dal capo divino odore d'ambrosia. beccuti, 25: e, nuo- v'
detta, et io piangendo il dico. beccuti, ix-550: non per assenzia scema
che sien montati alla più asciutta sede. beccuti, 35: gode il cultore,
a comperar [de'poponi]. beccuti, xxvi-n-35: ma sento un che mi
due mali bisogna scegliere il minore. beccuti, 1-2-53: perché ciascuno, com'io
si compongono tutte le cose sullunari. beccuti, 1-41: fu anticamente la taverna
qualcosa a condizione estremamente favorevoli. beccuti, 1-2-25: mi rincresce, compar,
e gira / in vostre vive carte. beccuti, ix-550: or, qual fusse
si dicon su di gran novelle. beccuti, ix-555: più non può sovra
sospir richiamava e 'l buon cloanto. beccuti, ix-555: montano, io piango il
per soverchio umor corrotto e cavo. beccuti, ix-542: aspre montagne e cave
sì poca parte ancor n'hagio compresa. beccuti, ix-549: mi sembrava celeste e
quest'orno / damone un bacio. beccuti, ix-553: la purpurea rosa e
ci s'impara un certo che. beccuti, 1-2-48: in la persona / avete
a inquietare e a tenere sospeso altrui. beccuti, ix-549: convien ch'io formi
suo gracchiare come quello de le rondini. beccuti, ix-550: un ch'era dentro
un bene che si possiede). beccuti, ix-550: compartir talor meco non niega
suo cordiale e ben fondato amore. beccuti, ix-554: quel caro nodo che ne
tutto in cristallina pietra era converso. beccuti, ix-540: chiamar beato iddio ben si
foschi / s'erga tempia mia fera. beccuti, ix-548: corallo, avorio o
secondo che sarà corvo o colomba. beccuti, ix-550: un ch'era dentro
ne potria né levare né porre. beccuti, 71: più che di lunghe
di siena si chiami egli gruogo. beccuti, 69: voi, caduchi ligustri,
vederti e di parlarti io goda. beccuti, 162: sorgono i morti; io
, che sono lire 15 il mese. beccuti, 167: noncovel c'assicura in
e fastidi che non ci toccano. beccuti, 1-45: parlar ora di lui non
/ levò la testa un poco. beccuti, 70: la mia voce ornai debile
quando, et a chi fé'deporlo. beccuti, 69: deponi, amor,
che vi farò impiccare, disertoni! beccuti, 176: fa l'osteria ogni persona
l'uscio della camera della franceschetta. beccuti, 133: dal forte scudo mio resta
'è qual pronuncia le destina. beccuti, 121: un'arte, un'etade
io fui, la disperata angoscia? beccuti, ix-545: or ch'io son desto
tenebra alle abbassate e chiuse ciglia. beccuti, ix-538: io le sorelle co'
, animali, erbette e fiori. beccuti, 147: lascia la figlia tua nel
d'altri giovani n'andò a uccellare. beccuti, 20: dirò le guance
pensare de quindi divertirci e discacciarci. beccuti, 140: con l'insegne d'achille
disdegna di portarne suso in piede ». beccuti, 4: feroce leon ferir disdegna
atteggiarsi a timida, riservata. beccuti, 189: star sur un goffo,
-per simil. e al figur. beccuti, 119: il valor, il saper
/ fosse che 'l ciel rasserenava intorno. beccuti, no: grazie dovemo al dolce
emenderai / con la tua vita. beccuti, 198: or l'error veggio
crede all'empia fera in bocca. beccuti, 102: veggio far gioghi all'empie
matura ancor, ma quasi in erba. beccuti, 48: a fragil canna ogni
a un castigo esemplare.. beccuti, 4: in te l'esempio rinnovar
esercizi così del corpo come dell'animo. beccuti, 175: scorrer per far la
, o anche economiche). beccuti, 13: se dell'amor mio l'
nello loro capo [ecc.]. beccuti, ix-548: vidi, tenendo in
lucente, sguardo luminoso, ardente. beccuti, 20: il ciel non vide mai
doveano a ritroso volgere le mie fusa. beccuti, 48: donna reai, l'
avea, fu molti dì captiva. beccuti, 71: chi pon le labbia su
calando per dar fine al corso. beccuti, 21: 0 fermi gli occhi o
, non si ferma la piena. beccuti, 52: veggio al vibrar dell'aure
mite, docile, mansueto. beccuti, 154: depon la tua fierezza,
piega li spiriti superbissimi di vittoria. beccuti, 200: chi fe'a babel
tutto / essergli tolto il disiato frutto. beccuti, 35:
la forma avea sculpita in mente. beccuti, 42: quando col ventre pien donna
d'ogni vita è 'l morir mio. beccuti, 22: convien che formi tutto
ucciderlo o tenerlo così preso. beccuti, 27: io le sorelle [le
molti non si danno a intendere. beccuti, ix-546: l'avea bene io le
bella apparer, ma nulla vali! beccuti, 117: ogni umana speranza un
molto debole e frale al peccare. beccuti, i-146: se indugiava la ragion
e atti ornati di tutte onestadi. beccuti, 87: spirto gentil, che con
/ ma indarno ornai ci aspetti. beccuti, 189: il non guardar gentil,
: compiere un'azione inutile. beccuti, 70: la mia voce ornai debile
capegli quando piagnerete sopra alcuno morto. beccuti, 52: veggio... /
m'avrà la fiamma del funereo rogo. beccuti, 147: lascia la figlia
de'fuochi, recati diecimila fiorini. beccuti, 167: noncovel c'assicura in tutti
più bel, si prende giuoco. beccuti, 32: erano gli occhi strali
e d'ogni pace è fuora. beccuti, 57: vivo di vita e d'
cere trafitte son coteste, galanti uomini? beccuti, 188: che se voi non
sue opere bestiali che vede. beccuti, 70: la mia voce ornai debile
e ci stampò tutte le dita. beccuti, 181: per casa giostrando almen di
ben di quel signore et temo ». beccuti, 157: ite dove vi chiama
io ti cognobbi subito al cavallo. beccuti, 180: ogni bene, ogni gaudio
non offenda mai caldo né gelo. beccuti, 209: alme pure innocenti, che
gelo / corse allor de'troiani. beccuti, 83: ovunque gira la vista
di coloro co'quali noi viviamo. beccuti, 46: delle bellezze 'l colmo e
o che alla eccellenzia loro convenissi. beccuti, 73: rendete a roma ogni
la quale è dono di dio. beccuti, 40: la grazia, i gesti
giace abbattuta da le nostre armi. beccuti, 73: rendete a roma ogni
dolci pomi e gli odorati gigli. beccuti, 20: dirò le guance, dove
maniere di giuochi li facessero andare dinanzi. beccuti, 108: è ben degno di
: mancare assolutamente di buon senso. beccuti, 191: inteso ho delle volte più
, che denota umili condizioni. beccuti, i-93: sol gradisco costei pura e
secondo che vuole colui che lo governa. beccuti, ix-549: o infortunata mandra,
/ sarai exaldito a quel dimanderai. beccuti, 83: quel ch'il pomo d'
sangue e venda l'alma a prezzo? beccuti, i-93: sol gradisco costei pura
virile, e pur è grazioso. beccuti, 40: la grazia, i gesti
tutte il ciel sue grazie stilla. beccuti, 159: or alza gli occhi alla
vo noiando e prossimi e lontani. beccuti, 29: vi risvegli il grido /
cui fedel amor non cede a prezzo. beccuti, 177: dolce mio caro bene
dopo tante speranze e tanti affanni. beccuti, 19: o mio folle desio
e stame, gustar de le cipolle. beccuti, 172: non resta per la
che non imbarca altrui senza biscotto. beccuti, i-301: non farò come suol
, a similitudine della loro idea. beccuti, i-102: l'immagin sua non
patire mille morte in questa espedizione. beccuti, i-314: conosco veramente essere indegno
, non sapendo che si dire. beccuti, i-127: qual freddo sasso /
a darmi le brighe delli impacci. beccuti, 182: ma questo o quello od
che aggiugnete a le commessioni impostevi. beccuti, i-264: l'imposta ambasciata espongo appieno
gl'inopinabili corsi dell'inargentata luna. beccuti, i-94: qual empia luce o
a questa cosa non fu data fede. beccuti, i-107: sento nel petto un
, o pioggia o sol l'arresta. beccuti, i-126: l'alma, che
beccuti, i-169: oh quante indignitadi addietro lasso
io indugiarci volun- tieri a domani. beccuti, i-96: indugia almen fin ch'io
attimo ho saputo né potuto stargli assente. beccuti, i-163: ecco alessi indurar pensieri
el volsero ricevare con tanto trionfo. beccuti, i-314: conosco veramente essere indegno
siam fratelli, non pur amici. beccuti, i-279: son gli amici e i
12. toccare leggermente, sfiorare. beccuti, i-200: ivi donna regai col piede
di vento 'o 4 infrascare '. beccuti, 164: di lodar noncovelle ho
me che de l'inganno era ignorante. beccuti, i-280: già pioveva dal ciel
più cela inganni nel fallace seno. beccuti, i-234: più non può sovra te
, meno lunga un'attesa. beccuti, i-242: questo che 'l tedio,
mille mali pensieri ingombrata la mente. beccuti, i-229: quell'istesso desio fatto
ricompensa gli era del suo aiuto. beccuti, i-143: uomini dozzinali, /
/ i sensi uman di florida pittura. beccuti, i-200: ivi donna regai col
/ inante a'piedi mei doi cagnoletti. beccuti, i-152: caro armellin, di
parole l'altrui onore e fama. beccuti, i-114: mi dà la fede e
t'inganna, chiar come cristallo. beccuti, i-326: il mio grave fallo /
cui tosto convien che morte aspetti. beccuti, i-295: io vo'di noncovel
/ il laberinto che gli amanti intrica. beccuti, i-308: il dolor m'intrica
ci hanno con che rodere se stesse. beccuti, 169: l'invidia istessa (
dietro il palafren per fuggir volse. beccuti, i-325: signor, se gli
può separare né el panniculo da queste. beccuti, 1-iii: chi pon le labbia
spazio al dispiacevole uficio dell'amara vita? beccuti, i-158: misero me che tardi
/ io vada per dolcezza lagrimando? beccuti, i-172: o mio folle desio,
, ma sol del tuo padre. beccuti, i-291: o ladra usanza, scellerata
abito confezionato con tale drappo. beccuti, i-277; con molta attenzion ricerca e
, e i miei martir appaghi? beccuti, i-178: il lampeggiante sol de'
senza motivo. -sostant. beccuti, 1-277: quel lampeggiar de le gemmate
, commessi per il lato a spinapesce. beccuti, i- 278: or si volge
per natura benigni, a perdonare. beccuti, i-192: se lucrezia col sangue
leggiadria ignuda, le bellezze inferme. beccuti, l120: il valor senza voi
ha un gran poltrone armato addosso. beccuti, i-152: caro armellin, di sua
giusto penter, ve ne martira. beccuti, i-iio: non mi dolgo io
: multiplice machine bellice e loetali. beccuti, i-190: di quel sugo letal ch'
era fatta letto dell'alte dignità. beccuti, i-173: così, fuggendo '
che lo senta altri ch'io. beccuti, i-189: sol la notte, dormendo
sabuleti litori ap- pariano di nidulare. beccuti, i-195: qual destin fu quando
/ far rugiadose le umidette pome. beccuti, i-104: come potrò fra queste
vestir quant'altra dama che si sia. beccuti, i-284: il contino è garbato
salutato i corvi il giorno chiaro. beccuti, i-165: nulla te muove il suon
era la maggior luce ancora ascosa. beccuti, i-94: qual empia luce o qual
scorto al fin della mia luce. beccuti, i-122: in queste luce nubilosa e
perdere la lucie di quell'occhio. beccuti, i-326: il mio continuo pianto
subito alle trecce lunghe e bionde. beccuti, i-95: più che di lunghe e
da man possa vanto? beccuti, i-257: che vai pur tu,
spolpato, macro, arido e secco. beccuti, i-105: qual magro tordo in
un desiderio, ecc.). beccuti, i-115: quindi vennero gli odi e
, affettuosa, premurosa. beccuti, i-289: chi sa far le mammine
liuto, chi biscanta un motetto. beccuti, i-143: se voi non avete altra
mariuolo, ella similmente diventa asina. beccuti, i-287: di quell'arte nefanda e
mercé sia fine al mio dolore. beccuti, i-130: trovi almeno appo lei
quelli che adorano e riveriscono la virtù. beccuti, i-196: esangui e ignudi iu
grata, a tutti altri molesta. beccuti, i-179: intorno / al troncon rotto
dottori, con questi ambasciadori pratichino. beccuti, i-257: che vai pur tu
ha in sé ragione di numero infinito. beccuti, i-185: a fragil canna ogni
peloso de peli qe non è molle. beccuti, i-95: più che di lunghe
ama una cosa momentanea e frale. beccuti, i-293: donne, per me
dorme licida bel sotto d'un faggio. beccuti, i-276: psiche mentre pallidetta e
arme. / tu piangi e taci. beccuti, i-178: or torni 'l sacro
lo più con uso enfatico). beccuti, i-155: -o dea, quest'alma
gente er'ito con miglior pianete. beccuti, i-162: per fuggir tanta crudeltade
turco già ne stia sopra la testa. beccuti, i-165: nulla te muove il
essere immune da ogni corporalità. beccuti, 189: star sur un goffo,
attillata et alla napolitana pulitamente abbiglata. beccuti, i-295: per non fare a
anche di molte persone quivi nascoste. beccuti, i-231: lasciar vedersi così raro
arbori tutto ripieno. troilo baglioni [in beccuti, i-208]: divenner pallide le
-anche in espressioni di modestia. beccuti, i-241: ben mi provai non già
e le mani impie e nigre. beccuti, i-203: de l'infernal famiglia e
il cor di panni oscuri e negri. beccuti, i-98: poiché lungi da me
e 'nde lasso la mia vita. beccuti, i-325: col viso a terra chino
ombre, nemiche de'miseri amanti. beccuti, i-98: poiché lungi da me la
/ l'un l'altro si costuma. beccuti, i-143: quel che l'uom
m'ha, com'il sol neve. beccuti, i-122: in questa luce nubilosa
/ remese la gran casa dei baglioni. beccuti, i-218: or di buone arti
nocivo che non è quello della sera. beccuti, i-180: nel mese più nocivo
, ogni tua noia si contiene. beccuti, i-187: passato avea tutta l'età
gran tempo la superbia de'lacedemoni. beccuti, i-189: notturno augel c'ha
).?? beccuti, i-295: di lodar noncovelle ho nel
o indicazioni; regolarsi di conseguenza. beccuti, i-120: il valor senza voi non
che lor dà la sua stessa proprietà. beccuti, i-250: non ti smarrir,
rappresentava orror, perigli e morte. beccuti, i-182: tra 'nugoli si sta
, ottenebrato (l'intelletto). beccuti, i-143: con chi più v'ama
è mortifera. -ricoprire. beccuti, i-289: chi sa far le mammine
lauri intorno / un odorato bosco. beccuti, i-230: amor, che voli ai
, la nobiltà della stirpe). beccuti, i-257: che vai pur tu dal
e faccia a tutto il mondo oltraggio. beccuti, i-207: qui, dove splende
di sé e delle sue opere. beccuti, i-189: sol la notte, dormendo
.: la fine della vita. beccuti, i-245: se tanta durezza amor non
/ onestade, eccellenzia e leggiadria. beccuti, i-226: com'e giunta bellezza
iustizia e di clemenza e di liberalità? beccuti, i-255: gedérsi i capitani e,
dell'età vostra il più bel fiore. beccuti, i-247: spirto d'alto saper
proprie dello stile barocco). beccuti, i-104: dameta a depredar gli onori
hanno a schifo ogni opera mortale. beccuti, i-176: qual temeraria mano imitar
morto dal digiun crudele e scarso. beccuti, i-115: alfin, da rabbia oppressa
oppresso, è travagliato dal male. beccuti, i-127: fu da l'orrenda nuova
avere rapporti sessuali con essa. beccuti, i-143: uomini dozzinali / mille e
mentre han coscienza per lor ferma pena. beccuti, i-151: mortai bellezza in questo
gli uomini si conciliassero con benivolenza. beccuti, i-232: chi può contemplar l'
prudente et ornato de buoni costumi. beccuti, i-225: credete voi che le bellezze
ed attorto, e finimento a quartotondo. beccuti, i-277: al stupendo edilizio
essere dotato di eccezionali qualità. beccuti, i-143: star sur un goffo femminil
ciò che riluce non è oro. beccuti, i-143: quel che l'uomo a
ogni cosa mormora e si duole. beccuti, i-189: per fuggir la memoria di
e ne rimanga pago anco il vostro. beccuti, i-101: più di voi cosa
eo da voi mai faccia partenza. beccuti, i-144: m. olti altri faran
, gian- nettoni e piche curte. beccuti, 167: ecco un popol ch'è
un cibo naturai sono a gli amanti. beccuti, i-96: indugia almen fin ch'
più passo. -camminare. beccuti, i-127: fu da l'orrenda nuova
tuoi passi verso le guardate bandiere? beccuti, i-212: indi mi tolsi taciturno
paolo, padre del giovine. beccuti, i-206: a te, signor,
, ne lascio il peccato a voi. beccuti, i-108: qual peccato, qual
pegno dell'amore che era tra loro. beccuti, i-129: una lacrima è 'l
penitenza del partito che ho preso. beccuti, i-235: io, ch'oggi un
ii-xm-26: lo cerchio è perfettissima figura. beccuti, i-288: i geometri dicono che
/ cruor ostile, perfido e maligno. beccuti, i-190: di quel sugo letal
del mal passato el ti conforte. beccuti, i-201: il perfido cupido,
qualcuno: trattarlo sempre peggio. beccuti, i-146: arpie crudeli, infide,
; puzzo soffocante, miasma. beccuti, i-285: dovrebbe quel fiato e quel
-coraggio, audacia, intrepidezza. beccuti, i-264: al palagio di troia,
sia al mondo per potersene guardare. beccuti, i-162: scriverti di sua mano
-particolarmente fertile (un terreno). beccuti, i-200: ella non può, tra
al fosso. -cicatrice. beccuti, i-266: porto ancor piaghe in questo
non piegarono la costanza di scipione. beccuti, i-245: così pien di desir,
-con tutta la faccia. beccuti, 182: dietro gli fa sberleffi a
spargere qualche lagrima per esser stata pietosa. beccuti, i-104: come potrò con rime
rozzo, di bassa estrazione sociale. beccuti, i-143: uomini dozzinali / mille e
/ colle buone parole di placarla. beccuti, i-104: come potrò con rime sì
, che era allora un poco stizzoso. beccuti, 189: d mescolar velen nei
ed ossa e polpa o vena. beccuti, i-253: altro che nervi e polpe
il porcile / chiama il convento. beccuti, i-145: vero è ben ch'
di una stagione dell'anno. beccuti, i-182: tra 'nugoli si sta
perché sempre adocchiata ha quella posta. beccuti, i-139: io, se ben false
/ ché povertà mi rompe ogni disegno. beccuti, i-138: vi addimando a voi
più scelerato e di mille colpe reo. beccuti, i-291: o ladra usanza,
cielo e di terra 7 immensa maestade! beccuti, i-253: altro che nervi e
orrendi vizi nostri asconde e preme. beccuti, i-188: nel volto gli mostrai
incautamente in preda a cosi maligno spirto? beccuti, i-129: una lacrima è 'l
che persona in camera non fosse. beccuti, i-188: per non ancider d'un
(un moto dell'animo). beccuti, i-107: sento nel petto un non
tepido verno, amena e fresca estate. beccuti, i-170: non potea il ciel
e ne'luoghi rimoti come sono. beccuti, i-178: l'aure, onde ha
errore e la privazione del bene. beccuti, i-175: un ch'era dentro
corrono in grembo a la sbracata. beccuti, i-298: non son parole, prospettive
e conforme alla sua solita prudenzia. beccuti, i-205: la novità che può turbarvi
dente candido, aver si vede. beccuti, i-223: son le sue chiome inanellate
sovra del fianco la porpora gonna. beccuti, i-154: d'oro sparso e di
agg. ant. puttanesco. beccuti, xxvi-2-54: star sur un goffo puttanil
sardelle che annoia tutto quel luogo. beccuti, i-285: dovrebbe quel fiato e quel
. -non trovare attraente. beccuti, i-203: benché sul carro trionfante i'
nel quadro e poi nel tondo. beccuti, i-288: i geometri dicono che 'l
, quanto il bianco dal nero. beccuti, 54: sì dilettoso e vago colle
in roma, dispiacevano al senato. beccuti, i-264: al palagio di troia
vostre acque son tranquille e quete. beccuti, i-199: era sereno il ciel
di sé tolta, / accorse quivi. beccuti, i-115: alfin, da rabbia
la guerra a caprai fé raddoppiare. beccuti, i-188: per non ancider d'un
fi duol de la bellissima sofia. beccuti, i-242: questo che 'l tedio
, in una fonte lucida descendenti. beccuti, i-212: fiumi scorgea da varie bande
e caso, non ragione et arte. beccuti, i-218: or di buone arti
in de la non conosciuta rena. beccuti, i-196: esangui e ignudi in su
e sostanzia equivalenti alla carne. beccuti, i-305: quando mi awien talor pel
le redine della fortuna dell'amico. beccuti, i-161: l'indomito core al tuo
controllarsi in una manifestazione emotiva. beccuti, i-220: or che licenza, da'
a un palagio grande e bello. beccuti, i-277: con molta attenzion ncerca
condizione ideale o pienamente positiva. beccuti, i-249: l'eterna bontà non si
ricurve circa le tempie, schernitore. beccuti, i-104: come potrò con rime sì
il suo a chi l'usurperà. beccuti, i-264: al palagio di troia,
realmente, essere solo immaginario. beccuti, i-145: la gente, ch'aver
riscatto che vi tolse dai legami infedeli. beccuti, i-327: se con giusto occhio
-cercare di conoscere, di penetrare. beccuti, i-212: ripensando a l'ira /
s'esca di lezzo -e vitupero. beccuti, i-284: porta un suo berrettin sott'
uomini che hanno alquanto d'intelletto. beccuti, i-198: partiamo...
si rinfranca / prima in se stesso. beccuti, 1-305: quando mi awien talor
d'ostro / t'avria sommersa. beccuti, i-156: siavi contra la stagione
e 'ncrespamenti di certi splendori lucidissimi. beccuti, i-277: quel lampeggiar de le
alla memoria o alla coscienza. beccuti, 181: or per casa giostrando almen
quale tute si riserbano alla penna. beccuti, 1-171: riserbando a più purgato inchiostro
alle acque (un cadavere). beccuti, i-196: esangui e ignudi in su
ama il frutto ma sì il fiore. beccuti, i-172: o mio folle desio
che disteso il rivescia a terra. beccuti, i-259: costui, menando di
è stata tolta da un rubatore. beccuti, i-264: al palagio di troia
mente mia d'altra vaghezza mai? beccuti, i-iii: chi pon le labbia su
la salaia. -scherz. beccuti, i-298: ai salsi detti, al
in un contesto figur.). beccuti, i-304: quivi, miseri, è
passata noia / prendieno insieme dilettosa gioia. beccuti, i-214: a sbandir orni pensier
e a isbellettarsi il viso puttaneschissimamente. beccuti, i-143: se voi non avete altra
, gli additano e gli sbarleffano. beccuti, xxvi-2-51: col rider di grazia andate
come sono andate le cose male. beccuti, i-139: or giuro a la sorella
periscie: io non sono vostro scampo. beccuti, i-269: cessa col ciglio e
. cambiare negativamente il proprio atteggiamento. beccuti, i-283: voi mi faresti scavigliar di
una situazione dannosa o spiacevole. beccuti, i-187: passato avea tutta l'età
più del plebeo che del nobile. beccuti, i-281: veggio in voi quella
guerra sostegno e notte e giorno. beccuti, i-98: poiché lungi da me la
vedrete se noi faremo de lo schifo! beccuti, i-143: quel che l'uom
, / e fagli insieme poi tuttistillare. beccuti, i-311: martin d'amelia appo costui
con l'esposizione al sole. beccuti, i-207: qui, dove splende più
, / poscia i liti d'italia. beccuti, i-169: scolorì febo al suo
esicuro; dall'altra fanno le perturbazioni. beccuti, i-109: che debb'io far
del vero dio sì lunghe offese. beccuti, i-125: voi, vaghi pensier,
e i fior, discerne il tutto. beccuti, i-298: non son parole,
fare scudo a qualcuno). beccuti, i-195: qual destin fu, quando
i rami degli alberi). beccuti, i-169: s'udir fremere i venti
6. dimin. sdegnosèuo. beccuti, i-93: sen già tutta leggiadra e
grazie disperge il ciel fra noi. beccuti, i-230: amor, che voli ai
inclinazione perversa, da un vizio. beccuti, i-214: così, senza mostrar segno
i latini dicevano 'cogere in ordinem'. beccuti, i-192: se lucrezia col sangue
sia crudel, passa ogni segno. beccuti, i-314: la tua carità, che
quanta vergogna gli fa questo amore. beccuti, i-174: o infortunata mandra,
e nocque il fame sperienza a molti. beccuti, i-253: altro che nervi e
o attuato (un valore). beccuti, i-220: valore e cortesia, fra
nel cielo essendo l'aria serenissima. beccuti, i-199: era sereno il ciel
avevano colpa de le sue perdite. beccuti, i-204: ella è già del suo
. -verso di animali. beccuti, i-169: s'udir fremere i venti
occuparà elei mond'ogni gran loco. beccuti, i-240: dàmmi, signor, ch'
credo ch'amor il primo luogo tenga. beccuti, i-235: sento / di penitenza
, che noi vidi mai più. beccuti, i-304: quivi, miseri, è
che è effetto esclusivo del trucco. beccuti, i-143: coi galantuomin star su le
to, / risponderanno al vento sibilando. beccuti, i-169: scolorì febo al suo
, assicurato (il cibo). beccuti, i-213: il commesso a voi gregge
3. attiguo al promontorio sigeo. beccuti, i-255: l'onorato erede / di
stan doi custodi con lor corpi isnelli. beccuti, i-93: sen già tutta leggiadra
ancora i latini nel verbo 'enodare'. beccuti, i-102: sogno,...
indumenti che la rivestono. beccuti, i-266: « porto ancor piaghe in
. ant. insegna murale. beccuti, xxvi-2-29: per mostrar ben questo suggetto
vita surgo e l'alma lume vede. beccuti, i-321: sorgono i morti,
sorti, per indovini, per sogni. beccuti, i-132: non d'oracoli o
che si soprastesse per un'ora. beccuti, i-251: cade ella in terra per
limo un manto avea sparso di fronde. beccuti, i-154: d'oro sparso e
sentimento o una qualità morale. beccuti, i-325: col viso a terra chino
è giovane quanto di quegli si gode. beccuti, i-294: vedrete il piacer,
consumar mi fa la vita mia. beccuti, i-9: poiché lungi da me la
molti infermi e molti morti suscitaro. beccuti, i-321: io non muto il pensier
ferro audace / nella spietata piaga. beccuti, i-188: non valse a coprir
e non agli spilorci d'oggidì. beccuti, 175: la taverna...
che tremar faccin l'aier di splendore. beccuti, i-99: il ricco laccio,
trarre origine (una persona). beccuti, i-244: poi che dal gentil legnaggio
a ore 5 de. nocte. beccuti, i-321: sento squarciar del vecchio tempio
volubile, incostante d'umore. beccuti, i-143: gente avvezza a pignatte ed
si ha da dare per la stemana. beccuti, i-295: forza sarà che l'
. figur. struggersi nei patimenti. beccuti, i-294: scorgerete ancóra / come una
mi fusse madonna con suoi strali. beccuti, i-136: erano gli occhi strali e
aveva che egli fosse morto gliele toglievano. beccuti, i-132: non d'oracoli o
ant. considerare attentamente. beccuti, i-286: vi ho detto 'l parer
tra 'due campi de'romani. beccuti, i-200: ella non può, tra
veneziane fanno stupire la stupendissima venezia. beccuti, i-277: al stupendo edifi- zio
giungere a una visione più alta. beccuti, i-230: amor... /
, / a tisbina lo porse sbigottito. beccuti, i-190: di quel sugo letal
. ronzare (un insetto). beccuti, i-169: s'udìr...
un soffio d'aria. beccuti, i-276: psiche mentre pallidetta e grave
e taci turni insieme. beccuti, i-212: indi mi tolsi taciturno e
cor s'umiliasse aspro e feroce. beccuti, i-217: morto è 'l gran bembo
. suonare una campana a martello. beccuti, i-297: non vai far bandi o
suoi piè l'assolvette d'ogni rio. beccuti, i-100: come a un volto
del tondo a avere così detto! beccuti, 168: ma sento un che mi
pericolo, un rumore). beccuti, i-307: chi or da le notturne
-ti maggior tosco: francesco petrarca. beccuti, 1-217: morto è 'l gran bembo
era l'aere tranquillo e lucido. beccuti, i-199: era sereno il ciel
altro, ohimè, tanto mi duole. beccuti, i-197: due scorte infide e
nel viso, assimigliava a marte. beccuti, i-309: quivi attender tanto / il
sua autorità lo popolo transcorso in lascivia. beccuti, i-190: l'orribil caso onde
-anche con valore iperb. beccuti, i-203: del'infemal famiglia e di
sparir quando tè in bocca chiuso. beccuti, 1-277: beati a cui fuor d'
di luoghi, di paesaggi. beccuti, i-215: le gemme sono in pregio
statura aveva, e abito gentile. beccuti, i-232: chi può contemplar l'alta
d'animo che avevano gli avoli nostri. beccuti, i-326: il mio continuo pianto
brutto luogo e vitoparoso che poterono. beccuti, i-303: mi vien voglia di dire
. -in espressione iperb. beccuti, i-285: dovrebbe quel fiato e quel
di zaffiro e molto ricca coda. beccuti, i-281: veggio in voi quella fronte
con meton.: chioma. beccuti, i-293: chi ha canuta la barba