(superi, abbagliantissimo). che abbaglia, che dà vivo splendore, fino
di fuor dorate son, sì ch'egli abbaglia. idem, purg., 15-28
: non ti maravigliar, s'ancor t'abbaglia / la famiglia del cielo [gli
petrarca, 48-11: e 'l sol abbaglia chi ben fiso il guarda. idem,
così a dentro non discemo, / abbaglia il bel che mi si mostra intorno
: fosca nebbia internai gli occhi gli abbaglia. tingoli, iii-187: non son
nella cosa abbagliante; e giacché egli abbaglia, cioè offende l'occhio interno,
guardare fiso un oggetto, ci si abbaglia la vista, senza che l'oggetto sia
la tovaglia / bianca sotto la lampada che abbaglia. onofri, 61: un'occhiata
: un'occhiata di sole, / che abbaglia acque e viole. 3
fiume, che specchia il sole ed abbaglia. 4. tr. figur.
. petrarca, 141-12: ma sì m'abbaglia amor soavemente, / ch'io piango
/ che più che 'l sol m'abbaglia di splendore. idem, 19-39: gittò
gittò 11 battaglio, tanta ira l'abbaglia, / e con gran furia addosso
l'odio e l'ira le guerriere abbaglia, / che fan da disperate la battaglia
, 6-i-150: mentre ancor non m'abbaglia il dolce lume / né mi toglie a
tornare a vederla, cotesta sirena che abbaglia la ragione collo scintillare delle sue pagliuzze
oramai, / quel bianco stasera m'abbaglia, / non sembra un lenzuolo.
, / e forte con lussuria l'abbaglia. marsilio ficino, 2-105: con meravigliosi
forse più tosto una vana immaginazione ti abbaglia: in modo che tu ami quello
speranza, che ad altro. quel che abbaglia la mente, le tremola quasi brillando
, però che tra sì piccoli spazii si abbaglia l'occhio. goldoni, vi-1148:
(femm. -trice). che abbaglia; che offusca la vista con luce troppo
, quasi divampa in un'accensione che abbaglia. bontempelli, 9-44: il coro
d'intorno assorda, / e 'l sole abbaglia chi ben fiso 'l guarda,
animale affissa gli occhi al sole né v'abbaglia. vellutello [inf., 15-26
, agg. che allucina, che abbaglia. d'annunzio, iv-2-483:
. -trice). che allucina, abbaglia; che affascina. bacchelli, 4-159
2-8-10-255: ad ognuno s'annebbia e s'abbaglia, anzi accecasi la vista, e
solclani, 1-33: e non l'abbaglia / più con suo lustro lo stringer
d'intorno assorda, / e 'l sole abbaglia chi ben fiso 'l guarda, /
faville e 'l chiaro lampo / che l'abbaglia e lo strugge, e 'n ch'
. baglióre, sm. luce che abbaglia, splendore improvviso e lampeggiante; luminosità
. splendore vivo e intenso, che abbaglia; abbagliamento della vista per l'azione
2. moltitudine, affastellamento che abbaglia, che confonde. lippi,
261-12: l'infinita bellezza ch'altrui abbaglia / non vi s'impara, ché
a quella beltà di paradiso / s'abbaglia il sire ed ai suoi detti ei crede
, e la laguna arde che abbaglia. sbarbaro, 1-37: la montagna
, e brilla di sorte, che abbaglia la vista. cellini, 551: era
ti fan quei, cui la vista abbaglia / di verità che lor disveli il raggio
vari onde il mio lavoro le permuta egli abbaglia, piglia il capogiro, e finisce
, e brilla di sorte, che abbaglia la vista. 11. carta
giunge l'umana filosofia, l'intelletto s'abbaglia, il discorso si perde, la
oramai, / quel bianco stasera m'abbaglia, / non sembra un lenzuolo?
oltraggio, / ove l'altro l'abbaglia e cieco il rende! chiabrera, 312
i e cerviera così, che non s'abbaglia / per folta nebbia che le vegna
oltraggio, / ove l'altro l'abbaglia e cieco il rende! boccalini,
rigaglia, / e scaglia / e abbaglia / e dagli uno ingoffo / in su
, / ratto la scopri, e sfolgorando abbaglia. alfieri, i-233: colto il
, / nivee colonne d'un candor che abbaglia. d'annunzio, iv-2-68: nella
sale, e la laguna arde che abbaglia. c. e. gadda, 462
cui bellezze di dettaglio e il colorito abbaglia l'occhio. beccaria, i-123:
impetrato, tinto, / sì che t'abbaglia il lume del mio detto, /
, una folgore che scoppia improvvisa, abbaglia, incenerisce e dileguasi, tutte queste
far molli, / ma da presso gli abbaglia, e vince il core. boccaccio
degli ipocriti], sì ch'elli abbaglia; / ma dentro tutte piombo, e
folgore... scoppia improvvisa, abbaglia, incenerisce e dileguasi. guerrazzi, 9-
impetrato, tinto, / sì che t'abbaglia il lume del mio detto, /
così a dentro non discemo, / abbaglia il bel che mi si mostra intorno.
/ il cui folgore lieto i lumi abbaglia, / la diva di disdegno inviperita,
/ un'occhiata di sole, / che abbaglia acque e viole. stuparich, 3-30
sì l'odio e l'ira le guerriere abbaglia, / che fan da disperate la
degli ipocriti], sì ch'elli abbaglia; / ma dentro tutte piombo. storia
splendore di sì gran sole dottifico mi abbaglia. = voce dotta, lat.
a mia sorella. la luce elettrica l'abbaglia, ma i suoi occhi sono già
/ ratto la scopri, e sfolgorando abbaglia. colletta, i-292: è debito di
, 1-283: ma 'l vostro lume abbaglia indi sì forte, / che mi fa
beltà chiara e serena, / ch'abbaglia chi mirarvi ardisce intento. sarpi,
degli ipocriti], si ch'elli abbaglia; / ma dentro tutto piombo,
grandissimo odio, minimo lustro di virtù gli abbaglia ad amarci. pulci, 28-141:
/ il cui folgore lieto i lumi abbaglia, / la diva di disdegno inviperita,
alcun numero consistono, e di più abbaglia l'occhio dell'intelletto, poiché il numero
a quella fiamma fosforescente e fatua che abbaglia soltanto gli occhi. -letter.
, di rubin fiammante, / da lunge abbaglia. testi, i-194: al disperato
i-45: l'infinita beltà che gli occhi abbaglia, / né di lontan par m'
. petrarca, 48-11: il sole abbaglia chi ben fiso 'l guarda. pulci,
gli occhi? o che splendore / m'abbaglia i sensi e mi serena il core
ferma a contemplare il lume che l'abbaglia. 3. per estens.
[le cappe], sì ch'elli abbaglia. passavanti, 59: la rinchiuse
e regi, / chi non s'abbaglia al tuo sovran splendore / s'al
] dorate son, sì ch'egli abbaglia; / ma dentro tutte piombo, e
/ che più che 'l sol m'abbaglia di splendore. salvini, ix-1-19:
tanto e tanto nel suo amor se abbaglia / che se trovò invescata con inciampo
, 261-12: l'infinita bellezza ch'altrui abbaglia / non vi s'impara, ché
ingemma, e gli occhi al vulgo abbaglia. aleardi, 1-420: questo è
ne ingemma e gli occhi al vulgo abbaglia. tarchetti, 6-i-276: movendo il
5-29: questi, che gli occhi abbaglia e l'alma accende, /.
: tanto e tanto nel suo amor se abbaglia / che se trovò invescata con inciampo
puro / il sol, che sol m'abbaglia e mi disface. tasso, 4-91
noi dopo mill'anni, / m'abbaglia sì che gli amorosi affanni / tirar mi
faville e 'l chiaro lampo / che l'abbaglia e lo strugge, e 'n ch'
mentre del riso il lampo / non m'abbaglia la vista e 'l cor ristora.
anno, / o la coincidenza m'abbaglia, signora, / sotto la larva simile
la modesta sua voce) sporchissimamente s'abbaglia. manni, 2-125: gli annotatori
, che g. d'an- nunzio abbaglia e piglia col luccichio delle sue immagini.
impetrato, tinto, / sì che t'abbaglia il lume del mio detto. idem
, i-208: il lume delle parole abbaglia quello della sentenza. tasso, n-
così grande e spanpanato / che gli occhi abbaglia e da gabbiuole eterne / lucciole fa
la muraglia / del career che n'abbaglia, / sentiamo noi, non le possenti
loredano, 10-8: la manigolda fortuna mi abbaglia sì la mente che sempre vado freneticando
[le cappe] sì ch'elli abbaglia; / ma dentro tutte piombo,
, 3-111: lo splendor della gloria umana abbaglia i sensi più vivi, come il
fronte, entr'alla quale / amore abbaglia della meraviglia. poliziano, 1-733:
, 1-46: andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com'è
15-30: non ti maravigliar s'ancor t'abbaglia / la famiglia del cielo,.
cappe] dorate son sì ch'elli abbaglia: / ma dentro tutte piombo, e
. angolo pane di zucchero brilla e abbaglia. = comp. dall'imp
mitrato regge l'ostensorio che irraggia e abbaglia come se di sole. c.
moderato ne'suoi riverberi, ma che abbaglia dolcemente con soave armonia. baldinucci,
. andreini, 14: l'occhio v'abbaglia, l'orecchio vi stordisce, la
men vo, che il cor m'abbaglia e ombra. fed. della valle,
molli, / ma da presso gli abbaglia, e vince il core. boccaccio,
servii turba / il gran corteggio orolistato abbaglia / lo stolto vulgo e a bocca
mitrato regge l'ostensorio che irraggia e abbaglia come se di sole. e. cecchi
ammiro lo scudo che luccica dietro anzi abbaglia dietro le spalle del ras sostenuto come
le cappe], sì ch'elli abbaglia; / ma dentro tutte piombo,
e sì viva e sfolgoratamente penetrante che abbaglia la più acuta vista di qualunque perspicacissimo
onde il mio lavoro le permuta egli abbaglia, piglia il capogiro e finisce per disperato
si ferma a contemplare il lume che l'abbaglia. 2. piccolo pettine
, / onde le genti dalle scene abbaglia, / a costei, cui rara altra
vittorini, 3-10: la luce elettrica l'abbaglia, ma i suoi occhi sono già
impetrato, tinto, / sì che t'abbaglia il lume del mio detto.
in sulla mente, / che m'abbaglia repente, / e mi fa notte.
fuor dorate son, sì ch'elli abbaglia; / ma dentro tutte piombo, e
quel cade nel basso, chi s'abbaglia nel pomposo, alcuni dànno nel secco,
suo lettore con le pose, lo abbaglia con le immagini. -ostentata sicumera
di ossian una folgore che scoppia, abbaglia e precipita. -calare con violenza
/ qual prestigio, qual demone t'abbaglia / sì che, s'egli è pur
? prencisbecco autentico! luce che ti abbaglia; ma non appena tu ti freghi gli
lieta fronte, entr'alla quale / amore abbaglia della meraviglia; / e l'altre
quest'arme / mi punge amor, m'abbaglia e mi distrugge. cafiellano volgar.
far molli, / ma da presso gli abbaglia, e vince il core. boccaccio,
. guarini, 241: qual dèmone t'abbaglia / sì che, s'egli è
/ a percuoter la vista che l'abbaglia, / sentì tanta dolcezza il tristo
che la tua luce più non m'abbaglia, comincio a raffigurare il tuo aspetto e
felicità, tanta grandezza, che vi abbaglia la vista e vi rapisce il cuore
alto dal mare che guardando in giù abbaglia la vista. a. verri, i-83
di lume in sulla mente / che m'abbaglia repente / e mi fa notte.
gli occhi, la mia vista si abbaglia e si perde in un torrente di luce
80: ne'rintuzzati rai l'alma s'abbaglia. 9. rannicchiato, raccolto su
f'ignudo di questa figura soavemente s'abbaglia all'ombra ai un tronco da cui
moderato ne'suoi riverberi, ma che abbaglia dolcemente con soave armonia, temperando la
una luce troppo siderale, che mi abbaglia. e invano ricerco il rozzo fanciullo
arme / mi punge amor, m'abbaglia e mi distrugge. p. scarlatti,
volgo è sempre / per chi l'abbaglia, e spesso volte il regno /
non ti maravigliar s'ancor t'abbaglia / la famiglia del cielo », a
pur le labbra scioglia, / mill'occhi abbaglia e mille cori invoglia / a prestarle
la rigaglia, / e scaglia / e abbaglia / e dàgli uno ingoffo / in
noi dopo mill'anni, / m'abbaglia sì che gli amorosi affanni / tirar
, perocché quelcade nel basso, chi s'abbaglia nel pomposo; alcuni dànno nel secco
, 1-46: andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com'
della farfalla]... m'abbaglia / come una forma non terrestre, come
... la serenità di diquasi abbaglia il veder nostro, / e di rara
che dà legge a lei con toro abbaglia. = voce dotta, comp.
e sì viva e sfolgoratamente penetrante che abbaglia la più acuta vista di qualunque perspicacissimo
trono de'propri raggi si cuopre e ne abbaglia e ne offende. = comp
10-i-575: perché lo sguardo gli si abbaglia, prende certezzadi mirare drittamente nel sole divino
sfolgorante d'una grandezza felice sì ci abbaglia e ci fa ciechi e dimentichi di noi
mio processo è sfolgorante di logica, che abbaglia. la vostra difesa è, almeno
viva e sfolgoratamente penetrante... abbaglia la più acuta vista di qualunque perspicacissimo
intorno assorda, / e 'l sole abbaglia chi ben fiso 'l guarda, / così
piena che le fa scabèllo a'piedi, abbaglia... gli occhi di ciascuno
nella luce e il polverone dei calcinacci abbaglia il sole. -inondare un locale
smaglia / ch'ella dal proprio immaginar s'abbaglia. 11. rappresentazione che
smaglia / ch'ella dal proprio immaginar s'abbaglia. serao, i-206: tutti questi
grande e spampanato / che gli occhi abbaglia e da gabbiuole eterne / lucciole fa
, sempre... sporchissimamente s'abbaglia. scellerato e temerario! sporchissi- mamente
gozzano, i-510: il sole avvampa, abbaglia, trema, facendo fluttuare in uno
. andreini, 14: l'occhio v'abbaglia, l'orecchio vi stordisce, la
di sopra la cappella, / che m'abbaglia. buonarroti il giovane, 9-137:
: l'amor proprio sovente il cuore abbaglia, / la passion resiste al buon
fave della signoria. bellori, iii-11: abbaglia dolcemente con soave armonia, temperando la
or che raggio di sol più non l'abbaglia. 2. psicanal. nella
impetrato, tinto, / si che t'abbaglia il lume del mio detto. b
. cesarotti, 1-xvii-242: il poema abbaglia e sorprende lo spirito più di quello
bel sol, con ch'elio / m'abbaglia sì ch'io non posso vedello.
e quel che mi traluce / m'abbaglia tanto l'uno e l'altro viso,
montale, 1-46: andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com'
/ di fuor dorate son sì ch'egli abbaglia; / ma dentro tutte piombo.
di sopra la cappella, / che m'abbaglia. -vetticciòla, vetticciuòla.
: volgiti / m'abbaglia tanto l'uno e l'altro viso,
, 1-46: andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com'