, final morte costa. salvini, 16-37 : e come allor che zeffiro commuove
. g. m. cecchi, 16-37 : festa è quella che si fa con
credendola avere per battaglia. ariosto, 16-37 : che s'altre volte quelli uscendo fuori
tremuoti e li commuove. leopardi, 16-37 : tien quelle rive altissima quiete;
onda cristallina e fuggitiva. forteguerri, 16-37 : le belle fonti e tacque cristalline.
di noi giovani scrittori. linciti, 16-37 : la quale [la guerra] avendo
a devozione di spagna. gelli, 16-37 : arebbe voluto... che e'
sapienti gradazioni di stile. linati, 16-37 : la « voce » di de robertis
stenti, i girani. bartolini, 16-37 : i nostri contadini son soliti piantare alberi
). dante, purg., 16-37 : con quella fascia / che la morte
. gregorio magno volgar.], 16-37 : or non diremo noi che sieno gli
per questo non sono accatastati. caro, 16-37 : fra l'umil negletta turba,
onor montana, illustre. caro, 16-37 : ma, se ben tra l'umil
impartire del detto suo sapore. caro, 16-37 : ma come e chi 'l mio
santo spirito invia nel cuore. muratori, 16-37 : da questo divino amore..
fiorentino color dell'indaco. comisso, 16-37 : le solite margherite di una specie molto
iesù, signor benigno! ariosto, 16-37 : né è [sicura] qualunque
agosto. dante, par., 16-37 : da quel dì che fu detto 'ave'
a le bramose canne. tasso, 16-37 : quante mormorò mai profane note / tessala
veduto e provato io. tasso, 16-37 : lascia gli incanti, e vuol
un colpo veramente mancino. manzini, 16-37 : « abusa dei suoi poteri;
di consiglio che d'aiuto. tasso, 16-37 : lascia gli incanti e vuol provar
valente uomo. idem, inf., 16-37 : questi, torme di cui pestar
. domenichi [plinio], 16-37 : molti ancora appresso di r
tempo e l'ozio onestamente. perotti, 16-37 : allora i compositori non usavano scrivere
. a fare ogni cosa. berni, 16-37 (ii-62): quantunque io sol
fine e poco resistente. manzini, 16-37 : almeno cinque minuti dopo, nel
e chi tu se'. caro, 16-37 : come e chi 'l mio nome vi
ho pennello sì delicato. ghislanzoni, 16-37 : dopo dieci anni di matrimonio, il
dalle undici a mezzogiorno. comisso, 16-37 : dovunque negli interstizi del selciato,
per la medesima strada. ghislanzoni, 16-37 : scesi dalle scale a precipizio. verga
chiamano principe di galles. manzini, 16-37 : almeno cinque minuti dopo, nel
, l'opera). linati, 16-37 : la « voce » di de robertis
18. contendere. pulci, 16-37 : non sarebbe emilia repugnata / atene per
vii, basso e terreno. tasso, 16-37 : lascia gli incanti, e vuol
nei testi romanzeschi. ghislanzoni, 16-37 : quella donna, che il giorno innanzi
usurparci la spiaggia nostra. bartolini, 16-37 : rubacchiano anche pannocchie di granturco.
e fa salotto. manzini, 16-37 : anche quel suo dar dentro nei riferimenti
allusione che colpisce. manzini, 16-37 : « abusa dei suoi poteri; e
stampato a caratteri cubitali. ghislanzoni, 16-37 : quei caratteri mi erano già noti,
aver di lei mercede. tasso, 16-37 : lascia [armida] gli incanti,
ebreo »). a. busi, 16-37 : che lo voglia o no,
ne l'ultimo artista. caro, 16-37 : ma, se ben tra l'umil