erano] da mille in milledugento. arrighetto, 235: questa, la quale è
san sepolcro una parte degli edifici. arrighetto, 240: con più grave ruina
abbattuta l'insegna di messer luchino. arrighetto, 249: egli è maggior virtù vincere
spirito); inebriare; saziare. arrighetto, ii-1-171: lo male m'abevera lo
della vita e del buono stato d'arrighetto capece. 6. vasto,
ch'abondan tanto quanto fa 'l dolore. arrighetto, 245: il dolore rauna forza
e io mi moro di fame. arrighetto, 216: così più gravemente cade
ha fatti per a sè trare. arrighetto, 2-158: tu furiosa, tu abramante
sm. ant. vite selvatica. arrighetto, 238: tempo è di ricogliere il
volto: cospargere di rossore. arrighetto, 222: ora il caldo m'accende
che non venga a diritto alla bocca. arrighetto, 218: la signorevole morte da
lato. m. villani, 2-42: arrighetto, data la corda a'masnadieri ch'
di molte parole, ma d'efficaci. arrighetto, ii-2-131: dunque s'alcuna ragione
non 'l credo, dille. [arrighetto, 229: se alcune diritture s'
libertà questo crudel ch'i'accuso. arrighetto, 248: guardati d'accusare colui che
, fanno fiume e copiose fontane. arrighetto, 216: a ben lavare colui
liquido, di umore. arrighetto, 223: ora nimichevole sudore acquoso è
e di legname i loro assalitori. arrighetto, 222: il letto mio bene morbido
sfogar s'annoda ne la gola. arrighetto, ii-1-181: la notte piango e adoppio
di buon'ora, l'ambizione. arrighetto, 235: in qual luogo la
induce sonnolenza, torpore. arrighetto, 243: io non so per quale
lui molto adirato per li suoi misfatti. arrighetto, 222: e con adirate boci
guadagnare danari, o per vanagloria. arrighetto, 229: allora sono chiamata spergiura
begli occhi il cor m'aperse. arrighetto, ii-1-80: la terra m'è nocente
allargare, di pane erano affamati. arrighetto, 223: sono come l'affamato
il desiderio, la brama. arrighetto, 243: l'affamata gola, la
ch'a mirarlo indarno m'affatico. arrighetto, 217: per certo, quante volte
, e mostrimi ond'io vada. arrighetto, 219: di questo si duole la
. ant. percuotere, colpire. arrighetto, ii-2-32: o fortuna, che è
le catene mie gran parte porto. arrighetto, 217: io sono misero, e
fuoco; torrido, avvampante. arrighetto, ii-1-211: ora lo caldo affogato,
cor, perché più tempo avampi. arrighetto, 222: ora il caldo m'accende
case assai, e piantai vigne. arrighetto, ii-2-114: sed io ti darò ricchezze
era viziato, che non agravava. arrighetto, 232: tu puoi lievemente sostenere le
numero d'essi aguagli co le navi. arrighetto, 248: neuna virtù è minore
/ nullo stato aguagliarse al mio porrebbe. arrighetto, ii-4-180: lo semplice mescola tutte
eternità, è meno che un punto. arrighetto, ii1- 96: queste cose aguagliate
cospetto di coloro che t'agguatano, arrighetto, 243: o peccato! pilade aguata
; insidioso, ingannevole. arrighetto, 226: o fortuna, strabocchevole con
si porta a uccidere per sacrificio. arrighetto, 239: spesse volte sotto pelle
lo rimbalzo in mano al fanciullo. arrighetto, 230: quante volte quistione nasce
ti stai / sempre più fredda. arrighetto, ii-2-16: o turba delli miei
molte buone opere abbondi di buone parole. arrighetto, 225: come male fruttifica quell'
albero della virtù, della bontà. arrighetto, 238: non sanza fatica l'albero
a fiorire e ad avere foglie. arrighetto, 222: così suole la borea rivolgere
battaglie, e ire, e insidie. arrighetto, 226: la pietade ti faccia
fu ed era e venerà onnipotente. arrighetto, 214: il suo nome [di
adversario, al cor mi nacque. arrighetto, 221: il dì e la notte
de la ragione ivi non vale. arrighetto, 223: allora piango, allora gli
e sarà chiamato figliuolo di dio. arrighetto, 217: o altissimo, che ti
verace, ed è gesù cristo. arrighetto, 216: colui al quale la
di mia salute ch'altramente era ita. arrighetto, 239: tu vedi molte
una e l'altra gota. arrighetto, 213: all'animo e al corpo
altrui ben che del suo mal. arrighetto, 219: più dolce ène a'miseri
/ qual altrui far non soglio. arrighetto, 230: quello che tu non vuoi
overo sia chiara a paia oscura. arrighetto, 216: quel sapore amarissimo imprimamente
laura] e tutte eran vicine. arrighetto, 220: il vero amore non
l'amistà vecchia e la nova. arrighetto, 220: o vile spezie d'amistà
figliuole fue molto amaestrata in iscienzia. arrighetto, 213: a dirittamente e bene
amara, / che nulla più. arrighetto, 251: l'amore, digiuno d'
- anche al figur. arrighetto, 236: chi piagne raddoppia i suoi
dànno guerra, e le future ancora. arrighetto, 241: perché ti sforzi nelli
-né ancora: neppure, neanche. arrighetto, 222: levomi, e rivolgo il
di voli. -figur. arrighetto, 238: tu cieco piagni quella fortuna
e nel vostro partir tornano insieme. arrighetto, ii-1-69: l'angoscia è mio
... / forse credea. arrighetto, 228: l'avaro mercatante annovera i
si può vie più che rallegrare. arrighetto, 223: ahi sventurato quegli il
bella venus ci annunzia la sera. arrighetto, i-221: in verità la faccia manifesta
corpo fuor per la grand'ansietate. arrighetto, 217: la ansietade m'è cibo
': 'anzi maravigliose! '. arrighetto, ii-1-214: allora piango, allora
subito sciame pendette nel frondente ramo. arrighetto, 252: l'ape è picciola,
mal chi de l'altro s'apparecchia. arrighetto, 223: sono come lo schernito
molto voler, le voglie intense? arrighetto, 229: se alcune diritture s'ap-
.. a sentire quello che è d'arrighetto mio padre. andrea da barberino,
che sempre lo suo cuore è signorevole. arrighetto, ii-2-139: e quante volte lite
in grecia anzi che pompeo *. arrighetto, 220: infine che '1 prospero
arassoro, né bestie con lane. arrighetto, ii-2-103: l'aspro villano
/ impetuoso per li avversi ardori. arrighetto, 219: nella fredda scizia,
spiagge, dei deserti). arrighetto, 238: tutto quello che..
luogo insino che non l'ha. arrighetto, 226: che furore hai tu?
passava stige con le piante asciutte. arrighetto, ii-1-226: sono siccome lo villano
meraviglia fanno a chi l'ascolta. arrighetto, ii-2-30: o tu [fortuna
porci ed altri simili a questi. arrighetto, 215: l'uno fa sembiante
potrebbe sostenere l'asprezze dell'ordine. arrighetto, 3-57: si con
rinfrescar l'aspre saette a giove. arrighetto, 239: tu sai bene come intra
mansueta, or disdegnosa e fera. arrighetto, 225: quando mi darà l'
piango a l'ombra e al sole. arrighetto, 239: spesse volte sotto pelle
sconfitto e morto con tutta sua gente. arrighetto, 222: con pugni aspri e
fin questa aspra pena e dura. arrighetto, 217: tutte le cose aspre
imbattersi in una cattiva sorte. arrighetto, 223: se il sonno mi viene
volti in subiti romori, al mare. arrighetto, ii- 4-75: colui che promette
troppo addentro nel pelago della scrittura. arrighetto, 242: il mondo ama pessime cose
che li venissono ad atare liberare. arrighetto, 3-73: io molto fatai e ammaestrai
terà dinanzi dalla nostra faccia. arrighetto, 232: nulla è sì forte
vidi gente attuffata in uno sterco. arrighetto, 223: se il sonno viene.
penser negri, / mi danno assalto. arrighetto, 246: quando la fortuna ride
nelle selve molte foglie degli arbori. arrighetto, 221: la primavera diede il
. plur. avi, antenati. arrighetto, 232: io non ho chiara schiatta
, iscrivendo in terra due volte deliberoe. arrighetto, 250: chi è nato d'
dando loro certo ordine e regola. arrighetto, 4-101: la rosa non dà
appella, che col vedere awenena. arrighetto, 248: colui che il servigio
ne l'aversità non ha niuno. arrighetto, 221: in questo solo è
forze. -per simil. arrighetto, 229: il quale mondo il cerchio
altri animali per sua propietà e natura. arrighetto, 220: il divoratore avoltoio
nella barba di qualcuno: danneggiarlo. arrighetto, 230: non istudiare dunque di condannare
unione non legittima, figlio illegittimo. arrighetto, 250: quello bastardo fanciullo a niuna
sono sanza cagione di soperchi peccati. arrighetto, 226: o fortuna, strabocchevole
generico e meno peggiorativo). arrighetto, 232: o vano parlatore, che
beffa, una burla; canzonatore. arrighetto, 247: a tempo sie sollazzatore,
in contado a furore furono messi. arrighetto, 216: siccome il piombo cade
fontana medesima delle discipline abbi bevuto. arrighetto, 253: questi comandamenti tu infermo
da vaga cura degli uomini usata. arrighetto, 235: « quali beveraggi di lete
dì né notte vi si potea posare. arrighetto, 217: la ansietade m'è
biasma altrui che se stesso condanna. arrighetto, 246: sie temperato in lodare,
di rose, e di dolci parole. arrighetto, 246: va'tra democrito
divorò la boce e le lagrime. arrighetto, 229: così suole lo ignorante
, chiamò ersilia colle comandate boci. arrighetto, 222: né ancora posso stare così
brevi giorni, quando borrea 'l fiede. arrighetto, 222: così suole la
stando a basso, le pareva grande. arrighetto, 216: così più gravemente cade
della città e di cittadini. arrighetto, 231: tu formica picciola, topolino
infame; bruttura, sozzura. arrighetto, 237: onde l'uomo s'affatica
magrezza mena la buccia all'ossa. arrighetto, 217: la ansietade m'è cibo
faceano a'greci spander le budelle. arrighetto, 228: se'tu proteo?
bugiardi appena la verità è creduta. arrighetto, 248: niuna cosa, se non
per innanzi qual sia la verace mostrare. arrighetto, 239: ispesso la bugiarda opinione
l'aiere e la fa pura. arrighetto, 245: in prima caccia le matte
in fuga. -assol. arrighetto, 225: la fortuna m'è più
tu ne riceverà vergogna e danno. arrighetto, 240: guai a te,
m'impigliar sì, ch'i'caddi. arrighetto, 222: ora è il primaccio
-non reggere al paragone. arrighetto, 237: perché racconterò io molti,
: e ciò fu per mie pene. arrighetto, 238: 10 ti lodo,
; donna impudica, meretrice. arrighetto, 233: non voglia iddio, iniqua
, campestre, agreste. arrighetto, 231: vienti fastidio di volgere la
limaccio, così la lussuria ama ozio. arrighetto, 252: contro alla rabbia
sua canzone « al tuo fedele ». arrighetto, 215: io sono con ischerne
parnaso. m. villani, 2-42: arrighetto data la corda a'masnadieri ch'erano
traditori d'entro certo segno ordinato. arrighetto, 250: non cercar mai di dipignere
lasciare un'opera a metà. arrighetto, 250: e priegoti che non ti
morto il seppellirono, siccome scomunicato. arrighetto, 220: siccome la ghiotta mosca
altro più dolcemente mai non arse. arrighetto, 226: questa, padre, questa
nequizie e nelle malizie della mente. arrighetto, 251: omè, dolente!
l'aere il dolce estivo gelo. arrighetto, 221: siccome la fornace pruova
. ant. tempo, stagione. arrighetto, 220: siccome l'osignuolo, il
; sicché gran disonore gli fa. arrighetto, 247: se la pietra si fa
: 'l saggio e casto / iosef. arrighetto, 242: s'egli fusse,
lascia cadere il bastone di mano. arrighetto, 231: nulla li tuoi brobbi
, e in cenere tornerai. arrighetto, 251: né non ti dimentichi
neve, come cera al foco. arrighetto, 252: l'ape è picciola,
rimaso tutto solo senza neuna compagnia. arrighetto, 230: quante volte quistione nasce
cercare, ne fecero compiutamente menzione. arrighetto, 1-71: cerca e'libri che
ogni ritondo, o corpo o superficie. arrighetto, 229: ma io che
e di quali peccati si debba fare. arrighetto, 239: dimmi: chente
dallo splendore di quella eterna bellezza. arrighetto, 248: colui che il servigio
pieno di ciò ch'era mistieri. arrighetto, 241: a solvere questi principii
fu poi con grande divozione calonizzato. arrighetto, 248: colui che il servigio
altra prova, fa mille follie. arrighetto, 250: chiunque bene con continui
figur. ant. grembo materno. arrighetto, 224: sia maledetto il dì nel
intingolo. -per simil. arrighetto, 243: indi procede la fame,
la maldicenza, la calunnia. arrighetto, 215: con molte beffe l'empia
mondo ha già volte le spalle. arrighetto, 236: quali beveraggi di lete abbeverarono
/ e dolcemente canta nel morire. arrighetto, 230: quante volte quistione nasce
m. villani, 2-42: il detto arrighetto con suoi incredibili argomenti in quello servigio
. e letter. civetta. arrighetto, ii-1-189: la coccoveggia la notte ischernisce
de la guerra conveniva loro menare. arrighetto, 222: perché continuamente il mio letto
sanguineo, il bagno al collerico. arrighetto, 249: questi mali vogliono seme
mio giudicio purga in questa forma. arrighetto, 240: guai a te, guai
vien che sappia i suo'comandamenti. arrighetto, 253: sie amico della ragione
questionare, discutere con accanimento. arrighetto, 229: ma colui il quale combatte
non lassar la magnanima tua impresa. arrighetto, 246: acquista l'onestà,
, perché alquanto fu più menomato. arrighetto, 245: un dì chiaro compensa i
il conto, contare, computare. arrighetto, 223: ahi sventurato quegli il quale
, e al tempo debito partorìo. arrighetto, 224: sia maledetto il dì nel
uomo gli fece materia di virtude. arrighetto, 235: conciofossecosaché lamentandomi i'narrassi
rivela, è da avere per consiglieri. arrighetto, 234: dalla legge è
suo gioco il collo sommesso. arrighetto, 239: non mi dorrò
perché, ed a cui date. arrighetto, 242: vedi fellonia e
è corpo uman che voi vedete. arrighetto, 216: questo confesso io,
più eventi ai danni di qualcuno. arrighetto, 224: tutte le cose fanno congiurazione
alle voglie carnali d'altrui. arrighetto, 242: s'egli fusse, come
la ispiratrice. -figur. arrighetto, 248: la grave ira, pessima
* 1 fa per morto stare. arrighetto, 251: né te, essendo
pensoso, poi piango la notte. arrighetto, 219: la invidiosa mente sempre
/ dall'allegrezza che prima comprende. arrighetto, 237: quando è gran caldo,
delle sue festivitadi convertiti in pianto. arrighetto, 216: il mio canto è volto
tuttavia la cagione di ciascuno dove sia. arrighetto, 239: tu vedi molte
. m. villani, 2-42: arrighetto data la corda a'masnadieri ch'erano
corbi e le cornacchie e'lupi ancora. arrighetto, 220: il divoratore avvoltoio,
due alternative di un dilemma. arrighetto, 238: o tu, guarda di
la santa voglia d'esto archimandrita. arrighetto, 237: per la pena viene
morte cori corporale, come spirituale. arrighetto, 213: le medicine corporali rifiutaresti
com'a lucido corpo raggio viene. arrighetto, 242: tutte le cose dischiattano,
/ nostra natura vinta dal costume. arrighetto, 242: tutte le cose dischiattano,
trapasso. - anche al figur. arrighetto, 241: a solvere questi principii delle
i miei non falsi errori. arrighetto, 246: tutte cose volge la
'l cor gentil sono una cosa. arrighetto, 253: onde viene che amore lascia
). - anche al figur. arrighetto, 242: s'egli fusse, come
lingua tua quanto egli è possibile. arrighetto, 242: il mondo notrica frode
(in correlazione con quanto). arrighetto, 219: io ho invidia a tutti
stima di se stessi, presunzione. arrighetto, 1-72: né troppo credere di te
col balsamo e benedetto dal vescovo. arrighetto, 242: vedi fellonia e viepiù vituperevole
con decerla el fai quasi perire. arrighetto, 243: ecco un'altra volta
2. interiezione di scherno. arrighetto, 231: chi sei tu, messere
e più pronta alle orribili armi. arrighetto, 220: la vera fede nel crudel
/ che lusingò cotanti sonni invano! arrighetto, 224: sia maledetto il dì
ventura si è essere stato felice. arrighetto, 222: la notte piango e
a'suoi vicini e a'fiorentini. arrighetto, 231: nulla li tuoi brobbi e
futuro e al danno temuto. arrighetto, 241: e novellamente sotto misero mantello
dar forse di me non bassi esempi. arrighetto, 236: certo tu se'cieco
virtù dell'animo, datrice de'benefici. arrighetto, 248: né quello che
, come fieno o legno minuto. arrighetto, 252: contro alla rabbia de'venti
i cittadini, troppo sarebbe forte cittade. arrighetto, 230: e quante volte
, non è così gran guadagno. arrighetto, 240: non è colui felice
2. forza, potenza divina. arrighetto, 240: tu ti duoli che gl'
al denaro; denaroso. arrighetto, 251: colui il quale il più
di destarla. ser giovanni, i-201: arrighetto tornò soavemente al letto, e con
ciel ti scorge per destro sentero. arrighetto, 238: o tu, guarda
mancò ch'io non rimasi in cielo. arrighetto, 246: rifiuta i molto
: avemone cinquanta fiorini d'oro. arrighetto, 246: contra la fortuna sii fermo
di patire la carcere delle tenebre. arrighetto, 219: il misero ha difetto
se di novi vicin fosser digiuni. arrighetto, 251: l'amore, digiuno
consentita dai precetti ecclesiastici. arrighetto, 218: dall'ora in qua che
di dolore, tormentare crudelmente. arrighetto, 226: che furore hai tu [
fosse morto, ma tutto dilacerato. arrighetto, 226: se a noi,
le cose dilettevoli, sì peccarono. arrighetto, 221: per lo favellio delle genti
. figur. offendere, disonorare. arrighetto, 216: a ben lavare colui il
io allora tutto il ciel cosperso. arrighetto, 249: non in ogni tempo e'
viziosamente vive, merita tormento e pena. arrighetto, 229: se alcune diritture
da sé la sapienza e la disciplina. arrighetto, 217: o disavventurato, io
che tutti vanno via senza ritegno. arrighetto, 220: infine che 'l prospero zeffiro
dirazzare; degenerare, decadere. arrighetto, 242: tutte le cose dischiattano,
, per lo discorrimento degli umori. arrighetto, 217: io ritorno alle lagrime
fa grande, da sezzo il dichina. arrighetto, 1-66: non è colui felice
legge tu fai disonore a dio? arrighetto, 248: a pochi farai disonore
-mano distesa: generosa, liberale. arrighetto, 229: se io le porgerò con
li guardava, e nulla dicea loro. arrighetto, 217: tempera continuamente la
e nel ciel velocissimo m'impulse. arrighetto, 236: semina nelle spine colui che
proposta, a un'opinione). arrighetto, 228: che mi può'tu far
, secondo la essigenza di quella. arrighetto, 235: eccoti una femmina splendiente
la mort'e non la vita. arrighetto, 225: quando mi darà l'aspra
tu non puoi gastigarne pur una. arrighetto, 237: impara a sostenere le
della vita e del buono stato d'arrighetto capece. savonarola, iv-233: voi
buona natura siamo acconci a dare. arrighetto, 252: sie discreto, savio,
e chiarire ciò che tullio avea detto. arrighetto, 252: l'ape è picciola
d'undici anni, conoscendo egli chi arrighetto era stato e fosse, con una gran
piangi, di che pianger suoli? arrighetto, 246: quando la fortuna ride
, concupi- scenzia, e paura. arrighetto, 247: ogni peso d'ebbrezza
ed andava così empiamente contro ai cristiani. arrighetto, 231: tu mi fiedi
produce effetti dolorosi, crudeli. arrighetto, 218: l'empia turba de'sette
. sàlviati, ii-1-104: nel libro dell'arrighetto è più spirito, e più vivezza
pazza furia infernale erinis vi regnava. arrighetto, 226: o santo padre,
alle passioni); eccitarsi. arrighetto, 246: stilli nella bocca il mèle
di calata. -per simil. arrighetto, 232: il cavallo spesse volte è
di lavoro sia a fine ricreativo. arrighetto, 213: così le medicine corporali rifiuteresti
venir meno, cessare, sparire. arrighetto, 243: passa nello esilio la virtù
, durare in essere', conservarsi. arrighetto, 1-62: la medicina non può cacciare
dei beni. - anche assol. arrighetto, 251: l'amore, digiuno d'
il sapere, la dottrina). arrighetto, 216: l'uno fa sembiante d'
scilla e caribdi quando irate sono. arrighetto, 250: colla sampogna canta l'uccellatore
occhi onde mi ven tanta dolcezza. arrighetto, 231: non meno triema taguglia
crudeli fati l'erano apa- recchiati. arrighetto, 240: guarda costui, il quale
cui si compie il suo destino. arrighetto, 240: guarda colui che il campidoglio
libro, a uno scritto). arrighetto, 220: in cotal modo favella la
, amica mia, e vieni. arrighetto, 248: non sii vano parlatore,
mente, che sono favellìi del demonio. arrighetto, 221: per lo favellio
12. cosa risaputa, storia. arrighetto, 1-50: la mia parola è,
proteggere; prestar benevola attenzione. arrighetto, 214: iddio piatoso e benigno a
avete favoreggiata la umana generazione abondevolmente. arrighetto, 252: certo, dare a'rei
maravigliosa certezza di cosa non saputa. arrighetto, 250: né la lingua troppo
male venne in tempo di piggiore vena. arrighetto, 242: non divenimmo noi
— anche: arrogante, prepotente. arrighetto, 246: contra la fortuna sii fermo
tutto spegne il furore de'nimici. arrighetto, 245: la graziosa ora verrà,
centro pria convien ch'io tomi. arrighetto, 216: colui al quale la
di tutto, nobilissima e bellissima filosofia. arrighetto, 249: la rosa non dà
finire, / a fine bon persevrare. arrighetto, 250: non cercar mai di
ora occupiamo. -figur. arrighetto, 213: se tu avessi disposto nell'
tutti i nemici i quali vi flagellavano. arrighetto, 226: o santo padre,
che dio d'amore -parvemi vedere. arrighetto, 220: l'osignuolo...
la stropicci e rèndalati a pena. arrighetto, 1-59: avvegnaché io sia nato di
di crescerla e di trarla addietro. arrighetto, 216: più gravemente cade colui
mezzo della fornace del fuoco ardente. arrighetto, 221: la fornace pruova l'
terreno col, tivato). arrighetto, 252: contro affa rabbia de'venti
sia accompagnata da qualche dolore. arrighetto, 216: non sanza il suo fiele
quello / de vostro dipartir. arrighetto, 246: tutte cose volge la fortunale
compone li vasi fragili e idoli. arrighetto, 251: come con fragile tela la
freddi: il sopraggiungere deh'inverno. arrighetto, 220: l'osignuolo...
del cerebro, sì come sono frenetici. arrighetto, 249: la malva sana li
. che abita in regioni fredde. arrighetto, 233: appo degli frigidi gotti è
colpa venendo a sua volta frodato. arrighetto, 231: imparino gli uomini a onorare
man destra, / con fronte umana. arrighetto, 248: guarda che la oscura
che non fruttifica non vale spino. arrighetto, 225: male fruttifica quell'albero il
animali così fuggono i loro nemici. arrighetto, 220: l'osignuolo...
quelle c'hanno intelletto ed amore. arrighetto, 218: oimè tristo! oimè
: aspettava il tempo... quando arrighetto andassi di fuori e la lasciasse sola
tagliente in mano d'uno furioso. arrighetto, 234: dalla legge è vietato a'
un gesto, un comportamento). arrighetto, 248: né intorno de'servigiali la
.. crescono i loro interiori. arrighetto, 230: così farebbe paris a teseo
o orbo, o chi diventa muto. arrighetto, 248: né quello che l'
l'uomo non vi trova riposo. arrighetto, 229: lo ignorante garritóre sofistico
muraglie. -di animali. arrighetto, 236: la garritrice rana non può
la femina, gemisce lo infermo. arrighetto, 215: come siede sola la prodezza
libera te ora da queste fiamme ». arrighetto, 222: la notte piango e
e la terra darà li suoi germogli. arrighetto, 225: come male fruttifica
l senno, la gente vi córre. arrighetto, 223: se il sonno mi
vicende (della vita). arrighetto, 225: con subito giramento la fortuna
-anche: periodo di tempo. arrighetto, 246: in picciol giro il gran
giudicio delle mani del tuo signore? arrighetto, 234: io non ricuso di
non è alcuna sentenza prava né perversa. arrighetto, 247: non parlare se non
; essere felice; rallegrarsi. arrighetto, 231: nulla li tuoi brobbi e
; e molte altre cose fece gloriose. arrighetto, 249: usa le cose
l'unghie vostre averìano graffiato mene. arrighetto, 221: il dì mi lamento,
io mi muoio ora di sete. arrighetto, 232: acqua di picciola fonte
neve. -con uso avverb. arrighetto, 216: il piombo cade più grave
un libro, imo scritto). arrighetto, 238: che è questo, o
estens.: gravezza, pienezza. arrighetto, 248: non ti sia amica la
ognora posa / pregio di valimento. arrighetto, 245: la graziosa ora verrà,
la fenice] penne polporine e grige. arrighetto, 1-60: appo degli frigidi gotti
guastamente verrà e uscirà dal potente. arrighetto, 240: guai a te,
guisa suo presio e 1'onura. arrighetto, 216: fui satollo d'ogni prosperitade
lascia mai immarcire per stare indarno. arrighetto, 242: non vedi tu con
il re fu contento, e messer arrighetto ancora, e impal- maronsi del combattere
infiacchirsi (il corpo). arrighetto, 248: troppo misera cosa è ne
al figur.: opporre resistenza. arrighetto, 231: il servo il quale resistendo
perpetuo encarcerato, 'ncatenato co leone. arrighetto, 241: novellamente sotto misero mantello
cieca, ai suoi rivolgimenti. arrighetto, 228: or muove vago vento le
, questo esser licito non vorrei. arrighetto, 216: i fati incrudeliscono in
mani le foglie de le palme. arrighetto, 213: all'animo e al corpo
. che consente di trarre auspici. arrighetto, 220: il divoratore avvoltoio e il
le noci concie, e quelle arrighetto, 215: egli [il popolo]
. schivare, sfuggire, evitare. arrighetto, 213: all'animo e al corpo
intellettuale, la mente). arrighetto, 243: io non so per quale
servire / infin ch'io viveraggio. arrighetto, 220: infine che '1 prospero
ant. corrompere, guastare. arrighetto, 251: colui il quale il più
infuriare; scatenarsi, imperversare. arrighetto, 221: nella notte con furie il
sf. ant. ingordigia. arrighetto, 220: il divoratore avvoltoio e il
, ma permet- testilo ingiustamente patire. arrighetto, 1-46: colui è troppo matto
rendere folle, insano. arrighetto 226: ricevi l'anima che la dolorosa
. infierire, infuriare, imperversare. arrighetto, 222: l'ira ismania, e
stolto, dissennato; fare infuriare. arrighetto, 226: o istolta, perché insanisci
i maestri fosse usato e insegnato. arrighetto, 235: la prima vergine alimenta
azione cieca, ai suoi rivolgimenti. arrighetto, 236: che ti fa'della ingiusta
volpina. - anche sostant. arrighetto, 250: né la lingua troppo involpisca
ché queste qualità li fanno asciutti. arrighetto, 220: la vera fede non sa
poscia che le cittadi termine hanno. arrighetto, 237: il senno tuo è ito
fatto compilare da giustiniano). arrighetto, 234: io non ricuso di stare
lo dolore che sì li tormenta. arrighetto, 222: l'ira ismania e con
senza stabile rapporto di lavoro. arrighetto, 242: penelope, lavoratrice per sostenere
che non si poteva fare licitamente. arrighetto, 228: non usa licitamente in
sanza rompere tutta sua dolcezza e armonia. arrighetto, 244: diritto legame lega
, cioè m'aveano manifestato chi era. arrighetto, 218: la magrezza di
). - anche al figur. arrighetto, 1-64: niuno può pervenire alla virtude
o sentimenti diversi o opposti. arrighetto, 246: schifa ogni soperchio,.
litigioso, permaloso, rissoso. arrighetto, 230: o litigatrice, quello che
e vitupera questo sacramento della confessione. arrighetto, 242: o sacrate compagnie,
perdette per la sua disobe- dienzia. arrighetto, i-222: d'allora in qua,
usa, e i vizi discaccino? arrighetto, 241: che giovano ancora le corone
pien di fuoco d'un piano scalito. arrighetto, 249: del dolce magliuolo dolce
o a parti del corpo. arrighetto, 218: è il viso il libro
in istato di luce e di verità. arrighetto, 225: la speranza della biada
monimenti e ricogliea ossa di morti. arrighetto, 250: né la lingua troppo
, demente. - anche sostant. arrighetto, 226: se a noi, o
o anche come cibo). arrighetto, 249: la malva sana i frenetici
mammelle a qualcuno: allattarlo. arrighetto, 224: o iddio volesse che quel
stando un pezzo, quando parve ad arrighetto il tempo, egli uscì dell'uccello
giorni, e'loro anni mancorono presto. arrighetto, 242: mancando questa vita,
preghiera, ecc.). arrighetto, 241: che farà il vóto viandante
a li occhi che non pòn soffrire. arrighetto, 221: il dì mi lamento
albor precisi. -di animali. arrighetto, 223: io sono siccome l'uccello
rub- batore della maritata di grecia? arrighetto, 242: la maritata vende se
cose le fu contrario e perseguitatore. arrighetto, 228: che mi può'tu far
cale -a cui spegni la vita. arrighetto, 250: sieti più nimica la superbia
in grande numero di parecchie migliaia. arrighetto, 229: io fortuna che dea
, perch'egli si è matto. arrighetto, 223: sono come il matto,
agli studi, far studiare. arrighetto, 237: egli si conviene aspre cose
mazze: a colpi di bastone. arrighetto, 251: l'amore, digiuno d'
-come secondo term. di paragone. arrighetto, 1-56: io,...
di un più largo benessere. arrighetto, 219: io ho invidia a tutti
fiumi; fango, fanghiglia. arrighetto, 1-60: niuna cosa è sì forte
parecchi anni mi mentì lo scritto. arrighetto, 239: ispesso la bugiarda opinione
bestia, ma sono iddio dell'acqua. arrighetto, 215: tutta la piazza conosce
. m. villani, 2-42: arrighetto di san polo... era grande
di coloro che dietro a esse vanno. arrighetto, 229: allora io dissi:
. -mettere dietro: posporre. arrighetto, 239: non mi dorrò in quando
cognoscere lo splendore della luce verace. arrighetto, 222: ora è il primaccio troppo
, che a pena è nonnulla. arrighetto, 236: non sai tu quello micolino
m'atrasse a l'amorosa schiera! arrighetto, 216: colui al quale la
/ per tradimento d'un tiranno fello. arrighetto, 219: io ho invidia a
persona alla quale è annunciato. arrighetto, 228: tu, il quale la
, 2-246: di che ruberto ed arrighetto gioivano oltre a modo. c
, evitando abusi ed eccessi. arrighetto, 226: poni modo alla fellonia,
sempre come nella sedia si nasconde. arrighetto, 233: spesso quello che
desiderio, ecc.). arrighetto, 237: perché desideri le bruttezze del
e virtù montò a questo onore. arrighetto, 240: la voltabile fortuna esalta gl'
, ché valle ha tutti i monti. arrighetto, 216: non sanza il suo
mangiare e di bere, letto morbido. arrighetto, 222: io mi volgo e
un fiore, una foglia). arrighetto, i-231: non mi dorrò io.
lungi da te cacci e distrugga. arrighetto, 213: rintropichisce lo 'nfermo
si levò. -maldicenza. arrighetto, 250: sie mutolo al vituperio e
e uomini e bestie ne morivano. arrighetto, 220: la ghiotta mosca seguita
ciò che potea la lingua nostra. arrighetto, 221: l'avversitade...
di cose, non sappiendo che d'arrighetto si fosse..., montata
: taciturno, poco loquace. arrighetto, 248: non sii vano parlatore,
che chiamare lo nano gigante ». arrighetto, 216: più gravemente cade colui
salsa a che elli dee mangiare. arrighetto, 221: il ai e la
capire, dare segno, mostrare. arrighetto, 218: la palidezza parla quel ch'
non donna di provincie, ma bordello! arrighetto, 242: tutte le cose corrono
legar core in podere di dilettozo amore. arrighetto, 241: va'per ogni bosco
gli nimichevoli mari, sostenemmo le saette. arrighetto, 223: ora il caldo
azioni, situazioni, ecc. arrighetto, 253: sie nimico alle liti,
irregolare, nelle forme del plurale. arrighetto, 217: niune piaghe nocciono a colui
, adulteri, detrattori, nocitori. arrighetto, 2-98: oh con quante sollecitudini
novero: computare, calcolare). arrighetto, 223: la rena cadrà al novero
, dove si dava a noveri. arrighetto, 223: tanti mali, tante pene
. -anche: provocare lesioni. arrighetto, 217: niune piaghe nocciono a colui
non hanno nutricaménto da questo amore. arrighetto, 245: infino ad ora
s'afatica / lo suo danno notrica. arrighetto, 242: il mondo notrica frode
. 15. prov. arrighetto, 245: un dì chiaro compensa i
gaudi'de stolto è obbrobbio di tristessa. arrighetto, 215: tutta la piazza conosce
dal mare oceano e paradiso terrestre. arrighetto, 229: il quale mondo il cerchio
come l'amor m'à prisa! arrighetto, 218: la magrezza di fuori legge
an dolore -e la grande impietate. arrighetto, 218: imè tristo!.
modo eccessivo o esagerato, troppo. arrighetto, 238: chi sarebbe ora sì mansueto
proposizione interrogativa diretta o indiretta. arrighetto, 219: la nostra pericolata nave non
il valore e le qualità altrui. arrighetto, 252: sie discreto, savio,
manifestazione di cortesia formale. arrighetto, 229: allora sono tenuta somma madre
, ontosamente schernito da'suoi avversari. arrighetto, 228: tu, il quale
mi meni là dov'or dicesti. arrighetto, 217: io riprendo li dubbiosi
campanile] che di questa casa 'arrighetto fu dal re manfredi fatto viceré di
allor credo passar nell'altro regno. arrighetto, 248: guarda che la oscura fronte
. e al figur.). arrighetto, 251: colui il quale il più
pace, e guerra coi vizi. arrighetto, 221: il lupo piuttosto avrà
, non agitarsi né inquietarsi. arrighetto, 217: picciola vittoria ène con molti
padule. 7. prov. arrighetto, 236: la garratrice rana non può
insieme la palidèzza occupa la faccia sua. arrighetto, 217: la pallidezza parla quel
derivati; sonnifero, calmante. arrighetto, 243: io non so per quale
onde i sospiri miei parlan dolore. arrighetto, 217: la palidezza parla quel
sono quelle ricevute che buone siano. arrighetto, 232: o vano parlatore, che
, xxxv-n-30: quel dolor partecipasti. arrighetto, 220: il vero amore non
di qualcosa, consapevole, conscio. arrighetto, 236: che hai tu a fare
fenomeno o di una condizione morbosa. arrighetto, 221: la mala state recò la
negative; più nocivo o molesto. arrighetto, 242: tutte le cose dischiattano,
.: materasso, letto. arrighetto, 222: egli volge e rivolge [
? -in un contesto figur. arrighetto, 238: senza fatica niuno puote andare
ch'a le percosse non seconda. arrighetto, 252: contro alla rabbia de'
18. tentato, istigato. arrighetto, 242: la maritata vende se stessa
la mente, l'anima). arrighetto, 235: quali beveraggi di lete abbeverarono
poco propizio (la fortuna). arrighetto, 215: perché, o perfida [
o svilupparsi (una pianta). arrighetto, 225: la speranza della biada altresì
o la speranza di un bene. arrighetto, 213: cresce la malizia, rintropichisce
egli non si poteva perpetualmente dolere. arrighetto, 219: se la natura voleva
parmi non fallo, ma seguo drittore. arrighetto, 228: che mi può'tu
l'aria, l'acqua). arrighetto, 218: l'aere con pessima tristizia
sottilmente, più mi grava la piaga. arrighetto, 221: nella notte con
. 19. prov. arrighetto, 217: niune piaghe nocciono a colui
. 10. prov. arrighetto, 236: chi piagne raddoppia i suoi
piange, si lamenta. arrighetto, 214: arrighetto consoli il piagnevole e
lamenta. arrighetto, 214: arrighetto consoli il piagnevole e conturbato animo per
e semplicette persone. -sostant. arrighetto, 217: i fati incrudeliscono in me
vita e perdonaci per sua grazia. arrighetto, 214: iddio piatoso e benigno a
universalità delle persone; pubblico. arrighetto, 215: tutta la piazza conosce il
però da quelli comincia prima a desiderare. arrighetto, 217: picciola vittoria ène
è ne lo cor lo suo podere. arrighetto, 252: non dispregiare li uomini
tutto 'l mondo n'ha bene. arrighetto, 252: il piccolo serpente caccia
, pastoso (un vino). arrighetto, 237: l'uva bene matura ha
(un animale); recalcitrante. arrighetto, 233: teco, o crudele [
/ facea diligion, piombo avanzava. arrighetto, 216: siccome il piombo cade più
col tuo piacer ch'io vidi. arrighetto, 217: colui è troppo adirato e
. 16. prov. arrighetto, 239: ogni uccello la cui piuma
-minuscolo (un animaletto). arrighetto, 231: tu formica piccola, topolino
genere letterario della poesia. arrighetto, 238: il principe de'parlatori virgilio
spesso s'acquista favore di popolo. arrighetto, 243: il cherico ignorante, il
posare insino che non la dice. arrighetto, 232: dunque sta'in pace,
e posenti del contao de bologna. arrighetto, 230: or so che di
possessioni. -proprietà. arrighetto, 213: se tu avessi disposto nell'
(1-iv-143): subitamente egli [arrighetto] e molti altri amici e servidori
malignissimi e astutissimi contro a noi. arrighetto, 229: dea sono [la
gli antichi] dea di potenza. arrighetto, 227: non costringo io [fortuna
di cui si desidera impadronirsi). arrighetto, 220: siccome la ghiotta mosca seguita
alle persone (la morte). arrighetto, 244: indi la predatrice morte subito
in sulla bocca sì l'affogò. arrighetto, 222: il letto mio bene
fuor ch'a la prima gente. arrighetto, 218: d'allora in qua che
in partic. astronomico). arrighetto, 216: 1 fati incrudeliscono in
stima, nella considerazione generale. arrighetto, 239: ispesso la bugiarda opinione mente
pervennero, dove con tanta festa da arrighetto tutti parimente, e'figliuoli e le
vietare / de falso, providente. arrighetto, 252: sie discreto, savio
fus- sero minori di xvi anni. arrighetto, 222: allora con pugni aspri
] facendo ribellare il figlio al padre. arrighetto, 231: il servo il quale
chi ne è dotato). arrighetto, 222: io mi volgo e rivolgo
pute e l'unguento aromatico rende odore. arrighetto, 242: mancando questa vita
. - anche con uso aggett. arrighetto, 228: che mi può'far peggio
: luogo, regione, paese. arrighetto, 219: se la natura voleva ch'
. / assai leggeramente quel salimmo. arrighetto, 221: assai è minore l'angoscia
o in espressioni comparative). arrighetto, 252: contro alla rabbia de'venti
azzuffarsi. -baruffa fra animali. arrighetto, 230: quante volte quistione nasce tra
sete. -con sineddoche. arrighetto, 251: fuggi la invidia e li
-con l'accus. della persona. arrighetto, 237: perché racconterò io molti,
un'espressione, un discorso. arrighetto, 222: la notte piango e ripiango
'l bel piacer radoppia il bene. arrighetto, 248: il chiaro uomo fa chiari
/ che te poi molto alegrare. arrighetto, 244: vedi tu...
a ragionare del fatto del consolo. arrighetto, 216: la turba del mulino,
cose vane del mondo agli uomini vani. arrighetto, 236: la garritrice rana non
ant. riprendere, riportare via. arrighetto, 248: quello che tu vuoi donare
della colpa e recandolo a grazia. arrighetto, 214: iddio pietoso e benigno a
-anche con sineddoche. arrighetto, 250: chiunque bene con continui passi
ed è istato fortune pesime, e li arrighetto, 218: quello fanciullo il quale male
vedendo regnare / folli'ed orgoglio. arrighetto, 243: il vizio triunfa e regna
improntata a sobrietà e temperanza. arrighetto, 213: all'animo e al corpo
ancora se'tu fermo nella tua retà? arrighetto, 241: se non ti fosse
la rebel- lione di cicilia e sentendo arrighetto essere vivo, cacciata via la paura
passatempo, spasso, diporto. arrighetto, 213: se tu avessi disposto nell'
con riferimento a soggetti allegorici. arrighetto, 243: l'affamata gola, la
, non aver bisogno di qualcosa. arrighetto, 213: le medicine corporali rifiuteresti,
ostile; borbottare con tono rabbioso. arrighetto, 216: la turba del mulino,
senso spirituale). arrighetto, 213: all'animo e al corpo
, non acconsentire alle preghiere. arrighetto, 231: il servo, il quale
arrighetto, 241: novellamente sotto misero mantello di
rosso; colorazione rossa o rossastra. arrighetto, 239: tu sai bene come in
3. alternanza della fortuna. arrighetto, 233: tu [o fortuna]
o anche un animale). arrighetto, 222: ora chino il capo,
la totale o parziale distruzione. arrighetto, 240: con più grave mina cade
/ prete sacrato, chiamato antonino. arrighetto, 242: o sacrate compagnie le quali
la saetta a qualcuno). arrighetto, 222: l'ira ismania, e
un medicamento, una terapia). arrighetto, 249: la malva sana li frenetici
a la sua giovanissima etade si convenia. arrighetto, 239: tra l'aspre spine
cielo è il pane della vita. arrighetto, 216: questo confesso io,
stato d'animo sregolato o impudente. arrighetto, 251: l'amore, digiuno d'
l'affanno. -assol. arrighetto, 219: dove perpetualmente la rovente zona
facìano le battaglie molto scal- teritamente. arrighetto, 230: più scalteritamente, o nemica
nella concezione cristiana di peccato). arrighetto, 247: sie contento di quello che
beffe spietate, burlarsi di lui. arrighetto, 2is: egli canta di me infamia
prega iddio per coloro che lo crucifiggono. arrighetto, 223: sono come lo schernito
7. incapace, inetto. arrighetto, 250: sie mutolo al vituperio e
3. senza discernimento, sconsideratamente. arrighetto, 236: isconoscentemente usa le cose dolci
della pelle; scoiatore. arrighetto, 233: appo degli frigidi gotti è
poi la fanno cattiva alla fine. arrighetto, 224: se il cielo tosse
insegna / che vedesse l'amor. arrighetto, 220: il vero amore non isdegnail
-giacere nella sventura, nel dolore. arrighetto, 215: come, siede sola la
la forma masch. è di arrighetto, 224: il mio capo dovea essere
ne ricavano per uso medicinale. arrighetto, 249: così la tremante infermità vuole
ti fa uscire del senno ». arrighetto, 217: colui è troppo matto,
. -soltanto, solamente. arrighetto, 216: né la bianchezza se non
modo rumoroso e scomposto. arrighetto, 232: 0 vano parlatore, che
uomo (la morte). arrighetto, 218: la signorevole morte da ogni
al parossismo (l'ira). arrighetto, 222: l'ira ismania, e
-smaniare di qualcosa: desiderarlo ardentemente. arrighetto, 218: l'empia turba de'sette
un cibo, una bevanda). arrighetto, 232: in uno stretto bucciuolo spesse
/ quasi adamante che lo sol ferisse. arrighetto, 233: spesso quello che è
sollazzando fanno loro cammino più brieve. arrighetto, 246: quando la fortuna ride e
; che ama il divertimento. arrighetto, 247: a tempo sie sollazzatore,
-simile a un altro tipo umano. arrighetto, 217: quante volte il valentre s'
arrighetto, 215: tutta la piazza conosce il
. ser giovanni, 3-216: arrighetto entrò in questo uccello e portò seco
è costringere 'l soperchio nel bere. arrighetto, 246: la tua mano non sia
una sorte che si subisce). arrighetto, 215: perché, o perfida [
salute. -profondere l'ingegno. arrighetto [tommaseo]: nulla puote ipocras né
-vizio, macchia morale. arrighetto, 247: ogni peso d'ebbrezza fuggi
continuo (un'attività). arrighetto, 242: o sacrate compagnie, le
di cibo (l'intestino). arrighetto, 228: or muove vago vento le
falla ciò che 'l folle crede. arrighetto, 233: spesso quello che è solido
di una fortezza, espugnandola. arrighetto, 241: quello solo leone, quello
terra e ne fa uno altro. arrighetto, 233: ispezzasi il vomere nella terra
agisce con prontezza, con slancio. arrighetto, 251: la dimoranza dinegra il dono
a un'impresa intricatissima. arrighetto, 236: semina nelle spine colui che
attuarsi (una condizione). arrighetto, 220: infine che 'l prospero zeffiro
cui è riempito; sprimacciare. arrighetto, 322: che è questo? perché
tarmata in schiera colle isprendienti ispade. arrighetto, 241: perché ti sforzi
, spennarlo; tosare il vello. arrighetto, 233: appo degli frigidi gotti è
di rimproveri o di critiche ingiuste. arrighetto, 2. 27-. perché, savio
fatti abbie istabile consiglio in te. arrighetto, 220: la vera fede nel crudel
altissimo un canto, un'invocazione. arrighetto, 241: che farà il vóto viandante
criminosi nei confronti di qualcuno. arrighetto, 232: io sono stomacato de'tuoi
o con un avv.). arrighetto, 240: la voltabile fortuna esalta gl'
titolo d'ortensio che di catone! arrighetto, 229: perché con gli aguti denti
... tardo all'ira. arrighetto, 246: sie fermo nelle cose contrarie
bel glie costa el taolie- re. arrighetto, 223: sono come lo svemito giucatore
un bisogno o una sensazione fastidiosa. arrighetto, 232: in uno stretto bocciuolo spesse
impeto e furia sconvolgenti. arrighetto, 220: infine che 'l prospero zeffiro
provo / per lu testamento novu. arrighetto, 246: la tua mano non sia
prendono se non ne viene loro voglia. arrighetto, 252: lo sparviero e 'l
li tesauri della sapienza di dio. arrighetto, 246: acquista l'onestà, tesauro
che fila la propria tela. arrighetto, 251: come con fragile tela la
di nato. arrighetto, 248: quello che tu vuoi donare
alla pochezza della condizione umana). arrighetto, 231: così terrò io [la
meni, sì ch'io cadrò freddo. arrighetto, 220: infine che 'l prospero
, farò fine a questa parte. arrighetto, 238: chi sarebbe ora sì
delle membra (una patologia). arrighetto, 249: siccome diversi fatti, o
acuto (la cicala). arrighetto, 231: la nobile aguglia teme le
tornasse senza armi e triunfo a roma. arrighetto, 240: questo crudele nemico così
. -con presagi funesti. arrighetto, 216: le stelle del cielo profetizzano
, sempre è cacciata per gli uccellatori. arrighetto, 250: colla sampogna canta l'
ricchezze. -anche in una sineddoche. arrighetto, 248: quello che tu vuoi donare
, di risparmiare; dissipatore. arrighetto, 246: acquista l'onestà, -tesauro
. rivolto alla fortuna personificata. arrighetto, 232: o fortuna, io sono
e ha valore scherz.). arrighetto, 1-72: niuna virtù è minore,
; la fragilità della condizione umana. arrighetto, 251: né non ti dimentichi l'
a una persona non sposata). arrighetto, 242: penelope, lavoratrice per sostenere
di ulcere (una persona). arrighetto, 218: né quello fanciullo il quale
; gorgoglio di un fiume. arrighetto, 250: colla sampogna canta l'uccellatore
esagerato attaccamento ai beni materiali. arrighetto, 246: acquista l'onestà, -tesauro
ch'elli annieghi in te ogne persona! arrighetto, 215: io sono vituperio
non si regge vivole o bianchi gigli. arrighetto, 249: del dolce magliuolo dolte
(vivucchio). vivere in arrighetto, 229: allora sono chiamata spergiura,
; inibito (la libertà). arrighetto, 242: la libertà viziata perisce,
sovrabbondano. -sm. volgarizzamento. arrighetto, 214: iddio piatoso e benigno a
, malizia, subdola astuzia. arrighetto, 250: le volpine parole partoriscono dubbiosa
(il favore popolare). arrighetto, 240: la voltabile fortuna esalta gl'
quantità (gli occhi). arrighetto, 223: allora piango, allora gli
cammino, dinanzi a li ladroni canterebbe. arrighetto, 241: che farà il vóto
riferimento a concetti astratti). arrighetto, 251: né non ti dimentichi l'
dette anche regioni polari). arrighetto, 219: dove cadde l'ardore colli