dal gr. dv- ¦ b' ptotrocpayta (cfr. antropofago).
sicura. manzoni, 776: potreb- b' esser benissimo che quella caterina avesse parlato d'
primo pregio d'un nome nuovo deb- b' essere la semplicità, la facilità, la
pezze bagnate, / sì l'avreb- b' anz'ismaltit'e gittate, / ch'un
cervello / in capo, che sareb- b' opera santa. -rubare il cervello
. viviani, 3-i-30: vi sareb- b' egli persona abile alla correzione, per la
etti, 1-200: sembra che dovreb- b' essere molto ben soddisfatto della buona figura che
me. pallavicino, 1-589: potreb- b' egli mai... lasciarsi dileticare dal
a gustare il dolcissimo ozio che dovreb- b' essere la nota dominante della mia vita,
abitato, dominato dai goti. b' andello, 1-23 (i-297): se
iddio ci fosse, che cosa avreb- b' egli a fare per aver l'onore d'
si pigliasse miglior ordine, v'areb- b' egli provveduto, intrigando prima coloro i quali
: la scala della vegetazione non deb- b' essere determinata ad un'altezza assoluta sul livello
. beni, 1-15: non restereb- b' egli [enea] perciò a goffredo uguale
qualche stretta, / che domin fareb- b' egli? carducci, iii-18-372: avete udito
gr. ò£ùtovo£, comp. da b' ejjc, * acuto 'e tóvo£
voce dotta, comp. dal gr. b' ióc, 'acuto 'e xlv /
. fabbroni, xviii-3-1109: non avreb- b' egli almeno in suo favore la partita enorme
giuro, buon calvinista quanto potreb- b' esserlo calvino in persona. =
squatra; / poi non mi sareb- b' atra / la morte, ov'io per
). landolfi, 2-1 io: b' ode lo schiocco d'uno scarabeo che
ii-149: vi è una palla della seggiola b' runita e d'oro, nella quale
nostro..., non rimarreb- b' egli dentro del corpo solamente quella quantità utile
cicerchia, xliii-335: fra quella tur- b' un gran romor si leva: / «
fuori. guarini, 188: deb- b' io, di sdegno armato, / ricorrer
squatra; / poi non mi sareb- b' atra / la morte, ov'io per
. a. casotti, 1-7-88: b' io non mangio, ho paura, che
r) /, correntemente / d. b' senter / (job centre),