. abbruciaticelo, agg. bruciacchiato; arsiccio. soderini, iii-35: per contrario
(e fortemente abbronzato, di colore arsiccio, proprio di chi sta a lungo al
pietra alidissima, ed ha anzi dell'arsiccio che no. carena, i-453:
questa pietra alidissima, ed ha anzi dell'arsiccio che no. tasso, n-ii-843:
tr. (arsìccio). rendere arsiccio; abbrustolire, abbruciacchiare.
a seccarsi. = deriv. da arsiccio. arsicciato (part.
albanzani, 2-215: e con uno tizzone arsiccio fu scritto nel sasso: qui
un albero di nave, / arsiccio, duro e nocchieruto e grave. ariosto
scaramucciare per soccorrere i suoi tutto arsiccio, perché... s'appiccò fuoco
tutto. morando, iii-232: arsiccio il suol con tante bocche e
degli arbusti sul ter reno arsiccio. d'annunzio, ii-733: l'erto
stette; del cocente / flutto bagnò l'arsiccio suol pinoso. idem, u-743
banane... vengon su dal terreno arsiccio, larghe, a raccogliere anche loro
v.). rocco / che l'arsiccio terreno gialloverde / bruci.
: il fegato s'indura e genera sangue arsiccio seguite ne'prossimi giorni erano state dalla infima
al ciel precipitosi e rotti / sporge l'arsiccio fu citato e fatto ribello e nel medesimo
inferno della natura. / di luglio arsiccio le giornate odiose? galeani, iii-184:
. linciti, 30-48: talora con l'arsiccio del calore e dagli [all'idropico]
piè diseguale odia il difetto, / l'arsiccio volto aborre sentiva, parte per una certa
vestimenta viene fuori un faccione bonario, arsiccio. che avrebbe voluto attribuir solamente al vino
anzi dire * ardere '. dell'arsiccio che no. negri, 2-1014: i
). letter. inarimostrano il giallo arsiccio delle stoppie. viani, 19-396:
/ nell'orto. dal pelame arsiccio scattava con lo schienale e il torso
aspettiam noi, dodon? qua sa d'arsiccio. verga, i-348: dalle
lucertiformi dal manto vi l'arsiccio. d'annunzio, ii-391: chiama a
ondose / che sanno ancor d'arsiccio. rupe, gli occhi duri
attorcigliata alla vita, dal pelame arsiccio scattava con lo schienale e il
quel baston pare un albero di nave / arsiccio, duro e nocchieruto e grave.
banane... vengon su dal terreno arsiccio, larghe, a raccogliere anche loro
pare un albero di nave, / arsiccio, duro e nocchieruto e grave. ojetti
o rabido ventare di scirocco / che l'arsiccio terreno giallo verde / bruci;
o rabido ventare di scirocco / che l'arsiccio terreno gialloverde / bruci; / e
deriv. da caldo1, sul modello di arsiccio, ecc. caldino, sm
avrebbero veduto là un colle calvo, arsiccio, livido, sforacchiato dalle zolfare.
capra attorcigliata alla vita, dal pelame arsiccio scattava con lo schienale e il torso
noi, dodon? qua sa d'arsiccio ». / dicea dodone: « aspetta
che esce dall'acqua, nudo, arsiccio, desolato come una bolgia. tommaseo
piè diseguale odia il difetto, / l'arsiccio volto aborre e con disprezzo / mi
, 12-286: era scarno, minuscolo, arsiccio, crespo e nero di pelo,
vi-1106: ho l'esofago arsiccio, / raccapriccio / nel pensar / che
dalla voce tuonante d'un frate francescano arsiccio e nero e sempre gioviale, volavano
m. franco, 1-48: lantermin mio arsiccio, e senza moccolo, / tu
. zena, vi-1106: ho l'esofago arsiccio, / raccapriccio / nel pensar /
al figur. morando, iii-232: arsiccio il suo con tante bocche e tante
di fucina: emanare l'odore di arsiccio tipico delle officine. imbriani, 2-97
già fuma il palazzo, e sa d'arsiccio. botta, 4-107: fumavano i
o rabido ventare di scirocco / che l'arsiccio terreno gialloverde / bruci. levi,
pare uno albero di nave, / arsiccio, duro e nocchieruto e grave.
vero che 'l calendario gregodal fuoco, arsiccio e brutto. [sostituito da] manzoni
. ant. e letter. rendere arsiccio, bruciacchiare. — anche: inaridire.
[tommaseo]: là dove il rio arsiccio s'invarca nella lima. 2
fiuta e gli pare che sappia di arsiccio, e grida come un invasato;
e lacero ad un tempo, il colore arsiccio e grigio a cui tutto si intona
m. franco, 1-48: lanternin mio arsiccio e senza moccolo, /..
: leppo si chiama quel fumo unto, arsiccio, che fanno le pignatte, quando
piè diseguale odia il difetto, / l'arsiccio volto aborre e con disprezzo / mi
mal fornita che un mucchio di pane arsiccio, quattro crosticene di cascio salso la formano
, i-m: scarno, smunto e arsiccio, divenne mummia di penitenza. lupis,
. bocchelli, 2-i-496: qualche tamarisco arsiccio tremava e bruiva a un'aria quasi
pare un albero di nave, / arsiccio, duro e nocchieruto e grave. firenzuola
più obbligata la umanità che non a quell'arsiccio e miope filosofo duca, il quale
mal fornita che un mucchio di pane arsiccio, quattro crosticene di ca- scio salso
, nel terreno, tra acquitrinoso ed arsiccio.
un baratro perduto; onde piombando in quell'arsiccio speco / l'osso s'infranse.
aspettian noi, dodon? qua sa d'arsiccio. - / dicea dodone: -aspetta
, dritte nei fianchi poderosi, col volto arsiccio e gli occhi lucenti. giacosa [
o rabido ventare di scirocco / che l'arsiccio terreno gialloverde / bruci.
asperso e tutto / raccrespato dal fuoco, arsiccio e brutto. -irto.
916: terreno, tra acquitrinoso ed arsiccio, come dopo un incendio spento in
aspettian noi, dodon? qua sa d'arsiccio. - / dicea do- done:
sua natura il sito non fusse tanto arsiccio che una ragionevole umidità portasse più presto
dritte nei fianchi poderosi, col volto arsiccio e gli occhi lucenti. gozzano, ii-114
fiuta e gli pare che sappia di arsiccio, e grida come un invasato. gozzano
piè diseguale odia il difetto, / l'arsiccio volto aborre e con disprezzo / mi
ventare di scirocco / che l'arsiccio terreno gialloverde / bruci.
arena, / in qualche nudo scoglio, arsiccio ed g. brancati [plinio
tavola due ova al tegame che sentivano l'arsiccio, don venerando la strapazzava per bene
avrebbero veduto là un colle calvo, arsiccio, livido, sforacchiato dalle solfare. moravia
loro in venti lati, / affumicato, arsiccio e smattonato. smattonatura
corcata a solatio nel suolo arsiccio. monelli, 1-135: ancora molto
bianco e nero abbaruffato, affumicato, arsiccio d'ognintomo. -per indicare una
le prospere cose non istraporta- cato, arsiccio e smattonato. u. tommei [in
. gadda conti, 2-511: l'odore arsiccio degli sterpi strinati una lasca.
e di novo trifoglio, qua e là arsiccio per la strozzalina. =
, e quella sua tinta che tiene dell'arsiccio, argomenta il suo costume dirittamente.
altro più da triturar non hai che fieno arsiccio. genovesi, 308: gli stranienti
o rabido entare di scirocco / che l'arsiccio terreno gialloverde / bruci.