i lumi in sagrestia; e porta il cero, e apparecchia al soddiacono quelle cose
: appresso vedi 'l lume di quel cero / che, giù in carne, più
feretro, tra file di monaci col cero in diagonale e d'alabardieri col lutto in
delle catacombe, impressi sulle ostie, sul cero pasquale). alfa2,
su le gambe, si piegò come un cero ammollito dal calore; e tacque.
il cappuccio rialzato sulla fronte, il cero acceso, salmodiando. = voce
, per assicurare la stabilità di un cero. nuovi testi fiorentini, 837
-ónis (1274): brandonus * grosso cero '(piacenza): dal francone
anime qui sono lumiera, candelo, cero, ardenti soli.
) incedente nel tempio di gerusalemme col cero ardente della fiamma purificatrice: il quarantesimo
talento. 3. candela, cero, torcetto (per lo più in senso
orecchio villoso e deforme che egli ha nello cero del museo grévin... con
ha il compito di portare il caratteristico cero. 4. ant. chi estraeva
, sm. ant. e letter. cero. cavalca, 6-1-450: come
xi-41: dando li detti castelli un cero alla festa di s. gio
, con superbissima pompa, un cero. redi, 16-vi-315: in germania e
del grado, e portando un cero acceso]. verga, 3-43: i
, e curvandosi faceva lacrimare il cero consunto. alvaro, 2-8: la folla
un popolano portava sulla testa un enorme cero che aveva fatto fondere del suo stesso
: appresso vedi il lume di quel cero / che giù, in carne, più
e 'l ministero. 3. cero pasquale: grande cero, spesso dipinto
3. cero pasquale: grande cero, spesso dipinto o adorno di nastri
alto più di quattordici piedi per lo cero pasquale. note al malmantile, 1-55
. note al malmantile, 1-55: cero assolutamente detto, per antonomasia, s'
, per antonomasia, s'intende il cero pasquale, il quale solennemente si benedice
il regolamento ti concia l'uomo a cero pasquale; di sopra spento, di sotto
. / ber- linghier vide venir questo cero, / e non guardò perché e'
queiraltro, / e levarmi dinanzi questo cero. salvini, vii-562: cero,
questo cero. salvini, vii-562: cero, uomo lungo, di rado savio,
5. locuz. -come un cero: di persona lunga, smunta e
, e mastro cirino gli metteva il cero sotto il naso al malato, giallo
, giallo e stecchito come un altro cero anche lui. d'annunzio, iv-2-203
lungo e smilzo e verdognolo come un cero. -a indicare rigida immobilità.
/ così l'arrecherò qui come un cero *. lippi, 1-31: ferma,
: ferma, impalata quivi come un cero, / fissando in loro il sguardo.
malmantile, 1-154: impalata come un cero, cioè ritta ritta, e ferma
ferma nel posto. -bel cero: bel giovane sciocco e vanitoso,
proprio di cui spasima / questo bel cero, è innamorato. note al malmantile
malmantile, 1-55: * un bel cero 'si dice, o per beffa o
persona. -avere scopato più d'un cero: avere grande esperienza, essere molto
di noi scopato ha più d'un cero, / ave rabbi matteo fra bianco
.. egli ha scopato più d'un cero; egli è putta scodata.
4 candela di cera '(la forma cero è stata coniata sul plur. ceri
eccles. l'addetto a reggere il cero nelle funzioni religiose solenni. buommaitei
ceroferàrius (comp. da cereus 4 cero 'e dal tema di ferre 4 portare
'. ceròtto2, v. cero. cerottoreazióne, sf.
e l'odore d'incenso, e di cero, e tutta l'altra chincaglieria retorica
l'odore d'incenso, e di cero, e tutta l'altra chincaglieria retorica
tanto raro e tanto famoso « roman- cero generai » non è in gran parte che
gli indiani] con in mano un cero che sgocciola sulle offerte di fiori deposte sul
: -che dice in somma il bel cero? -fa 'l diavolo. / -che ne
per sé, e in sul libro del cero si scriva per sé l'entrata e
entrata e per sé l'uscita del cero. boccaccio, iii-6-7: elli avean
uomo lungo e smilzo e verdognolo come un cero. viveva componendo epitalami e strofette per
legname forte, come quercia, cero, olmo e eschio. pascoli, i-882
, e dando ciascuno delle dette terre uno cero grande. m. v llani,
.]: 'exultet *. benedizione del cero pasquale, composta, secondo alcuni,
falcola, sf. dial. cero, candela. -anche: fiaccola di
dando... i castelli uno cero alla festa di san giovanni ciascuno anno.
di ritornare a casa dalla cena a cero di morte et a trombetta et a
, v-433: certi legni coloriti a cero son portati, come a figura d'offerta
festa principale, e basti questo cero di fino al'ottava di sancta
un popolano portava sulla testa un enorme cero che aveva fatto fondere del suo stesso peso
giusto. / berlinghier vide venir questo cero, / e non guardò perché e'
[s. v.]: dicesi cero, o bel cero o uomo stupido,
.]: dicesi cero, o bel cero o uomo stupido, o balordo,
, 26-73: berlinghier vide venir questo cero, / e non guardò perché e'fusse
, 1-31: ferma impalata quivi come un cero, / fissando in loro il sguardo
: inalberato in cima a quel gran cero, ognuno potè veder finalmente il suo
: amore, infaretrato com'ar- cero, / no lena mai la foga del
, / e sei come un bel cero inorpellato. aretino, 20-133: arrivammo
da senno intero, / corno dal cero, / quand'arde, lo sprendore.
e comprende la benedizione del fuoco e del cero pasquale, alla quale fa seguito la
candela benedetta e, in partic., cero del sabato santo, che si conserva
fiaccola, torcia, candela, cero. -anche: candeliere con più
funebre a cui si partecipa reggendo un cero acceso. g. cavalcanti, i-313
a olio di piccole dimensioni o piccolo cero, contenuto in un vasetto di vetro
bisogna far una goma di magieri di cero longa da passa 100. =
pulci, 26-73: berlinghier vide venir questo cero / e non guardò perché e'fusse
: appresso vedi il lume di quel cero [dionigi l'àreopagita] / che giù
giorno di s. giovanni a offerire un cero all'altare del santo. b.
durante la quale ognuno recava un piccolo cero, che si sforzava di mantenere acceso,
candela o di torcia; grosso cero. -anche: colaticcio di candela (
. mozzicone di candela, moccolo; cero votivo (per lo più nell'espressione portareil
giorno di s. giovanni a offerire un cero all'altare del santo. d'annunzio
nero non si mosse, poi alzò il cero, la fiammella gli sbatteva sul viso
nostra festa principale, e basti questo cero di. ffino a l'ottava di
mia professione. pirandello, 8-164: il cero benedetto, il cero 'della buona
8-164: il cero benedetto, il cero 'della buona morte 'che quella santa
di paliotti, con suerbissima pompa un cero per ciascuna. vasari, ii-284:
piattello destinato a raccogliere il colaticcio del cero o della candela accesi, proteggendo la
questo mese facciamo il cascio di scin- cero e chiaro latte col presame dell'agnello.
, ti stai pur costì, com'un cero, / con le man penzoloni!
fatti pergola: / questo è un cero annuale, che i paperi / ne
campanile, / e sei come un bel cero inorpellato. -sostegno di una statuetta
non fanno compromessi, non accendono un cero all'arcangelo michele e un altro a
maggiore. govoni, 3-214: un cero piangoloso / coi suoi grani d'incenso
la camera modestissima e, oltre al cero benedetto, due altri ceri più piccoli che
: anco lassa alla decta chiesa uno cero di vi libbre di cera, el qual
di vi libbre di cera, el qual cero si faccia de'denari che. ssi
. dall'imp. di portare e da cero (v.). porta
primitivi, non sdegnò di dipingere il cero pasquale per la cattedrale di cambrai.
carlo alberto in tutto simile ad un cero pasquale che, tentennando nel puntale, sia
pirandello, 8-1173: la fiamma di questo cero da quattro soldi. bonsanti, 4-197
campanile, / e sei come un bel cero inorpellato. -provocare una sensazione fisica (
improvviso, come la fiamma d'un cero al soffio d'una bocca, quell'animazione
ne sarebbe volato ritto ritto come un cero nel celesto impero. -con allusione
e di sesso, quali portando un cero, quali un rosario. verga,
/ cresce e svanisce, lottando col cero / e colla luna che accarezza il
sgonnellando passi il sacrista a smoccolare un cero o ad aggiungere l'offerta di una
il cappuccio rialzato sulla fronte, il cero acceso, salmodiando.
sieno tenuti di dare ogne anno uno cero di tre libre di cera...
l'uomo nero... alzò il cero, la fiammella gli sbatteva sul viso
neuno che possa né debbia scamozzare el cero che porta alla festa. giuliani, i-276
. -avere scopato più dì un cero: essere persona rotta a ogni esperienza
rossi, egli ha scopato più d'un cero. -scopati la mano-, immediatamente
signor pallante. montale, 9-129: cero anch'io, naturalmente, e altri /
/ che si distrugge come al foco cero; / ca eo non ò sentero /
, 18-61: da quel tuo moccolo di cero pasquale sgocciolavano sul tappeto i marenghi che
sgonnellando passi il sacrista a smoccolare un cero o ad aggiungere l'offerta di una candela
è un albero tenuto nano. cero siepe intorno a elena. cassola, 4-162
mentre un occhio ho sin cero, un occhio ho guasto.
come viene anche chiamato, carlo frec- cero ha un passato di militanza politica situazionista.
schietto, lui, sin cero. 2. eccessiva e fatua
, 8-1173: la fiamma di questo cero da quattro soldi. -di
mo'pari pare / 10 spegnitoio del cero / del nostro parrocchiano. ruspoli, 1-91
ago o uno spillo, ardesse un cero d'una libbra perché, che egli il
1-31: ferma impalata quivi come un cero, / fissando in loro il sguardo,
villani, iv-12-114: uno grande e ricco cero in su uno ciale: e bisognava
salir cantando, con in mano un cero, / una fila di donne e di
, reggendo la sua frusta come un cero, era volto a lei, aspettando gli
villani, iv-12-114: uno grande e ricco cero... si stravolse sprovedutamente con
onesta. serao, i-296: qualche cero, in fondo brillava, si udì
torcétto1 (torciétto), sm. cero costituito da quattro candele unite insieme,
torchio1. torchiétto2, sm. cero, in partic. costituito da quattro
. tòrchio2, sm. cero formato da una sola grossa candela o
far più lume. 2. cero, grossa candela, in partic. usata
al muso. 2. grosso cero usato in cerimonie religiose. daniello,
tortizo), sm. ant. grosso cero attorcigliato. folgore da san gimignano,
tèrzo, sm. ant. region. cero. sanudo, liv-449: poi venivano
diverse tratte che si fe cero nella pescagione del corallo furon presi cinque echini
tavolinetto una scatola di fiammiferi. accende il cero e lo posa lì. -ardere e
deriv. da cerio, var. di cero; cfr. il lat. mediev.
in terza fila, senza neanche un cero. il confronto con gli altri 'galacticos'è
da lungi dieci miglia, et offre un cero, concorrendociascunpaterfamigliaallaspesa, eciò puredicesifacciano o
si soffermano davanti ai presepi, animano un cero, accennano una preghiera. e poi