che tu brami l'avrai, / ché, a dispetto di tante prediali, /
, farò conto ch'ella canti, ché so fare anch'io orecchie da mercante.
me è uno perdimento di tempo, ché potrei stare a studiare e fare una
, sta'di buona voglia, / ché non sei più nel mal predicamento, /
alla scoperta da'suoi ministri eretici, ché così pattuì co 'l marito quando la prese
t'arrenno per crescione, / adiutame, ché ho cascione, / ché l'amor
/ adiutame, ché ho cascione, / ché l'amor me voi consumare. /
, / sì sa dolze predecare: / ché parla si dolzemente, / che me
tagli cheli'ovra gli onori, / ché mal predica gente / chi è per sé
a disfare quello che aveva fatto: ché trovandosi nel consiglio del comune, rendeva
un tal foco al- lumomi, / ché non mi vale el suon de la tua
prego, in altra parte predica / ché è piaga invenenata ed incurabile / quella
i-i7: non vi vo'più tenere, ché temo non diciate i'vi predichi.
ha più stenta e manco gode. / ché noi fuggiamo? -ogni uom sa predicare
le chiese spesso e a'predicari, ché molti buoni assempri e costumi v'imparerai.
a sostentar la vertù dell'altre, ché trascorrer non si lascino, si conviene
fosse lo 'ntendimento, si vede: ché solamente de l'uomo e de le divine
peccava nella forma, per ché quello che è predicato nella conclusione non è
, 3-136: io spero in dio, ché tutti vedrete che io sono, qual
i cavai ponno passar avanti, / ché i carri ancora hanno occupati 1 calli;
, o fecigli il dovere, / ché le son cose poi da pugnalate, /
4-15: ah! non fia ver, ché non sono anco estinti / li spirti
. / questa è vii contenenza / ché 'l non è grande d'animo colm /
in ciel risuona il grido. / ché pur talora di laggiù sormonta / con
racqueta poi che 'l pasto morde, / ché solo a divorarlo intende e pugna,
luogo, ma non gli mancò persecuzione, ché tanto sostenne poi più gravi battaglie,
sacchetti, 198-153: male per me, ché dov'io avea riposti
, volete far alle pugna con lui, ché ve terrò la a? bizoni,
è salita, e molto piacesi / ché le pare infinitamente crescere. palazzeschi,
trova nel bosco la vergine bella, / ché ben co- gnosco io come l'è
pure il bertone ben provisto, 7 ché con tutti si corca per polcella.
poema? -perché non pedantesche? ché tante ne sono in quella opera che con
il pulcinella, il zanni, / ché san giovanni al fin non vuole inganni.
, ma essa lo riconobbe tosto, ché il cuore non è fatto di sasso,
con noi per nostro amore, / ché del tuo pulican voliàn vedere / quanta sie
dar di somma astuzia vanto, / ché colui facilmente gli credea; / e fuor
, col berretto gallonato,... ché la gente se ne impipa di lui
/ ma bee inver molto pulitamente, / ché 'n corte lo 'mparò, fuor di
facci nuda lavar dal capo al piede, ché la molta pulitezza mi piace. gelsi
ne doleva e 'l gatto, / ché gli ossi rimanean troppo puliti.
/ rimangono pelati comacchioni, / ché, delle penne altrui già rivestiti, /
di aver per sposa angelica pulita, / ché l'una è a l'altro e
tessuto è dopo il ferro: / ché solo il ferro a preparare è buono
i-726: di sangue sgorgano poche stille, ché la coscia è stata legata stretta da
macchinatovi tradimento, state di buon cuore, ché già sono estinti i traditori e,
inscritti nella aperta mano, / ché le diurne e le noctume cure / ch'
ancor è la mia mente più dogliosa / ché per ben male a me è tribuito
in lui grazia e luce piove, / ché dell'anima sua gran parte avrai,
non tanerìa chi ama suo volere: / ché tal ne ride e di lui è
non dovete; più non lo maneggiarete, ché non vi pungano, mercé che,
batalglie non son come sonetti, / ché pungnono li ferri più che spine. dante
piacervi qui ristringo il groppo, / ché assai mi doglio, mi rimordo e pungo
viddi a'dì miei tal maraviglia, / ché, pungendol [il mio ronzino]
animali che son ne li monti, / ché per lor corpi lo tossico freme.
spina / punger ti possa mai, ché di mestizia / capace esser non può
non vi turbate, o cavaliere, ché ad un perfido e disleale, qual voi
che si chiami 'pungilingua ', ché, siccome ella mal punge, così
.., /... / ché 'l dir m'infiamma e pugne,
, / più grato e l'indolcisce, ché altrimenti / sempre il ver per se
si risveglino e si risentino al grido, ché a questo modo non occorrerà tanto il
129: la morte m'este amara, ché l'amore / mutaomi in amarore;
/ mutaomi in amarore; / crudele, ché punio senza penzare / la sublimata stella
iddio? punillo secondo la colpa: ché quasi la maggior parte del pupolo suo
/ ritorna in pena scura, / ché. lla vita futura / punisce e dà
onora dio e 'malvagi confonde, / ché giustizia e buon premia e 'rei
4-32: temendo restar quivi diserto, / ché cinto si vedea da tutti i lati
[della pasta]: / invano! ché la crema / esce dall'altra parte
lati. g. visconti, 2-16: ché se del lume suo [del mio
e poi li fa punta per pensiero, ché altrimenti se la materia non fosse dura
dato dir: batti ed ascolta, / ché ove è mannaia, non bisognan verghe
mie punta di sdegno spezza, / ché bel fin fa chi ben amando more.
voluto pagar forse il vino, / ché tu gli volti le punte? buonarroti il
male ne nasce da questo? grandissimo, ché offende l'onore e la riputazzione del
imperoché i contadini non fecero puntaglia, ché si mis- sero in fuga. anonimo
, a guardare questa piccola cosa, ché voi la veggiate. 32.
m quel modo e per ché il cavallo non avesse vinto, questo,
divegliasi a dentro due o tre puntate, ché così manterrà fresche le radici la estate
colpa sarebbe vostra o pure sua, ché doveva lasciarsi puntellare. -fermare,
odisseo, / puntellati sull'asta, ché avevano gravi ferite. pirandello, 8-931
devono stare sui puntigli dei duelli, ché siamo mercanti e cittadini della repubblica,
a roma non gli si satisfarà mai, ché ancor ella sta su i puntigli.
, 40: andianne in casa mia, ché tutto t'insegnerò di puntino, spoglieratti
che semo de l'ettema rocca: / ché, se noi siamo or punti,
mal punto fui nel mondo nato! / ché 'n me, criato -tutto il male
maledetta sia l'anima di ganfo, ché in quel maledetto punto li diedi un
che forte punto mi feristi! / ché non potrò guerire, / da poi che
punto vadmo tutti i danari del mondo, ché io non voglio altro che la santa
., ma 10 non volli, ché io era pur disposto a venir qua a
, 1-113: volgiànci in dietro, ché di qua dichina / questa pianura a'
da po, / ed ancor più, ché ne dimostra po': / ver'lui nesuno
/ né di qua né di là, ché sta in sul savio / per amor
. antonio da ferrara, 91: ché s'alcun la vertù de sua ban-
ho letto un gentil mio quaderno, / ché gentilezza è bene anche in inferno.
cono, ovvero del suo anello, ché tanto basta la base abcd, che
e 'l ministro ti metta in carcere, ché non ne uscirai quindi insino che no
a castigar questi due gavinelli? / ché se quivi marsilio e balugante / fossero
, non perdete più tempo circa ciò, ché io non voglio più marito. guicciardini
la quadratura dei due trianguli avanzati, ché l'una e l'altra si troverà esser
, 273: attenti, miei auditor, ché già escon fuora / palme parole (
intendenti la stima non sanno, / ché basta dir che questo qui, ch'
.. tutte da quattro in fuori, ché due sono quadriremi e due bastarde,
tedesco, con un errore di prosodia, ché 'oziosos è quadrissìllabo. pascoli, i-990
venirvi col vivo consenso dell'animo, ché anzi codesta astensione affatto materiale esso se
non però vinse tutte le gen£i, ché non si distese per lo mondo,
eccellente, e questa è la ragione, ché chi seguita quella à quaggiù pace e
mio mal mi sia salute, / ché ciò che nuoce ha pur qualche virtute.
poter rispondere con qualcosa di buono, ché sarebbe proprio vendere il sol di luglio
ho io: e non ci pensare, ché, presto presto, cambiandosi le cose
intender qual fortuna mi s'appressa: / ché saetta pre- visa ven più lenta.
purg., 1-134: oh maraviglia! ché qual elli scelse / l'umile pianta
12-48: ficca li occhi a valle, ché s'approccia / la riviera del sangue
fatto, mal s'è saputo vendicare, ché questa non è stata lunga per lo
.. quando ella n'è dilungata, ché la sua legierezza la fa bene movente
son solamente contrari in complessione qualitativa, ché marte è secco caldo e ardente e
mano. e qualiva- mente bagna, ché non sia più quantità d'acqua piu in
labbia dolente. idem, xlvi-27: ché più mi triema il cor qualora io penso
vi sia la volontà di lei, / ché di sangue e di
una dignità di 'esperienze effettuali 'ché i lettori suoi stavano in enclavi e uffici
, posa il tuo furore; / ché, quando intenderai tutti i mie'mali
no son quelo ch'eu soleva esere, ché apena cn'eu me poss'eu cognoscere
, tu l'hai ben esperto / ché in te non è latino / che non
però tua la bella donna fia, / ché, mentre noi tardiàn, se ne
la più picciola stella del cielo, ché la quantitade del suo diametro non è più
, / fa'quanto ben sai: / ché quanto atro fai / retoma in niente
risponde: -farò quanto dimande, / ché ne sei degno -; e l'
saprei / quanto avemo ad andar, ché 'l poggio sale / più che salir
sua canzonetta quanto seppe il meglio, ché molto lo sapea ben fare. dante,
dante, par., 26-28: ché 'l bene, in quanto ben, come
pernottare nei luoghi delle sue esplorazioni. ché, per quanto si faccia, un luogo
: neuna tempesta grande puote durare, ché la tempesta quant'ha più ai forza tant'
solete; ma quanto potete fate, ché io la vi pur rimembrerò molto spesso
] quel beneficio per messer ubalàno, ché, quanto verso dio, fu maleficio.
[ugolino], e voi adorate, ché quanto io non sono per adorarlo.
posso la supplico se degni compiacermi, ché di ciò riceverò piacere e grazia singularis-
] contento, che è essere beato ché, quantunque l'altre cose avesse,
: lascia lui e varca, / ché qui è buono con l'ali e coi
ch'io dico: « anima mia, ché non ten vai? » laudario urbinate
/ ch'i'no gli posso dar, ché non so'miei ». capitoli della
grande e iscelta gente, e vinsongli, ché i franceschi e i lombardi furono isconfitti
/... e quarantotti, / ché non si può trovare, / pan-
mio pluton, non t'adirare, / ché venir non t'ho fatto sine quare
quartana è nata di putrida malanconia, ché, s'ella è generata nelle vene,
avete più ragion che i quarteruoli, ché in francia, contando con essi,
in un quartetto: ma ne maraviglio, ché egli in un quartetto replicò pur '
rona un francese, nazione sospetta, ché, per escluderla da questo disegno
mattina assai per tempo andò, / ché spesso andava quando gli piacea, / al
/ dicendo: « padre mio, ché non m'aiuti? ». boccaccio,
meni poca e fida compagnia, / ché cremete non fia tornato ancora / e
si leva, sul 'sofà ': ché così essi chiamano un palco alto un
tanto più assottiglia / la spesa, ché i tre quarti si delibra / por da
rimanga uno altro te in questa città? ché vado pensando che, sanza, i
che. mme sentia fare, / ché guasi era tucto trafficto / più de me
: « ella è di varie grossezze, ché alcuna n'è più, alcuna meno
iii-185: a lucca idio dimostrò placabile, ché quazi di pestìlenzia sentìo.
dolcissima, non piangere oramai più, ché marito a tua posta ti si darà,
disus. qua$icché; ant. quazi ché), aw. circa, pressappoco,
guerrazzi, 1-724: a bobbio sbandaronsi, ché madre di discordia è la sventura:
porta, 2-56: o mi deus, ché per aver molto accelerato il passo,
che si conosce tosto alla figura, / ché sporge in fuora tutto il quaternario.
i latini come tutti i barbari, ché gli altri sono composti e aggiunti e
congiunta a questo corpo ancora vivo, ché in fatti bene spesso, addormentata da'
ma io mi starò quatto, / ché alcun non se ne pente per tacere.
, / ch'io prenda ardir, ché sto vèr ciascun quatto. -domato
lasciate tór di bocca il pane, / ché c'è chi vuol la pasturella grassa
ma 'dicendo 'sed ', ché così averesti evitato l'ambiguità, per potersi
quattrinelli che io vi ho chiesti, ché io ne ho una nicistà grandissima. p
te le manderò per la posta, ché la spesa di posta è tenue, di
io me ritrovo senza un quatrino, ché quelli cinquanta ducati che la m. v
4-ii-816: lo studiuolo non è mio, ché, è g g ran
mal non mi soffrisce il core, / ché, se non fossi diretto mio cugino
, e non trascurare il poco, ché chi non istima un quattrino noi vale.
i-102: non trascurare il poco, ché 'chi non stima un quattrino non
miei sbricchi venghino a quattro ore: ché alle quattro ore usavamo di cenare insieme
beatrice, loda di dio vera, / ché non soccorri quei che ramò tanto?
cadmo e d'aretusa ovidio, / ché, se quello in serpente e quella in
temenza de dir tuo entennemento, / ché eo sì mo te dico quillo che nel
: fra tanti dolori non sa dolere ancora ché non conosce a quel ch'è fatto
quenzi, qui non me tenere, / ché mai al tuo desio / non me
del nipote che si duole, / ché sa ch'ella è qualche querela indegna,
me ha di te suaso, / ché dir non puotti mai la mia ragione.
diversi; e non è bastato ciò, ché mi ha scritto le sue querimonie e
livia, priva di letizia, / ché la sua morte a te più ch'altru'
mi volgo a te... / ché certo son n'arai vera scienzia /
legge fra voi, là vi partite, ché io per me non voglio essere giudice
salirò a quistioni alte di filologia, ché non sarebbe affar mio e non gioverebbe al
): va'e mandami frate elia, ché gli voglio fare una quistione però ch'
giorni o più son fatte ceco, / ché una de voi mio cor ne portò
, 282: avrebbe attaccato volentieri questione, ché le prepotenze non era uomo da soffrirle
ti piace ornai rivolgi il freno: / ché se costui vorrà quistione, 10 spero
carte ha spasso. / lascialo far, ché diverrà eccellente / a decider question fra
non movo per quistio- neggiare / (ché già inver'voi so non avrìa valore)
/ scrivi ancor questo, allegrati; / ché più superba altezza / al disonor del
altre cose che di queste qui, ché forse pensano de li loro amici lontani.
, ben li occhi al vero, / ché 'l velo è ora ben tanto sottile
/ il anno se ne avrà, ché da qui inante / noi chiamerà fortuna
, umana gente, al quia: / ché, se potuto aveste veder tutto,
. chiunque. grifoni, xxxvli-86: ché 'l piacer lungo tempo disiato / a
cui alcuni permangono attualmente non alterati: ché un'alterazione... non è
intelletto qui quiesca e dorma, / ché non fèr mai sotto del primo cerchio /
fioprar col suo santissimo portato, / ché l'alma mia quiesca in essi regni.
87-34: lo silenzio c'è apparato, ché gli è tolto onne lenguaio: 7
ed è pregiata; / e quetamente, ché non le sie noia, /
procurasse ai dormire per quella notte, ché la mattina gli avrebbe data la norma
vuoi altro, tu se'esaudito: ché per mio conto io ti fo libera quitanza
quietate un po'l'animo, / ché così mi darete mal udienzia. iacopo del
siano vili appare ed imperfette, / ché, quantunque collette, / non posson
cosi antandro, in terra dismontammo, / ché la tempesta non era quietata.
quieto delle cose, salvacondotto pienamente, ché con fidata sicurtà a niccolò potessero andare e
altro verso del ciel trarrebbe nui, / ché ciascuno fa come calamita. g.
biondo / crin fuor ornai traete, / ché le vostre acque son tranquille e quete
: / pensoso, ed a ragion, ché più bell'arte / chiede il soggetto
starna benedetta, statti queta, / ché c'è la mia vicina che ci
, sì per la quietudine, ché non pareva li fusse 3 persone, come
fora di questa vita / la sconsolata, ché la caccia amore. / ella si
tadi tra sé diverse e contrarie, ché altri vivano secondo la carne ed altri
che hai fatto non ti scusa, / ché, non avendo ragione in colei,
quintana siete ove fiere ciascuno, / ché ricci assai tenete. buonarroti il giovane,
principio, che (come spesso incontra, ché i primi fogli maneggiandosi assai si spiccano
non lo biasimare a questo modo, ché tal cosa farà per un capitano par mio
di triplicato mondo arbitri invitti, / ché agli ordini celesti / dei quirinali editti
orso: / « aaeo, adeo, ché non sto più quirita! »,
era il momento di perdersi in quisquilie ché già l'occhio di cotestui s'era dato
dolefe..., lealissimo, ché 'n lui peccaste, e allegrate lui sodisfacendo
lui peccaste, e allegrate lui sodisfacendo, ché bene dèa gaudere lo più avaro omo
, / dicendo: « padre mio, ché non m'aiuti? » / quivi
contado di fiorenza aggiongono ^ ritta ', ché 'quiviritta 'e 'quiciritta '
e non 'coto ', ché 'quoto 'leggo in un antico testo
di ribarbero: aànno a'fanciulli, ché uccide i vermini. sermini, 84
le ciglia e più non dice, / ché nella penna gli è rimasto 4 lice
che mi vi gionga la canicola, ché rabiarei a fatto. -venire in
altra donna mi sei in dispiacere / ché mi par proprio una cagna rabiata!
l'omettino sembrava un rabbino intristito, ché il viso aveva coperto di barba intonsa disseccata
si trovò fuori del pensiero delle indiane, ché, al riveder l'antica sua amata
, male per chi farnetica, / ché basta solo un cenno de la bocca /
andar talora a gallo, / ché 'l mondo fa cangiar di perso in giallo
gridar forte: « aiuto, aiuto! ché 'l conte d'anguersa mi vuol far
di me non v'andrà egli, ché, come e'rabbuia punto, io starò
ma ch'io non so chi siano, ché non li ha forse ancora raccapezzati.
di conti) tanto mi conosco, ché m'aiutano le dita, ma nello scritto
87: ritornate a dario vostro signore, ché molto mi maraviglio com'elli vuole raccattare
racerto, -mal s'alaccia: / ché nullo ma''l ailaccia, / si 'l
consiste qui nel nome del raccettatóre, ché ospite è detto in latino et in
, e non posso rac- chetarme, ché questa perdita è pure stata troppa due volte
: 7 ognuno combatteva fortemente, / ché del ferire nissun si racheta. l.
la sua vita tra le murate, ché non mi basta tra le racchiuse.
cose storiche ho scrupoli senza fine, ché vorrei raccorre ogni elemento di verità e condensarli
9-698: se'tu ora chiaro? / ché, se tu ben raccogli / e
poi dove sapete mi raccolsi; / ché non però per poco / mi spavento e
non mira più la donna altera, / ché declina dal ponte e si raccoglie /
, ch'è il vero rifugio, ché altrimenti l'uomo tributato e destituto d'ogni
, / se vedete sien garzoni, / ché faran buona misura: / sempre pagon
nella coperta sta tutta raccolta, / ché ancor di luglio ella ha freddezza molta
; / che vi sia racomandato, / ché con voi riman mio core. dante
altieri e superbi e discordanti fra loro, ché il re carlo vecchio mai li potè
nollo ricevete in casa e nollo salutate. ché quelli che saluta e fagli bello ricevimento
, pigliandolo così a piena mano (ché aveva un gran manone), gli guardò
a pigliar o diami / cinque quattrini, ché tanto d'avermili / racconci domanda egli
proverrò s'i'lo potrò racconciare, ché a quel modo è perduto. varchi,
macina bene insieme quanto più puoi, ché per macinare assai non si guasta,
pecche per cagione de l'amico, ché l'amistade dèe essere per ra- conciare
tempo... da far penitenzia, ché ne vengono le gran tribu- lazioni,
, i-129: scrivimi ancora qui, ché se mai il tempo seguitasse a imperversare,
riposo a lor fatiche ancora, / ché queste son da le percosse aperte / de
5-14: 1'son tutto racconsolato, ché io mi credetti, quando ti vidi sì
. o in frutti di terra, ché elli prendono il gaggio, senza raccontare li
non molto lunghi, non bianchi, ché, oltre al far deformità, raccertano
/ gente insiem si raccosta, / ché vuol fedir per costa. buonarroti il
dell'umana miseria alcuna parte, / ché misera non è la gente sciocca. borgese
racqueta poi che 'l pasto morde, / ché solo a divorarlo intende e pugna.
nanza della nave un radamugno, ché con tal nome ven gono
che raddolcito ha il cuore / oggi, ché il grano gli avanzò le corbe.
'? -egli molto più se la riempie ché raddoppia la consonante. b. fioretti
corpo se non consente la mente, ché se tu mi farai corrompere non volonterosa,
/ la cosa che disia: / ché mai no gli solena, / veggendola tardare
: seguite a far l'amor, ché il mio raddoppia. di giacomo, 11-688
esaminò spiegandole con una sola mano, ché l'altra teneva costantemente nella saccoccia,
e la palla raddoppiata sulla sinistra, ché, se seguisse il contrario, il
, acciar radente / la sicilia portò, ché tanto è dire / buscar denar come
da la sfrenata voglia / sùbita vista ché del cor mi rade / ogni delira
l'isola gora / fanno u viaggio, ché rader col legno / non voglion la
vece è il basso volo, / ché vicino al terren con l'ali il rade
discrezione radere il pelo? lasso, ché vi andranno insieme la pelle, la
, i-95: descriverla non saprei, ché era la mia donna. mia, ma
che venisse da 'radio ', ché alla forma di radio possono recarsi quei
un po'di que'fiori: pochi, ché troppi darebbero alla testa. e vediamo
barbier non ci accadeva o speziale, / ché per le poste saria gito al fosso
a l'arbor se figura, / ché quanto più profonno è radicato, /
per li savi un albore travolto, ché le sue radici sono i capelli, il
voler sorge egual l'effetto appieno, / ché diverso all'effetto esser non lice /
: dove diavolo trovarò questo medico, ché ritrovato non l'ho alla speciaria dalla fantasma
non sono / che silvio ed amarulide, ché l'una / vien del seme di
dico, quanto puoi, rubrica, / ché quel dir frutta c'ha vive radici
/ dannati pel peccato originale, / ché 'l mal della radice è in ogni ramo
vegna el fredo e 'l strido, / ché 'l prima- digo fa caspo e radige
ch'aspiri al gran disegno, / ché da radice è svelta mia speranza. aretino
tal lontananza e non morire, - / ché pensandovi sol, da la radice /
la storia degnamente detta della radiotelegrafia, ché dal 17 di questo mese essa è entrata
l'erbe si debbon seminar più rade, ché traspiantar non si dovranno. caro,
fitti. vieni, andiamo in là, ché i posti son più radi e ci
oriente, da non poterle stringare, ché neuna volta, ovvero rado, si cominciano
o sol, del tuo fetonte, / ché rado gran dolor tosto s'oblia?
mai di loro il minimo sospetto, ché anzi non di rado restavan soli, e
miei fien lagrimosi e manchi, / ché gran duol rade volte aven che '
i sogni in lor balìa; / ché mi disse la bella, ad un radore
rossi d'africa, me lo avvisi, ché dentro a una lettera gli manderò subito
qualità dell'aria e del clima, ché, essendo caldo, vi si piantino vitami
ii-89: raffazzonate el nostro desco, / ché di vostra dovizia abbiàn disagio, /
sua bocca raffermar l'accusa? / ché, senza ciò, mai condennar non
essempio prendi tu, lettore, / ché questa vita l'anima rafferma. pagliaresi,
magalotti, 7-145: non voglio scrivergli, ché sarebbe troppo presto in raffibbiargli a dosso
masuccio, 115: frate antonio, ché da un canto la pessima avaricia e
per la cascione de la profundità, ché passando lo viso entro per lo cielo
intento assai l'occhio v'affisa, / ché lontano è l'oggetto e l'aria
, che non già dal colore, ché anzi fu pallidastro, ma dall'albero
di questi parlari così semplici e chiari, ché non ci veggono le bizzarrie, i
fredde le botti, lasciandole raffreddare, ché ben so vogliono essere raffredde. cellini
ninfa bella, il tuo furore, / ché senza te non credo viver mai.
non se radi, / i viatori, ché spavento e tema / raffrenava ciascuno.
so dir come rabbia sopportata, / ché le puzzava il fiato ed era pazza
il dante? ora verrebbe a tempo, ché vo'cominciare a illustrare il 'purgatorio
obbedienza d'antonio,... ché il tutto fa per vostro bene, ma
i-223: virtù in me traligna, / ché 'l salir monti e declinar
che nel cader mi raggavigno, / ché, punto ch'un traballi o vada
lasso, che male pensato aggio, / ché veggio ben che pur asino sono!
e di valor rege scettrato, / ché tu ravvolgi il raggiafuoco giro / dell'etra
meglio sarà che raggiriamo il passo, / ché, mescendoci poi con l'altre turbe
l'asembro / come si fé, ché troppo seria longo / e troppo i'
può camminare dove percuote il sole, ché se ne sentono raggranchiare le piante de'piedi
non se ne perderà uno remo, ché tutte a salvamento le raggranellerà.
peccati per insegnarle confessare e schifare, ché alcuno peccato si commette per ignoranza e
altro poppa, / se doneando, ché di fresco è raso, / nel novo
com'a'ceci, la spamacci, / ché m'na furata mezza la curata.
pulci, 21-86: lasciagli andar, ché iddio ragguaglia tutto / e rende a'
suoi ministri e al papa parimente, ché il duca di firenze era di ogni lor
e molti rei che sempre avranno bene, ché non si convengono ragguagliare queste some dinanzi
dolcemente, il duol mi lascia intanto / ché 'l mio le date lodi a lui
madonna, la tua luce imploro, 7 ché veggio poco e confuso ragiono: /
« fiorenza » non pos'dir, ché se'sfiorita, / né ragionar che 'n
franco cavalier, non me fuggire! / ché t'amo assai più che la mia
né dignità d'imperial corona: / ché quant'uom maggio, più vii si
/ per vantagio d'onore, / ché m alto a tutte l'ore / mira
ciascuna cosa qual ella si sia, ché ha ancora il male la sua ragione)
: abbi in me fede, / ché or dalla nostra parte è la ragione.
vedesse / certo il guadagno e doppio: ché tal cura / lo fa spesso obliar
stefano soderini, 81: dè dare, ché rimase a dare di piu raxioni vecchie
, ma grossa usura ne vuole, ché egli non ne vuol meno che a
/ ma pensò che non poteva, / ché l'aveva in confessione. capitoli del
, se tu pòi, questione / ché 'l te roba et iniuria per poca de
: vieni alle due ore di notte, ché di buona ragione... egli
a niccolò che soprattenga la scritta, ché, dandola, farà danno a lorenzo assai
, nimico, / ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi / si disconvien
si conviene ubbidire allo vostro marito, ché così è ragione. boccaccio, 1-i-436:
« tu non ài fatta ragione, ché tu prendesti il mio cavallo », e
de ciò blasmata esser non dè, ché 'l melior a marito che trovar potesse prese
le cose per ragione, / ché qui non ci fia socrate o platone.
laude che me fati, / beninenza, ché la proferta di om che me degna
la volontà loro e quella seguì, ché assolvea o condannava senza ragione, come
va', sciocco, non dubitare, ché di qua non si tiene ragione alcuna delle
lo latino così servito a molti: ché... li litterati fuori di lingua
venti significa lo movimento de l'alterazione; ché, con ciò sia cosa che,
: parla un poco sotto voce, / ché alle orecchie de'vecchi il raglio nuoce
mio, or mi conseglia, / ché sopra me sola cade la ragne. attribuito
e s'accon e s'arrovelli, / ché tenderanno a'bufali le ragne.
: attendiamo a ragnare e a cariare, ché il luogo è assai comodo. grazzini
l'appetito nostro si compiacque, / ché mai si può frenar bestia non doma
. / così ancora colla bocca chiusa / ché ragnolo o grillo o altro non v'
altro che dare e rittórre, / ché, quanto il cerchio circular più corre,
e dopo dice: « seguitate voi, ché io vado a far colezione ».
umidi rai della turbata fronte, / ché il pianto tuo già la vittoria ottenne
in la cocina e scagliando gli occhi, ché gli strabuzza la perdita, siccome ella
gnore; / « fatti sicur, ché noi semo a buon punto; / non
, e non temer di nulla, / ché oprasti da onestissima fanciulla. passeroni,
gridai gemendo), rallegrati pure, ché superasti nell'empietà gli antropofagi e i
a i campi senza ugual, / ché del ciel tutti gli uccelli / vi si
dare si dèe agli animi rallentamento, ché dopo il riposo si rileveranno migliori e
miei furori, / agitatemi pur l'alma ché tutto / io vi rallento il fren
danaio non si ralenta mai niente, ché in termine conviene che il comperatore il
. amico di dante, xxxv-ii-761: ché 'n dar gioi a rillan già non
, in augelli non ri narro, / ché s'io volessi aprir tutti i volumi
poeti, sofisti e sapienti, / ché ormai s'è accesa la gran luce scrìa
come / salamandra 'n foco vive, / ché 'n ogne parte vive lo meo
a quella or dia l'effetto, / ché a tuo trionfo na quel giorno eletto
onora, servi et ama, / ché quella è degna rama. antonio da ferrara
la dottrina del tuo corno, / ché altro el mio enteletto più non brama.
debbiasi guardare da ria fama, / ché non è cosa che l'amor più tima
casa a pascere i ramarri, / ché non vogliamo questi pastaccini. = etimo
tu sei uno sbirro, dillo, ché ti portarò rispetto: altrimente guardati da
la medicina alle viti malate, ché son malate le viti, vanno a
, 67: ma va'pur là, ché / ti parrà altro suono a sentir
, 344: non l'auso dir, ché la mente ò raminga. c.
'miseri or m'annovero, / ché d'affanni mi carico / e indarno mi
giuste preghiere e 'l mio rammarco, / ché ben ne piangeran le ninfe vostre.
e scalcinar la muraglia per mezz'ora, ché vi son state due donne.
è ch'io ne campi? / ché, ramembrando, tranguscir mi sento, /
li rammenda e li riveste? / ché tutti i giorni manca lor qualcosa.
/ ma questo è mal per me, ché mi ramente / tutta tua crudeltà de
affetti audace. tasso, 2-35: ché non pensi a tue colpe? e non
non fu mai cotanto strana, / ché tutti insieme son ramescolati. -confuso
accendelo e lassavelo ardere dentro tutto, ché rammorbi- darà e salderà subito.
medesimo che 'rarn- mortarle ', ché 'rammorto 'è propriamente l'impasto di
distenda 1 rami ed erga, / ché sono i pomi suoi pianto e dolore.
, son nel mio cor tanto profondi / ché, non avendo stil che gli secondi
spero de refarme per sua pianta, / ché, resurgendo nel ramo paterno, /
bianca e fieni e grani, / ché il vi bisognarà menar li bracci.
chiose e rampini a vostra posta, ché non per questo si rimarrà la vecchia di
, 158: vaio tanto tardando, / ché paura mi metto / ed ò sospetto
sotto e di sopra. di sotto, ché rampollare le fontane e crebbero i pozzi
e i fiumi; di sopra, ché s'apersero le cateratte del cielo. cavalca
raccontar le disusate e ornai rancide (ché rancide mi giova chiamarle e non rance)
1-51: non esser sì spaurosa, / ché te prometto de non te tocare.
: / non aver paura, / ché non te farò male. -prendere
ben, pure a bell'agio, / ché tesser sì randagio nuoce spesso. machiavelli
mentre l'uva dura, il randello, ché non passino alle vigne. fagiuoli,
.. -, potette rangolare, ché essi gli legarano le braccia e le gambe
, me li spedisca a monaco, ché qui ci hanno la pratica di rannicchiarli.
, non ti dia noia, / ché, se della mia stizza io scaldo 'l
sini, 332: pian, barbiere, ché 'l ranno è caldo.
beato a chi mostrava le calcagne! / ché tutti gli affettavan come rape. ariosto
presto il vechio mala- detto, / ché, incontro a rape, arem pane e
sì è nominato rappace, cioè rapitore, ché elli vive de >reda. cicerchia,
l'arpie figuratamente significano le rapacitadi, ché tanto viene a aire arpie in greco
d'egeo nonché del siculo: / ché troppo ardenti son, troppo vivaci.
/ nel grembo al suo signior, ché di lui stesso, / che 'l devria
primo mobile, dio lo sa, ché a me pare presuntuoso giudicare.
'n travaglio, / alzati a me, ché questa è mortai guerra! linati,
tu non sai né saper puoi / (ché tua tenera età non lo consente)
manicare ed a tracannare quanto sa, ché non sono per dime parola.
loro l'abita- zion delle muse, ché così passerà il tempo più dolcemente.
le lance rapiscono / prendon campo, ché già dell'assalto / l'invocato segnai si
era dotata di molta virtù di temperanzia, ché essi non sapeano che fusse il rapire
che have in sé due proprie nature: ché elli sì è nominato rappace, cioè
è nominato rappace, cioè rapitore, ché elli vive de preda. -conquistatore
veggio che 'l tornare è tardo, / ché, come aveste a mantova la cappa
innanzi che vegga la somma luce: ché poi che la vede, si rappaga e
iv-499: sta di buon cuor, ché sarà cura mia / rap- patumarvi insieme
e il mettervi mal con domineddio, ché per farvi rappattumare, come senseria, si
abbracciata. marabeo, esci fuori, ché le cose si rappattumeranno ancor per noi.
particolarmente ne la politura de'versi, ché certo ve ne sono alcuni, se
che mi ha mandato a visitare, ché ho la medicina, e a ricordarmi il
: vostra signoria non gli dica nulla, ché vedremo se il negozio può rappezzarsi con
smembrarlo, uccider si potea, / ché, se tagliato o mano o gamba gli
fusse ordita per rappicarmi a roma, ché non starei con san pietro non che
un colpo e valse mille, / ché la fortuna crudel non cincischia: / due
cennini, 3-201: fa'iresto, ché rappiglia tosto. landino [plinio],
de'sommi, 1-8: non dubitare, ché ella si raportò sempre al mio volere
che tu non ne tolghi più, ché se tu ne to'più, sì vuo'
non solo per vendere al minuto, ché per quello son buoni tutti, ma per
poi veggomi a pericolo volendosene venire, ché per mare, per terra si ruba.
aucidiate, poi vi son fedele, / ché 'l cor e 'l corpo metto in
il lami il nome di autore, ché solo quello di collettor gli compete:
gli compete: ho detto male, ché quello solo di miserabil rapsodiator gli conviene
loro si pinge e si rarifica, ché si aprono i pori. serpetro, 228
del padre / e de'fratelli, ché più raro quegli, / ma più feroce
sol per cenar meco resti, / ché tu averai da me povera cena, /
granne me pare c'aia segnona: / ché raro parlamento pò fom fare, /
maschio, / et i'lo so, ché mel ponesti [il denaro] in mano
201): « attendetemi a 'iutare ché io son sudato »... riprese
venga qui in cucina, signore, ché abbiamo giusto acceso un bel fuoco per la
] si rimangono di non isporcarsi, ché, rasciutto quello, coprendosi di fango e
fragrante di pioggia e già rasciutto, ché le crepe del gran secco e la sete
: chi è prete viva bene, ché guai, questa volta, alla cherica rasa
-scacciato. campanella, i-119: ché 'l giorno vien che gli fieri giganti,
1-ii-153: -ditela [la notizia], ché mi sentiva prorir l'orecchio per ascoltarne
avere mantici e carbone a vostro proposito, ché a volere fare getti piccoli, che
un fiasco di raspeo, / ché n'ha ben cento cogna 'l can giudeo
cose l'abate l'abbia scritte, ché, quando le dette cose si rassegnano,
, / portò la spaventata doralice, / ché non potè arestarla fiume e manco /
ad apollinem meum referendum censeo ': ché se il mio genio non è sì saggio
il figliuolo dèe rassembrare suo padre, ché altrimenti egli tralignerebbe. trattato del ben vivere
andarsene con cuor francese e libero, ché da per loro avrebbero trovato in breve
messa a rassettarlo / un poco, ché quel porco di monello / lo tiene
casa rassettate / con una fante, ché n'aveva due, / a corte andò
: « no, no, férmate, ché voi non m'avete inteso ».
a quanto vi pare il meglio, ché io non posso oggimai volere se non
, mi sembra ancor vederlo, / ché lo spavento me lo reca agli occhi.
chiaro davanzali, 33-7: rasicuro, ché 'l vostro savere / al mio follor
temenza, e poi si rasicuri, / ché questo è un de'gran segni d'
trono che mi giunse a dosso; / ché se con dolce riso è stato mosso
verità, non per rassodare nel dominio, ché per tanti motivi se n'era
moltissimo, io gli debbo tanto, ché a quello ha procurata e rassodata la speranza
alla mia carne non awien già così, ché solamente che vegga il fico, mi
piccolo seme per la vergogna prima sepolto, ché, nato, andò crescendo in rampollo
sia cresciuta, ma non è: ché, avegnaché mostri di crescere, quel
queste prove son forti e patenti, / ché ogni guerra civil si rassomiglia. g
m'assicuro ancora / di dirlo altrui: ché questa maraviglia / al falso più ch'
, propine, sportole e ceste, ché voglion anco por mano a questo poco
vecchie salvatiche e altri cota'semi nocivi ché i coreggiati non han ben potuto trebbiare né
ponte né alla porta si ritenne, / ché non gli niega alcuno il passo o
potran sicun a aperto uscio dormire, / ché la lor guardia fie 'l rastrel co'
poi attenda a guardar verso lui, ché già parrìa ch'ella ratificasse ciò che
i radi ventri sulle arene fregano, / ché non agevolmente si distaccano, / ma
indugio. giamboni, 8-i-125: ché 'l firmamento corre tra dì e notte.
qua, andiamo per quel cappone, ché la lapa è una donna diversa, e
non si potea rattemperar rinaldo, / ché lo [gano] voleva straziar con frusberta
il popol fu da estrema fame, / ché il nilo tonde sue...
d'enea sperto-di-guerra spezzò lo scudo, ché la rattenne la piastra d'oro dono del
a veder voi mi rattegno, / ché ciò pur far convegno / s'io vo'
ti rattieni, / rattienti alquanto: ché niun'altra peste / nel golfo irremeabile di
cose gravi] al proprio sito, ché, se salite fossero con rattezza e forza
contrario da non ricogliere del vino, ché con gran fretta e rattezza gli facievano questa
casa, rattizzate / il fuoco, ché il bue non sarà cotto. bracciolini,
/ con chi non si rivolge, ché se 'l dente / gli è mostro,
schifar la morte e la parca, ché costui è poderoso sopra tutti gli uomini.
: non leggere correndo e ratto, ché non verna a dir nulla. documenti
sia la tua voglia racta, / ché solo per loro tuoi tua madre facta.
vi-217 (7-14): merzé chero, ché so c'ho troppo fatto / che
mi doniate il vostro buon volere, / ché non s'awien d'aver voi,
alto e serve loro di guida, ché, camminando innanzi, tocca la balena
, e non gli basta roma, ché vuol fare il medesimo per tutto. e
non può un che rattrappì, / ché 'l tempo snoda e anche raviluppa / e
maggior uolo oppressi e vinti, / ché d'alto fiamme sovra i mal
/ rassembro un corvo ingordo, / ché il rauco foro assordo. -sfinito
sia maledetto amore..., ché per lui son divenuto cosi spennato e rauco
e zucche io non delibo, / ché lascio nel padule a voi tal cibo
pignatto, mangiarli con quel buglione, ché voi traete del loro proprio brodo e friggeteli
, ravéditi ora che tu puoi, ché poco tempo t'è dato che tu possa
lo savio più che lo folle? ché se bene consideriamo, questo conosciamo e ve-
così gli avesse el collo mozo! / ché poco men che non m'ha sbudellato
troppo arruffata e che ci voleva altro ché due braccia a ravviarla. p.
(diceva una povera vecchia), ché non posso chinarmi. p.
ravisare / no. lla potesse, ché seria smembrata. boccaccio, dee.,
si differenziano da'iani e comuni, ché questi nudamente raccontano e quegli guratamente motteggiano
sforzo / di pietà, di bellezza: ché, s'io posso / questa mano
/ racto quanto più potete, / ché se più ve ravolbete, / lo fantino
. cesari, 1-2-288: ma basti, ché l'animo inorridito rifugge di ravvolgersi tra
si suppongono precedentemente rilevati e raccolti, ché le cause interne e formati della malattia
la gente di nembròt attenta: / ché nullo effetto mai razionabile, / per
uomini... è razionale, ché, se bene ha principio anch'ella dal
servo non voler parte omicida, / ché non seria questo acto razionale, /
.. sempre mi strapazza, / ché più di lui son io buono da razza
a cantar una pavana, / ché già la casa parie di godere. /
questa luce che vide ne seguitò, ché, come egli poi ci narrò,
l'invidio, né lui né altri, ché 'l razzolare i secreti de'principe è
nuovo, comprarsi un cappello qui, ché spenderà meno. 17. porre
sentii nel cuore un certo razzolio, ché mi accorsi che voi...
che gran palagio cristo cherere dovea, ché ree di gloria con gloria si ricievesse
: sono [queste isole] ventose, ché qui se dice essere stata la casa
6-8 (i-iv-561): era altiera, ché, se stata fosse de'reali di
la reale dignitade mise a non calere, ché figlio di re fue. boccaccio,
1-43: non curar de gran casa, ché piccola casa può'tu menare reai vita
beni predetti sieno realemente una medesima cosa ché l'uno non si può avere veracemente senza
fecero sempre del denaro della camera, ché così volle il papa. f.
parmi ch'abbia avuto buon consiglio, / ché, se or di nuovo fussi altro
, che finora han sembrato impossibili, ché narra..., quella del reame
se medesmo che quelli fu morto; ché già è gran tempo che l'orno non
all'ombra e mio diletto, / ché starsi al fresco alle sue ninfe piace.
sì 'l mise a quella giostra, ché stava in su la graticola del fuoco,
, i-61: si muore per questo, ché 'l cibo, mentre si trasostanzia in
/ non fa la rebassanza, / ché lo ritien l'amore. = dal
e stranamente incominciò la danza, / ché incontrò un reba- tin sopra al cavallo
, e sopra tutto delle scritture, ché, come e'sappia questo, non
: -fratelli miei, come faremo noi, ché non serà chi ci recappi queste gambe
prima ravisare / no. lla potesse, ché seria smembrata. dante, inf,
, io non posso né voglio contradirvi, ché me lo recherei a mancamento. metastasio
maravigliaro e, recatosi ntti in pide, ché prima apoggiati stavano, cominciarono a vergognarsi
come, mi sembra ancor vederlo, / ché lo spavento me lo reca agli occhi
/ giudizio veramente da capestro, / ché chi non sa è pura imitazione, /
è l'uomo che trova sapienza, ché più vale lo richerimento della sapienza che
no'ghe rincressa sta digressioncela, / ché a sto rechioto se puoi darghe un baso
e han la vita nel capo, ché, s'elli è riciso e rimanga pure
sentì affanno del morir atroce, / ché precorse il dolor morte veloce. giuglaris,
può fendare né riddare per niuno modo, ché non si può mollificare con niuna buona
mise in testa non di castigarla, ché non era uomo da tanto, ma di
d'altro male, dicto convalescente: ché cussi lo adoperato coito è caxuone di fare
lo or recidivo or succedaneo morbo, / ché a'mei mia vita più che morte
mettesse, / che trovar noi porresse, ché 'l mar l'ha receputo.
, v-269-22: mi scomfortto coralmente, / ché ne riciepo inganno, / poi m'
un escrescenza della mia macchina letteraria, ché non lascio esistere se non quelli che
: pistoia n'era già divisa, / ché chi tenea colla bianca parte, /
commovitrici di timore e ai compassione, ché in questo sta posto tesser tragica una tragedia
schiava di suo padre, quella / (ché son sangue diabolico) le disse:
mio debole stile e basso ingegno, / ché, sanza quel, non par che
anzi non l'amate, ma redamatelo, ché ha amato prima voi tanto.
uesta interrogazione non fu domanda d'ignorante, ché >io sapeva bene donde venia, ma
abbi in me perfetta fede, / ché il regno tuo succederà in tuo rede.
falli, ma per poca grazia, / ché col vostro si gnor nulla
fiore [dante], i-93-12: ché que'che dice cosa che mi spiaccia
trovarono pace e redenzione da'saracini, ché, rendiendo la città di damiata e
cioè nella vanguardia e nel retroguardo, ché così chiamano i francesi l'antiguardia e
lei [briseida] più onorare, ché tarnava molto smisuratamente. simintendi, 1-56:
toi retine, in pietanza, / ché soperchianza -m'à vinto e stancato.
ragione, correggi te tue voglie, ché non si rivolghino ai conviti e a te
un aquilon, non riede, / ché. lla covò nel nido el diavol.
salir pria che s'abbui, / ché poi non si poria, se 'l dì
cui tutt'avaccianza aver bisogna, / ché 71 un punto se slogna / e fugge
, / noi cerchi a primavera, / ché bacco solo all'autunno il diede.
che. ssi diede in cibo, ché in quello è ogne cibo di vita d'
della passione, vieni a cristo, ché lui ti refrigerarà. agostini, 91:
aia misericordia alla magione di onesiforo, ché spesse volte mi ha refrigerato e non
questo è per me lo calore dentro, ché, mettendoci l'aire, si rifrigera
stanno ed intromettono alle virtù de'poveri, ché delle loro ricchezze dànno refrigerio ad essi
ricever talora lettere da lei e riscriverle, ché gli pareva pur essere un refrigerio a
ben mondan spreggio e refuto, / ché in questo il paradiso par consista.
ptar quello è cosa da magnanima, / ché questo suol d'amor si dà per
, mergé n'a- verai, / ché per ti moro, se tu me refudi
650: sfolgori lieta tua beltà, ché in breve / venir qui debbe il
condurlo prigione spogliato fin delle vesti (ché questa ladroneria usano i carcerieri, ed
che tutto il mondo m'adorasse, ché da queste concorenzie e ragatte nascono i
cristo, e lodarlo e ringraziarlo, ché per lui e da lui erano regi e
pisa in grande setta e divisione, ché l'una parte era il conte fazio colla
1-128: né cadea colpo invano, / ché amor canto agli aneddoti scandalosi dei
il braccio, e n'ebbi onor, ché a reggenza. terra /
molto se ebe a contristare, / ché per loro la so corte reseva tut'
quistato dalle rapaci mani de'ladri, ché ve n'ha d'ogni stagione dovizia
regga, egli mi scorga solo, / ché chi confida in lui di nulla teme
2-iii-95: egli non si lamenta, ché non ha tempo né forze; e la
el vizio in qualche parte, / ché non può star senza fortuna sopra, /
ll'àe veduta, ella si regge, ché bien connosce che 'l fuggire non
: erode si mutò di proposito, ché aveva pensato di potere reggiere alle cose sperate
giù in perfondo, per gravezza, / ché di piombo è ciascun lo reggimento.
essere venuti in parte del reggimento, ché, multiplicando tra loro disoneste cupidità e
, del cielo regina e imperatrice, / ché suscitato il tuo figliuol vedrai. gnirardacci
pe. rimembrare / del suo valor, ché de l'altre è regina. dante
sanno / non mi sgridin per questo, ché alla fine / de'poeti le donne
questa gentile al suo molle paese, / ché al tebro, all'amo, ov'
dovea de gli arabi ladroni, / ché già non era al capitano occulto /
sarebbono come già li capi de'sestieri, ché li rioni vogliono dir regioni. ricordati
1-719: l'ultima notizia mia è ché ai 14 di questo mese il mio decreto
giusto / ciascuna al proprio numero, ché dianzi / registrata ne vidi una al
guarini, 309: -o messer onofrio, ché non mi date voi quelle robe?
di ch'i'mi lagne, / ché 'n dee non credev'io regnasse morte.
, perpetuarsi. anonimo, i-028: ché 'n questo secol nulla cosa regna /
fine. petrarca, 366-39: fammi, ché puoi, de la sua grazia degno
vibri fraterno e riconosca l'uomo / ché più non vede l'esemplare astratto /
un rengno / a due person, ché ne può nascer briga. garzo, xxxv-ii-
i suoi / adora dove vuoi, / ché in ogni parte e loco trovi idio
le bestie... non errano, ché corrono sotto regola naturale.
, mettiti in regola con dio, ché prima di mezzogiorno tu morrai. bacchelli,
intero e non mutilato e tronco, ché così ne persuade la sua figura regolata
coperto in alcuno spazio del secondo regolo, ché se vi fosse scoperto il rocco bianco
creano le società stazionarie, anzi regressive, ché se tutti gli uomini fossero simili ad
punto dimenticarono lo gioco degli scacchi, ché quando tristano pensava giucare dello dalfino,
de le altre e medexina, / ché tuti li soi amba soccorea / in ogni
franca, no temendo, / ché amata sci'da dio, / che sarrà
ermini, 205: mangiate pure gagliardamente, ché c'è da rinvestire ogni cosa,
null'omo amasse sanza frutto, / ché l'amore d'amore si rinvesta.
sole fosse senza il giorno, / ché sempre non è stato in suo valore
leggiero, non ti dare a credere, ché ciò mai si dica parlando assolutamente,
secondo è il relativismo del giudizio, ché la storiografia è fatta da 'alcuni '
anni stetti in carceri più volte, ché non posso numerare un mese di vera
religionismo), di politica fallita (ché oggi il mondo, bene o male,
aver del latte della vergine maria! ché, se fusse come dicono, nessuna sarebbe
ch'è con due rami iniqui, / ché tutti gli altri mi fa stare obbliqui
attendete a vivere da buon religioso, ché, facendo, come avete avuto ora
che. llà entro non abbia rimiti, ché questi letti sono bene letti di gente
schiena che è calamita del remo: ché, quanto alla pancia, non ha ella
nido, / e fia gran senno, ché non remo o vela, / ma
d'aver, ne lo stremo! / ché pur a dietro sempre il guida suo
, 114: vengasen pur di qua, ché a remi a vela / cercherem tutti
i puttanieri eroi perirò ignoti, / ché vate alcun le gesta lor non scrisse
o pier della vigna, 447: ché 'n lei regna valenza / e caunoscenza -più
cognosciuto da me miserabile et ignorante! ché, se io il cognoscessi, non
io penso queste cose dureranno poco, ché, avendo a durare, la mente mi
per faccia. -poni o ponete rena ché lo sbracia armeggia!: per invitare
, / tant'è. -pon rena, ché lo sbracia armeggia. monosini, 429
vera sint... pon rena, ché lo sbracia armeggia. -scrivere in
là dov'è convenenza -di donare: / ché non è detto dono render vita,
rendo, / se non lo far; ché la dimanda onesta si dèe seguir con
chiaro davanzati, 115-10: ciò divien, ché 'l concedette dio, / e rendè
per dare altrui la vita: / ché per colpa infinita / sol render puote una
questa gentile al suo molle paese, / ché al tebro, all'amo, ov'
voi de voi rendere a. ddio, ché molto è laida cosa giudici giudicare cosa
le fiamme / mi rendei salvo, ché, dovunque il passo / volgea, cessava
straniero inetto a mover un passo: ché così intravvenne a me la prima volta
de la mia of- fensione, / ché non so stato avveduto de la mia salvazione
ch'a lei vinto mi rendo, / ché mille volte al dì m'impiaga il
guerra, / non più guerra, pietà ché mi ti rendo; / pietà,
mar con salda e lunga pace, / ché raro alta virtù sepolta giace. pasqualigo
troppo longo i'non intendo, / ché avendo perso in tutto ogni speranza / stanco
e 'l principio del casso, / ché da le reni era tornato 'l volto.
stava elio in mezzo di voi, ché voi non lo conoscevate, et intendeva ogni
teatini e riformati di san francesco, ché essi ancora si mostravano renitenti all'ubidienza
signor zanetto, vada in casa, ché mia figlia l'aspetta. -bravo, bravo
eucaristia, solo per riverenza del sacramento, ché, se bene non si sente reo
ardisca il vero a lei scoprir, ché reo / sarà di morte il trasgressor.
sia suta donna di buona fama, ché rade volte fia buona la madre de la
lo mal far sia dottanza, / ché non periscan li bon'per li rei.
aviene, non me ne siate rei, ché da me non rimane ch'io non
ma pur di questo ringraziava dio, / ché, se era poco, almen non
l'omicida ei fosse stato, / ché non sapeva ancor i casi miei.
intende i caldi sospir mei, / ché, ben ch'io viva in pianti acerbi
preso un giorno come un tordo, / ché molti dèi lo volean scorticare: 7
così l'eroe pregò. folle! ché morte / perorava a se stesso e
poso, da che v'abellisce; / ché 'l folle, al saggio, -à
dire, onde repadra / valor, ché d'amor solo è dato e tolto.
mi maraviglio come la terra lo sostiene, ché dove io ho messo a repentaglio la
in cui se vive sì miseramente, / ché 'l tempo fugge e morte è più
e mirti foglie, / viator, ché per qui intorno il spirto erra / di
le gengìe tue mènan gresso, / ché li taseva l'alito putente; / le
aver forza di reprimere i primi impeti, ché poi chi ha tempo ha vita.
umil tetto, al vii presepe, / ché il regnator del ciel vi giace e
si son trovati morti la mattina, ché la molta crapula soffoca il calor naturale.
, il decideranno i nostri ferri, ché però senza repliche vi attendo dimattina per
tentai di accomiatarmi da lui; indarno, ché egli spinse la sua gentilezza a seguitarmi
produrre non già la replicazione sua (ché non potrebbe) ma l'indefinito e l'
corpo mio e recolo a servitudine, ché per la ventura, predicando 10 ad
, o scelerata, o reproba: ché, quanto è in sé, brama di
neggianti, i fautori di estrema democrazia, ché anzi la maggioranza si accostava a lui
eterno con la penna si dipigne, / ché poi, morendo, ha più riputazione
di farsi riputazione nel proprio paese, ché aveano sulle braccia di molti e degni
questo il demonio per allas- sarti, ché. ss'aiuta di non finare mai,
. ss'aiuta di non finare mai, ché. tti vuole vincere per tedio:
che imaginare si possa lo tormentava, ché, se negli altri ci è dato e
all'altro il fiascone del vinello, ché il lavoro del mietitore non conosce requie né
che non ho tempo ormai da rispondervi, ché il governo austriaco, al quale,
, e farò quanto egli m'avisa, ché non ho altro desideno che contentargli;
non pò pensar di cosa ria, / ché nullo n'è fermato in tal resia
/ con- duc'e dui german, ché spera in fine / di porli salvi in
, di canfora, di creosoto, ché il sapore aromatico si diffonde dal sangue nel
remedio ora al mie male, / ché quanto più mi forzo, alor più ardo
ella fusse bene edificata, ella merita, ché per lei si leva via quello male
volgo a te..., / ché certo sono n'arai vera scienzia /
come bambin che nulla ha resistenza, / ché tutta sua potenza / e tutto suo
loco resistere non potè, fuggi, ché fuggire s'intende prodessa là dove convene
resiste a quello che l'impedisca, ché però si presume che queste opposizioni siano
senza fiato; più non vagheggia, ché chiuso ha l'occhio; più non camma
l'occhio; più non camma, ché anzi è portato. montale, 3-203:
bene la finestretta e l'entrata, ché niente ne possa respirare. -circolare
d'amor, solea ritrarsi, / ché sono i suoi sospir dolci respiri / de
un gran respiro per questo povero paese! ché non ci si poteva vivere con colui
buon risponso e del parlar piagente, / ché 'nteramente -m'avete appagato, /
nibbi intorno gli facean gran ressa, / ché viene lor fame veggendol coi guanti.
serventese a dir esto / va, ché per servir resto, / più puro c'
ver; ma non s'appone, / ché 'l ciel, opra sua fosse o
più mi resto d'ire, / ché 'l saggio, quando membra, / corregge
... ma- ladetti occhi, ché mai, se non dopo la morte,
s'appliche: /... / ché ogni tenera erba è da lor tosa
d'arrecarli la tua imperiai testa, / ché far ne vuole un bel vaso da
non partite voi, / o spectator, ché noi vogliam finire / questa comedia,
: scaccia ornai quell'importuno gelo; / ché già move dal cielo e ti ristaura
audace, / non seppe far, ché 1 suoi nel fosso spinse, / dove
quando vi sia causa legittima di farlo, ché altramente sarebbe privar uno del suo e
più ristrinse co'suoi legge profana / ché se moglie e germana / offrì chioma
mi ristrinsi retro / al duca mio, ché non lì era aura grotta. idem
domeneddio, poni freno alla lingua, ché ella non cacci da te iddio.
a expectar ch'altri me spetra, / ché scio quanto ch'io dicto e quanto
soccorrer lo servo quando 'l chiama, / ché non pur lui, ma suo onor
gran sete [morte]! / ché già veggio la rete / che tu acconci
con la rete moscaiuola alle finestre, ché le adiacenze dei fiumi ashley e cooper
ciò convenientemente difeso dalla rete metallica, ché l'accesso a simili giardini babilonesi doveva
panigarola, 56: andiamo passo passo, ché vederete questo infelice [calvino] ricoverarsi
coniglio mannaro di pernottare in ferrara, ché il giorno appresso si sarebbero messi insieme
me che mai facesse giove, / ché 'l senno mio rivolto sotto sopra / ai
, quanto piu pò, vertute: / ché 'quamvis 'molto siano ysconosute /
scritto: fate bene al giusto, ché trovarete retribuzione e premio molto grande. panigarola
e's'usa la retribuzione de'benefizi, ché questo è il propio ufficio della grazia
mi ristrinsi retro / al duca mio, ché non lì era altra grotta. idem
uscito; / né sia chi retroceda, ché cedendo, / si sgagliarda il soldato
, e di ragionare retta- mente, ché tutto ciò che non è retto, è
mi parve utile; perciò lo sminuzzo, ché forse potrà anche giovare, così o
più benigni avere i fati: / ché tanti sacrifici e voti tanti / 1 rettor
quasi del verno in onta, / ché forse a te potria, silvestre diva,
che si conosce tosto alla figura, / ché sporge in fuora tutto il quaternario.
nozze, / tosto ei verrà, ché non ha men desio / di posseder sofia
signore mio, vi rengo grazie, ché errando io tante volte mi revocasti e
nascose a questa volta certo, / ché la sua [di ulivier] lancia
ov'io per sua bellezza corro: / ché tanto dà nel sol quanto nel rezzo
speranza di riacciuffare i portafogli, 'ché! ché! la volpacchiona ripetè: l'
riacciuffare i portafogli, 'ché! ché! la volpacchiona ripetè: l'uva non
i-218: era risoluto, anzi imperativo, ché vi parlava in nome d'andrea mantegna
: affilare di nuovo un ferro, ché sia più tagliente. zangrandi, 5-22:
iv-2-1057: ella subitamente ridiveniva ferina, ché la mancanza di pudore nel modo e nell'
dagli ordigni leggero, tuttora alato, ché avevo condotta l'insolita impresa aerea a
: il buono zio dalla consolazione, / ché a casa il filiuol prodigo è tornato
tu, tempra lo sdegno: / ché l'amata riami, ben lo sai,
orrore di quella morte era in me, ché anzi ella m'appariva bella come una
sospettare del vedere riaperta la lettera; ché l'ho fatto io. 2
da padova volgar., ii-x-6: « ché son molti ingannatori che conviene arguire »
marsilio da padova volgar., ii-xi-3: ché. sse. ttale possiede richezze o
la penna, scassa e riassetta, / ché meglio apparir suol, storia corretta.
or quivi bisognò stentarsi alquanto, / ché il pugno riaver non si potea;
] che pisa è tua e riaraila ché dio vuote che pisa sia tua e che
e recipiente e luti bene le giunture, ché la riaverà, la quale si può
un giorno incominciarsi a riavere, / ché scopersero terra, ove voltaro / la
riaversi, e a tornare in sé, ché fin dal principio della malattia, trovandosi
la mala pasqua. -al muro: ché non era per muoversi. di che lapaccio
io dorma o che sogni? / ché so ben quel che ti farà mestieri,
sia tu, barlam ribaldo, / ché io ho sempre temuto di te solo
malora, seme ribaldo e importuno, ché adesso io conosco chiaramente che donna non
trova nel bosco la vergine bella, / ché ben cognosco io come l'è ribaldo
a pubblicar queste vostre ribalde lascivie, ché nel mio stato, stanza di ogni più
non è figliuolo del re fiorello, ché s'è lasciato pigliare a quattro ribaldoni
che nel fango io la ribalti, / ché ci son delle buche qui vicino.
sonettino cu quei dell'aquila altiera, ché bramo farlo cantar di notte a un ribechista
, xxv-1-388: guardatevi, padrone, ché questo maestro si potrebbe essere ribellato e
potrebbe essere ribellato e accordato coi nimici, ché pochi si trovan de'suo'pari che
di eretici che alle moschee loro (ché più tosto moschee che chiese deono essere
/ scuntròse inn. un castellu: / ché la concupiscenzia
vedesse la donna: -ribende! ribende! ché meglio è non vedere mai che vedere
: onde il figliolo sia ribenedetto, ché lo voleva far pigliare e metter nelle
. / addio, ser ugo, ché la paglia è data; / a cesta
, i-358: riboia non mi bisogna, ché ho vino alla torre, ch'e
quel don che non ha pare: / ché tomo prende vita, / la donna
queste cose a ser bonaccorri da ginestreto, ché m'aiuti di non so che m'
combattere secondo la disposizione del richiesto, ché a questo modo altri delle sue forze fidandosi
amico fornì la richèsta del romito: ché 'l giorno del tomiamento li mandò cavallo e
propormi nuova / inutil opra fia; ché a un prezzo iniquo / non compro liber-
pregiare, pensando unde si move: ché sapiensia grande è adimandare savere e gran
in alcun modo offendere il suo adversario, ché quella richiesta obliga i cavalieri a caulinare
a dirsi: libidinosa, pur tanto, ché soleva, più spesso che richiesta,
: ricogliete quello che è avanzato, ché non si perda. campofregoso, ili-24:
: se voi mi prestate cinque lire, ché so che l'avete, io ncoglierò
che io mi ricolichi; dolente sono, ché m'è convenuto colmetallo usato nel cavo
[maria e giuseppe], / ché nulla casa fece a loro ricolta.
parole per formar poi una struttura, ché a ricombinarle insieme bisogna interrompere la lettura
2-6-73: vi ringrazio di tanta cortesia, ché certo, per ricompenso del beneficio,
se vuole, te rompia, / ché più no spero valghe ch'elio dice.
, 65-220: voglio oramai far canto, ché l'amor mio è nato / e
, se non al manco spiritualmente, ché ti sarà più facile questo cammino.
; / ma niente però la desforzare / ché se la rompe o se guasta /
il medesimo avvenne della nostra lingua: ché il bembo nel cinquecento ricondusse gli italiani al
: ciascuno in dio si riconforti, / ché ogni altro sperare è folle e vano
né come uscir secreti delle mura, / ché se vien fuor ch'ella non sia
ragione ci è magma da confortare: ché 'ntendo che dio v'à fragiellato, partendo
fra mille riconoscerlo deggia io, / ché spesso il vidi i campi e le
ricoprirà tristezza i rivi tuoi, / ché nel tuo fior cadesti. -occupare
saviamente: ché, tuttoché la regale pecunia sia mantello lo
mercatante, per iscusa di sé, ché si crede ricoprire, e ancora perché è
e alla figlia udire increbbe: / ché di funeste e d'infelici piume / si
, no, / signor no, ché non vaglion a gran pezzo, / ma
19-43: deh, volta / carta, ché questo è proprio un ricordare / i
non stette là con essi guari, / ché ciascun dentro a pruova si ricorse.
finire. lapo gianni, xxxv-ii-589: ché 'n voi ricorre tutta sua speranza /
debbo far del dolce alloro? / ché se 'l vo'riveder, conven ch'io
folli inganni, / flora gentil, ché giovinezza vola / né vai poi ricovrar del
, ma quanto in sé danno è, ché ti toglie il tempo.
cierto ben miei singniori fine al minore, ché devoto fedele e. sservidore gradivo a
perdita non sia ricoverevole per umana forza, ché a'morti per noi non si
con che tu parlasti sì aspra parola, ché siete come vili e cattivi ricredenti fuggiti
e brevità parlar ne 'nsegna, / ché si ricerca a pugnar col nimico /
vegio, amor, non vedi, / ché vèr me non provedi: / con
che non si potè resistere a disarmarli, ché la morte sopraffece la vita. magazzini
fusa riculate a lavoro di lana, ché con questa mano si dè spezare tasta
recipiente e luti bene le giunture, ché la riaverà.
e tucte cose necessarie ad castello, ché altramente, se guardano per li inimici
che fu l'acqua, senza troppa difficoltà ché non si trattò d'altro che di
magalotti, 2-101: via su, ché l'acqua non si paga, / tanta
erigere un chiostro offrir mi vuoi, / ché male in piè si sosterebbe poi /
ventiquattro, sia recusato o meno (ché di più non sarà mai permesso),
altro che possa essere. dico sistema; ché, sebbene possa parere al primo aspetto
metta troppo tempo in queste frascherie, ché così si possono chiamare quelle simulate ricusazioni
chiami? -sì dico, presto, ché lo voglio vedere, presto, ché mi
, ché lo voglio vedere, presto, ché mi toma la ridaruòla. =
boito, viii-642: riddiamo! riddiamo! ché il mondo è caduto! i.
povero avanzo, sei gramo, / ché adesso ti copre la polvere dei miei
corpo, cioè sapienza, fiera, ché non mi ridea, in quanto le sue
/ e quello se ne ridia, / ché non credea morire. vita di san
seguior / per vitupera desvia, / ché mostrando che lo ria / cum resplendente vigo
, 15-24: fa'forza in te, ché in ogni attimo umano / della tua
, non sarà una gran vittoria, ché qui non c'è più paesisti e que'
averla così fatta [l'acquavite], ché an cora la mettono in
non t'è mestier di temere, ché viavia che tu vedi rider coloro che
iv-2-1057: ella subitamente ridiveniva ferina, ché la mancanza di pudore nel modo e
siamo, non per ridomandare grazia, ché 'l beneficio non si dèe dare ad
i-28: non donare per riavere, ché ringratitudine regna: ridonar in pochissima quantità
sgrido, e'non m'ascolta / ché affacciandosi a gli occhi appar di fore.
marsilio da padova volgar., ii-xxi-3: ché. ssarebbe in grande gravanza de'fedeli
di questa vita e tutta veramente pura, ché mai redundò il suo affetto in alcuna
polve il fral trito e ridotto, / ché l'alma dal tuo sdegno invitta io
o un calabrese volesse parlar toscano, ché così si sarebbe degno di riso da
il nichel sia per eccellenza magnetico, ché anzi è perfettamente insensibile alla calamita,
, ritirato prima in voi stesso, ché sarà il più bell'eremo che possiate trovare
, e dio nel secul sente. / ché noiozo e repente / è contra lui
meglio a venire ad aprirmi la cantina, ché con un pezzo di salcicciotto, ch'
strozzi, 1-105: egli è governato, ché all'an- tella era solo e stentava
fortuna qui ne tenne puoco, / ché uno insperato lagrimoso caso / ndusse in
non è più mestiere di ragionare, ché assai leggermente a questa esposizione ch'è
tuo amore, e soffro pure, / ché or mai io altro tocco / non
.. non combattete oramai più, ché la vostra fatica è vana, dacché
maremma (andare in maremma), ché quel po'di guadagno si rimangia quasi
rientrato, infatti, non ento, ché la nostra aspirazione permaneva immutata. icchelli
: fo grazia del resto al lettore, ché il rifacitore continua ancora per un pezzo
, no, 'no è mio fatto', ché suo fatto è ben tale. onni
figliuoli di priamo ebbero rifatta troia, ché l'avevano i greci disfatta...
ai lui. 'presentatevi al ministro, ché io vi rifarò un po'di letto;
ne vedi alcun degno di nota, / ché solo a ciò la mia mente rifiede
si arresta a riferimento di montagne, ché qui è sterminato oceano di fertile terra
? ma egli pur sta dritto, ché dio è potente di rifermare colui.
tempo di rifiatare dalle replicate angoscie, ché sopravvenne il pensiero di dover procedere a
se ne rifili una seconda, / ché molte cose d'importanza molta / rie-
.., orsù gioisci oramai, ché ben è tempo di ridere rifiorita in primavera
ti preghiamo con puro efecto, / ché per l'umana natura / prieghi el
... incorrono in pena, ché sono condennati a pagare a colui overo a
e non far più rifiuto, / ché tu svergogni tutto il parentato.
nostro caldo naturale] è molto maggiore, ché viene da reflexióne alle parte delle maxille
8-73: qui noi finiamo la rassegna, ché troppo ci vorrebbe a riprodurre uno per
'nfinita, i... i ché dove genito è, dar generante / conviene
toma al punto di partenza / (ché nulla va perduto) / e il corpo
uale discendono e ascendono gli spiriti, ché lo scender è avenir a far questa
, onino bisognia di nuovo rifondare, ché quelli non sono nulla. michelangelo, i-rv-346
, mano d'opera e macine, ché quanto all'opera mia, mi pagherete
riforma è fatta; fate orazione, ché vogliamo che la si metta inanzi;
io mi rimiro in te, / ché non ti miri in me? / deh
fa cose da mangiare di pasta, ché, se la prima bozza non viene bene
la favella italiana si è riformata, ché, se oggidì vivesse il bembo, che
e canti e feste e mille disonestà, ché intendo che là, alla nunziata,
essa, riformiamo prima noi stessi: ché allora non ci mancherà da eseguire il
vasi sempre lisci e non riformati, ché non vengono bene. -amalgamato.
e dichiarandosi, non aperta riformatrice (ché non lo pretendeva, né le sarebbe
a rimore / rifrena con colore, / ché non si vuol seguire / ma insegnar
e refrescarli con un poco de quiete, ché altro non li posseva dare. pascarella
e 'l pugnale e la rotella, / ché riderà ciascuno e chiameratti / un marte
quest'alme per essa scusate; / ché volontà, se non vuol, non s'
della passione, vieni a cristo, ché lui ti refrigerarà. daniello, 1-73
rifùggio per la ruberia del pesce, ché vedrei forse qualche cosa di dello. porzio
mar superbo, / non paventar, ché, se t'assale acerbo, / nobil
dà un pezzo di pane in elemosina, ché simile meschinitade stimo i cinque scudi ordinatimi
: muor mentre se'lieto, / ché morte al tempo è non duol, ma
non conviene in pietà avere rifugio, ché, anzi che ciò avenisse, io vorrei
delle spalle per un attimo solo rifulsero, ché le tre figlie delle azzurre cime con
ti travagliar de facti altrui, / ché sempre truova, chi cerca, la
addossate, / alte le case edifichiam, ché soli / non ci colga il rimorso
cu sangue con essa un rigagno, / ché nessun colpo non menava invano. cieco
ora vi bisognerà rigare più diritto, ché io ho studiato plinio e la lezione del
da molti con una sconciatura ladra, ché ha quel poeta più regatieri alle spalle
inferma che voltarle col capo a basso, ché di vecchia si fa nuova e di
rigidezza delle matrigne ne'figliastri non dico, ché è manifesta ciascuno giorno. calderoni,
o fortissimo, il braccio guerriero, ché non convien così ferire un inerme.
destino non ci rimescolò due volte, ché le sue et immoboli e severe e fisse
, / misero! quel cor mio, ché l'ho perduto. pirandello, 7-303
appena puoi, di laudativo sciroppo, ché egli, nell'affrettarsi a pubblicar la tua
(de le quali non udii, ché. mmi parti'qui sen non un poco
qui sen non un poco da sezzo, ché rigiunsi tardi). dante, purg
dilegiate ma non n'avete ragione, ché più rigollio arei se voi fussi qui.
gennaio in su i rigori, / ché pigrizia in amor non fu mai buona.
cortonesi, 1-ii-152: oi lassa me! ché tucto u'gran rigore / ti cuopre
1-2: vi bisogna gran rigorosità, ché così si fa lassare i cattivi vizi e
sorgeva un'altra di maggiore importanza, ché i franzesi volevano pure che la riforma
: vuò rilassare il rigoroso aspetto, / ché par non esser degno / di reai
avess'io compagni a tavola apparecchiata, ché troverebbero rigovernata tutta la robba.
potendo riguardare tignoranzia molte cir- constanzie, ché otto ne pone aristotele, in alcune di
a cristo / più si somiglia, ché la sua chiarezza / sola si può disporre
. non riguardò a biasimo di parte, ché a uno suo figliuolo cavaliere, detto
bestia e. u'altra per opposito, ché staria a retroso. g. villani
se andava bene a la ritrosa, / ché lo 'mperio, che fu con
stampa, 208: misero me, ché quelle luci sante / de la mia
così gli avesse el collo mozo! / ché poco men che non m'ha sbudellato
frati corregga colui che l'accusa, ché tutti gli altri ne piglino esemplo. guicciardini
mi ritrovai per una selva oscura, / ché la diritta ria era smarrita. benivieni
: io me ritrovo senza un quatrino, ché quelli cinquanta ducati, che la maestà
di gioia or vengo a te, ché parmi / d'averlo, di certissimo,
via, / richiedeteci presto, / ché per servirvi abbiam la fantasia / ritta
maravigliaro, e recatosi ritti in piede, ché prima apoggiati stavano, cominciarono a vergognarsi
cipare, non calendoi del cielo: ché, se lo corpo gli è fatto
mi fare ora andare infino a casa, ché vedi che ho così ritta la ventura
anco le più volte quando tenta, / ché 'n mille modi torcer vostra nave /
io voglio andar pel solco ritto, / ché in sul cantar d'orlando non si
vedova, non più vestita di nero ché il tempo rituale del lutto era trascorso
dato alle parole [da omero]; ché così portava il suo semplice antico rituale
prima; fatto frequente nell'ultima guerra, ché il feroce dittatore perdonava a tutti,
che a rinchiuder ti riesca; / ché per aprir le toppe e i chiavistelli
uant'è lo mio piacere, / ché son ruscito di gran manenzia, e
or non degg'io dolere, / ché bene aver -talora altrui rincresce: / dunque
al mio ben via, / ché, quando io son del disio grande a
mio mal conven me lagne, / ché altro rissor che lamentar non agio.
e non lassar partir questo drappello, / ché tanto manco ci farà più guerra.
/ non vi mettete in pelago, ché forse, / perdendo me, rimarreste smarriti
lo me di', frate ranaldo, / ché del tuo scotto non so saldo:
230-3: 1'piansi, or canto; ché 'l celeste lume / quel vivo sole
, non superiore a giorgio sand: ché se egli la vince come pittura della realtà
di colui che gli fa male; ché quegli che lo male riceve si vuole rivendicare
di rivender mai, né stracci / ché nessuno è a chi piacci / una cosa
donna il mie partire a sdegno, / ché sai pur com'io vo contro a
ciessario è della santa dottrina i ministri. ché staboliti sono e ordinati nelle comunità de'
quando gli scrivi, ne 'l riprenda, ché gioverà, e che sia buono e
e che sia buono e riverente, ché pure teme quando tu gli scrivi.
dottori è irato iddio;... ché veramente se leggessono e intendessono i detti
, / perdon vi chieggo riverentemente, ché, qual son, son pur vostro
] borghesi ed indei suoi subietti, ché questa è la sola cosa indei mondo che
andar notando qua e là gli abbagli, ché tali a me paiono, del 'vocabolario'
altre sprezzare; anzi per una buona, ché molte ce ne sono, deveno tutte
, ma fa'quello che vuoi, ché di poco m'averai accortata la vita
, io son di lui maggiore, / ché egli è di piccol terra castellano.
questa chiesetta 10 mi fermo spesso, ché rimanendo a sentinella della strada è la
, un cupo, un grosso, / ché la natura è del variare amica.
/ oppresso aa mortifero letargo: / ché pur roberto il riversò nel fosso,
riversar la broda adosso a me, ché non vi riuscirà. -riversare la pancetta
220: inganni a suo poter, ché si riversa / sopra l'ingan- nator
il conte riversato adietro inchina, / ché dileguate son tutte sue posse. -disteso
non però ch'alcuna sen rivesta, / ché non è giusto aver ciò che om
gli devo, glieli darò qua su, ché per dio, nessuno mi ha ancora
: ma ficca li occhi a valle, ché s'approccia / la riviera del
magno] morte segno apparse: / ché, dove il bel pinnaculo si bilica,
giornale, me lo dirà liberissimamente; ché lo manderò alla « rivista italiana » di
rivo inondavan le anelanti gole; / ché pur la sete era la stessa e 'l
voglio che si rivolga la sentenzia, / ché. lla pulcella lo tosco non mandò
/ con chi non si rivolge, ché se 'l dente / gli è mostro,
scritto da venezia che sperassi bene, ché mai la sorte del mio amico non
spalle per un attimo solo rifulsero, ché le tre figlie delle azzurre cime con
sacchetti, 120: non ti partir, ché tosto rivoltancia / darà maniche
riguardami e se'lo mio aiutorio, ché li miei parenti e la madre mia
gli valse dir né lusingarla, / ché non seppe sonar sì dolcemente / che puo-
spesso e poco per volta, / ché del troppo la biava se revolta.
i'mi son cosa sacrata, / ché rivolto in un vel mi truovo in quello
tenete i cuori a dio rivolti, / ché per li peccati molti / in voi
primo mobile per avere velocissimo movimento; ché per lo ferventissimo appetito ch'è 'n
coltelli e paternostri e tessutetti: / ché questi non son doni struggitoi. a.
sapere che ogni cosa diligentemente cucinasse, ché all'ora debita verrebbe a cenare con lei
grave della toga ricopre molte bellezze, ché, se ben non è isconcia nella faccia
, se tu non lo sapessi, / ché, quando è roba lor,