, che tanto m'aggusta e m'accuora. = deriv. da gusto (
ii-256: mevio poeta affannasi e s'accuora / perché usato ha parola non cruschevole
alleggio la sofficitudine, la quale ora ti accuora e fisa nel tuo petto si rivolge
, se non una miseria crescente che accuora e alla quale non v'è rimedio
fiera memoria, che mi strazia e accuora! / oh crudelmente amico / van
gli attribuisce, egli avrebbe detto non accuora, ma incuora senza veruna offesa del
fiera memoria, che mi strazia e accuora! foscolo, iv-361: non si querela