevi la testa col zuccotto, / ché tira ven to, e
salviati, 20-95: non tanti zufolamenti: ché quei poltroni si deono esser fuggiti.
/ che le som tutte fole, / ché di te sola som servo zurato.
223: hatti bien voluto la fortuna, ché se a me non capitavi tu potevi